La mia condizione di frocio e cornuto-2

Scritto da , il 2010-07-23, genere gay

Arrivato a casa sua mi fece spogliare completamente, poi si mise a sedere sul letto, ed io cominciai a spompinarlo come ormai ero ben abituato. Poco dopo mi disse di smettere e di mettermi supino sul letto. Capii allora cosa voleva, ed io remissivamente gli permisi di incularmi. Questa era prima volta che lo prendevo in culo, e fu più una sofferenza mentale che reale, in quanto non entrò completamente dentro, ma ci accapò solamente la cappella.

Mentre cercava di incularmi mi diceva che ormai ero diventato un frocio, che guardavo gli altri compagni di calcio quando eravamo negli spogliatoi, e non si sarebbe meravigliato se veniva a sapere che avevo succhiato l'uccello anche altri amici.



Io allora mi raccomandai di non dire a nessuno di me, che non volevo far sapere a nessuno che lo spompinavo e ora addirittura anche inculato.

Mi rispose che per stare zitto dovevo essere ancora di più a sua disposizione. Infatti i giorni che seguirono una o due volte al giorno ero a sua completa disposizione.

Ci mise tre giorni per penetrarmi totalmente. Ricordo bene quel pomeriggio quando disse che ormai ero diventato un vero frocio, e oltre ad essere un pompinaro ora avevo anche il culo rotto.

Il peggio è che mentre mi inculava voleva che ammettessi che ero frocio, che mi piaceva prenderlo in culo, e che ero diventato un rotto in culo. Come umiliazione finale mi disse che avrei potuto rimanere anche in cinta.



Proprio il termine impregnare gli piaceva moltissimo, infatti non me lo rivolgeva solamente mentre mi inculava, ma anche in presenza degli altri amici.

Infatti dopo che era riuscito ad incularmi Maurizio comincia sempre più a deridermi tra gli amici, a volte chiamandomi frocetto, o diceva che avevo il culo a sposa, oppure che avevo la bocca a pompini. Io a queste sue derisioni non reagivo minimamente, però sentivo la faccia che si arrossava.

Altro fatto che mi deturpava era che tutti gli amici non reagivano minimamente a queste sue derisioni, nessuno prendeva mai le mie difese dicendogli di smettere, e soprattutto al fatto che io non reagivo minimamente ma lo subivo passivamente senza, Ormai mi ero fatto dell'idea che sospettassero qualcosa, oppure, peggio ancora, che erano effettivamente a conoscenza del motivo della mia sudditanza verso Maurizio.

Un giorno mentre ero a pescare con Luca, che era il ragazzo più forte e fisicamente il più prestante fra tutti gli amici che frequentavo, e che un paio di volte aveva preso le mie difese, mi chiese se era vero che avevo una amichetta con cui facevo sesso. Io risposi di no, allora Luca mi chiese come mai lasciavo deridermi in quel modo da Maurizio senza reagire minimamente. Io balbuziando risposi in modo generico non dando una risposta precisa, ma sentivo diventarmi la faccia rossa. Abbassai la testa per non farmene accorgere e vidi che Luca si stava toccando il cazzo attraverso i pantaloni corti che indossava. Continuò a fare domande sull'argomento, io non rispondevo perché non sapevo cosa stesse pensando, al massimo annuivo con la testa sempre china guardandolo mentre si toccava sempre con più vigore. Poi, senza dire niente ma con fermezza mi prese la mano e se l’appoggiò sul suo pacco che era diventato molto duro. Io capii che non solo sospettava qualcosa, ma certamente sapeva della mia disponibilità ad assecondare le voglie dei Maurizio.

Io feci per ritirare la mano, ma lui con fermezza la tenne sul suo cazzo. Dopo poco allentò la sua presa dicendomi che potevo toglierla, ma se scopriva che era vero che ero frocetto, come si raccontava nel gruppo di amici, me l’avrebbe fatta scontare.

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