Tappabuchi 11 La vicina di casa

Scritto da , il 2020-03-23, genere incesti

Sono un porco.
Ho appena finito di farmi una sega sulle poppe di mia nonna e invece di pensare ad altro sto già riflettendo sul fatto che, se partiamo domani, potrei benissimo andare di nuovo a casa e scopare un'altra notte con Maria.
Davvero non mi basta mai.
E' quasi l'una del pomeriggio, l'idraulico non verrà prima delle tre e ne avrà minimo per tutto il giorno... “Nonna allora che si fa ci vediamo domani o meglio dopodomani?”.
“No ma perchè mi dici ciò?” chiede lei che fra l'altro è ancora nuda, cosa che nodo con grande piacere.
“Bhe c'è l'idraulico e....”.
“E ti spiace così tanto stare un giorno a casa di nonna?”.
“Ma no, no che hai capito”.
“A ecco.... Allora adesso ci vestiamo e andiamo alla trattoria qui vicino a mangiare un boccone perchè in casa non ho nulla. Poi mi dai una mano con l'idraulico. Una bella dormita e domani alle 7 pronti e svegli... Va bene?”.
“Sto ai tuoi ordini nonna” sorrido io.
“Bhe prima di tutto direi che ti potresti mettere delle mutande pulite e nascondere il serpentello che continua a guardarmi dal suo occhione”.
Ha ragione. Ho solo il suo accappatoio che mi va pure un po corto e l'uccello mezzo duro è li a fare bella vista. “Si però ho tutto sotto in macchina.... Tutto nella valigia a parte il jeans e la maglietta che ho tolto prima”.
“Bhe chiaro che così non puoi andarlo a prendere o fai venire un colpo alla vicina di casa.... Capirai non ne vede uno dagli anni ottanta” e ride.
A me invece quell'allusione a Teresina, la vicina di casa sua coetanea e tettona ha stuzzicato non poco la fantasia. Sarà perchè a volte dal terrazzo di nonna l'ho vista che stendeva i panni mezza nuda o quella volta in ascensore che aveva solo una canotta da uomo che nascondeva ben poco della sua latteria ma, spesso da ragazzo, qualche sega alla vedova Teresina l'ho dedicata senza tanti problemi...
Immaginare di passarle davanti col cazzo al vento chissà perchè mi eccita un bel pò....
E si vede perchè subito nonna esclama “Aaaaaa ma allora è un vizio! Ma non avevi appena finito?”.
Mi guardo e ho il cazzo tutto dritto come l'asta di una bandiera...
“O no scusa nonna.... Sarà il caldo....”.
“O magari è meglio che copro le gemelle e il boschetto vero” sussurra maliziosa.
Non oso dirle che pensavo a un altra, se pensa che le sue poppe non mi bastino mai (cosa vera fra l'altro) preferisco lasciarglielo pensare.
“Aspetta qui che mi vesto e vado giù io a prenderti la valigia”.
“Mi spiace farti fare la fatica nonna. Ma non hai nulla che possa mettere un attimo tipo tuta o roba così”.
“Quanto peserà mai questa valigia?”.
“E' un trolley grande con tutto dentro. Anche il Pc e i libi... Sarà 40 chili buoni”.
“Aaaaaa allora davvero ci vuole un toro per portarlo su”.
“Appunto. Ma proprio non hai che so dei vecchi jeans, una tuta dei pantaloncini?”.
Lei ci pensa e poi “Vieni...” mi fa cenno ed entriamo in camera sua.
Inizia a rovistare nell'armadio mentre io mi siedo sul letto. A quel punto non posso fare a meno di pensare che così chinata col grasso culone in bella vista è perfetta per una pecorina.... Ora davvero mi sa che appena possibile mi farò un altra sega.
Tira fuori delle calze nere di nylon e un body sempre nero lucido e pieno di orli e merletti.
Lo indossa. I movimenti ritmici che deve compiere sono eccitantissimi e quando solleva una gamba alla volta sul letto per mettersi le calze me la mangio davvero con gli occhi. L'uccello ormai pulsa di vita propria.
“Caro ma che hai? Sembri una statua..... -poi ridacchiando- una statua con la meridiana... Che ora segna quel bastone?”.
In effetti se mi mettessi nella posizione giusta la mia asta di carne potrebbe anche fare da gnomone senza problemi.
“Scusa nonna ma sai.... Le calze sono così sexy e tu sei così sexy.....”.
“A porcello... Va bhe dai lo prendo per un complimento..... Guarda ti ho trovato questa camicia.... In origine era un vestito ma puoi metterla come camicione tanto ti arriva quasi alle ginocchia... Poi è nera e nasconde tutto”.
Mi porge questo abito, penso suo di quando era giovane che dovrebbe essere di quelli interi che si indossano con la cintura in vita e che io infilo come camicia cercando di nascondere il pisello sotto.
Lui però non collabora ed eccolo sollevarsi di nuovo...
Nonna scuote la testa “No così non va. Ci vuole proprio un pantalone. Ti darei uno dei miei pantacollant ma ci balli dentro due volte... Tu non hai mica questo culone” e si da uno schiaffo su una natica.
Dio vuol farmi morire.... Tra un po me lo stacco dalla voglia che ho di tirare la sega.
“Aspetta ho un'idea. Non sarà elegante ma se non ti fai problemi potresti mettere questi”.
Li afferro. Solo sentirli in mano mi da piacevoli e insane sensazioni “Collant?”.
“Si.... Quelli invernali neri sessanta denari.... Sono coprenti e restringenti. E' come avessi la tuta da ciclista.... Li metti sotto e non si vede nulla”.
“Collant tuoi?”.
“Ovvio. Di chi se no. Se però ti imbarazza mettere calze da donna basta dirlo...”.
“Ma no, ma no li metto subito” mi volto e mi chino per infilarli. Mentre le do la schiena non posso fare a meno di portarli al naso per sentire se profumano magari della sua figa.... Ovviamente sono stati lavati quindi è solo un'illusione ma mi pare quasi di sentire aroma di sesso... il suo sesso.
“Aspetta. Non si mettono così. Devi arrotolarli e poi farteli scorrere sulla gamba. Sdraiati sul letto e solleva le gambe che lo faccio io dai”.
Oddio... Adesso mi mette lei i collant... Mamma mia che voglia che mi viene”.
Arrotola l'indumento, me lo infila nei pieni e poi lo fa salire lentamente. Quella sensazione sulla pelle è impagabile. L'uccello è proprio di fronte a lei, sento quasi il suo alito sulla cappella mentre mi veste. Arriva al cazzo, lo afferra delicata con due dita e lo abbassa.... Fa un po fatica perchè è durissimo e più spinge più io faccio “argh”.
Non credo mi abbia mai toccato il cazzo con tanta insistenza.
“Ecco fatto. Va che bello che sei”.
Mi guardo allo specchio sembro un mezzo travestito e un mezzo ballerino di danza classica.... Ma può andare.
Infilo ai piedi le scarpe da tennis e sono pronto.
L'uccello sotto è ancora li che pulsa ma il nylon e l'elastico lo trattengono. Solo il bozzo è bello evidente appena celato dalla lunga camicia.
“Ok vado a prendere la valigia”.
“Bravo ma fai veloce” dice nonna ben conscia che non sono propriamente un simbolo di eleganza e sobrietà.
O si nonna, penso, faccio veloce si perchè appena torno mi faccio un altro di quei segoni che tu neanche immagini.

Va tutto bene. Scendo, prendo la valigia, non passa nessuno, nessuno mi nota. Chiudo l'auto, entro, sollevo il trolley per fare i gradini, chiamo l'ascensore.
Si apre la porta, entro e sono salvo.
Ma neanche il tempo di dirlo e la porta invece di chiudersi si riapre.
Con orrore vedo l'ombra imponenete della vedova Teresina che entra con me.
“Buongiorno” dice asciutta.
“buon... buon giorno signora” rispondo io tentennante.
La guardo. Pantaloni rosa della tuta, canotta da uomo bianca e ciabatte. I suoi 130 chili sbordano da tutte le parti. I dieci chili buoni di tette sono incipienti e incontenibili tanto più che non deve avere il reggiseno. Ha in mano il bidoncino marrone dell'immondizia. Doveva proprio andare a prenderlo adesso?
Lei guarda me e il mio “costume”.
Ci riflette “senti ma sei frocetto? Lo sa tua nonna?”.
“Cosa sono scusi?”.
“Ma si dai quelli che si vestono mezzi da donna perchè gli piace prenderlo nel culo”.
Precisiamo una cosa. La vedova Teresina è nata in Calabria, sempre più o meno vissuta nei campi. Avrà la seconda elementare e magari neanche quella e non è certo una che si misura nel parlare. Ricordo una volta, anni fa che pur davanti a me bambino che ascoltavo disse a mia nonna “Lo sai che quella puttana di mia figlia è di nuovo incinta.... Si comprasse un cazzo di gomma come ho fatto io farebbe un affare....” e subito dopo aveva fatto una grassa risata senza alcun senso di colpa.
“No guardi che c'è uno sbaglio... Ero da nonna senza pantaloni e mi sono dovuto arrangiare come potevo”.
Ma lei non mi sta nemmeno ascoltando “Ma che mondo che abbiamo... Uomini che inculano uomini, donne che leccano la fessa alle donne... Tramvestiti....”.
E li rido perchè mi fa pensare a un tranviere gay!!!
“Guardi che si sbaglia glielo giuro”. Ora sono un po' terrorizzato perchè la vedova Teresina è peggio di Facebook per passare notizie.
Dagli un pettegolezzo (e questo è bello grosso) e in mezza giornata i cazzi tuoi li sapranno in tutta la città.
“Signora mi ascolti....”.
“Ma dai, ma dai lo so che non è colpa tua lo hanno detto anche alla tele che è una malattia dei geni”.
“Si della lampada..... -non ce la faccio più. Mi sale una rabbia dentro che di botto la mano scatta sul pulsante di stop e blocco l'ascensore- Senti vecchia stronza mi vuoi ascoltare. Non sono gay, non sono frocio e neanche travestito” ho gli occhi iniettati di fuoco. Senza quasi rendermene conto calo i collant e mi afferro il cazzo che salta fuori imponente e durissimo “To lo vedi come mi viene duro a fissare le tettone a una vecchia chiattona come te... Immagina le giovani!”.
“O minchia che minchia” scatta lei e resta davvero senza parole.
“La vuoi? La vuoi succhiare? La vuoi nella figa che è meglio del tuo cazzo di gomma? E' questo che vuoi?”.
Le ho già afferrato una mammella...
Lei sgrana gli occhi... “Madonnna che uccello che tieni”.
Faccio ripartire l'ascensore... “Dai che adesso te lo faccio provare zoccolona”.
Arriviamo al piano. Lascio la valigia sul pianerottolo e invece di andare a destra verso l’appartamento di nonna vado a sinistra seguendo la signora Teresina... Io ho il cazzo al vento, lei le tette che ciondolano fuori dalla canotta... Non stiamo certo andando a berci un caffè...
La casa era arredata modestamnete per non dire di peggio e aleggiava un forte odore di fritto quasi fastidioso. Ma non ero certo lì per dare consigli di arredo. Neanche il tempo di chiudere la porta e avevo già afferrato l'elastico della tuta rosa di Teresina e glielo avevo calato con un colpo secco fino alle caviglie.
Il suo grosso culo burroso mi si presentò davanti e non diedi nemmeno modo alla vecchia befana di andare fino alla camera da letto. Con una spinta la feci arrivare fino a un buffet di formica per farla chinare in avanti e già le avevo messo due dita in mezzo alle gambe.
“Senti come sei bagnata vaccona” dissi mentre le ficcavo dentro le due dita assieme senza preoccuparmi di farle male”.
“ummmm porcone ti piace la figa vero”.
“Ne ho chiavate di meglio troia.... Ma ora stai ferma che ti impalo”.
“Non sei tanto gentile....” borbottò lei.
“Non sono mica venuto a fare il gentile, sono venuto a spaccarti la figa puttanona”.
“E le calze non le levi?” disse facendomi notare che indossavo ancora i collant di mia nonna.
“No... E tanto per chiarire li tirai su e poi li strappai per poter avere il cazzo fuori senza doverli togliere.
“Quindi è vero che sei un po' ricchione” ridacchiò la vecchia.
“Si infatti questo è proprio da ricchione” e con un colpo secco la penetrai.
Doveva essere a secco da anni e sentii quasi le pareti vaginali che si spaccavano.
“Piano cazzo.....!” urlò la vecchia ma a me delle sue obiezioni non importava nulla. Mi aveva beccato già mezzo arrapato da mia nonna in più con quel nylon addosso che mi stimolava ancora di più e aveva colmato il tutto facendomi incazzare a dismisura con la storia del frocio.
Ora era giusto che mi sfogassi come meglio credevo.
Dopo tre o quattro pompate decise inizi a bagnarsi ben bene e anche il suo dolore divenne piacere. Io, strizzando con forza quei due maniglioni di lardo che avevo sui fianchi pompavo con tutta la forza che avevo e mi beavo, guardando lo specchio a figura intera che rifletteva la nostra immagine e che mi mostrava le sue enormi e molli tettone che ballonzolavano a tutta forza ad ogni colpo.
Dopo poco sentii che faceva un verso simile a un nitrito di un cavallo.... la porca stava venendo.
Continuai a fotterla ben bene fin che non ne fui sazio e sentendo i coglioni pieni le ordinai “forza girati che ti sborro sulle tettone”.
Non era un'invito ma un'ordine quindi lei non se lo fece ripetere due volte. Con andatura goffa e claudicante cercò di voltarsi meglio che poteva mentre dalla figa le colavano liquami giù lungo fino alle cosce.
Si mise piano piano in ginocchio, levò la canotta comunque del tutto inutile e guardò il cazzo che si avvicinava mentre io lo segavo velocemente.
Partì lo schizzo e le arrivò giusto sulla poppa sinistra ma era così abbondante che di rimbalzo un po' le arrivò sul mento.
Teresina chiuse gli occhi e io continuai a pompare con la mano per svuotarmi bene con altri due fiotti di sperma che le colarono sempre sulle poppe.
A quel punto, visto che aveva chiuso gli occhi quasi schifata decisi che era il caso di andare avanti. Le afferrai i lunghi capelli bianchi con forza la tirai a me e dissi “apri la bocca puttana”.
Lei provò a non farlo ma la cappella era già sulle sue labbra e spingevo....
“Forza ingoia sto gelato”.
“ummmm porc....” borbottò ma non poteva parlare perchè il mio uccello pieno di sborra le era già entrato in gola.
“Forza non dirmi che non sai fare un pompino.... Dai su vecchia mignotta succhia”.
Obbedì.....
A quel punto mi accorsi che nella tasca del camicione di nonna avevo il mio iPhone e stava vibrando.
Lo presi in mano senza smettere di tenere il cazzo in bocca a Teresina e vidi che era la nonna...
Risposi.
“John ma dove cavolo sei finito?”.
“Scusa nonna arrivo subito”.
“Ma dove sei? Coi i miei collant addosso? Ma sei matto?”.
“Nonna ho detto che vengo subito....” e chiusi la conversazione mentre Teresina ancora ciucciava a tutta forza e le sue tettone facevano da cuscino ai miei coglioni.
A quel punto visto che avevo ancora il telefono in mano mi venne in mente di fare qualche bel primo piano a Teresina con mio uccello in bocca e le tette tutte sborrate....

Nonostante la voglia fosse di stare li a farmi la vecchia ancora una volta e possibilmente spaccarle il culo come meritava non potevo far aspettare ancora nonna. Così glielo sfilai di bocca e lo feci sparire meglio che potevo dentro al collant...
“Ora devo andare ma appena ho tempo torno...”.
“Ma chi ti credi di essere? Mica sono una puttana che vieni a scopare quando vuoi capito? Sono una signora per bene io”.
“No tu sei una vacca petteggola e la prossima volta che vengo ti prendo anche il culo.... E sappi, se caso mai ti andasse di parlare in giro di me, di nonna o del mio collant che ho queste belle foto di te che ciucci il cazzo. Se ti gira di spettegolare te le attacco nell'ingresso del palazzo capito?”.
“Io sono una donna riservatissima cosa credi” disse mentre si alzava in piedi e si puliva la bocca con la mano.
“Si si riservatissima.... Dai che vado”.
Lei mi chiamò. Aveva il sorriso gentile di una ragazzina. Un sorriso che non avevo mai visto su quel faccione acido e antipatico “Allora ripassi a trovarmi amore?”.
“Appena avrò voglia e tempo”.
Lei si diede uno schiaffo da sola su una chiappa “Non farmi aspettare amore che ti do anche il culo” e mi mandò un bacio con la bocca.
“Che puttana” sussurrai mentre mi chiudevo la porta alle spalle.

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