Maria la figliastra sottomessa - parte 2
Scritto da HarDom, il 2021-03-10, genere sadomaso
Era estate, faceva caldo ed i Padroni erano sul prato andando ogni tanto in piscina, posta vicino alla casa, nel loro cortile.
Dal piatto doccia posta al muro della casa tra la porta di ingresso e la piscina, spuntava la sola testa di Maria, la schiava 21enne, figliastra di Franca (era la figlia di primo letto dell’ex marito della donna) e resa loro schiava.
I coniugi la trattavano come un animale, la loro vacca.
Guido, quasi 50 anni, era un medico ed aveva fatto assumere farmaci alla vacca in modo che le sue tette producessero latte. Ai Padroni piaceva mungerla, usare il suo latte per il loro caffè e, soprattutto, lasciarla con le tette sempre piene in modo da procurarle dolore. I capezzoli erano stati allungati ed i farmaci li avevano resi sensibilissimi. Si divertivano a torturarli fino ad arrivare a far piangere l’animale.
Sotto il piatto della doccia c’era un vano per il drenaggio dell’acqua. Non era grandissimo ma abbastanza da farci stare la schiava, seppure in posizione un po’ scomoda, cosa che, ai Padroni, non interessava, ovviamente.
La bestia veniva costretta ad entrare e, per sistemarla dentro, usavano i piedi per spingerla giù e la frusta.
Avevano sistemato il piatto doccia in modo da poterlo aprire in due su due cerniere e ricavato un foro per far passare il collo della schiava che, così, aveva il corpo sotto il piatto e la sola testa all’esterno.
Faceva molto caldo, la schiava soffriva e loro ne traevano piacere.
Ogni tanto, per rilassarsi e rinfrescarsi dal caldo estivo e per sciacquarsi dopo il bagno in piscina, i Padroni andavano a fare la doccia avendo, così, la testa della figliastra di Franca tra i piedi.
A volte facevano la doccia rinfrescante assieme e si divertivano a giocare coi piedi con la testa della loro bestia o anche solo ad averla laggiù.
Mentre facevano la doccia si facevano leccare i piedi oppure glieli infilavano in bocca.
Poi tornavano nel prato sotto l’ombrellone e la lasciavano lì.
Alla bestia avevano messo un dildo in culo e morsetti elettrici ai capezzoli che, col telecomando, rilasciavano una piccola scarica elettrica.
All’ombra e rilassati, per divertirsi ogni tanto azionavano il telecomando e si divertivano con i lamenti della schiava già costretta nella scomoda posizione.
La 21enne era loro schiava da molti mesi. La mungevano, la tenevano incatenata e la trattavano come un animale, mangiando i loro avanzi e gli scarti di cibo.
Nelle tette era stato fatto passare uno spillone tenuto dentro da due dadi. Non glielo toglievano mai e aumentava il dolore anche a causa delle tette piene per il latte.
Guido si stava facendo la doccia avendo tra i propri piedi la bella faccia della giovane quando, dal pavimento, cominciarono a salire delle suppliche.
- Padrone, la prego, mi liberi, la scongiuro.
Questo infastidì molto il Padrone mentre si stava rilassando sotto il getto dell’acqua.
- Zitta bestia!.
Le diede un calcetto col piede e poi glielo mise in bocca spingendo in fondo.
- Franca, vieni qui subito!
La moglie, 45 anni portati bene, accorse e venne fatta mettere dietro al marito prostrata a terra, accucciata giù, in modo che Guido potesse sedersi sulla sua schiena tenendo la testa della bestia vicina ai piedi.
Franca era la Padrona della ragazza ma verso il marito era sottomessa.
Il Padrone voleva essere comodo nel parlare alla vacca.
- Senti stupida bestia, a noi il tuo dolore da solo piacere.
Intanto le mise il piede in bocca.
- Ci danno fastidio le tue inutili suppliche. Puoi usare la voce solo per lamentarti del dolore che per noi è eccitante. Anzi, ci da proprio fastidio quando ci parli.
Ogni tanto azionava il telecomando per darle dolore con le scosse elettriche.
- Sei un animale, una vacca e devo solo servirci, divertirci e darci latte.
- Scusi Padrone.
Altro calcetto col piede.
- Ti ho appena detto che non ci devi parlare, stupida vacca! Per colpa tua la tua matrigna ora è costretta a soffrire per farmi da sedile e farmi stare comodo.
Appena il Padrone si alzò, la Padrona, per vendicarsi, azionò a lungo le scariche elettriche mentre, chinatasi, pisciava in faccia alla figliastra.
Fu poi il momento del Padrone per pisciare.
Lì vicino avevano un imbuto attaccato ad un tubo che mettevano nella bocca della schiava.
Da tempo usavano solo la sua bocca per pisciare. Non le davano altri liquidi.
Oltre ai farmaci per il latte, Guido le dava anche farmaci per digerire sempre il loro piscio.
Franca mise il tubo nella bocca della ragazza, si inginocchiò davanti al marito tenendo in mano l’imbuto e reggendogli il cazzo mentre pisciava dentro.
Al termine se lo prese in bocca per eccitarlo.
Lasciarono lì la schiava tutto il pomeriggio, usandola come pulisciscarpe prima di entrare in casa. Infatti avendo le scarpe in giardino, prima di entrare in casa andavano davanti alla sua bocca e se le facevano pulire con la lingua.
Decisero di tirarla fuori e di farle fare lo zerbino, facendola stendere a terra davanti alla porta di ingresso e salendole sopra con i piedi per pulirsi la suola prima di entrare in casa.
Prediligevano i seni facendo urlare di dolore la schiava.
Cenarono nel prato e vollero pasteggiare bevendo il latte.
Portarono la vacca a 4 zampe e la munsero per riempirsi i bicchieri.
La bestia, che aveva i capezzoli sensibili, piangeva.
Per cena dovette stare sotto il tavolo a succhiare il cazzo del marito della sua matrigna.
Intanto Guido diceva alla moglie che il giorno sopo sarebbe venuto il Professore a divertirsi e lei avrebbe dovuto essere a sua disposizione, avendo Guido capito che gli piaceva godere di Franca mentre usava la figliastra.
A Franca il Professore non piaceva, ma non poteva ribellarsi, anche perché avrebbe fatto avare una forte spinta alla carriera del marito. Quindi si rassegnò a dovergli fare da schiava mentre usava la sua figliastra.
Il Padrone godette nella bocca dell’animale.
Aveva preso una cuccia da tenere in giardino, attaccata al muro di casa, vicino alla doccia.
La bestia ci stava dentro tutta rannicchiata ed ogni tanto, incatenandola, le facevano passare lì la notte. Cosa che accadde quel giorno, finita la cena e dopo avere ordinato a Franca di sistemare tutto.
Mentre sua moglie lavorava e la figliastra era incatenata in cuccia, il Padrone guardava la tv.
Dal piatto doccia posta al muro della casa tra la porta di ingresso e la piscina, spuntava la sola testa di Maria, la schiava 21enne, figliastra di Franca (era la figlia di primo letto dell’ex marito della donna) e resa loro schiava.
I coniugi la trattavano come un animale, la loro vacca.
Guido, quasi 50 anni, era un medico ed aveva fatto assumere farmaci alla vacca in modo che le sue tette producessero latte. Ai Padroni piaceva mungerla, usare il suo latte per il loro caffè e, soprattutto, lasciarla con le tette sempre piene in modo da procurarle dolore. I capezzoli erano stati allungati ed i farmaci li avevano resi sensibilissimi. Si divertivano a torturarli fino ad arrivare a far piangere l’animale.
Sotto il piatto della doccia c’era un vano per il drenaggio dell’acqua. Non era grandissimo ma abbastanza da farci stare la schiava, seppure in posizione un po’ scomoda, cosa che, ai Padroni, non interessava, ovviamente.
La bestia veniva costretta ad entrare e, per sistemarla dentro, usavano i piedi per spingerla giù e la frusta.
Avevano sistemato il piatto doccia in modo da poterlo aprire in due su due cerniere e ricavato un foro per far passare il collo della schiava che, così, aveva il corpo sotto il piatto e la sola testa all’esterno.
Faceva molto caldo, la schiava soffriva e loro ne traevano piacere.
Ogni tanto, per rilassarsi e rinfrescarsi dal caldo estivo e per sciacquarsi dopo il bagno in piscina, i Padroni andavano a fare la doccia avendo, così, la testa della figliastra di Franca tra i piedi.
A volte facevano la doccia rinfrescante assieme e si divertivano a giocare coi piedi con la testa della loro bestia o anche solo ad averla laggiù.
Mentre facevano la doccia si facevano leccare i piedi oppure glieli infilavano in bocca.
Poi tornavano nel prato sotto l’ombrellone e la lasciavano lì.
Alla bestia avevano messo un dildo in culo e morsetti elettrici ai capezzoli che, col telecomando, rilasciavano una piccola scarica elettrica.
All’ombra e rilassati, per divertirsi ogni tanto azionavano il telecomando e si divertivano con i lamenti della schiava già costretta nella scomoda posizione.
La 21enne era loro schiava da molti mesi. La mungevano, la tenevano incatenata e la trattavano come un animale, mangiando i loro avanzi e gli scarti di cibo.
Nelle tette era stato fatto passare uno spillone tenuto dentro da due dadi. Non glielo toglievano mai e aumentava il dolore anche a causa delle tette piene per il latte.
Guido si stava facendo la doccia avendo tra i propri piedi la bella faccia della giovane quando, dal pavimento, cominciarono a salire delle suppliche.
- Padrone, la prego, mi liberi, la scongiuro.
Questo infastidì molto il Padrone mentre si stava rilassando sotto il getto dell’acqua.
- Zitta bestia!.
Le diede un calcetto col piede e poi glielo mise in bocca spingendo in fondo.
- Franca, vieni qui subito!
La moglie, 45 anni portati bene, accorse e venne fatta mettere dietro al marito prostrata a terra, accucciata giù, in modo che Guido potesse sedersi sulla sua schiena tenendo la testa della bestia vicina ai piedi.
Franca era la Padrona della ragazza ma verso il marito era sottomessa.
Il Padrone voleva essere comodo nel parlare alla vacca.
- Senti stupida bestia, a noi il tuo dolore da solo piacere.
Intanto le mise il piede in bocca.
- Ci danno fastidio le tue inutili suppliche. Puoi usare la voce solo per lamentarti del dolore che per noi è eccitante. Anzi, ci da proprio fastidio quando ci parli.
Ogni tanto azionava il telecomando per darle dolore con le scosse elettriche.
- Sei un animale, una vacca e devo solo servirci, divertirci e darci latte.
- Scusi Padrone.
Altro calcetto col piede.
- Ti ho appena detto che non ci devi parlare, stupida vacca! Per colpa tua la tua matrigna ora è costretta a soffrire per farmi da sedile e farmi stare comodo.
Appena il Padrone si alzò, la Padrona, per vendicarsi, azionò a lungo le scariche elettriche mentre, chinatasi, pisciava in faccia alla figliastra.
Fu poi il momento del Padrone per pisciare.
Lì vicino avevano un imbuto attaccato ad un tubo che mettevano nella bocca della schiava.
Da tempo usavano solo la sua bocca per pisciare. Non le davano altri liquidi.
Oltre ai farmaci per il latte, Guido le dava anche farmaci per digerire sempre il loro piscio.
Franca mise il tubo nella bocca della ragazza, si inginocchiò davanti al marito tenendo in mano l’imbuto e reggendogli il cazzo mentre pisciava dentro.
Al termine se lo prese in bocca per eccitarlo.
Lasciarono lì la schiava tutto il pomeriggio, usandola come pulisciscarpe prima di entrare in casa. Infatti avendo le scarpe in giardino, prima di entrare in casa andavano davanti alla sua bocca e se le facevano pulire con la lingua.
Decisero di tirarla fuori e di farle fare lo zerbino, facendola stendere a terra davanti alla porta di ingresso e salendole sopra con i piedi per pulirsi la suola prima di entrare in casa.
Prediligevano i seni facendo urlare di dolore la schiava.
Cenarono nel prato e vollero pasteggiare bevendo il latte.
Portarono la vacca a 4 zampe e la munsero per riempirsi i bicchieri.
La bestia, che aveva i capezzoli sensibili, piangeva.
Per cena dovette stare sotto il tavolo a succhiare il cazzo del marito della sua matrigna.
Intanto Guido diceva alla moglie che il giorno sopo sarebbe venuto il Professore a divertirsi e lei avrebbe dovuto essere a sua disposizione, avendo Guido capito che gli piaceva godere di Franca mentre usava la figliastra.
A Franca il Professore non piaceva, ma non poteva ribellarsi, anche perché avrebbe fatto avare una forte spinta alla carriera del marito. Quindi si rassegnò a dovergli fare da schiava mentre usava la sua figliastra.
Il Padrone godette nella bocca dell’animale.
Aveva preso una cuccia da tenere in giardino, attaccata al muro di casa, vicino alla doccia.
La bestia ci stava dentro tutta rannicchiata ed ogni tanto, incatenandola, le facevano passare lì la notte. Cosa che accadde quel giorno, finita la cena e dopo avere ordinato a Franca di sistemare tutto.
Mentre sua moglie lavorava e la figliastra era incatenata in cuccia, il Padrone guardava la tv.
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