Maria la figliastra sottomessa - parte 4

Scritto da , il 2021-03-17, genere sadomaso

Guido stava arrivando all’abitazione del Professore, una bella villa molto isolata.
Due giorni prima, gli aveva consegnato la moglie Franca (una donna ancora piacente di 45 anni) e la sua figliastra, Maria, di 21 anni. Quest’ultima era la figlia di primo letto del precedente marito di Franca.
Maria era la schiava di Guido e Franca. Per ottenere una forte spinta alla sua carriera, Guido aveva dato al Professore moglie e figliastra come schiave a sua chiamata.
Gli venne ad aprire il Professore che indossava solo una camicia aperta, mentre non portava pantaloni ed aveva il cazzo duro.
Entrarono in casa e Guido vide sua moglie inginocchiata davanti ad una poltrona con i polsi ammanettati dietro la schiena, tutta segnata dalle frustate.
Il Professore prese nuovamente posto in poltrona e Franca ricominciò dove evidentemente si era interrotta quando era arrivato Guido.
- Prego dottore si accomodi, mi stavo godendo la bocca di sua moglie mentre aspettavo il suo arrivo.
I due uomini cominciarono a parlare mentre la moglie continuava il suo lavoro sul cazzo del Professore che ogni tanto, mentre parlava, le dava un colpo di frustino sulla coscia, per puro divertimento ed eccitazione.
Il lavoro doveva andare avanti da tempo perché aveva entrambe le cosce piene di segni freschi. Il Professore la trattava come una roba sua, cosa che, in effetti, in quel momento era.
Guido volle andare a rinfrescarsi in bagno e, prima di sciacquarsi mani e viso, pisciò nell’urinatoio a parete. Azionò lo sciacquone e si lavò le mani ed il viso.
Quando rientrò in sala, la moglie stava ancora succhiando il cazzo del professore che le stava dando un ulteriore colpo di frustino sulla coscia la cui pelle era tutta arrossata.
- Sa dottore, sua moglie è molto brava con bocca e lingua. Passa moltissimo tempo a leccarmi piedi, palle, cazzo e culo. Praticamente i piedi non me li lavo neanche più, ci pensa la lingua di sua moglie. Così pure come il culo. Me la porto in bagno. Il grosso lo tiro via con la carta igienica ma al posto del bidè uso la lingua di sua moglie. I primi tempi ho dovuto frustarla molto, ma adesso lavora benissimo. Poi naturalmente le faccio pulire la bocca con una soluzione apposta perché mi farebbe schifo farmi prendere in bocca il cazzo.
Guido era già eccitato e pensava allo stesso uso da imporre alla loro schiava.
- Venga dottore, le faccio vedere dove ho messo la figliastra.
Prese per i capelli Franca e con un gesto brusco le allontanò la testa dal cazzo. Le diede un colpo secco di frustino e con il piede la spinse a terra.
- Cuccia lì, succhiacazzi.
Una volta a terra, prima di allontanarsi le diede un’altra frustata.
- Sa dottore, ho notato che a riempirle di frustate, oltre che a divertirsi, si ottiene un miglior servizio dalle schiave.
- Vero Professore, l’ho sperimentato con la vacca.
Così lui e Franca chiamavano Maria, in quanto le avevano fatto prendere medicine in modo che le tette producessero latte che loro usavano per il caffè o da bere ogni tanto. Le lasciavano le tette sempre piene. Ogni tanto la attaccavano al tiralatte.
Andarono in cortile e si avvicinarono ad una inferriata posta a livello del cortile. Quando furono vicini Guido si rese conto che era una buca chiusa dalla inferriata e dentro c’erano Maria ed un’altra bella ragazza. La buca consentiva di stare al massimo sedute, però era abbastanza larga.
Dentro c’erano solo le due ragazze, un abbeveratoio ed altra che sembrava fosse una mangiatoia.
Appena si avvicinarono le due schiave li guardarono dal basso.
Guido si eccitò.
- Bestia 1!
L’altra ragazza si mise con la bocca aperta sulla grata ed il Professore iniziò a pisciare centrando la bocca e il corpo.
- Vede dottore, la bestia sulla quale sto pisciando è mia nipote, ha 20 anni. La cosa ridicola è che lei è una schiava e me l’hanno portata le sue colleghe di università. Non sa quante bestie ho trovato tra le studentesse evidentemente attratte dalla cattedra. Adesso la tengo con me ed ogni tanto faccio venire le sue amiche. Quando non mi serve la tengo lì dentro, il posto per le bestie dove ho messo anche la sua figliastra. Sua moglie invece la tengo in casa per farmi servire. Dormono anche lì dentro. D’inverno la ritiro nel capanno, ora adibito a stalla per questi animali.
- Deve pensare a dare da bere e da mangiare.-
- Neanche tanto. Ha visto prima l’urinatoio da parete? Quando ha tirato l’acqua, il piscio e l’acqua sono finite nell’abbeveratoio. Così questi animali ogni volta che piscio, bevono. Quindi per dissetarsi devono aspettare che a me scappi da pisciare. Ogni tanto gliela do direttamente dal cazzo e scelgo a chi darla. L’altra può solo sperare di essere la prossima. Per il cibo do loro gli avanzi, le bucce e gli scarti. Glieli getto in quella mangiatoia.
Guido aveva appena pisciato ma ci riprovò. Così si tirò giù la cerniera e pisciò in bocca alla figliastra attaccata alla grata per prenderne ogni goccia.
Il Professore si mise sulla grata e ordinò a sua nipote di leccargli la suola delle scarpe. La ragazza si attaccò alla grata ed iniziò.
- Vede dottore, se ora toccassi questa bestia tra le gambe la troverei bagnatissima. Più la tratto da animale più si eccita. L’altro giorno me lo stava succhiando, le ho detto che l’avrei marchiata a fuoco senza anestesia. Si è eccitata talmente tanto che ha preso a succhiarmi con tanta foga che sono venuto subito. La cosa negativa è che ogni volta che le voglio usare prima devo aspettare che si lavino.
- Ottima idea Professore. Devo anche io creare una buca in cortile per ritirarcela dentro.
Il Professore ordinò a sua nipote di mettere la lingua sulla grata, così lui potè metterci sopra una scarpa e schiacciare. La schiava iniziò a lamentarsi con suoni molto divertenti ed eccitanti.
Tornarono in casa ed ordinò a Franca di preparare gli animali per il pranzo.
Al Professore piaceva cavalcare le schiave così, quando Franca tornò per dire che tutto era pronto, si fece portare da lei a 4 zampe davanti al marito.
In sala da pranzo Guido restò sbalordito ed eccitato.
La due ragazze erano stese a terra in corrispondenza della tavola, con la testa appena sotto il tavolo e le gambe all’opposto, appena distanziate tra loro.
Sopra di loro era stata posata una lastra di plexiglass che le copriva dalla base del collo fino a figa compresa.
Dalla lastra si vedeva che alle tette c’erano piccole puntine.
Sopra la lastra c’era una sedia le cui gambe anteriori coincidevano con i capezzoli delle schiave.
Il Professore salì sulla lastra e si sedette pesantemente sulla sedia, provocando molto dolore alle ragazze. La lastra spingeva sulle puntine al seno e dava altro dolore.
Sistematosi comodo sulla sedia, si tolse le scarpe ed appoggiò i piedi sulle facce delle due bestie sotto di lui.
Tra le teste delle schiave si inginocchiò Franca che cominciò a leccare e succhiare il cazzo.
A quel punto iniziarono a mangiare avendo quale sottofondo il piacevole ed eccitante lamento delle schiave.
Nel culo avevano anche l’ovetto elettrico che ogni tanto il Professore azionava trovando molto divertente sentire tremare la sedia per il contorcimento delle schiave.
Guido era eccitatissimo e si ripromise di provare una cosa simile, magari mettendo sotto la lastra matrigna e figliastra.
Pranzarono tranquillamente. Il Professore aveva il cazzo durissimo ed anche Guido lo aveva duro.
Dopo pranzo il Professore volle godere, davanti a Guido, usando la moglie e la figliastra.
Fece sdraiare le due ragazze sul divano una a fianco dell’altra e si sedette sopra, spingendo sulle puntine.
Sopra di lui, cavalcioni, fece salire Franca che si infilò in figa il cazzo durissimo e si mosse scopando il Padrone che godette dentro di lei.
Subito la donna si inginocchiò per pulirlo e si poi si abbassò per leccargli i piedi mentre lui si riprendeva, restando sempre seduto sulle due ragazze.
- Dottore, io nel pomeriggio devo andare in università. Se vuole può portarsi via la moglie e la vacca. Io metterò mia nipote nella buca.
- Sì professore. Prima di andare via vorrei andare in bagno a pisciare così lascio qualcosa da bere a sua nipote.

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