Maria la figliastra sottomessa - parte 1

Scritto da , il 2021-03-07, genere sadomaso

- Tua figlia è una stronza, non la sopporto più.
- Non è mia figlia, piantala di dirmelo. E’ la figlia di quello stronzo del mio ex marito che me l’ha mollata per andarsene con la puttana brasiliana.
Maria si era trasferita da loro da qualche anno ma non aveva mai avuto un buon rapporto con Franca, la seconda moglie di suo padre.
Nemmeno Guido le piaceva, un cicciotello uomo vicino ai 50 che si dava tante arie per essere il primario di una nota clinica ginecologica.
I rapporti erano andati sempre peggio.
Anche il comportamento di Maria non aiutava in quanto era arrogante e supponente, non ammetteva mai di avere torto ed era per principio in contrasto con tutto.
Questa situazione l’aveva portata ad avere un carattere astioso e nessun ragazzo l’aveva mai voluta, quindi, a 21 anni, era ancora vergine.
Di nascosto dalla moglie, Guido se la guardava, con il suo corpo già esploso e la sua 5 di seno.
Maria aveva perso l’ennesimo lavoro e Franca e Guido glielo stavano rinfacciando.
Andarono da lei e le dissero che la pacchia era finita.
Se avesse voluto stare ancora con loro, godere della casa e della residenza al mare avrebbe dovuto lavorare e, se non era capace di tenersi un lavoro, avrebbe fatto la loro serva.
La ragazza non accettò ma loro le tagliarono i fondi, le tolsero le chiavi dell’auto e non la fecero più andare al mare.
Alla fine capitolò.
Pretesero che indossasse abiti consoni e li servisse in tutto.
Smisero di mangiare assieme. Maria doveva preparare i pasti e poi stare in piedi mentre loro mangiavano.
Avrebbe potuto consumare i suoi pasti solo dopo avere ritirato e lavato tutto.
La pagavano però pretendevano molto, ad esempio avrebbe dovuto chiamarli “Signore e Signora” e dare loro del lei.
La ragazza aveva acquistato una certa indipendenza economica e si divertiva, andando anche alla casa al mare.
Mal sopportava stare in casa con quei due che diventavano sempre più esigenti.
La paga era alta e lentamente il rapporto si trasformò. La chiamavano serva e la umiliavano.
Pretendevano che lei lucidasse le loro scarpe ogni volta prima di uscire ma lo doveva fare mentre loro già le avevano ai piedi, quindi prostrandosi davanti a loro.
Il caffè veniva preso in sala dopo pranzo e le serva glielo doveva portare su vassoio, offrirlo, aspettare che lo bevessero stando in piedi e riportare tutto in cucina.
Cominciarono a darle anche vestiti molto scollati, gonne sempre più corte e tacchi sempre più alti.
Un giorno, riportando il vassoio con le tazzine del caffè, inciampò e tutto si ruppe cadendo.
- Sei una stupida.
Franca teneva a quel servizio.
- Dobbiamo dare una lezione a questa serva.
Franca la prese per i capelli e la tenne ferma. Guido si tolse la cinghia e cominciò a frustarla sulle natiche mentre la moglie la teneva ferma.
- Stupida serva, noi ti teniamo e ti paghiamo ma non devi sbagliare.
Quella fu solo la prima volta.
Iniziarono a frustarla ad ogni sbaglio. A volte lo faceva Franca a volte il marito, mentre l’altro coniuge la teneva.
Si riscoprirono entrambi eccitati.
Ormai era la serva di casa, anche quando c’erano ospiti, quando la costringevano a servire in modo deferente, benché sapessero tutti che era la figlia del primo marito di Franca.
Dopo la frustata per l’ennesimo errore, la costrinsero a stare inginocchiata davanti a loro, ferma, tutta la sera, nuda.
Nel frattempo avevano comperato un frustino. Quando cedeva per la posizione, Franca o Guido la frustavano finché non si rimetteva al posto inginocchiata.
Non aveva perso il suo carattere ribelle e, con la scusa che era una serva, spesso la frustavano.
Guido prediligeva la frusta sulle tette.
Un giorno vennero i carabinieri a prendere Maria.
La tennero in carcere qualche giorno e poi la rilasciarono in attesa di processo.
In carcere era stata dura, oggetto delle attenzioni delle veterane. L’aveva salvata da loro solo il rilascio.
Appena arrivata a casa si sarebbe aspettata una sfuriata ed una serie di frustate per punizione.
Invece erano calmi. La convocarono in sala ma la fecero inginocchiare.
- Stupida vacca, ti sei fatta beccare e ci hai coperti di ridicolo.
Non fece in tempo a parlare che subito la zittirono.
- Abbiamo parlato con l’avvocato e sappiamo che le prove sono schiaccianti. Sappiamo anche cosa hai subito in carcere e, quindi, cosa subirai per gli anni di galera che ti farai. A meno che non ti trovi un fortissimo alibi, che ti possiamo dare noi. A condizione che diventi la nostra schiava, la nostra bestia. Sarai trattata come un animale ma con due anni di vita così ti salvi dalla galera.
Non le restò che accettare.
- Vieni a succhiarmi il cazzo, vacca.
Cominciò a succhiarglielo mentre Franca la frustava sulla schiena.
- So che sei una puttana vergine, e ti sverginerò io, ma me lo voglio godere quel momento.
Venne nella sua bocca e poi la schiava dovette leccare Franca.
Guido aveva una stanza con alcuni strumenti medici ed un lettino.
Il giorno dopo la immobilizzarono sul lettino e le legarono le caviglie in modo che tenesse le gambe aperte.
Non le avevano detto nulla.
Per tenerla maggiormente ferma Guido si sedette sul suo ventre ed iniziò ad armeggiare con la figa.
Voleva inserirle un anello per ciascun labbro ed uno sul clitoride. Senza anestesia.
La schiava iniziò a dimenarsi ma era immobilizzata.
Per evitarle di gridare dal dolore, Franca si alzò la gonna, tolse le mutandine e si sedette sulla sua faccia.
Franca invitò il marito a fare con calma perché trovava eccitante stare seduta mentre lei si agitava.
I lamenti erano soffocati dal culo della donna.
L’operazione fu molto eccitante ed alla fine vollero scopare davanti al loro lavoro.
Anzi, sul loro lavoro. Guido rimase seduto cavalcioni. Franca si mise a cavalcioni su di lui facendo penetrare e scoparono sopra la loro schiava che si lamentava ma nella cui bocca c’era un bavaglio.
La lasciarono lì tutto il giorno.
Ogni tanto entravano, le toglievano il bavaglio, Franca si sedeva sopra la faccia e Guido tirava gli anelli alla figa. La schiava si dimenava e loro si divertivano.
Nel culo le misero un ovetto comandabile con un telecomando. Quando volevano essere serviti non la chiamavano, bastava azionare il telecomando e l’ovetto rilasciava una piccola scarica elettrica che loro disattivavano solo quando lei si gettava ai loro piedi leccandoglieli.
A volte la facevano sdraiare sul divano e loro si sedevano sopra. A quel punto azionavano l’ovetto e godevano delle sue contorsioni sotto i loro culi.
A turno si sedevano sulla sua faccia.
Agli anelli della figa avevano attaccato dei pesi che pretendevano venissero tenuti su tutto il giorno.
Volevano allungarle il clitoride e le labbra.
La volevano trasformare in una vacca. Infatti Guido aveva iniziato a darle farmaci per indurre le sue tette a fare latte.
Venne il giorno di scoparla e sverginarla. La immobilizzarono sul lettino. Volevano metterle uno spillone che attraversasse i due seni.
Guido iniziò l’operazione conficcando uno spillone in un seno. La ragazza si dimenava dal dolore e lui si stava eccitando.
Franca si sedette sulla sua faccia.
Quando fu molto eccitato, Guido aveva inserito uno spillone solo in un seno ma non era ancora uscito. A quel punto la penetrò e la scopò mentre continuava l’operazione.
Quando fece uscire lo spillone dall’altro seno e lo bloccò con due dadi ai lati, le godette in figa. La moglie restò seduta sulla faccia finché non godette anche lei.
Guido era molto autoritario, anche con la moglie che dovette andare a pulirgli il cazzo.
A Guido piaceva che lei bevesse il suo sperma così le ordinò di pulire la figa della vacca e bere tutto, mentre lui guardava.
Incatenarono la vacca in bagno e la lasciarono fino al giorno dopo.
La loro opera si stava completando.
Lei doveva stare sempre nuda, con i pesi attaccati agli anelli delle grandi labbra e del clitoride, con lo spillone nei seni.
Guido, in quanto medico, giornalmente controllava il suo operato e disinfettava.
Se la scopava spesso, tirando gli spilloni.
Una sera decisero di divertirsi per cena, così la appesero per i seni, facendo passare la corda tra lo spillone e alzandola verso l’alto, facendola stare sulle punte dei piedi. Fu eccitantissimo per tutta la cena godersi i suoi lamenti. Quando aumentarono Guido si tolse le calze e gliele mise in bocca.
I coniugi scoparono alla pecorina davanti a lei, mentre era ancora appesa e tirando gli anelli attaccati alla figa. Nel momento vicino all’orgasmo Guido accese l’ovetto che le era stato messo in figa.
Venne finalmente il momento in cui le tette produssero latte.
I capezzoli erano sensibilissimi perché il medicinale otteneva quell’effetto.
La vacca veniva fatta mettere a 4 zampe e Guido la mungeva.
Le maltrattava i capezzoli ingrossati e allungati facendo piangere la vacca mentre faceva uscire il latte che i padroni usavano per il loro cappuccino o per il caffè.
Avevano anche comperato una struttura in acciaio che le imprigionasse alla pecorina tenendole ferme le caviglie e, piegata in avanti, le bloccavano le braccia che poteva appoggiare in modo da reggersi. Un altro anello le bloccava il collo mentre il petto appoggiava su un piccolo ripiano sempre in acciaio.
I seni pendevano ed era agevole la mungitura.
A volte lo faceva Franca e, mentre la vacca piangeva, Guido la scopava venendole in figa.
Franca sapeva che avrebbe dovuto prima pulire lui e poi leccare la vacca per asportare lo sperma.
Avevano anche comperato un tiralatte che si divertivano a lasciare acceso a lungo.
La posizione fece venire una idea a Guido. La ragazza era di fatto alla pecorina ma con le braccia appoggiate ed anche il petto.
Guido fece prostrare la moglie davanti a lui rannicchiandosi accanto alla vacca. Così le mise un piede sulla schiena usandola come sgabello e si sedette a cavallo della vacca sulla sua schiena mentre il tiralatte era in funzione.
Guido costrinse Franca a stare a terra per agevolargli la discesa.
Stette seduto il tempo di divertirsi e poi scese usando la moglie come sgabello.
Le labbra della figa e il clitoride si erano allungati e non sarebbero più rientrati.
Guido aveva parlato di quella situazione con un professore universitario, grande primario di una famosissima clinica che avrebbe potuto fargli fare carriera. Sapeva che aveva gli stessi gusti e una sera lo invitò a casa.
Voleva dargli tutto quanto fosse possibile per ottenere l’avanzamento di carriera.
Così costrinse la moglie a servirli mentre prendevano il caffè.
Franca era vestita succinta e dovette stare inginocchiata davanti a loro mentre bevevano e parlavano.
Venne il momento di andare a vedere la vacca che era stata immobilizzata alla struttura.
Il professore ne fu ammirato. Giocò coi pesi attaccati alla figa facendo lamentare la vacca.
Giocò anche con i capezzoli fino a farla piangere e, così, eccitarsi anche mentre la mungeva.
Guido voleva fare colpo su di lui.
Volle chiedergli se desiderasse mettersi a cavallo e, così, costrinse la moglie a fungere da sgabello.
Il professore gradì, mise un piede sulla schiena, ci salì sopra come uno sgabello e si sedette a cavallo della vacca. Franca fu costretta a restare nella sua posizione di sgabello finché non scese.
Al professore piaceva vederla a terra così Guido le impose di non alzarsi.
Si portò davanti alla bocca della vacca e le mise dentro il cazzo.
Intanto avevano acceso il tiralatte e la vacca piangeva dal dolore.
Il professore chiese a Guido di ordinare alla moglie di leccargli le scarpe.
Guido incitò con un piede Franca ad eseguire, cosa che fece mentre lui scopava la bocca della bestia.
Decise che venne il momento di scoparsela.
Si portò dietro di lei mentre Franca lo seguì strisciando sul pavimento per continuare a leccargli le scarpe mentre lui scopava.
Godette nella figa della bestia e Guido ordinò alla moglie di pulirgli il cazzo.
Se fecero nuovamente servire il caffè nella stessa stanza dove c’era la vacca alla quale tolsero il tiralatte.
Una volta serviti da Franca, che attese inginocchiata, gli uomini si alzarono ed andarono a mungere la bestia per versare il latte nel caffè.
Avevano programmato l’ovetto in modo che rilasciasse una piccolissima scarica ogni 15 secondi.
Si gustarono il caffè avendo Franca inginocchiata davanti a loro e la vacca che ogni 15 secondi si dimenava.
Il professore gradì molto e, volendo godere ancora di quella situazione, promise un avanzamento di carriera a Guido.
Franca fu costretta a ringraziarlo baciandogli le scarpe.
Quando il professore se ne andò, propose alla coppia di portare in clinica la vacca per divertirsi ancora durante le noiose giornate di lavoro.

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