La convivenza -3- (continua)
Scritto da LanA, il 2021-07-31, genere orge
Roba da rimanere sbigottite, se non fosse che conoscendola da tempo, so bene che nella sua lingua vuol dire:
"questo me lo scopo per un mese senza smettere un minuto!".
Provai a tirarmi indietro, ma lui mi incalzava da vicino.
Era ovvio che gli interessavo più di Roberta, e quindi decisi che, mia cara amica, comunque fosse finita, io questo me lo scopavo, alla faccia tua!
Invece del gelato, optammo per la spiaggia.
Un classico la spiaggia di sera, sia pure quasi in centro città.
Poi, di botto mentre stavamo guardando la notte sul mare, Marco ci propose di finire la serata in qualche modo più eccitante.
Io chiesi cosa intendesse, ma lui non si pronunciava.
E va bene stare a rimorchio, ma qui si esagera, pensai.
Fu Roberta a togliermi d'impaccio, e a combinare il guaio.
Propose di andare a casa nostra tutti e tre, avremmo potuto guardare il mondo da un posto più comodo e senza il patema dei seccatori.
Ma come! Lei invitava questo fusto a casa mia, e senza interpellarmi prima.
Doveva avere proprio i neuroni all'altezza della figa, e quest'ultima al calor bianco come minimo.
Comunque, accettai, dato che non sapevo cosa replicare.
Così, dato che eravamo vicini casa, praticamente dall'altra parte della strada o quasi, salimmo su e lo invitammo ad entrare e a mettersi comodo.
Nel frattempo, Roberta apriva le finestre, chiudeva la tenda sulla terrazza, e accendeva i lumini.
Io mi ero stufata di un'attesa che sembrava infinita, e decisi di scendere in campo, con tutta la troiaggine che mi ha sempre contraddistinta dalle mie amiche.
Mi tolsi il vestito, e misi su un negligé leggero sul corpo nudo.
Non si vedeva nulla, dato che non era trasparente, ma si indovinava molto, dato che prima di indossarlo mi ero fatta una veloce doccia.
Giusto per farlo attaccare alle mie forme.
Troia sì, ma con stile.
Così uscii sulla terrazza, dove loro due stavano chiacchierando abbracciati sul divanetto, e mi misi giusto in una poltrona di vimini, dopo averla spostata davanti loro.
In apparenza era per stare uniti, ma in realtà per farmi guardare.
E guardarono, tutti e due.
CONTINUA ...
"questo me lo scopo per un mese senza smettere un minuto!".
Provai a tirarmi indietro, ma lui mi incalzava da vicino.
Era ovvio che gli interessavo più di Roberta, e quindi decisi che, mia cara amica, comunque fosse finita, io questo me lo scopavo, alla faccia tua!
Invece del gelato, optammo per la spiaggia.
Un classico la spiaggia di sera, sia pure quasi in centro città.
Poi, di botto mentre stavamo guardando la notte sul mare, Marco ci propose di finire la serata in qualche modo più eccitante.
Io chiesi cosa intendesse, ma lui non si pronunciava.
E va bene stare a rimorchio, ma qui si esagera, pensai.
Fu Roberta a togliermi d'impaccio, e a combinare il guaio.
Propose di andare a casa nostra tutti e tre, avremmo potuto guardare il mondo da un posto più comodo e senza il patema dei seccatori.
Ma come! Lei invitava questo fusto a casa mia, e senza interpellarmi prima.
Doveva avere proprio i neuroni all'altezza della figa, e quest'ultima al calor bianco come minimo.
Comunque, accettai, dato che non sapevo cosa replicare.
Così, dato che eravamo vicini casa, praticamente dall'altra parte della strada o quasi, salimmo su e lo invitammo ad entrare e a mettersi comodo.
Nel frattempo, Roberta apriva le finestre, chiudeva la tenda sulla terrazza, e accendeva i lumini.
Io mi ero stufata di un'attesa che sembrava infinita, e decisi di scendere in campo, con tutta la troiaggine che mi ha sempre contraddistinta dalle mie amiche.
Mi tolsi il vestito, e misi su un negligé leggero sul corpo nudo.
Non si vedeva nulla, dato che non era trasparente, ma si indovinava molto, dato che prima di indossarlo mi ero fatta una veloce doccia.
Giusto per farlo attaccare alle mie forme.
Troia sì, ma con stile.
Così uscii sulla terrazza, dove loro due stavano chiacchierando abbracciati sul divanetto, e mi misi giusto in una poltrona di vimini, dopo averla spostata davanti loro.
In apparenza era per stare uniti, ma in realtà per farmi guardare.
E guardarono, tutti e due.
CONTINUA ...
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