La femminilità di mamma - 1

Scritto da , il 2020-07-14, genere incesti

Sono una donna di oramai 56 anni, sposata da oltre trenta e con due figli adulti, una ragazza che già vive fuori casa ed un maschietto che comincia a muoversi da solo nel mondo del lavoro, dopo essersi diplomato con fatica ed avere rinunciato, dopo un tentativo non proprio lusinghiero, alla laurea.
Poco importa, l’occasione con il lavoro l’ha trovata ed ora sta facendo carriera nel mondo della finanza, facendo grossi passi nell’autostima e cercando una strada pure lui per crearsi una vita sua fuori da casa dei genitori.
Tutto questo per presentare la famiglia, il marito l’ho lasciato per ultimo perché, pur essendo un bell’uomo molto giovanile e sportivo, da alcuni anni non fa proprio molto più parte della mia vita di coppia, restiamo affiatati, restiamo una bella famiglia ma solo nelle apparenze e nei fatti di convivenza ottima, ma senza picchi in quella sessuale che oramai è molto ridotta e poco gratificante. Questo mi porta ad avere assopito di molto le mie voglie sessuali anche se spesso mi capita di avere stimoli e di appagarli da sola, giocando con il mio corpo sia con le sole mani sia con l’ausilio di alcuni giocattolini che ho acquistato via internet e che tengo ben nascosti ai miei due maschi della famiglia.
Nonostante tutto so di essere ancora piacente: sono una biondina (tinta oramai) dal capello liscio e medio lungo, corpo esile ma molto sportivo (lavoro nel mondo dello sport), asciutto e nervoso, dicono che ho un bellissimo culetto, gambe toniche e tornite e, purtroppo pochissimo seno, direi una prima tutto capezzoli. Si dico tutto capezzoli perché ho dei magnifici capezzoli che se stimolati spiccano dal mio corpo iturgidendosi e divenendo evidenti e molto sensibili.
Credo che tutto ciò abbia incuriosito spesso mio figlio nella sua crescita, diciamo nel periodo della adolescenza, quando il femminile diventa in ogni momento scusa per eccitarsi e per cercare di scoprire sempre di più. Infatti devo dire che mi sono sentita spesso spiata in casa e che la mia abitudine di girare senza farmi problemi anche poco vestita o solo in intimo, deve avere creato in lui molto interesse nei miei confronti.
In quei periodi in cui cresceva trovavo spesso le mie mutandine nella cesta della biancheria usata tutte inzuppate non dei miei umori ma di una viscida cremina che inequivocabilmente portava a pensare allo sperma, e che di certo non era quello del marito; ma non me ne facevo un cucio, mi dicevo che era normale e che faceva parte del naturale crescere di una maschietto che aveva a disposizione una mammina carina e che quindi la sfruttava per conoscersi sessualmente.
Se devo dirla tutta non nego che anche un po mi piaceva, stavo invecchiando e sapere che un giovane uomo si eccitasse pensando a me mi inorgogliva, anche se poi questo giovane uomo era mio figlio; ma fino a che lo faceva di suo senza coinvolgermi che male c’era.
Così andò avanti per anni e negli anni mi accorsi sempre più che la vicinanza di lui nei miei confronti diveniva più intensa: ogni volta che andavo a cambiarmi in lavanderia me lo trovavo tra i piedi in modo così che lui riusciva a vedermi sempre più spesso e sempre da più vicino in intimo, sempre più spesso mi faceva dei complimenti che arrivavano quasi al corteggiamento, dicendomi che fisicamente ero più bella di tutte le sue amichette e pure di molte subrettine della tv, che i perizomi mi stavano a meraviglia perché avevo un culetto da ragazzina. Spesso anche mi consigliava su come vestirmi quando dovevo uscire, spronandomi a indossare vestitini corti e leggeri o pantaloni super attillati, per non parlare delle scarpe che secondo lui dovevano essere sempre con tacco 12 come minimo, perché in quel modo le mie chiappe divenivano ancora più slanciate ed irresistibili.
Insomma sentivo che le piacevo e che era orgoglioso della mamma che aveva, non so se forse capiva anche che fra me e suo padre non c’era più l’attrazione di un tempo, volendo magari riempire quel vuoto come se fosse lui il maschio di casa per sua mamma.
La cosa mi piaceva sempre di più, arrivando a volte a crearmi degli stimoli che mi ricordavano l’eccitazione giovanile del corteggiamento, ma subito resettavo tutto pensando che in fondo era mio figlio e che quindi mi creavo io storie che non esistevano, forse solo perché lo desideravo, insomma desideravo che qualcuno mi corteggiasse e mi guardasse con quello sguardo voglioso. Forse da queste sensazioni crebbe in me il piacere di lasciarmi ammirare da lui, di girare sempre meno vestita, di sedermi in modo che potesse ammirarmi le cosce, ed anche fra le cosce, di girare per casa con magliettine o camicette senza reggiseno in modo che i miei capezzoli turgidi si notassero sin troppo bene, insomma di creare situazioni in cui poterlo provocare e cercare magari reazioni sue alla vista della mia femminilità; nacque tutto come un gioco, forse pericoloso ma con la consapevolezza di poterlo gestire e di non arrivare mai oltre il limite…….me forse avevo sopravvalutato la mia decisione e la sua capacità di rispettare la mammina.
Infatti sempre più spesso capitò che in lavanderia lui capitasse mentre io mi asciugavo uscita dalla doccia e che non se ne andasse di li fintanto che io non cedevo e mi vestivo davanti ai suoi occhi, scegliendo insieme a lui l’intimo da indossare e facendo i spesso rimirare per sentire i suoi commenti su come mi stava. Come se non bastasse pure lui cominciò a cambiarsi davanti a me svettando con il suo cazzo che inevitabilmente non poteva restare a riposo. Era molto bello fra l’altro ed assomigliava moltissimo a suo padre quando era giovane e la cosa mi faceva sentire giovane pure me, facendomi ricordare quei tempi e facendomi credere di essere anche io bella e giovane come allora, grazie anche ai complimenti continui del figlio.
Insomma comincia a pensare troppo alla cosa e mi ritrovai pure a masturbarmi con l’immagine del suo cazzo li davanti ai miei occhi, immagine irreale perché solo nei ricordi in quanto davanti a lui mai facevo vedere quanto mi piacesse.
Accadde un giorno che rientrando a casa dal mio lavoro e credendo di essere sola corsi in bagno, non ne potevo più e dovevo fare pipì immediatamente, quindi aprì la porta del bagno senza pensarci due volte e trovai mio figlio, oramai 24 enne, che si masturbava tenendo le mie mutandine usate sul naso . . . . . . . . .. fui come fulminata, non sapevo che fare e la prima cosa che mi venne in testa fu quella di chiedergli scusa e richiudere la porta lasciandolo finire. Ero bloccata, quell’immagine mi aveva fulminata, ero frastornata, ma anche eccitata. Vedevo il suo cazzo svettante che pulsava ed il suo volto paonazzo con il mio perizoma in pizzo nero stampato sul naso………si masturbava con il profumo della mia figa nel cervello, si masturbava eccitato dal profumo di sua madre……..era bellissimo sapere che ancora riuscivo a creare certe emozioni a ragazzi così belli, giovani e prestanti, ma che fare ora?
Ero decisamente nervosa, non so come avrei affrontato mio figlio e proprio in quel momento senti la porta del bagno aprirsi e vidi mio figlio con una faccia terribilmente frustrata che mi chiedeva ripetutamente scusa e che non lo avrebbe mai più fatto ma che io ero così bella che spesso creavo in lui un desiderio sessuale talmente grande che appena poteva doveva sfogarlo. Lo fermai, non so come mi venne, e lo abbracciai dicendoli di non preoccuparsi e che era normale, capitava spesso e che la mamma era pur sempre un riferimento femminile per i figli, il più vicino, il primo e che quindi accadeva.
Ero stata brava, riuscii a calmarlo senza metterlo in imbarazzo, risolvendo una situazione che altrimenti poteva divenire esplosiva. Fatto stà che da quel giorno però tutto cambiò. Io avevo sempre in mente il suo cazzo che pulsava per me e lui oramai sapeva che io sapevo. Insomma oramai tutto era conclamato e lui divenne sempre più sicuro di se, sempre meno inibito, sempre più conscio che io sapevo e che non avevo reagito in modo definitivo, conclusivo di un suo approccio a me. Si sentiva il maschio alfa, sapeva che poteva osare e che io difficilmente avrei dissentito in modo energico.
Infatti oramai i complimenti si fecero più diretti e più mirati, contatti e carezze si fecero più audaci senza che io dicessi nulla, forse , lo ammetto, lo desideravo io pure, forse volevo capire se e dove sarebbe arrivato e se e dove sarei arrivata io.

SEGUE

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