Carpe Diem 2 la seconda serata

Scritto da , il 2021-08-23, genere etero

Dopo la meravigliosa serata trascorsa, ognuno di noi sgattaiolò fuori dalla cella, guardandosi bene intorno per non essere scoperto e ritornò nella sua, per riuscire a riposare le poche ore che erano rimaste prima della sveglia.
Le 5:00 arrivarono troppo in fretta ma, solo il pensiero di poterlo rivedere mi riempiva il cuore e lo Spirito, ero ancora totalmente invasa del suo sapore, che solo a pensarlo i brividi mi scorrevano lungo la schiena.
La colazione anticipata da preghiera, poi divisi per attività, chi si occupava dei disabili per portarli a fare esami, chi li tratteneva in attività varie, chi si occupava della spesa, e chi di tutte le attività legate ai bambini.
Avevo incontrato Francesco diverse volte e il nostro sguardo quando si incrociava parlava più di mille parole. Anche lui sembrava guardarmi con passione, e fremevo dal desiderio che arrivassero le 21.
Durante la pausa pranzo eravamo tutti e quattro riusciti a parlarci velocemente per organizzarci per la serata: visto che le coppie si erano direi definite, ognuno l’avrebbe passata per conto proprio, soprattutto per non attirare l’attenzione delle suore…
Francesco mi disse “vieni da me”….
Una volta sola mi preparai: indossai un completino di pizzo nero ( ho sempre e ho ancora la passione dei completi intimi, quelli vedo non vedo per intendere), mi profumai nei punti strategici, indossai una camicia da uomo bianca che mi ero portata da casa.
Giunta in silenzio alla sua cella, bussai lentamente per non provocare rumori sinistri ed attirare l’attenzione… Francesco aprì immediatamente, mi aspettava con solo i jeans addosso, a torace nudo. Mi prese per una mano e mi attirò subito contro di lui e mi strinse così forse che mi fece mancare il respiro, i suoi occhi erano azzurri come il cielo, in più questa sera erano particolarmente lucidi e intriganti.
Ci baciammo, e le nostre lingue si intrecciarono tra di loro, iniziai ad accarezzare il suo torace, dolcemente, mentre lui posò le sue mani sulle mie natiche lasciate scoperte dalla camicia, sentivo le sue mani che mi accarezzavano in maniera nervosa, e furtivamente si approfondivano nello spazio tra le due natiche per andare a accarezzarmi l’ano e la vulva.
Pensavo “ ah vuoi giocare subito eh?? Sei affamato??.... allora giochiamo!!
Inizia a leccargli il collo poi scesi su un capezzolo, lo succhiai e mentre lo tenevo in bocca facevo scorrere la mia lingua intorno, lo sentivo indurirsi e la sua pelle del torace orripilata…..continuai a scendere leccandogli l’ombelico, poi….
Francesco era in piedi davanti a me e mi inginocchiai davanti a lui, gli sganciai i pantaloni e le mani li tirarono via insieme agli slip. Il suo pene era dritto verso di me, riconoscevo il suo profumo, avrei voluto morderglielo, lo afferrai tra le mani e iniziai ad accarezzarglielo, il suo glande era bagnato, gli diedi una leccata per provare a sentire di nuovo il suo sapore, poi lo afferrai e lo feci penetrare nella mia bocca, tenevo le labbra strette e serrate per provocargli ancora più piacere, intanto le mie mani accarezzavano i suoi testicoli che pulsavano e si indurivano al mio tatto.
Contemporaneamente lui mi afferrò i capezzoli e li fece scorrere tra le sue dita, facendoli indurire e ingrossare. Feci un gemito un po' forte che attirò l’attenzione di una suora che passava in cortile per vigilare se tutte le porte erano state ben chiuse.
“Francesco stai bene??” chiese.. lui ansimante risposte che era tutto a posto e aveva messo male il piede e che si era solo spaventato….la sorella se ne andò soddisfatta della risposta ricevuta.
Dopo una sonora risata rincominciammo li dove ci eravamo fermati.
Spinsi Francesco sul letto, mi accovacciai su di lui e inizia a massaggiargli il suo pene tenendolo stretto tra i miei seni, lo facevo scorrere su e giù, mentre lui gemeva iniziò con la sua mano ad accarezzarmi le grandi labbra, poi si fermò sul clittoride facendo dei disegni lentamente intorno ad esso, facendolo indurire e pulsare, poi prosegui la sua discesa nella mia vulva accarezzo l’esterno delle piccole labbra e poi penetrò all’interno, lo metteva dentro e lo tirava fuori e poi di nuovo dentro…. Mi urlo di non smettere, anche io avrei voluto morire in quel preciso istante…. La mia vulva fremeva volevo il suo pene dentro… lo volevo.
Mi prese dalle spalle, sollevo la schiena, si mise dietro di me e iniziò ad accarezzarmi la vulva da dietro, come prima faceva con le mani… poi mi massaggio con il suo glande, lentamente come volersi fare la strada, e poi dolcemente mi penetrò… mentre mi penetrava le sue mani mi accarezzavano i seni. I suo pene entrava e usciva dalla mia vulva, io mi premevo contro di lui, ormai eravamo perfettamente sincroni e complementari… Mi urlo nell’orecchio sto venendo, io gemendo voltai il mio volto verso di lui, le nostre bocche si trovarono e accompagnarono…questo intenso orgasmo, rimasi inondata del suo liquido e lui del mio…
Mi sdraiai abbracciata a lui , e ci addormentammo.
Il canto di un gallo ci fece svegliare d’istinto erano le quattro del mattino, dovevo velocemente scappare nella mia cella, quando mi alzai il suo liquido era ancora dentro di me e colava lentamente fuori, lo raccolse con un dito e io lo leccai….

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