La femminilità di mamma - 5

Scritto da , il 2020-07-21, genere incesti

LA FEMMINILITA’ DI MAMMA – 5

Ebbene oramai il passo era stato fatto, io sapevo di lui e lui sapeva che io sapevo, ma soprattutto sapeva che accettavo quello che faceva, sempre nel limite della fantasia e del reciproco gioco; mai e poi mai gli feci percepire che sarebbe potuto finire in modo troppo fisico.
Insomma da quel giorno fra noi ci fu una bellissima intesa ed anche il nostro rapporto ne stava giovando, lui era molto galante con me, mi faceva mille e mille complimenti, a volte azzardava anche carezzine poco da figlio, ma io lo guardavo di brutto e poi sorridevo, in fondo mi facevano molto piacere, mi facevano sentire quello che desideravo essere, una donna che ancora riesce a stimolare il desiderio maschile.
Anche e nostre intimità divennero se non maggiori sicuramente più alla luce del sole, si girava senza problemi mezzi nudi per casa e ci si commentava anche, spesso chiedevamo pareri l’un l’altro su come vestirsi e ci provocavamo per andare in giro sempre più provocanti, anche assieme.
Si, quella era una delle cose che più ci piacevano, uscire assieme; qualsiasi scusa era buona, fare la spesa, fare shopping o commissioni varie, ogni motivo era lecito e si usciva assieme come se fossimo amanti e non madre e figlio. Lui mi chiedeva come voleva che io mi vestissi ed io dicevo a lui come volevo io si vestisse lui, a volte eleganti ed in tiro a volte sportivissimi, ma sempre in coppia e spesso anche mano nella mano.
Spesso si andava in cittadine vicine, dove non era possibile essere riconosciuti e quindi potere avere atteggiamenti più ambigui e magari vestirsi in modo non consono per incontrare persone conosciute, insomma io ero tornata ragazzina, la ragazza a cui piace cazzeggiare e tirarsela anche un po.
Si faceva spesso gli stronzetti anche con i commessi e le commesse in alcuni negozi, specialmente quelli di scarpe e di abbigliamento.
Ad esempio un giorno mi chiese di provocare una commessa in un negozio di intimo, entrammo separatamente in modo da far credere che non eravamo assieme, così io potevo sembrare sola ed abbordabile mentre lui guardava quanto accadeva. Insomma mi chiese di provare dei completini che mi piacessero e di chiedere alla commessa di aiutarmi, di darmi un parere nel scegliere l’uno o l’altro, insomma di provocarla per vedere come reagisse.
Fu sensazionale, potevo essere libera di essere la puttanella che non ero ma che avrei voluto almeno provare ad essere (in questa cosa il rapporto con mio figlio mi sdoganò da questo taboo, senza per questo divenire puttanella, solo per gioco), provocai quella povera ragazza in modo folle ma essenziale.
Non era bellissima, portava degli spessi occhiali e pareva molto insicura, anche se l’abbigliamento imposto dal negozio la rendeva se non altro intrigante: vestitino corto con calze leggerissime e scarpe con tacco non troppo evidente ma femminile.
Il fatto che le dessi molta confidenza e che la volessi coinvolgere nelle mie scelte, anche con un comportamento molto libero e lasciandomi vedere praticamente nuda, la fece sentire importante e considerata, quindi era contenta e legò molto volentieri subito. I commenti, le allusioni, alcune futili carezze ci permisero di entrare in sintonia ed arrivai fino al punto di chiederle che intimo indossasse lei e di farmelo vedere.
Non era male fisicamente, anzi, e glielo dissi, le dissi che doveva aprirsi di più, cambiare occhiali e valorizzarsi perché era una splendida ragazza; insomma entrammo in confidenza e buttai le basi per tornare a vederci.
Poi le dissi che ero indecisa e che avrei voluto che un maschietto mi desse un parere, se per caso non conosceva nessuno in negozio di cui potersi fidare.
Lei disse che non c’era nessuno di conosciuto, che se volevo chiamava una sua collega, ma io dissi assolutamente di no, a livello femminile il suo giudizio era decisamente sufficiente e che non potevo pretendere di meglio. Poi le indicai mio figlio dicendole che forse un ragazzo giovane era anche più facile da convincere per chiedere un parere, sicuramente sarebbe stato felice di poterlo dare, soprattutto se a chiederglielo fosse stata una bella ragazza come lei.
Si rifiutò categoricamente di andarlo a chiamare, disse che non era etico e poi che si sarebbe vergognata moto, allora la sorpresi e con il movimento di un dito mi feci vedere da lui e lo chiamai verso il camerino. Recitò benissimo, facendo finta di non capire, guardandosi in giro come se non fosse convinto che l’invito fosse rivolto a lui, poi si avvicino e chiese cosa desideravo. La commessa mi guardo sbalordita e divenne rossa paonazza, balbetto un pò e poi disse sottovoce che la signora, indicando me, voleva avere un consiglio su che completino le stava meglio e se lui, in qualità di maschietto, volesse prestarsi.
Fu bravissimo, tentennò un po ma poi acconsenti dicendo che ne sarebbe stato onorato, ma che si sentiva anche un pochino in imbarazzo e trovarsi in quella situazione con due belle femmine come noi. Sorridemmo tutti ma la commessa si vedeva benissimo che era completamente nel pallone, che si sentiva in una situazione mai vissuta e non sua.
Per sdrammatizzare aprii subito la tendina del camerino lasciandomi ammirare in un completino in pizzo e raso blu, perizoma e reggiseno push up a balconcino. Mi stava molto bene valorizzando il mio bel culetto e pompandomi in alto il poco seno che avevo. Mio figlio rimase a bocca aperta dicendo che ero una donna splendida e che questo completino era perfetto per me e che non capisce come la commessa avesse voluto richiedere un ulteriore parere. Lei, sentitasi presa in mezzo, disse che la volontà di un ulteriore parere era della signora e non sua e che pure lei trovava che questo capo intimo fosse perfetto per me.
Feci la smorfiosetta e ringrazia dei complimenti entrambi, poi dissi che ora volevo mi vedessero con l’altro completino per poi decidere quale prendere. Accostai la tendina lasciando una ampia possibilità di sbirciarci dentro e mi spogliai per indossare l’altro facendo con molta calma in modo che entrambi potessero vedermi completamente nuda.
Mio figlio infatti sbirciò e poi guardò negli occhi la commessa che pure aveva sbirciato, facendo una faccia di gran gradimento……poi io indossai il completino sempre perizoma e reggiseno push up ma in seta verde; a me piaceva di più era diverso da quelli che già avevo e la seta poi mi accarezzava molto eccitandomi non poco; i capezzolini si inturgidirono e divennero evidenti. Aprii il camerino ed entrambi condivisero il mio parere, ammirando il segno che il capezzolino evidenziava sul reggiseno e sula seta. Insomma comprai quello promettendo alla ragazza che il suo aiuto era stato determinante e che sarei di certo tornata per lei, e lo dissi in modo che anche la sua collega mi sentisse in modo da farle fare bella figura, poi uscii dopo averle dato un bacino sulla guancia.
Girato l’angolo aspettai che uscisse anche mio figlio e lo vidi anche lui con un pacchetto in mano. Prima di uscire infatti era andato dalla commessa chiedendole di impacchettargli anche il completino blu perchè me lo voleva regalare e quindi la ringraziò per averlo coinvolto in quella cosa ma di fare presto perché mi avrebbe rincorso per regalarmelo.
Ecco queste sono le cose che ora capitava di fare e che evidenziavano una complicità senza sesso ma molto molto sensuale ed eccitante che oramai ci caratterizzava e che, non nego, portava entrambi a doversi a volte masturbare pensando l’uno all’altra.

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