Cameriere in estate 2 - La conoscenza di Nina

Scritto da , il 2021-08-16, genere prime esperienze

Terzo capitolo della mia prima stagione da cameriere. Siamo nel 1976 in Liguria, e sono un ragazzino piuttosto imbranato che sta scoprendo i piaceri del sesso. Sono racconti legati ad esperienze di vita vissuta e romanzati dalla mia fantasia. I luoghi ed i nomi dei protagonisti potrebbero non essere tutti corrispondenti per ovvi motivi di privacy. Capire ciò che è reale e ciò che è fantasia, lo lascio all’interpretazione del lettore

Prima di leggere questo capitolo consiglio la lettura dei capitoli precedenti altrimenti si fa fatica a comprenderne la trama.


Doccia, divisa, una piccola borsa con ricambio di biancheria intima, una camicia, spazzolino da denti e via, al lavoro. Stasera per la prima volta avrei finalmente “bagnato il biscotto”.
Durante la cena passo spesso davanti il tavolo di Milly e, a un certo punto, mi chiama la sorella. Mi fa cenno che vuole una bottiglia di San Pellegrino. Arrivo subito e, sorridendomi, mi dice: “piacere, io mi chiamo Nina e lui è mio marito Michael”.
“Piacere mio” rispondo.
“Mi raccomando stasera, non fate troppo baccano, sentirvi sarà eccitante e stimolante anche per noi, dormiamo nella camera a fianco, ma i vicini potrebbero non essere d’accordo”.
Io divento rosso e non so cosa rispondere, Nina invece si mette ridere, sembra compiacersi del mio imbarazzo e sento che dice qualcosa alla sorella in tedesco stretto che non capisco, ma vedo che anche Milly è un po’ imbarazzata e, guardandomi, annuisce.
Boh, penso, chissà cosa si sono dette, certo è che l’argomento sono io.

Finalmente il servizio termina e, contrariamente le altre volte, mi attardo più del solito a sistemare le bottiglie di vino dei clienti nel frigo. Attendo che anche l’ultimo cameriere sia andato via e, quando vedo che il maître rientra in sala per spegnere le luci, ne approfitto e mi infilo su per le scale di servizio che portano ai piani.
Arrivo davanti la porta della 304 e busso leggermente, nessuna risposta, busso un po’ più forte, ancora nessuna risposta. Inizio ad innervosirmi, ma vedo che si apre la porta della camera a fianco, la 305. Vengo preso dal panico, se un altro cliente mi vede in corridoio in maniche di camicia e mi riconosce, lo racconta a tutti e succede un putiferio. In quegli anni si poteva davvero fare di tutto, ma le apparenze erano la cosa più importante da rispettare e se mi scoprono con le mani nella marmellata, Milly viene additata come la tedesca puttana che si fa i ragazzini ed io per il coglione che si è fatto beccare e vengo licenziato in tronco.
Dalla porta della 305 vedo fare capolino la testa di Nina, tiro un sospiro di sollievo.
“Non stare lì fermo" mi dice, "Milly è sotto la doccia e fra un po’ ti apre, intanto entra da me, che se passa qualcuno ti vede”.
Entro e lei subito richiude la porta alle spalle: “Michael è, come sempre, giù al bar davanti ad una birra e Milly mi ha detto di aspettarti e farti entrare da me perché andava a farsi la doccia, ne avrà ancora per 5 minuti, ci speravo che arrivassi un po’ prima”.

È alta come me, capelli neri come la sorella, ma un po’ ondulati e sciolti sulle spalle, anche lei è snella, solo un po’ più robusta e con un seno più grosso di quello di Milly. Il culo poi, sembra fatto apposta per essere preso a morsi, rotondo, pieno e morbido. Senza aspettare una mia risposta, mi prende la testa a due mani e incolla la sua bocca alla mia. La lingua entra tutta con prepotenza, va a cercare ogni anfratto e la fa roteare furiosamente in un bacio selvaggio, da affamata di sesso, rivoli di saliva scendono dai lati della bocca, lei li va a leccare e poi mi rimette tutta la lingua dentro. Contemporaneamente sento la sua mano sull’inguine che inizia a stringere e strusciare con forza, mi sento travolto e il cazzo subito prende vita. Siamo ancora nell’ingresso, mi spinge con le spalle al muro e con la mano continua a strusciare, vuole farlo diventare duro, in breve ci riesce, alza un po’ il braccio e infila la mano dentro i pantaloni senza sbottonarli, scende fino a prenderlo in mano, è una furia, sono sopraffatto dalla sua voglia e non faccio niente, fa tutto lei.
“Mmmmh, senti che meraviglia, è già bollente e duro, come invidio mia sorella stasera, ma non voglio farti godere perché altrimenti Milly poi si incazza con me, però sono rimasta d’accordo con lei che ti avrei un po’ assaggiato”.
“Haaaa, era quello che vi siete dette a tavola” rispondo, ma la mia voce è solo un debole sussurro.
Mi guarda con occhi lascivi: “gli ho detto che non mi è ancora mai capitato di sverginare un uomo e che perlomeno mi deve permettere di leccartelo”.
“Ha beh! Se te lo ha detto Milly accomodati pure, ma lascia che prima vada a lavarlo”.
“Noooo, sei matto? L’odore ed il sapore del maschio sono le cose che più mi eccitano, ci penso io a lavartelo per bene con la mia lingua”.
Si inginocchia sulla moquette, il suo viso è proprio all’altezza del mio inguine, tira giù la zip, scosta le mutande e si infila di colpo il cazzo in bocca, sento che la cappella tocca la gola e vedo che ha quasi un conato e gli occhi lucidi. Mi toglie il fiato e sento un suo prolungato gemito di soddisfazione mentre fa scorrere la bocca su e giù, la lingua lecca con ingordigia il glande e poi scende lungo l’asta.
Apre i bottoni del pantalone e lo tira giù fino alle ginocchia insieme alle mutande, con la sinistra impugna l’asta e la stringe forte, la bocca sembra un’idrovora, succhia come se non ci fosse un domani, infila la destra sotto lo scroto ed inizia a massaggiare le palle. Sento che spinge le dita più giù fino a raggiungere l’ano. Deve essere un vizio di famiglia, penso, però è una cosa che mi piace e perciò allargo un po’ le gambe per agevolarla. Tira fuori la mano, annusa con voluttà il dito che aveva scrutato il culo, se lo lecca e ci sputa sopra, va a cercare e ritrova il buco, lo solletica, ma non lo infila dentro, semplicemente lo massaggia con la saliva. Gli affondi con la bocca si fanno più ritmati e veloci, io inizio a tremare, se continua così rischio di venire in pochi secondi.
Se ne accorge, si stacca e mi guarda quasi delusa, avrebbe voluto di più, ma sfido chiunque resistere a lungo in una situazione così estrema.
Cambia strategia, rimane in ginocchio, mi prende per i fianchi e mi fa voltare con la faccia verso il muro, sono ancora con la camicia, i pantaloni e le mutande alle caviglie, ha le mani sui miei fianchi e sento che affonda il viso tra le natiche, la lingua che scorre su e giù, parte dalle palle e arriva quasi al sacrale, le sue dita mi allargano i glutei e la lingua si insinua dentro l’ano, spinge, lecca, spinge di più, sembra mi voglia inculare con la lingua che entra e esce dal buco, lecca con pignoleria tutto intorno.
È vero che prima del servizio ho fatto la doccia, ma sono passate quasi 5 ore e sicuramente il mio culo non profuma, ma a lei questo sembra piacere un sacco, continua a leccare e gioire come un bambino che lecca il suo gelato.
Allunga la mano destra e riprende a segarmi lentamente da dietro, finché sento che poggia la bocca a ventosa sul buco ed inizia e tirare su, succhia e contemporaneamente lecca con molta saliva, sento il rumore di risucchio della saliva. Un succhiotto al buco del culo! Mi piace troppo, adesso mi giro e gli vengo in bocca.

Un discreto bussare alla porta interrompe di colpo l’azione. È Milly che viene a reclamare ciò che è suo.
Nina si alza a malincuore e mi dice: “non credere di cavartela così, adesso che ti ho assaggiato voglio anche tutto il resto”.
Io non ho ancora proferito parola, mi ha letteralmente travolto. Con affanno cerco di tirarmi su le brache prima che apra la porta, ma non faccio in tempo e fa entrare Milly che mi vede con il cazzo fuori bello in tiro. Mi guarda e finge di essere arrabbiata, ma si mette a ridere e guarda Nina, la quale: “non preoccuparti sorellina, non l’ho fatto venire, come promesso, ma domani me lo lasci, che gli faccio un corso accelerato di porcherie”.
“Va bene, ma dopo stanotte con me, non so quanta energia avrà ancora” risponde scherzando.
“Vuoi scherzare? A questa età e con questo fisico sono sicura che riesce a scopare per ore, penso invece che sarai tu quella sfinita domani. E poi, oltre a sverginarlo, non credi che dobbiamo prepararlo per quella biondona italiana del tavolo vicino la finestra che se lo mangia con gli occhi? Dopo che saremo partite, sono sicura che gli salterà addosso come una tigre”.
Io le guardo, capisco solo in parte ciò che si stanno dicendo, ma il senso del discorso è chiarissimo, la sensazione d’essere un loro giocattolo sessuale mi fa sentire un po' a disagio, ma avere una nave scuola come quelle due è oltremodo eccitante.

Continua

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