La femminilità di mamma - 3

Scritto da , il 2020-07-16, genere incesti

LA FEMMINILITA’ DI MAMMA – 3

Mi sentivo molto sporca, non riuscivo a capacitarmi di essermi così eccitata e di essere arrivata a tanto.
Quale mamma può arrivare a masturbarsi per quei motivi, quale mamma si eccita in quel modo invece di incavolarsi con il figlio che la fotografa mezza nuda ad ogni occasione che capita?
Stavo passando un momento strano e molto particolare, ma provavo sensazioni da molto tempo sopite, da troppo tempo oramai rinchiuse in me senza avere motivo di ritirarle fuori; del resto ero ancora abbastanza giovane, ma soprattutto abbastanza carina, giovanile ed in forma nell’aspetto per poter godere del “piacere di piacere”, del piacere di sentirsi desiderata, anche se a desiderarmi era mio figlio
Che contrasto folle di emozioni, il perbenismo contro il piacere libero ed incondizionato.
Al contempo mi dicevo che se piacevo così a lui probabilmente potevo piacere così anche ad altri suoi coetanei, a suoi amici a cui forse lui mostrava le mie foto per condividere l’eccitazione o per vantarsi di avere una mamma ancora così in forma.
Oppure le teneva solo per lui gelosamente, per godersi la sua mammina e farsi mille fantasie e mille seghe pensando che sia mia la mano che lo accarezza?
Non so ma quello che è certo è che certi pensieri fino a poco tempo fa non avrei mai creduto di poterli fare ed invece ora mi condiscono la vita, rendendomi nuovamente “donna e femmina”.
Decisi allora di calmarmi un pochino, di tornare ad essere mamma e basta, si certo, la confidenza oramai era assodata, il fatto di cambiarsi assieme di girare in casa in libertà, di sedersi o distendersi sul divano senza badare se la gonna sale o se si intravede il culetto o la mutandina era normale e quindi a volte situazioni un pò imbarazzanti nascevano, lo notavamo entrambi ma nessuno diceva nulla.
Io continuavo a trovare le mie mutandine di tanto in tanto macchiate da qualche gocciolina di sperma ma non dicevo nulla, anzi ci sorridevo e me lo rivedevo in bagno mentre si masturbava ed ero felice nel sapere che lo faceva per me.
Capitò poi un giorno che in lavanderia come sempre eravamo mezzi nudi, io mi girai per togliermi il reggiseno ed infilarmi un vestitino da casa rimanendo solo con una brasiliana nera e sentii il rumore del click che fa lo smartphone quando scatta la foto. Mi girai di scatto istintivamente e lo trovai nella classica posizione di chi scatta una foto.
Restai sorpresa e gi chiesi che stava facendo. Lui come per giustificarsi mi disse che ero talmente bella solo con le mutandine che gli era venuto istintivo di farmi una foto.
Feci un la parte della sorpresa e dell’incazzata, dimenticandomi che nel frattempo non avevo ancora indossato il vestitino e che quindi ero a seno nudo davanti a lui.
Lo ripresi animatamente dicendogli che non doveva permettersi mai più di fare certe cose e gli chiesi sempre in tono fermo e deciso che se ne sarebbe fatto della foto.
Balbettava stronzate su stronzate cercando giustificazioni senza senso che mi facero anche sorridere, ma nel contempo vedi come mi guardava e come di conseguenza i suoi boxer si erano riempiti con la sua eccitazione.
A quel punto mi accorsi di essere praticamente nuda davanti a lui, dissi: “beh tanto oramai mi conosci meglio nuda che vestita, e vedo anche che la cosa ti piace anche?” ammiccando all’amichetto che cresceva.
Continuai: “Non dirmi che con queste foto poi ti masturbi come fai con le mie mutandine”.
Arrossi e si coprì con le mani il sesso oramai fuoriuscito dai boxer, in totale imbarazzo e senza parole per controbattere una realtà evidentissima.
“Spero solo che queste foto, che a questo punto credo non siano poche, restino fa noi e tu non le mostri a nessuno dei tuoi amici. O le mostri anche a loro, dimmi, dai ora devi dirmi la verità, che fai con queste foto?”
Non sapeva come rispondere. Notando la sua indecisione prima di giurare che le teneva solo per lui, mi nacque il forte dubbio che le mostrasse a qualcuno, a qualche amico, quindi insistetti per cercare una eventuale confessione.
“Ti prego, se le mostri a qualcuno ora è il momento giusto di dirmelo, non ti farò nulla lo giuro ma dobbiamo parlarne, voglio sapere se qualche tuo amico che magari frequenta casa mi conosce anche come sono fatta sotto i vestiti, devo sapere se solo tu mi apprezzi o se ci sono anche altre persone che lo fanno. Magari ne potrei anche essere gratificata, incazzata con mio figlio per avere fatto tutto alle mie spalle ma contenta di piacere ancora, e poi togli quelle mani da li e lascia che anche io possa vedere come mio figlio reagisce alla visione della mammina nuda”.
Era nel pallone, era paonazzo, quasi tremava, ma per non contraddirmi tolse subito le mani ed il suo sesso svetto in tutta la sua giovanile vitalità.
Era la prima volta, a parte quella volta in bagno mentre si masturbava, che lo vedevo eccitato e devo dire che non mi spiaceva quello che vedevo.
Balbettava e dopo un mio pressante porgli domande su domande confessò che all’inizio le foto le teneva solo per se, ma che poi capitò che il suo amico più fidato ne vide una sul suo smartphone e da quel momento cominciò a condividerle con lui, commentandole ed andando orgoglioso che sua mamma facesse eccitare non solo lui ma anche il suo amico. Arrivo anche a confessare che pure il suo amico di tanto in tanto, a casa nostra, si chiude in bagno e si masturba con il profumo delle mie mutandine.
Porca puttana, non sapevo che dire, mi vestii di corsa ed uscii dalla lavanderia sbattendo la porta, volevo sapesse che ero incazzatissima, anche se più che incazzata ero preoccupata.
Ora sapevo che anche il suo amico, che gira spesso per casa nostra, mi guardava con un occhio voglioso, che mentre mi guarda mi immagina senza il vestito addosso e che spesso si masturba pensandomi, guardando le mie foto, sentendo i miei profumi.
Mi vergognavo e non so come avrei reagito la prossima volta che lo avrei incrociato.
Il giorno dopo, calmatami da quelle forti emozioni, affrontai mio figlio e gli dissi per prima cosa di non dire nulla al suo amico, di non dirgli che sapevo tutto perché altrimenti non avrei saputo come comportarmi con lui e probabilmente lui con me. Quindi era meglio fare finta non fosse accaduto nulla, che anche io avrei soprasseduto ma che d’ora in poi fosse più onesto con me: niente più cose di nascosto, anzi, che magari poteva anche mostrarmi le foto che aveva in modo che io sapessi bene fino a che punto si era spinto.
Lo vidi sbiancare, mi disse che avevo ragione e che era meglio non dicesse nulla all’amico e che addirittura sarebbe stato meglio trovare una scusa per non mostrargli più nulla di me, ma che si vergognava troppo a mostrarmi le foto che aveva fatto, che non sarebbe stato in grado di sopportare il fatto di guardarle assieme, che si sentiva molto in colpa e che se volevo avrebbe preferito cancellarle tutte piuttosto che condividerle con me.
Ribattei subito senza lasciarlo finire: “No, troppo facile nascondersi, si deve imparare a essere responsabili di ciò che si fa e quindi non permetterti di cancellarle e sappi che quanto prima troveremo modo e luogo dove vederle assieme in modo tale da sapere come e quando le hai fatte e anche come poi te ne sei servito.”
Lo vidi imbarazzatissimo, eccitatissimo ma imbarazzato, come del resto lo ero pure io, eccitatissima ma pure imbarazzatissima a dirgli certe cose ma soprattutto pensando a quando assieme avremmo avuto modo di vedere le foto che io già avevo visto a sua insaputa.

CONTINUA

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