Nonne porche 10 - Finale
Scritto da Key7, il 2020-02-18, genere incesti
È un pomeriggio tranquillo e mi sto rilassando davanti alla tv con una birra ghiacciata. Nudo come ormai mi ero abituato a girare per casa e con il cazzo discretamente duro.
Quando vedo spuntare mia zia Olga dalla cucina è un piacere immenso. Nonostante il caldo era in calze nere autoreggenti e un body di seta sempre nero che faceva un effetto fumè vedo-non vedo davvero esaltante.
“Ti piace? E' nuovo”.
Le mostro con la mano come si era già alzato dritto il cazzo “Ti basta come risposta”.
“Ummm effetto velluto” sorrise la zia sedendomi accanto.
“Effetto troia” dico io e tanto per gradire inizio a massaggiarle le tettone sotto alla seta.
Aveva voglia di cazzo come sempre e a me certo non dispiaceva darglielo tanto più così vestita.
Un attimo dopo si è già accucciata per bene tra le mie gambe e succhia “O Olga che gran pompinara che sei” godo io mentre lei si da da fare.
Naturalmente la ricambio subito dopo. Giù in apnea, fuori la lingua e via a consumarle la patatona. “Umm il mio leccafica preferito”.
“Perchè ne hai altri vaccona?”.
“O bhe la nonna....”.
“Si la troia e poi... Dai zia dimmi chi te la lecca...”.
“Ma come siamo curiosoni oggi”.
“Dai zia che mi viene duro solo a pensarci” e per dimostrarglielo tolgo la faccia dalle sue cosce e mi metto di peso su di lei iniziando a guidare il cazzo nella sua patata umida.
“Oooo gonfio molto gonfio”.
“Dai dimmi delle altre. Fammi qualche nome”.
“Bhe con tua zia Maria è capitato spesso” “Bhe ovvio se ti fotti la sorella maggiore ti fai anche la sorella minore mi pare giusto”.
“Ti ho già detto che è vergine vero”.
“Si si, la vera zitella in tutto e per tutto. Cinquanta e fischia anni...verginella”.
“E scommetto che a te piacerebbe togliergli questo problema”.
“E me lo chiedi anche”.
“Lo so, lo so, ho visto come le guardi le gambe e il seno”.
“Io guardo tutte così”.
“E infatti poi ti scopi tutte” ride lei.
Intanto un po’ pensando a Olga, con la faccia immersa nelle sue tettone ma anche un po’ pensando all’altra mia prozia Maria ho aumentato il ritmo pompando come un toro.
Zia gradisce la cosa e si sente da quanto pulsa la sua vulva rovente.
“Pensa che il la credevo frigida”.
“No, no è solo timida. Poi qui a casa con tutta la famiglia...”.
“Dovremmo andare a casa sua una volta”.
“A maialone. Non basta lei pure io da comprimaria”.
“Non dirmi che ti spiace. Lo so che godi con le donne. Dai dimmi chi altre ti fai?”.
“Ogni tanto la perpetua e questo lo sai gia”.
“Lo so, lo so e mi hai anche promesso di organizzare”.
“Ma caro mio dammi tempo. Aspetta agosto quando il parroco va in ritiro spirituale in montagna e resta sola. Poi organizziamo”.
“O si ci conto”.
“Come se non avesse altra figa poverino”.
“La figa non basta maiiiii” gemo io mentre le vengo dentro.
Cambiamo posizione, ci mettiamo sul divano a pecora. Il cazzo non ha perso vigore e la prendo da dietro.
“Piano che ho il culo asciutto”.
“Ma va che sei già spalancata. Senti come entra...”.
“Aiaaaaaa”.
“Resisti che passa”.
“Si ma un po’ di grazia cavoli. Sono mica di gomma”.
Rallento il ritmo e la faccio abituare prima di riprendere a montarla a forza. “E zia Mariuccia? Con lei niente? Siete quattro sorelle è solo tre si fanno da fare”.
“Ma sai Mariuccia... da giovani. Qualche gioco. Poi si è sposata, ha avuto una figlia. Non è facile neanche trovarsi per far certe cose. Però se vuoi saperlo un paio di ripassate dal Gilberto me le sono fatte dare”.
Gilberto era il marito di zia Mariuccia ormai morto da qualche anno.
“E brava la zia. Bhe tanto restava in famiglia giusto?”.
“Diciamo di si” ride lei mentre il cazzo le scorre dentro e fuori dal culo a tutta forza.
“Era bravo?”.
“Un po’ svelto e comunque a colpo singolo. Non aveva il bis da fare come te”.
“Io anche il tris...” rido.
“Ma secondo te se ci provo me la molla?”.
“Mariuccia?”.
“Si. Che dici. Avrà voglia di cazzo no? È vedova da cinque anni”.
“Va bene, se ti capita provaci, ma sii discreto e soprattutto aspetta di essere solo con lei per favore”.
“Va bene, starò attento”. Aumento il ritmo, stantuffo a tutta forza e zia, con un urlo annuncia il suo orgasmo anale.
Poco dopo spruzzo anche io.
Zia si alza in piedi, cola sperma da entrambi gli orifizi.
“Ma guarda te. Un bustino da 150 euro nuovo già in questo stato. Sei proprio uno sborrone lo sai?”.
“E il bello è che ho ancora voglia di fare la terza” dico io.
“A no, per me basta. Sono venuta davanti e didietro e per adesso basta. Troppo caldo. Vado a farmi una doccia. Chiamati pure tua nonna” e nuda e bellissima, col suo body in mano e le calze così sexy ancora addosso se ne va sculettando verso il bagno lasciandomi con la coda fra le gambe.
Quasi l’avesse sentita arriva nonna Norma. È nuda e ha solo le ciabatte. Si è appena fatta il bagno, in cortile, in una bacinella d’acqua. A volte mi sono divertito anche solo a guardarla farlo. Meglio di un film porno.
“Hai voglia nonna?” domando secco.
“Mi sono appena bagnata. Mi fai sudare di nuovo”.
“È lo so ma mi tira”.
Lei lo fissa ed è innegabilmente duro.
“Aspetta mi è venuta un’idea”.
“Una pompa? Così non sudi”.
“Molto meglio. Mettiti una maglietta e le brache e vieni con me”.
“Non mi stanno le brache col cazzo duro. Non riesco ad abbottonarle”.
“Metti i pantaloni della tuta allora. Quelli ti stanno”.
“Però il bozzò duro si vede”.
“Ancora meglio” ride lei.
Obbedisco, vado in camera mia e torno poco dopo. Il cazzo si è un po’ placato ma è ancora bello duro soprattutto immaginando che porcate mi farà fare nonna.
Invece, sorpresa, è in salotto. Vestita di tutto punto, ha anche messo le calze.
Mi fissa “Hai visto che bella sorpresa è arrivata la Vittoria”.
Io la guardo. Era una vecchia amica si nonna, vecchia in ogni senso perché aveva passato i 70.
Capelli completamente bianchi, faccia rugosa... Filiforme, magrissima con tutto nascosto da un lungo vestito azzurro a fiorellini che le arrivava fino alle ginocchia.
Calze di nylon, avrei detto 40 denari e ciabattone ai piedi.
Che dire di eccitante di lei... Nulla a parte che un buco da qualche parte lo aveva di sicuro.
Per di più era mezza sorda e bisognava urlare per farsi sentire e lei urlava a sua volta per essere sentita.
La mia porcata con nonna era sfumata. Potevo solo sperare che la vecchia non stesse troppo a rompere le palle.
Mi siedo con loro anche perché devo ancora finire la mia birra da prima.
Sento forte l’odore di sesso che ho lasciato con zia ma le due non paiono farci caso tanto più che la Vittoria è proprio seduta dove abbiamo montato pochi minuti prima.
Per consolarmi guardo le gambe inguantate dalle calze di nonna. Queste gliele faccio tenere anche dopo penso fra me e me mentre le due anziane cazzeggiano del più e del meno
Poi però una frase desta la mia attenzione. “...mi hanno regalato ste mutandine che ti giuro sono oscene”.
Qualcuno aveva regalato a una di settantanni delle mutande?
Il mio senso di porco, che è come il senso di ragno di Spiderman ma più perverso si era subito destato.
“non nascondono un bel niente, non so neanche come facciano a metterle”.
Interessante anzi di più mi sarebbe proprio piaciuto vederle queste mutande.
“Guarda che roba” esclama Vittoria.
Già guardiamo.... penso pronto a godermi la vecchia che si alzava la gonna. Invece altra delusione. Apre la borsetta che teneva al fianco e ne estrae uno straccetto nero che porge alla nonna.
Norma lo prende e lo apre ben bene. Erano mini slip. Davanti avevano una parte in seta che poco copriva ad altezza fica e dietro una stoffa così sottile che difficilmente avrebbe contenuto tutte le chiappe.
Chi poteva regalare delle mutande così a una settantenne mi chiedo.
Mia nonna continua a passarsele tra le mani e di certo non le sfugge con quanto interesse le stavo fissando, così di botto dice “Fammele un po' provare. Posso?”.
Vittoria non batte ciglia dice solo “Non so se ti vanno bene hai il culo più grosso di me” dice senza troppa finezza.
“Culo sfondato” dico io.
“Come?” mi chiede la sorda che aveva sentito ma non aveva capito.
“Dico chi te lo ha dato. Chi ti ha dato delle mutande così”.
“Ho un genero che le vende. Dice che sono modelli vecchi e me ne ha portato uno scatolone. Uno scatolone di mutande e uno di calze”.
“Da troia anche le calze?” mormoro.
“Come!” domanda.
“Dicevo se anche le calze sono belle?”.
“Tutte così” dice la vecchia e senza tanto girarci attorno solleva un lembo del vestito scoprendosi una gamba. Erano autoreggenti trasparenti 40 denari, a rete... Stupende!
E, devo dire che anche le cosce della settantenne non erano per niente brutte.
La nonna intanto si china, infila un piede nella mutandina, poi l'altro e poi se le tira su facendole sparire sotto la gonna. Non so se Vittoria se ne era resa conto ma nonna Norma prima era senza.
Solleva la gonna lasciandoci vedere la vita. Praticamente è più il pelo di fica che si vede che quello che nasconde. “Non sono brutte” dice nonna come niente fosse.
Ruota su se stessa. Erano così strette che dietro aveva le chiappe fuori e quasi le vedevamo il buco del culo, davanti la seta rimarcava il solco della sua fica. Le calze autoreggenti completano il quadro. Sembra una battona non ci sono dubbi.
“Ti piace?” mi chiede
“Me lo fai venire duro nonna” rispondo
“Cosa?” chiede Vittoria che di nuovo non aveva sentito.
“Dico che sono strette sul culo”.
“Si infatti è quel che dico. Così strette sul culo non servono a niente tanto vale che una non se le mette no?” conclude la vecchia.
“Che così si fa anche prima a chiavarla” aggiungo.
“Cosa?!”.
“Dico che senza mutande prendi troppa aria”.
“Si, un po' d'aria...” ammette la sorda sorridendo.
Nonna intanto se le toglie per restituirle ma nel farlo è molto meno pudica di quando le aveva indossate così solleva bene la gonna e stavolta vediamo tutti la sua fica pelosa in primo piano mentre gli slip calano lungo i fianchi.
Me li porge. Subito mi accorgo che sono umidi. Aveva la fica bagnata e li ha riempiti.
Nonna aveva una gran voglia di fottere quanta ne avevo io era evidente e penso che anche a lei tutto questo esibire biancheria intima stesse dando un perverso piacere.
Annuso le mutande. Sanno proprio di sbroda di nonna. Ne avevo bevuta così tanta che riconoscevo il profumo.
Proprio mentre odoro sento lo sguardo di Vittoria posarsi su di me.
Avevo chiuso gli occhi per inspirare meglio dalle mutande e quando li riapro sono certo che mi fissa. La guardo senza sapere cosa dire, lei mi fa un mezzo sorriso e poi secca dice “Vuoi annusare anche le mie?”
Ma il bello è che non me lo sta solo chiedendo, le sta già sfilando da sotto la gonna e in un attimo ha in mano un cosino rosa a fiorellini poco più abbondante di quelle che ha dato a nonna prima.
Io le prendo. La guardo come a volerle far capire che anche quelle non sono proprio roba da anziana e poi le porto al viso e inspiro.
Erano umide. Ormai avevo una certa esperienza e ne ero certo. Di sicuro anche quello non era piscio.
La vecchia ciabatta aveva colato di voglia nelle mutande non c’erano dubbi.
Mi lascio andare. Abbasso appena i pantaloni della tuta e la mia erezione spunta in tutta la sua maestosità.
“E di questo cosa ne dici?”.
La vecchia non batte ciglia ne cambia espressione. Guarda mia nonna e commenta “Non mentivi ha davvero il pisello gigantesco”.
“Te l’ho detto” sorride nonna Norma.
Io la guardo e lei mi fa l'occhiolino. Ora è chiaro. Era questa la sorpresa. La porca aveva già passato la voce anche a questa amica e aspettava solo l’occasione buona per farci incontrare.
Allungo la mano e le alzo il vestito sotto ha un cespuglio tutto bianco. Ci poggio subito la mano senza chiedere il permesso. Come immaginavo è umida.
“Dimmi ma tu lo prendi ancora vecchia troiona?”.
“Come?? Come mi hai chiamato?”.
“Ho detto bella signora”.
Sorride “Avevo capito diverso”.
“Pazienza” dico mentre le sto già massaggiando il piccolo clitoride.
Vittoria mi lascia fare e sento che gode. Secondo me si fa ditalini a quintali, magari con qualche accessorio perché lo sento come è bella aperta.
“Tu ci fai compagnia?” dico a nonna.
“Mi sono appena lavata te l’ho detto. Fate voi tesoro mio e mi raccomando non farmi fare brutta figura”.
“No no tranquilla. La apro in due vedrai”.
Stavolta ha sentito bene “Ei caro va bene tutto ma vacci piano mi raccomando”.
“Stai serena. Vedrai come godi adesso” la rassicuro mentre la masturbo a tutta forza con due dita.
Si spoglia. Tiene solo le calze. Deve essere un consiglio di nonna che sa quanto mi attizzano, specie queste a rete che sembrano proprio da maiala.
Le tette erano un po’ piccine, forse una seconda ma misi comunque i capezzoli in bocca a turno per saggiarne il gusto e la durezza. Lei intanto con le mani rugose mi aveva preso il cazzo in mano e lo segava con una certa forza.
“Hai voglia di averlo dentro vero?”
“O si lo voglio. Voglio il pisellone” annuisce lei tutta convinta.
Si sdraia sul divano e lascia che le scivoli sopra “ “Ti piace la mia patatina? Ti piaccio vero bel porcello”.
“Si puttana. Fattela sfondare. Fammi sborrare su quella pelazza bianca” dico io mentre spingo per farlo entrare.
“Ei ma che modi. Puttana non è troppo? Un po’ di educazione dai. Sono pur sempre una signora”.
Io spingo fino in fondo. Lo sente tutto dentro.
“Allora che ne dici? Ti piace?”.
“Ommadonna che attrezzo”.
“Lo faccio partire? Vuoi sentirlo tutto? “.
“O si. Tutti tutti siiii”.
“Allora dillo cosa sei. Dillo....”.
“Sono una puttana, si puttana, puttana, ana.....” e continua a dirlo per venti minuti buoni mentre gode più orgasmi di fila che si concludono con un bello schizzo finale.
Andrei ancora avanti ma sono alla terza di fila e comunque so che avrò ancora modo di vederla. Un altro porca che si aggiunge alla collezione. Così, per oggi, mi dichiaro soddisfatto. Prendo le sue mutande rosa e mi ci pulisco ben bene il cazzo.
Poi gliele porgo mentre lei si sta rimettendo anche il reggiseno.
“Ma sono luride”.
“O vai a casa senza o metti queste”.
“Senza no, mi vergogno troppo”.
“Allora sguazza nella sborra che devo dirti”.
“E le altre mutandine?”.
“Le ha rimesse addosso nonna e fra l’altro non credo saranno utilizzabili e asciutte”.
“Accidenti mi sento tutta appiccicosa”.
“A casa ti fai un bel bidet che problema c’è”.
“Magari mi faccio il bidet e ti penso” sorride lei. Io mi avvicino e la bacio in bocca con affetto.
Quando se ne va dopo aver salutato nonna sembra la donna più felice della terra.
“Hai chiesto dei soldi anche a lei?” domando.
“No. Non ne ha. Vive di pensione come me. Però mi regalerà le mutande che ha detto prima. Se le vogliamo”.
“Bhe non è che le usiate molto le mutande”.
Nonna alza la gonna e me le mostra ancora indossate e bagnate “Però sono carine non ti pare”.
“Stasera ti scopo senza togliertele”.
“Basta che mi scopi” fa spallucce la nonna e come nulla fosse va in cucina a preparare la cena mentre io completamente nudo accendo la tv.
L’ho fatto altre sue volte. Sempre con nonna. Con gli slippini sexy appena accostati e senza mai toglierli. Una davanti e una di dietro. Poi le ha rimesse così tutto lo sperma è colato dentro.
Ora è crollata dal sonno e dorme accanto a me nuda con le sole mutandine.
Penso...
Penso alla zia, anzi alle zie perché a me la fissa di Mariuccia e Maria era rimasta.... a mia nonna che mi dava il culo senza problemi, alle pettegole che si erano rivelate due zoccole da competizione. Alma, Vittoria e poi chissà quante altre.
Mi tocco il cazzo soddisfatto. Ero ospite da nonna da meno di sei settimane e già la mia vita era cambiata completamente.
Qualunque cosa fosse successa quella sarebbe stato senza dubbio un'estate che non avrei mai dimenticato.
Penso anche a mia sorella, a quanto mi manca. Ormai ci sentiamo per telefono ogni due settimane e la sento sempre tanto triste. Penso a mia madre che ci ha quasi abbandonato e non si fa sentire ormai da mesi. A quel punto torna il pensiero peccaminoso e come un flash mi ricordo la volta che l’ho vista nuda in doccia.
All’epoca la mia timidezza non mi aveva neanche fatto immaginare nelle fantasie più s once qualcosa con lei.
Adesso, quasi meccanicamente inizio a massaggiarmelo con rabbia. La vorrei fottere, fotterla nel culo, farle proprio male... Prima che me ne renda conto sto sborrando. Faccio appena in tempo a puntare sulle tettone di nonna e a schizzarle ben bene.
Lei ronfa così tanto che nemmeno se ne accorge. Comunque anche fosse sveglia non credo che le sarebbe dispiaciuto.
Quando vedo spuntare mia zia Olga dalla cucina è un piacere immenso. Nonostante il caldo era in calze nere autoreggenti e un body di seta sempre nero che faceva un effetto fumè vedo-non vedo davvero esaltante.
“Ti piace? E' nuovo”.
Le mostro con la mano come si era già alzato dritto il cazzo “Ti basta come risposta”.
“Ummm effetto velluto” sorrise la zia sedendomi accanto.
“Effetto troia” dico io e tanto per gradire inizio a massaggiarle le tettone sotto alla seta.
Aveva voglia di cazzo come sempre e a me certo non dispiaceva darglielo tanto più così vestita.
Un attimo dopo si è già accucciata per bene tra le mie gambe e succhia “O Olga che gran pompinara che sei” godo io mentre lei si da da fare.
Naturalmente la ricambio subito dopo. Giù in apnea, fuori la lingua e via a consumarle la patatona. “Umm il mio leccafica preferito”.
“Perchè ne hai altri vaccona?”.
“O bhe la nonna....”.
“Si la troia e poi... Dai zia dimmi chi te la lecca...”.
“Ma come siamo curiosoni oggi”.
“Dai zia che mi viene duro solo a pensarci” e per dimostrarglielo tolgo la faccia dalle sue cosce e mi metto di peso su di lei iniziando a guidare il cazzo nella sua patata umida.
“Oooo gonfio molto gonfio”.
“Dai dimmi delle altre. Fammi qualche nome”.
“Bhe con tua zia Maria è capitato spesso” “Bhe ovvio se ti fotti la sorella maggiore ti fai anche la sorella minore mi pare giusto”.
“Ti ho già detto che è vergine vero”.
“Si si, la vera zitella in tutto e per tutto. Cinquanta e fischia anni...verginella”.
“E scommetto che a te piacerebbe togliergli questo problema”.
“E me lo chiedi anche”.
“Lo so, lo so, ho visto come le guardi le gambe e il seno”.
“Io guardo tutte così”.
“E infatti poi ti scopi tutte” ride lei.
Intanto un po’ pensando a Olga, con la faccia immersa nelle sue tettone ma anche un po’ pensando all’altra mia prozia Maria ho aumentato il ritmo pompando come un toro.
Zia gradisce la cosa e si sente da quanto pulsa la sua vulva rovente.
“Pensa che il la credevo frigida”.
“No, no è solo timida. Poi qui a casa con tutta la famiglia...”.
“Dovremmo andare a casa sua una volta”.
“A maialone. Non basta lei pure io da comprimaria”.
“Non dirmi che ti spiace. Lo so che godi con le donne. Dai dimmi chi altre ti fai?”.
“Ogni tanto la perpetua e questo lo sai gia”.
“Lo so, lo so e mi hai anche promesso di organizzare”.
“Ma caro mio dammi tempo. Aspetta agosto quando il parroco va in ritiro spirituale in montagna e resta sola. Poi organizziamo”.
“O si ci conto”.
“Come se non avesse altra figa poverino”.
“La figa non basta maiiiii” gemo io mentre le vengo dentro.
Cambiamo posizione, ci mettiamo sul divano a pecora. Il cazzo non ha perso vigore e la prendo da dietro.
“Piano che ho il culo asciutto”.
“Ma va che sei già spalancata. Senti come entra...”.
“Aiaaaaaa”.
“Resisti che passa”.
“Si ma un po’ di grazia cavoli. Sono mica di gomma”.
Rallento il ritmo e la faccio abituare prima di riprendere a montarla a forza. “E zia Mariuccia? Con lei niente? Siete quattro sorelle è solo tre si fanno da fare”.
“Ma sai Mariuccia... da giovani. Qualche gioco. Poi si è sposata, ha avuto una figlia. Non è facile neanche trovarsi per far certe cose. Però se vuoi saperlo un paio di ripassate dal Gilberto me le sono fatte dare”.
Gilberto era il marito di zia Mariuccia ormai morto da qualche anno.
“E brava la zia. Bhe tanto restava in famiglia giusto?”.
“Diciamo di si” ride lei mentre il cazzo le scorre dentro e fuori dal culo a tutta forza.
“Era bravo?”.
“Un po’ svelto e comunque a colpo singolo. Non aveva il bis da fare come te”.
“Io anche il tris...” rido.
“Ma secondo te se ci provo me la molla?”.
“Mariuccia?”.
“Si. Che dici. Avrà voglia di cazzo no? È vedova da cinque anni”.
“Va bene, se ti capita provaci, ma sii discreto e soprattutto aspetta di essere solo con lei per favore”.
“Va bene, starò attento”. Aumento il ritmo, stantuffo a tutta forza e zia, con un urlo annuncia il suo orgasmo anale.
Poco dopo spruzzo anche io.
Zia si alza in piedi, cola sperma da entrambi gli orifizi.
“Ma guarda te. Un bustino da 150 euro nuovo già in questo stato. Sei proprio uno sborrone lo sai?”.
“E il bello è che ho ancora voglia di fare la terza” dico io.
“A no, per me basta. Sono venuta davanti e didietro e per adesso basta. Troppo caldo. Vado a farmi una doccia. Chiamati pure tua nonna” e nuda e bellissima, col suo body in mano e le calze così sexy ancora addosso se ne va sculettando verso il bagno lasciandomi con la coda fra le gambe.
Quasi l’avesse sentita arriva nonna Norma. È nuda e ha solo le ciabatte. Si è appena fatta il bagno, in cortile, in una bacinella d’acqua. A volte mi sono divertito anche solo a guardarla farlo. Meglio di un film porno.
“Hai voglia nonna?” domando secco.
“Mi sono appena bagnata. Mi fai sudare di nuovo”.
“È lo so ma mi tira”.
Lei lo fissa ed è innegabilmente duro.
“Aspetta mi è venuta un’idea”.
“Una pompa? Così non sudi”.
“Molto meglio. Mettiti una maglietta e le brache e vieni con me”.
“Non mi stanno le brache col cazzo duro. Non riesco ad abbottonarle”.
“Metti i pantaloni della tuta allora. Quelli ti stanno”.
“Però il bozzò duro si vede”.
“Ancora meglio” ride lei.
Obbedisco, vado in camera mia e torno poco dopo. Il cazzo si è un po’ placato ma è ancora bello duro soprattutto immaginando che porcate mi farà fare nonna.
Invece, sorpresa, è in salotto. Vestita di tutto punto, ha anche messo le calze.
Mi fissa “Hai visto che bella sorpresa è arrivata la Vittoria”.
Io la guardo. Era una vecchia amica si nonna, vecchia in ogni senso perché aveva passato i 70.
Capelli completamente bianchi, faccia rugosa... Filiforme, magrissima con tutto nascosto da un lungo vestito azzurro a fiorellini che le arrivava fino alle ginocchia.
Calze di nylon, avrei detto 40 denari e ciabattone ai piedi.
Che dire di eccitante di lei... Nulla a parte che un buco da qualche parte lo aveva di sicuro.
Per di più era mezza sorda e bisognava urlare per farsi sentire e lei urlava a sua volta per essere sentita.
La mia porcata con nonna era sfumata. Potevo solo sperare che la vecchia non stesse troppo a rompere le palle.
Mi siedo con loro anche perché devo ancora finire la mia birra da prima.
Sento forte l’odore di sesso che ho lasciato con zia ma le due non paiono farci caso tanto più che la Vittoria è proprio seduta dove abbiamo montato pochi minuti prima.
Per consolarmi guardo le gambe inguantate dalle calze di nonna. Queste gliele faccio tenere anche dopo penso fra me e me mentre le due anziane cazzeggiano del più e del meno
Poi però una frase desta la mia attenzione. “...mi hanno regalato ste mutandine che ti giuro sono oscene”.
Qualcuno aveva regalato a una di settantanni delle mutande?
Il mio senso di porco, che è come il senso di ragno di Spiderman ma più perverso si era subito destato.
“non nascondono un bel niente, non so neanche come facciano a metterle”.
Interessante anzi di più mi sarebbe proprio piaciuto vederle queste mutande.
“Guarda che roba” esclama Vittoria.
Già guardiamo.... penso pronto a godermi la vecchia che si alzava la gonna. Invece altra delusione. Apre la borsetta che teneva al fianco e ne estrae uno straccetto nero che porge alla nonna.
Norma lo prende e lo apre ben bene. Erano mini slip. Davanti avevano una parte in seta che poco copriva ad altezza fica e dietro una stoffa così sottile che difficilmente avrebbe contenuto tutte le chiappe.
Chi poteva regalare delle mutande così a una settantenne mi chiedo.
Mia nonna continua a passarsele tra le mani e di certo non le sfugge con quanto interesse le stavo fissando, così di botto dice “Fammele un po' provare. Posso?”.
Vittoria non batte ciglia dice solo “Non so se ti vanno bene hai il culo più grosso di me” dice senza troppa finezza.
“Culo sfondato” dico io.
“Come?” mi chiede la sorda che aveva sentito ma non aveva capito.
“Dico chi te lo ha dato. Chi ti ha dato delle mutande così”.
“Ho un genero che le vende. Dice che sono modelli vecchi e me ne ha portato uno scatolone. Uno scatolone di mutande e uno di calze”.
“Da troia anche le calze?” mormoro.
“Come!” domanda.
“Dicevo se anche le calze sono belle?”.
“Tutte così” dice la vecchia e senza tanto girarci attorno solleva un lembo del vestito scoprendosi una gamba. Erano autoreggenti trasparenti 40 denari, a rete... Stupende!
E, devo dire che anche le cosce della settantenne non erano per niente brutte.
La nonna intanto si china, infila un piede nella mutandina, poi l'altro e poi se le tira su facendole sparire sotto la gonna. Non so se Vittoria se ne era resa conto ma nonna Norma prima era senza.
Solleva la gonna lasciandoci vedere la vita. Praticamente è più il pelo di fica che si vede che quello che nasconde. “Non sono brutte” dice nonna come niente fosse.
Ruota su se stessa. Erano così strette che dietro aveva le chiappe fuori e quasi le vedevamo il buco del culo, davanti la seta rimarcava il solco della sua fica. Le calze autoreggenti completano il quadro. Sembra una battona non ci sono dubbi.
“Ti piace?” mi chiede
“Me lo fai venire duro nonna” rispondo
“Cosa?” chiede Vittoria che di nuovo non aveva sentito.
“Dico che sono strette sul culo”.
“Si infatti è quel che dico. Così strette sul culo non servono a niente tanto vale che una non se le mette no?” conclude la vecchia.
“Che così si fa anche prima a chiavarla” aggiungo.
“Cosa?!”.
“Dico che senza mutande prendi troppa aria”.
“Si, un po' d'aria...” ammette la sorda sorridendo.
Nonna intanto se le toglie per restituirle ma nel farlo è molto meno pudica di quando le aveva indossate così solleva bene la gonna e stavolta vediamo tutti la sua fica pelosa in primo piano mentre gli slip calano lungo i fianchi.
Me li porge. Subito mi accorgo che sono umidi. Aveva la fica bagnata e li ha riempiti.
Nonna aveva una gran voglia di fottere quanta ne avevo io era evidente e penso che anche a lei tutto questo esibire biancheria intima stesse dando un perverso piacere.
Annuso le mutande. Sanno proprio di sbroda di nonna. Ne avevo bevuta così tanta che riconoscevo il profumo.
Proprio mentre odoro sento lo sguardo di Vittoria posarsi su di me.
Avevo chiuso gli occhi per inspirare meglio dalle mutande e quando li riapro sono certo che mi fissa. La guardo senza sapere cosa dire, lei mi fa un mezzo sorriso e poi secca dice “Vuoi annusare anche le mie?”
Ma il bello è che non me lo sta solo chiedendo, le sta già sfilando da sotto la gonna e in un attimo ha in mano un cosino rosa a fiorellini poco più abbondante di quelle che ha dato a nonna prima.
Io le prendo. La guardo come a volerle far capire che anche quelle non sono proprio roba da anziana e poi le porto al viso e inspiro.
Erano umide. Ormai avevo una certa esperienza e ne ero certo. Di sicuro anche quello non era piscio.
La vecchia ciabatta aveva colato di voglia nelle mutande non c’erano dubbi.
Mi lascio andare. Abbasso appena i pantaloni della tuta e la mia erezione spunta in tutta la sua maestosità.
“E di questo cosa ne dici?”.
La vecchia non batte ciglia ne cambia espressione. Guarda mia nonna e commenta “Non mentivi ha davvero il pisello gigantesco”.
“Te l’ho detto” sorride nonna Norma.
Io la guardo e lei mi fa l'occhiolino. Ora è chiaro. Era questa la sorpresa. La porca aveva già passato la voce anche a questa amica e aspettava solo l’occasione buona per farci incontrare.
Allungo la mano e le alzo il vestito sotto ha un cespuglio tutto bianco. Ci poggio subito la mano senza chiedere il permesso. Come immaginavo è umida.
“Dimmi ma tu lo prendi ancora vecchia troiona?”.
“Come?? Come mi hai chiamato?”.
“Ho detto bella signora”.
Sorride “Avevo capito diverso”.
“Pazienza” dico mentre le sto già massaggiando il piccolo clitoride.
Vittoria mi lascia fare e sento che gode. Secondo me si fa ditalini a quintali, magari con qualche accessorio perché lo sento come è bella aperta.
“Tu ci fai compagnia?” dico a nonna.
“Mi sono appena lavata te l’ho detto. Fate voi tesoro mio e mi raccomando non farmi fare brutta figura”.
“No no tranquilla. La apro in due vedrai”.
Stavolta ha sentito bene “Ei caro va bene tutto ma vacci piano mi raccomando”.
“Stai serena. Vedrai come godi adesso” la rassicuro mentre la masturbo a tutta forza con due dita.
Si spoglia. Tiene solo le calze. Deve essere un consiglio di nonna che sa quanto mi attizzano, specie queste a rete che sembrano proprio da maiala.
Le tette erano un po’ piccine, forse una seconda ma misi comunque i capezzoli in bocca a turno per saggiarne il gusto e la durezza. Lei intanto con le mani rugose mi aveva preso il cazzo in mano e lo segava con una certa forza.
“Hai voglia di averlo dentro vero?”
“O si lo voglio. Voglio il pisellone” annuisce lei tutta convinta.
Si sdraia sul divano e lascia che le scivoli sopra “ “Ti piace la mia patatina? Ti piaccio vero bel porcello”.
“Si puttana. Fattela sfondare. Fammi sborrare su quella pelazza bianca” dico io mentre spingo per farlo entrare.
“Ei ma che modi. Puttana non è troppo? Un po’ di educazione dai. Sono pur sempre una signora”.
Io spingo fino in fondo. Lo sente tutto dentro.
“Allora che ne dici? Ti piace?”.
“Ommadonna che attrezzo”.
“Lo faccio partire? Vuoi sentirlo tutto? “.
“O si. Tutti tutti siiii”.
“Allora dillo cosa sei. Dillo....”.
“Sono una puttana, si puttana, puttana, ana.....” e continua a dirlo per venti minuti buoni mentre gode più orgasmi di fila che si concludono con un bello schizzo finale.
Andrei ancora avanti ma sono alla terza di fila e comunque so che avrò ancora modo di vederla. Un altro porca che si aggiunge alla collezione. Così, per oggi, mi dichiaro soddisfatto. Prendo le sue mutande rosa e mi ci pulisco ben bene il cazzo.
Poi gliele porgo mentre lei si sta rimettendo anche il reggiseno.
“Ma sono luride”.
“O vai a casa senza o metti queste”.
“Senza no, mi vergogno troppo”.
“Allora sguazza nella sborra che devo dirti”.
“E le altre mutandine?”.
“Le ha rimesse addosso nonna e fra l’altro non credo saranno utilizzabili e asciutte”.
“Accidenti mi sento tutta appiccicosa”.
“A casa ti fai un bel bidet che problema c’è”.
“Magari mi faccio il bidet e ti penso” sorride lei. Io mi avvicino e la bacio in bocca con affetto.
Quando se ne va dopo aver salutato nonna sembra la donna più felice della terra.
“Hai chiesto dei soldi anche a lei?” domando.
“No. Non ne ha. Vive di pensione come me. Però mi regalerà le mutande che ha detto prima. Se le vogliamo”.
“Bhe non è che le usiate molto le mutande”.
Nonna alza la gonna e me le mostra ancora indossate e bagnate “Però sono carine non ti pare”.
“Stasera ti scopo senza togliertele”.
“Basta che mi scopi” fa spallucce la nonna e come nulla fosse va in cucina a preparare la cena mentre io completamente nudo accendo la tv.
L’ho fatto altre sue volte. Sempre con nonna. Con gli slippini sexy appena accostati e senza mai toglierli. Una davanti e una di dietro. Poi le ha rimesse così tutto lo sperma è colato dentro.
Ora è crollata dal sonno e dorme accanto a me nuda con le sole mutandine.
Penso...
Penso alla zia, anzi alle zie perché a me la fissa di Mariuccia e Maria era rimasta.... a mia nonna che mi dava il culo senza problemi, alle pettegole che si erano rivelate due zoccole da competizione. Alma, Vittoria e poi chissà quante altre.
Mi tocco il cazzo soddisfatto. Ero ospite da nonna da meno di sei settimane e già la mia vita era cambiata completamente.
Qualunque cosa fosse successa quella sarebbe stato senza dubbio un'estate che non avrei mai dimenticato.
Penso anche a mia sorella, a quanto mi manca. Ormai ci sentiamo per telefono ogni due settimane e la sento sempre tanto triste. Penso a mia madre che ci ha quasi abbandonato e non si fa sentire ormai da mesi. A quel punto torna il pensiero peccaminoso e come un flash mi ricordo la volta che l’ho vista nuda in doccia.
All’epoca la mia timidezza non mi aveva neanche fatto immaginare nelle fantasie più s once qualcosa con lei.
Adesso, quasi meccanicamente inizio a massaggiarmelo con rabbia. La vorrei fottere, fotterla nel culo, farle proprio male... Prima che me ne renda conto sto sborrando. Faccio appena in tempo a puntare sulle tettone di nonna e a schizzarle ben bene.
Lei ronfa così tanto che nemmeno se ne accorge. Comunque anche fosse sveglia non credo che le sarebbe dispiaciuto.
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