Carpe Diem

Scritto da , il 2021-08-22, genere etero

Devi essere una brava studente, devi essere educata, devi rispettare le regole, non devi rispondere male, non devi alzare la voce, non devi scopare se non sei già ufficialmente fidanzata o addirittura sposata, non, non, non, devi, devi, devi, devi … questo il repertorio che mi sentivo dire sempre dai miei all’età di 19 anni.
Insomma ….non devi vivere ma, cavolo che vita è senza un po' di spontaneità o di fantasia, è come essere imprigionata in una gabbia. Così facevi all’apparenza tutto ciò di cui loro andavano fieri e coglievi l’attimo per “ fare” qualcosa che loro non avrebbero approvato ogni volta che la situazione te lo permetteva.
Da anni frequentavo il gruppo SCOUT … della mia città. Ogni città ha un gruppo SCOUT per ogni quartiere, che si contraddistingue con un numero e dal colore del fazzolettone che portano arrotolato al collo.
Le attività svolte, sono chiaramente elencate, numerate e descritte nel testo “COME ESSERE UN BRAVO RAGAZZO” che comprendono incontri nell’oratorio della Chiesa, attività per aiutare i bisognosi, escursioni fuori sede sempre con una buona componente religiosa ( si dormiva in conventi o oratori) e si partecipava sempre alla Santa Messa. Il gruppo era composto di maschietti e femminucce, ma tutti credevano che fossimo asessuati con una età che andava dai 16 ai 20 anni.
Ci permettevano di dormire tutti insieme in enormi cameroni…. Nessuno si poneva il problema che a quell’età le pulsioni sessuali ci sono…eccome se ci sono!!
Le mamme e i papà contenti perché sì frequentavano ambienti puliti, si facevano delle belle camminate e le nostre anime erano linde e immacolate.
Nel mio gruppo eravamo più femmine che maschi ma tra i lui, c’era Francesco…. Ero innamorata di lui da quando avevo 14 anni, avrei fatto qualsiasi cosa per passare un ora da sola con lui.
Appena scoprivo una attività a cui lui partecipava subito mi precipitavo ad iscrivermi anche io…
Alcune attività prevedevano dei riconoscimenti che consistevano nell’ acquisizione di medaglie da cucire sulla camicia. Francesco ne possedeva tantissime, e per me era un eroe.
Tra le attività previste, erano state aperte le iscrizioni per una settimana in un convento di clausura in Valle D’Aosta, con lo scopo di aiutare i fedeli a recarsi in Chiesa, al trasporto dei disabili, e all’affiancamento dei bambini nello svolgimento dei compiti.
L’elenco appeso sulla porta dell’oratorio indicava chiaramente a lettere cubitali il suo nome, si era iscritto, velocemente tirai fuori la penna e mi segnai certa di non essere tagliata fuori.
Il 15/06 ritrovo h 5:00 davanti alla Chiesa….. Francesco era li, eravamo molto amici ( anche se io volevo qualcosa di più, ma lui non lo sapeva) ed era anche molto divertente oltre ad essere un figo pazzesco….
Il viaggio durò alcune ore, e fu caratterizzato da canti, racconti.
All’arrivo in convento, veniamo accolti da una suorina anziana, vestita di grigio che ci invita a seguirla, ci accompagna nelle nostre stanzette ( che loro chiamano CELLE) chiaramente ognuno era da solo in una di essa, e in questo caso i maschietti e le femminucce furono separati in due lati opposti del chiosco…
Le Celle erano essenziali, un letto, un armadio, un comodino e un inginocchiatoio per pregare.
Dopo avere posato i bagagli, ci fu l’incontro per definire regole e attività ( che palle altre regole!!).
Sveglia alle 5 del mattino e poi attività, attività e attività, pausa pranzo ore 12, poi preghiera, ora di pausa dalle 14 alle 15 in cui era richiesta assoluto silenzio… e poi altre numerose attività, la cena alle 19 e dalle 21 silenzio…
Alle 21 silenzio?? Così io, Francesco, Angela e Michele , stanchi di tutte queste regole iniziamo ad organizzare come e cosa fare durante il silenzio dopo le 21, dopo che le suore si erano ritirate nelle loro celle per godere del meritato riposo.
Appuntamento alle 21:30 nella cella di Angela..( mi raccomando uno alla volta, ogni 10 minuti già perfettamente organizzati, ci siamo ritrovati li) …..
Dopo aver mangiucchiato dolciumi, portati da casa, Michele propone di fare il gioco della coperta… un po' diverso dal solito, in quanto le coperte usate erano due… noi femminucce venivamo fatte sedere sul letto (che in realtà sembra un pagliericcio) e invitate a coprirci con le coperte. I due maschietti non sapevano esattamente chi ci fosse sotto, perché mentre sceglievamo dove metterci loro due erano girati di schiena.
Dopo una filastrocca recitata, veniva indicato un capo dell’abbigliamento che doveva essere sfilato senza fare cadere la coperta e dato al lui che era fuori. Prima la maglia, poi di seguito le calze, i pantaloni, la canottiera, lo slip, e per ultimo il reggiseno…. eravamo nude come le nostre mamme ci avevano fatto… il gioco continuava con il riconoscimento da parte del “lui” della ragazza che si trovava sotto la coperta solo potendola accarezzare senza vederla. La cella era completamente al buio.
Alla coperta in cui ero nascosta io venne dato il numero 1 e alla seconda il numero 2 e poi con una estrazione ognuno dei due fanciulli vinceva una delle due coperte.
Sotto la coperta fremevo, sperando che Francesco avesse vinto lui il mio numero….
Il mio vincitore infilò la mano sotto la coperta e dopo avermi sfiorata la posò sul mio ginocchio, la seconda mano seguiva la prima… tutte e due scivolarono lentamente verso il pube, accarezzarono la mia coscia e poi una mano mi sfiorò i peli della vulva. Come di scatto si allontanò, poi rincominciò ad accarezzarmi con ambedue le mani tutte due le cosce e unendosi insieme con coraggio finirono tutte e due li sul mio boschetto…. Mi accarezzava piano.. sentivo il palmo delle sue mani umido e si muoveva in modo impacciato, poi le due continuarono il loro percorso insieme, mi accarezzarono l’addome, e poi eccole ad accarezzarmi i due seni…. Iniziavo a provare un senso di desiderio…… volevo che non mi riconoscesse per giocare ancora un po'… i miei capezzoli sotto le sue carezze iniziarono ad irrigidirsi e il mio boschetto geloso, voleva essere di nuovo accarezzato.
Una mano rimase sul seno e l’altra forse spinta dalla curiosità di capire chi ero, proseguì la sua ricerca. Mi arrivò sul viso e iniziò a seguire il contorno del volto, il mio naso, mi toccò i capelli, le orecchie, gli zigomi e poi ritornò sulla bocca… il suo dito indice mi scorreva sulle labbra alla ricerca di identificare qualche segno che lo aiutasse a capire ma, io aprì la mia bocca e lo risucchiai dentro, lo leccai, lo succhiai… il mio lui iniziava a tremare… anche l’altra coppia gemeva, probabilmente la conoscenza si stava approfondendo come la nostra.
Lui “ speriamo che sia Francesco !!, pensavo” mi aiutò a sdraiarmi, ormai la coperta era finita per terra, in ogni caso non si vedeva nulla, buio profondo… Inizia anche io ad accarezzarlo perché oltre al desiderio di possederlo che stava aumentando in me, volevo sapere se ero stata fortunata.
Francesco aveva i capelli lunghi, Michele a spazzola, la chiave di svolta sul riconoscimento era li… ma mentre mi apprestavo a toccargli i capelli il mio lui aveva già iniziato a leccarmi e succhiarmi un capezzolo, così forte che sembrava volesse nutrirsi…. Al diavolo il riconoscimento…. Pensai in quel momento le emozioni che sentivo e che sentivamo entrambi erano troppo forti per non considerarle..
La sua mano scese sul boschetto e lo accarezzò mentre l’altra allargò le grandi labbra e un dito, iniziò a sfiorarmi i clittoride, che pulsava.. la mia vulva si inondava di liquido pronta per essere penetrata. Gli tirai giù i pantaloni e il suo pene era dritto e pronto a possedermi, lo accarezzai con ambedue le mani e in maniera alternata tiravo giù la sua pelle scoprendo il glande, lui mi respirava ansimando nell’orecchio dicendomi che stava impazzendo…” Ti voglio leccare, voglio nutrirmi di te!!” Nessun uomo mi aveva ancora leccata…. Anche io smaniavo dalla voglia di leccarlo, così gli dissi nell’orecchio, “dai lecchiamoci insieme……”.
Eravamo goffi e anche un po' impacciati ma intraprendenti, lo sentì appoggiarsi su di me mentre stava girando il corpo poi si mise a 4 gambe, sentito l’odore del suo pene vicino al mio viso, lo toccai e rincominciai ad accarezzarlo, il suo fiato caldo mi soffiava sulla vulva, piegai le gambe e le divaricai, così avrei potuto apprezzare ogni piccola azione che avrebbe fatto su di me.
La sua lingua si posò sul clittoride e iniziò a massaggiarlo e poi provava a penetrarmi con essa, io presi il suo pene e lo accarezzai con il mio seno, poi lo presi tra le labbra, lo leccai e lo succhiai senza mai liberarlo dalla morsa… mi mancava anche un po' il fiato…. Lui tremava… mi succhiava la vulva e la sua lingua mi continuava ad accarezzare, un dito mi penetrava entrando ed uscendo…. Stavo impazzendo e lui come me…. Afferrai con le mani la sua testa quasi per fermarlo contro di me… un orgasmo insieme, intenso … la mia bocca invasa di lui e la sua di me….
Si voltò e ci baciammo con passione scambiando il nostro amore che ancora giaceva nelle nostre bocche… gli sussurrai nell’orecchio Francesco sei tu?? E lui mi strinse forse e disse “si Yuba sono io…”
E’ questa era stata la prima serata…

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