La mamma di Stefano 2

Scritto da , il 2021-02-18, genere incesti

Anche se ora vivo da Stefano, i primi periodi non furono facilissimi, non per mia suocera, anzi, appena entravo in casa, la prima cosa che faceva, era seguirmi in camera, aiutarmi a spogliarmi, poi mi aiutava con il bagno, mi asciugava, e profumava, poi insieme sceglievamo cosa dovessi indossare per la serata, infine, si inginocchiava e dolcemente, con le sue labbra mi faceva un delizioso pompino, fino a scaricarmi direttamente nella sua calda bocca, sai mi diceva, a Stefano piace quando hai il cosino molle, e io ne approfitto, e rideva.
Spesso, sentivo la voglia e la necessità di una donna, e allora portavo Sara, la mamma di Stefano in camera sua, dove mi raccontava avesse concepito il mio uomo, e non di certo grazie al cazzo del marito, ma di un vicino di casa molto persuasivo, molto dotato e instancabile chiavatore, così, la mettevo supina, e la denudavo, accarezzavo il suo meraviglioso seno, ormai cadente, ma che anni prima, da come mi raccontava, essere di marmo, e scendevo sul suo flaccido ventre, per poi fermarmi tra le coscie, e accarezzare la sua figa umida, e depilata ormai dalla natura, per poi leccarla e farla ansimare dal piacere.
Poi, dopo averle succhiato i capezzoli, durissimi, e reattivi, le salivo sopra, lei afferrava il mio cazzo duro, e lo accompagnava alla sua fighetta, mi guardava negli occhi, e appena entravo, li socchiudeva, si inarcava e se lo godeva centimetro per centimetro.
iniziavamo a baciarci, lingua con lingua, e godevamo l'una dell'altra, perché sei la donna di mio figlio mi diceva, altrimenti ti avrei sposata io tesoro, e godevo dentro di lei.
Spesso mi rammaricavo del fatto che non fosse più riproduttiva, altrimenti l'avrei ingravidata cento volte.
Molto bello e sensuale, era quando organizzavamo la serata in famiglia, dopo i soliti convenevoli, i e lei eravamo vestite da troie, truccate pesantemente, e io mi mettevo su di lei, e la penetravo, e poi Stefano ,i inculava selvaggiamente dando il ritmo alla nostra scopata, o come variante, Stefano scopava sua madre e io lui, o miasuocera mi spompinava.
Eravamo una famiglia speciale, il problema furono i vicini, che una volta capito che io non ero una donna, iniziarono a sparlare e a spiarci.
Erano una coppia con due figli maschi molto giovani, e a dirla tutta simpatici, non come i genitori, gente strana, così io e mia suocera decidemmo di prendere in mano la situazione, avrebbe potuto diventare pericolosa, anche perché io spesso uscivo da donna, e mi conoscevano come la compagna di Stefano non immaginavano fossi gay.
Così un sabato mattina, mi preparai per bene, truccata, vestitino attillato, tacchi, e aspettai che il maggiore dei figli andasse nei sotterranei, così, mi ci recai, aprii il box, e feci finta di armeggiare nel bagagliaio della mia auto, mettendo in mostra il mio culetto, il vestitino risaliva e lasciava scoperto parte del reggicalze, sentii la voce del ragazzo, serve aiuto?, mi girai e dissi, sì, se mi tieni per i fianchi, riesco a raggiungere quello che si è incastrato nel sedile, e sorrisi.
Sentii le mani di Luciano, serrarmi forte i fianchi, allargai leggermente le gambe, e così lui si posizionò trà esse, mi spinsi leggermente indietro e mi infilai meglio in auto.
Poi gli suggerii di afferrarmi un pochino più a monte, e così fù costretto ad appoggiare il suo cazzo al mio culo, lo sentivo indurirsi, a dismisura, poi allungò la mano sotto il seno, io ho una terza, mi ero operata un anno prima, e poi la seconda seguì la prima.
Decisi che bastava che era fatta, e così esclamai, ecco fatto, preso, aiutami ad uscire, e mi tirò sé, appena fuori mi girai e i nostri visi quasi si toccarono, le labbra erano a pochi centimetri, lo guardai, e poi gli mostrai cosa stessi cercando, era un reggicalze, con tanto di calze, sai dissi, mi erano caduti dalla borsetta, lui mi chiese come fosse possibile, aggiunsi, sai, a volte mi capitano avventure extra, mi capisci vero?, Luciano annuì, e deglutì, era ora mi dissi, lo baciai.
In un attimo ero avvinghiata a lui, la lingua mi frullava in bocca, mi palpava le tette e cercò di scendere, non volevo che la sorpresa arrivasse subito, lo fermai e mi inginocchiai io, aprii la zip, e feci scivolare fuori il suo cazzo.
Bello duro, di ottime dimensioni, lo imboccai e pompai per una decina di minuti, poi mi alzai, mi tolsi l'abito, mi sfilai gli slip, e rimasi a cazzo duro davanti a lui, lo presi in mano e iniziai a masturbarmi, lo fissavo negli occhi, era stupito, ma attratto, Tesoro dissi, o me lo succhi o mi scopi, mi girai, e attesi.
In un attimo lo sentii violare il mio culetto, e mi infilzò con ardore, e mentre mi montava mi segava e così venimmo insieme, mi riempì di sperma.
Poi lo abbracciai e baciai a lungo, era un ragazzino, ma capii che era mio, poi mi rimisi l'abito, lo salutai e dissi, fatti vedere domani, pomeriggio, Stefano và alla partita.
Una volta a casa raccontai tutto a mia suocera e a Stefano e ci accordammo per il pomeriggio del giorno dopo.
Alle trè Luciano bussò alla porta come d'accordo, e si trovò mia suocera ad aprire, era nel panico, mi pensava sola, entra sciocco, ti aspetta di là, e così, mi trovò in camera della suocera completamente nuda, con i soli tacchi, vieni tesoro, entra.
Mia suocera lo aiutò a spogliarsi, salì sul letto, si avvicinò, e gli dissi, ora tesoro succhialo, lui rimase basito, non sei capace? lui annuì di nò col capo, allora mia suocera, si sfilò la veste, rimanendo nuda, si avvicinò, ti insegno io, e lo prese in bocca, iniziò a succhiarlo, e poi avvicinò la bocca di lui, e insieme iniziarono a succhiare, e in breve, Luciano mi stava pompando il cazzo, io godevo e ansimavo, e poi dissi vengo tesoro, sborro, bevi tutto, mia suocera gli trattenne la testa e io lo innondai di sperma.
Appena si staccò mia suocera lo baciò e trasferi parte dello sperma nella sua bocca e la bevvero insieme, poi si stese al mio fianco, allora Lucianino figa o culo oggi?, tutte due no? disse lui, e così passammo un pomeriggio a scopare con Luciano, la prima parte del piano era fatta, ora mancava il fratellino.

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