Il magnifico cornuto
Scritto da Troy2a, il 2019-09-04, genere tradimenti
Ecco il mio momento, quello che, per me, vale qualsiasi cosa.
Teresa, mia moglie, ha il cazzo del toro in bocca: lo prepara, umettandolo dal glande fino ai coglioni. Io sono dietro di lei, che è a pecora. Le apro le chiappe con le mani e le lecco il buco del culo, cercando di spingere la lingua più dentro che posso. Voglio che lui la trovi pronta a riceverlo, che il suo cazzo possa scivolarle nell'intestino facendole meno male possibile. Lo sento arrivare alle mie spalle: devo fargli posto e mettermi di lato. Lo aiuterò il più possibile. Allargo ancora le chiappe di Teresa per fargli vedere bene dove puntare. Ha un cazzo stupefacente, più per circonferenza che per lunghezza, solcato da tante vene ingrossate. Comincia ad entrare: posso avvertire lo sforzo di Teresa per mantenere rilassato lo sfintere. Io faccio il possibile per tenere ben aperto il culo, ma è un cazzo davvero enorme. Lui è bravo: non ha fretta. Lo fa scivolare lentamente, un centimetro per volta, mentre Teresa stringe le lenzuola. Vorrei carezzarle il volto, ma sarà meglio che continui a tenerle le chiappe dilatate. Protendo la lingua, per lubrificare un po' sia il buchino che il cazzo del toro. È dentro! Tutto dentro, ora. Lui si ferma un attimo per far abituare lei, mentre io le metto due dita nella fica. Mi piace accarezzare il cazzo del bull attraverso la sottile membrana che divide i due cunicoli. Ora lui comincia a muoversi: non ha più bisogno di me. Mi sposto a sussurrare qualcosa a mia moglie:
“Ti piace, tesoro? È un bel cazzo!”
“Enorme! Mi sento piena, mi spacca. Ma mi piace: è stupendo!”
“Vuoi che lo metta tra i preferiti?”
“Certo che sì!”
Torniamo verso casa. Lei ha avuto qualche difficoltà a camminare per arrivare in macchina. Mi ha chiesto se, secondo me, qualcuno ha potuto immaginare che le avessero appena fatto il culo.
“Presumo di sì!” avevo risposto, facendola contenta.
Io e Teresa siamo sposati da venti anni; lavoriamo tutti e due in posta, in due uffici diversi. Due stipendi non eccezionali, ma discreti, che sommati con la cospicua eredità lasciataci da una prozia e i soldi che ci danno i nostri genitori, tutti benestanti, ci consentono di vivere bene e di permetterci una donna che venga 3 ore al giorno a pulir casa e fare da mangiare. Così noi possiamo dedicarci al nostro hobby preferito. Porto mia moglie a farsi scopare quasi tutti i giorni e, se per qualsiasi motivo, trascorrono 2 giorni senza incontrare nessuno, lei me lo ricorda, mi rammenta quanto per lei sia un bisogno, che senza scopare diventa nervosa. Io, per parte mia, non avrei mai potuto sperare in una moglie migliore: non mi ha mai deluso. Mi ha cornificato fin da quando eravamo fidanzati, gratificando la mia natura di cuckold. Perciò non voglio mai deluderla. Abbiamo due figli, due gemelli di 19 anni: Mattia e Matteo, che sono a conoscenza della nostra passione: non abbiamo segreti.
“Allora? Chi escludo dai preferiti?” i preferiti sono, per convenzione, i dieci bulls che piacciono di più a mia moglie, quelli che incontriamo almeno una o due volte al mese, tutti i mesi. Inserirne uno nel gruppo, significa escluderne un altro. Almeno fin ora!
“Davvero non lo so! È che sono affezionata a tutti. Lo sai: con loro non è solo sesso, ormai. Mi trovo bene!”
“Quindi?”
Mi risponde il suo silenzio.
“Possiamo semplicemente aggiungerlo, senza escludere nessuno.” dico io.
“Ecco! Questa è un'ottima idea. Facciamo 11!”
La macchina va, ma lei avverte qualcosa di diverso nell'aria.
“Che c'è? Perché sei taciturno? Non ti è piaciuto, oggi?”
“Da morire: tu sei sempre fantastica e lui era un vero toro da monta!”
“Allora cosa non va?”
“Niente... è che... Ho paura che i preferiti diventino troppi.”
“Geloso?”
“Ma che dici! Ho solo paura che per incontrare loro ci manchi il tempo di andare alla ricerca di nuovi talenti.”
La sua risata scioglie la tensione.
“Non succederà mai, cornutone mio! Voglio dire: chi ci impedisce di fare due incontri nello stesso giorno? Potremmo vedere uno dei preferiti e dopo uno nuovo, o viceversa. O anche vederli contemporaneamente. Anzi, sai cosa ti dico? La settimana prossima cerchiamo di organizzare un incontro con tutti i preferiti: sono 7 o 8 mesi che non lo facciamo.”
“Perfetto, mia Regina! Non posso che condividere. Ha altre proposte da fare, mia Regina?”
“Mmm... Beh, sì! Una!”
“Sempre a tua disposizione, Mia Sovrana!”
“Pensavo che, siccome i preferiti hanno quasi tutti la nostra età e nessuno sotto i trentacinque, potremmo abbassare l'età media dei nuovi incontri!”
“Vuoi scoparti i diciottenni?”
“Se capita! Ma mi accontento di stare sotto i trenta!”
“Sarà fatto!”
Mi sorride, allenta la cintura e si piega su di me: ogni servitore merita il suo compenso e lei non manca mai di pagarmi con un pompino mentre torniamo a casa. D'altronde, mentre lei scopa i suoi amanti, io mi limitò a servire loro, senza neanche masturbarmi.
Arriviamo a casa: ha ancora difficoltà a camminare. Entriamo e lei tira dritto in camera nostra, incurante della fioca luce che appare attraverso la porta socchiusa e dei gemiti che non lasciano dubbi su quel che avviene là dentro. Sa già chi c'è e cosa stanno facendo. Loro tre non si scompongono e continuano a scopare: non è la prima volta che Mattia e Matteo si fanno sorprendere a scoparsi Federica, la ragazza di Matteo, una vera troietta. Roberta, la ragazza di Mattia, è più pudica, anche se un paio di volte si sono fatta insieme anche lei. Teresa prende l'intimo per cambiarsi e va a farsi la doccia.
“Poi mi spalmi un po' di pomata: ho il culo che è una fornace!” dice, mentre chiude lo sportello del box doccia. Quando esce, io sono in cucina a bere qualcosa, insieme ai tre porcellini, che hanno ritenuto inutile rivestirsi del tutto. Teresa entra, frizionandosi i capelli, e continuando a muovere il culo, come a voler trovare la posizione giusta, quella che faccia meno male.
“Se vuoi, posso spalmarti la pomata anche qui. Appoggiata al tavolo, forse staresti più comoda.”
Lei lascia scivolare l'accappatoio e posa le mani sul tavolo, sporgendo il culo indietro, senza parlare. Le apro le chiappe e poso una buona dose di pomata vicino allo sfintere.
“Ma che cazzo aveva quello, mamma!”
“Enorme! Te lo assicuro.”
“Ti credo! Ti ha lasciato una caverna. Lo rivedrai?”
“Puoi giurarci. Fa male, ma ti fa godere un casino.”
Intervengo io, forse sbagliando.
“Tua madre mi ha chiesto di organizzarle una gang coi migliori per la settimana prossima!”
“Cazzo, mamma! Possiamo venire a vedere?”
“Ma che dici? Non se ne parla nemmeno.”
“Ma perché? Cosa c'è di strano?”
“Cosa c'è di strano? Perché per voi è normale che due figli stiano a guardare mentre 11 uo
mini si scopano la loro madre, vero?”
“Perché per te è normale che tuo marito stia a guardare?”
Mi hanno tirato dentro.
“In effetti, messa così, il ragionamento non fa una grinza.”
Teresa mi guarda, sbuffa e va via, portandosi l'accappatoio.
Ok! Squadra al completo per il mercoledì. Teresa si è arresa alle insistenze dei suoi figli, o forse di più ai miei silenzi. Ma pretende che andiamo con due macchine: non vuole che si sappia che lei è la mamma. Appuntamento nel grande parcheggio di un centro commerciale, lasciamo qualche macchina e con le altre piene ci dirigiamo verso il solito posto delle gang: il casale in campagna di Giacomo, seminascosto tra gli alberi e lontano dalle strade frequentate. Teresa, fino ad ora silenziosa e quasi cupa, si scioglie non appena cominciano ad apparire i primi cazzi. Lo sapevo: è un richiamo al quale proprio non sa resistere. Quasi non si accorge che anche i suoi figli si sono spogliati, per non dare nell'occhio. Io... beh, mi spoglio anch'io, per non essere da meno, ma oggi il mio posto è in poltrona: solo spettatore. Quando lei è circondata da cazzi, non c'è lo spazio per me per prestarle i miei servigi.
I primi quattro cominciano a scoparla, mentre gli altri sette e i miei due ragazzi guardano e si segano. Teresa è un vero spettacolo: gode come una forsennata, saltellando da un cazzo all'altro. Ditemi voi come faccio a non amarla? Qualcuno si prende una pausa, per non venire troppo presto ed è qui che succede l'imprevisto.
“Dai, ragazzi! Tocca a voi: fate sbrodolare sta troia!”
Uno dei preferiti spinge nella mischia i miei due figli. Sto per intervenire, ma il buonsenso mi dice che rischierei di svelare il rapporto. Loro mi guardano ed io rispondo con un impercettibile segno del capo di andare. Anche Teresa fa finta di nulla e si getta tra di loro, prendendo subito in bocca i loro cazzi. Un brivido incredibile mi percorre la schiena: sono eccitatissimo. Devo ammetterlo a me stesso: non ci trovo nulla di imbarazzante o di sconveniente, solo tantissima eccitazione. Matteo le sfila il cazzo di bocca e, con modi non proprio gentili, la mette in posizione e la incula senza esitazioni. Intorno è un coro da stadio che incita i ragazzi a farla godere e lei... Lei gode! Eccome se gode! Urla di piacere e chiama altri cazzi vicino a lei, a dissetarla, a saziare la sua fame di sesso, di carne, di piacere.
Si danno ancora il cambio, per prolungare senza tempo il piacere, di tutti.
Che torni il turno dei nostri figli è del tutto naturale. Fino in fondo, fino al momento in cui le si posizionano tutti intorno e cominciano a svuotarsi i coglioni nella sua bocca, con lei che cerca di ingoiare più sborra possibile, anche quella di Mattia e Matteo.
Sulla strada del ritorno, lei è di nuovo silenziosa: non avvicina la sua bocca a me ed io non ho il coraggio di chiederle ciò che mi spetterebbe di diritto.
Arriviamo a casa: si spoglia appena dopo che Mattia ha chiuso la porta alle nostre apalle. Sfila tutto: rimane nuda e rimette solo le scarpe. Si dirige in cucina e prende la bottiglia d'acqua dal frigo; beve a canna un sorso interminabile, appoggiata con le spalle ed il culo al frigorifero.
“Ora sarete contenti.” dice guardandoci alternativamente tutti e tre. “Come prevedevo: vi siete scopato vostra madre, me siete venuti in bocca. Ho ancora il sapore della vostra sborra.”
“Ma mamma...”
“Mamma un cazzo. Volete forse dire che non è così? Vado a fare una doccia, che è meglio!”
Si allontana verso il bagno.
“Ah,mamma!” Matteo la richiama. Lei si volta: vuol sembrare arrabbiata, ma non ci riesce.
“Che c'è?”
“Volevo solo dirti che sei stata fantastica!”
Torna indietro.
“Davvero?”
“Puoi giurarci!”
“Grazie, tesoro! Anche voi due siete stati eccezionali. E devo dire che siete dotati veramente bene.”
Bacia prima uno e poi l'altro sulla bocca. Mattia osa:
“Ci metti tra i preferiti, mamma?”
Lei gli sorride e lo bacia di nuovo.
“Ci penserò!” risponde ammiccante. Poi fa qualche passo verso di me: i miei occhi sono calamitati dai suoi capezzoli, tornati turgidi e ritti. Mi prende per la camicia.
“Pensavo!” mi dice.
“Pensavi?”
“Se incontrassimo i preferiti tre per volta...”
“Tre per volta.” echeggio io, a sottolineare il vuoto lasciato dalla sua frase.
“Sì. Tre per volta. Potremmo incontrarli tutti anche due volte al mese e ci rimarrebbero una ventina di giorni liberi. Venti giorni e, se vuoi, venti cazzi nuovi, giovani, giovanissimi. Per la tua collezione di corna.”
“Questa sì che è un'ottima idea!” confermo.
Si inginocchia.
“Che fai?” le chiedo.
“Non ho dimenticato il mio debito, sai?” risponde, slacciandomi i pantaloni.
“Noi? Andiamo di là?” chiedono i gemelli.
“Se avete ancora voglia di un pompino, potete anche avvicinarvi.”
“E la fica?”
“La fica e anche il culo. Papà vuole il suo pompino di sicuro.”
Sono felice: mi sento un magnifico cornuto!
Teresa, mia moglie, ha il cazzo del toro in bocca: lo prepara, umettandolo dal glande fino ai coglioni. Io sono dietro di lei, che è a pecora. Le apro le chiappe con le mani e le lecco il buco del culo, cercando di spingere la lingua più dentro che posso. Voglio che lui la trovi pronta a riceverlo, che il suo cazzo possa scivolarle nell'intestino facendole meno male possibile. Lo sento arrivare alle mie spalle: devo fargli posto e mettermi di lato. Lo aiuterò il più possibile. Allargo ancora le chiappe di Teresa per fargli vedere bene dove puntare. Ha un cazzo stupefacente, più per circonferenza che per lunghezza, solcato da tante vene ingrossate. Comincia ad entrare: posso avvertire lo sforzo di Teresa per mantenere rilassato lo sfintere. Io faccio il possibile per tenere ben aperto il culo, ma è un cazzo davvero enorme. Lui è bravo: non ha fretta. Lo fa scivolare lentamente, un centimetro per volta, mentre Teresa stringe le lenzuola. Vorrei carezzarle il volto, ma sarà meglio che continui a tenerle le chiappe dilatate. Protendo la lingua, per lubrificare un po' sia il buchino che il cazzo del toro. È dentro! Tutto dentro, ora. Lui si ferma un attimo per far abituare lei, mentre io le metto due dita nella fica. Mi piace accarezzare il cazzo del bull attraverso la sottile membrana che divide i due cunicoli. Ora lui comincia a muoversi: non ha più bisogno di me. Mi sposto a sussurrare qualcosa a mia moglie:
“Ti piace, tesoro? È un bel cazzo!”
“Enorme! Mi sento piena, mi spacca. Ma mi piace: è stupendo!”
“Vuoi che lo metta tra i preferiti?”
“Certo che sì!”
Torniamo verso casa. Lei ha avuto qualche difficoltà a camminare per arrivare in macchina. Mi ha chiesto se, secondo me, qualcuno ha potuto immaginare che le avessero appena fatto il culo.
“Presumo di sì!” avevo risposto, facendola contenta.
Io e Teresa siamo sposati da venti anni; lavoriamo tutti e due in posta, in due uffici diversi. Due stipendi non eccezionali, ma discreti, che sommati con la cospicua eredità lasciataci da una prozia e i soldi che ci danno i nostri genitori, tutti benestanti, ci consentono di vivere bene e di permetterci una donna che venga 3 ore al giorno a pulir casa e fare da mangiare. Così noi possiamo dedicarci al nostro hobby preferito. Porto mia moglie a farsi scopare quasi tutti i giorni e, se per qualsiasi motivo, trascorrono 2 giorni senza incontrare nessuno, lei me lo ricorda, mi rammenta quanto per lei sia un bisogno, che senza scopare diventa nervosa. Io, per parte mia, non avrei mai potuto sperare in una moglie migliore: non mi ha mai deluso. Mi ha cornificato fin da quando eravamo fidanzati, gratificando la mia natura di cuckold. Perciò non voglio mai deluderla. Abbiamo due figli, due gemelli di 19 anni: Mattia e Matteo, che sono a conoscenza della nostra passione: non abbiamo segreti.
“Allora? Chi escludo dai preferiti?” i preferiti sono, per convenzione, i dieci bulls che piacciono di più a mia moglie, quelli che incontriamo almeno una o due volte al mese, tutti i mesi. Inserirne uno nel gruppo, significa escluderne un altro. Almeno fin ora!
“Davvero non lo so! È che sono affezionata a tutti. Lo sai: con loro non è solo sesso, ormai. Mi trovo bene!”
“Quindi?”
Mi risponde il suo silenzio.
“Possiamo semplicemente aggiungerlo, senza escludere nessuno.” dico io.
“Ecco! Questa è un'ottima idea. Facciamo 11!”
La macchina va, ma lei avverte qualcosa di diverso nell'aria.
“Che c'è? Perché sei taciturno? Non ti è piaciuto, oggi?”
“Da morire: tu sei sempre fantastica e lui era un vero toro da monta!”
“Allora cosa non va?”
“Niente... è che... Ho paura che i preferiti diventino troppi.”
“Geloso?”
“Ma che dici! Ho solo paura che per incontrare loro ci manchi il tempo di andare alla ricerca di nuovi talenti.”
La sua risata scioglie la tensione.
“Non succederà mai, cornutone mio! Voglio dire: chi ci impedisce di fare due incontri nello stesso giorno? Potremmo vedere uno dei preferiti e dopo uno nuovo, o viceversa. O anche vederli contemporaneamente. Anzi, sai cosa ti dico? La settimana prossima cerchiamo di organizzare un incontro con tutti i preferiti: sono 7 o 8 mesi che non lo facciamo.”
“Perfetto, mia Regina! Non posso che condividere. Ha altre proposte da fare, mia Regina?”
“Mmm... Beh, sì! Una!”
“Sempre a tua disposizione, Mia Sovrana!”
“Pensavo che, siccome i preferiti hanno quasi tutti la nostra età e nessuno sotto i trentacinque, potremmo abbassare l'età media dei nuovi incontri!”
“Vuoi scoparti i diciottenni?”
“Se capita! Ma mi accontento di stare sotto i trenta!”
“Sarà fatto!”
Mi sorride, allenta la cintura e si piega su di me: ogni servitore merita il suo compenso e lei non manca mai di pagarmi con un pompino mentre torniamo a casa. D'altronde, mentre lei scopa i suoi amanti, io mi limitò a servire loro, senza neanche masturbarmi.
Arriviamo a casa: ha ancora difficoltà a camminare. Entriamo e lei tira dritto in camera nostra, incurante della fioca luce che appare attraverso la porta socchiusa e dei gemiti che non lasciano dubbi su quel che avviene là dentro. Sa già chi c'è e cosa stanno facendo. Loro tre non si scompongono e continuano a scopare: non è la prima volta che Mattia e Matteo si fanno sorprendere a scoparsi Federica, la ragazza di Matteo, una vera troietta. Roberta, la ragazza di Mattia, è più pudica, anche se un paio di volte si sono fatta insieme anche lei. Teresa prende l'intimo per cambiarsi e va a farsi la doccia.
“Poi mi spalmi un po' di pomata: ho il culo che è una fornace!” dice, mentre chiude lo sportello del box doccia. Quando esce, io sono in cucina a bere qualcosa, insieme ai tre porcellini, che hanno ritenuto inutile rivestirsi del tutto. Teresa entra, frizionandosi i capelli, e continuando a muovere il culo, come a voler trovare la posizione giusta, quella che faccia meno male.
“Se vuoi, posso spalmarti la pomata anche qui. Appoggiata al tavolo, forse staresti più comoda.”
Lei lascia scivolare l'accappatoio e posa le mani sul tavolo, sporgendo il culo indietro, senza parlare. Le apro le chiappe e poso una buona dose di pomata vicino allo sfintere.
“Ma che cazzo aveva quello, mamma!”
“Enorme! Te lo assicuro.”
“Ti credo! Ti ha lasciato una caverna. Lo rivedrai?”
“Puoi giurarci. Fa male, ma ti fa godere un casino.”
Intervengo io, forse sbagliando.
“Tua madre mi ha chiesto di organizzarle una gang coi migliori per la settimana prossima!”
“Cazzo, mamma! Possiamo venire a vedere?”
“Ma che dici? Non se ne parla nemmeno.”
“Ma perché? Cosa c'è di strano?”
“Cosa c'è di strano? Perché per voi è normale che due figli stiano a guardare mentre 11 uo
mini si scopano la loro madre, vero?”
“Perché per te è normale che tuo marito stia a guardare?”
Mi hanno tirato dentro.
“In effetti, messa così, il ragionamento non fa una grinza.”
Teresa mi guarda, sbuffa e va via, portandosi l'accappatoio.
Ok! Squadra al completo per il mercoledì. Teresa si è arresa alle insistenze dei suoi figli, o forse di più ai miei silenzi. Ma pretende che andiamo con due macchine: non vuole che si sappia che lei è la mamma. Appuntamento nel grande parcheggio di un centro commerciale, lasciamo qualche macchina e con le altre piene ci dirigiamo verso il solito posto delle gang: il casale in campagna di Giacomo, seminascosto tra gli alberi e lontano dalle strade frequentate. Teresa, fino ad ora silenziosa e quasi cupa, si scioglie non appena cominciano ad apparire i primi cazzi. Lo sapevo: è un richiamo al quale proprio non sa resistere. Quasi non si accorge che anche i suoi figli si sono spogliati, per non dare nell'occhio. Io... beh, mi spoglio anch'io, per non essere da meno, ma oggi il mio posto è in poltrona: solo spettatore. Quando lei è circondata da cazzi, non c'è lo spazio per me per prestarle i miei servigi.
I primi quattro cominciano a scoparla, mentre gli altri sette e i miei due ragazzi guardano e si segano. Teresa è un vero spettacolo: gode come una forsennata, saltellando da un cazzo all'altro. Ditemi voi come faccio a non amarla? Qualcuno si prende una pausa, per non venire troppo presto ed è qui che succede l'imprevisto.
“Dai, ragazzi! Tocca a voi: fate sbrodolare sta troia!”
Uno dei preferiti spinge nella mischia i miei due figli. Sto per intervenire, ma il buonsenso mi dice che rischierei di svelare il rapporto. Loro mi guardano ed io rispondo con un impercettibile segno del capo di andare. Anche Teresa fa finta di nulla e si getta tra di loro, prendendo subito in bocca i loro cazzi. Un brivido incredibile mi percorre la schiena: sono eccitatissimo. Devo ammetterlo a me stesso: non ci trovo nulla di imbarazzante o di sconveniente, solo tantissima eccitazione. Matteo le sfila il cazzo di bocca e, con modi non proprio gentili, la mette in posizione e la incula senza esitazioni. Intorno è un coro da stadio che incita i ragazzi a farla godere e lei... Lei gode! Eccome se gode! Urla di piacere e chiama altri cazzi vicino a lei, a dissetarla, a saziare la sua fame di sesso, di carne, di piacere.
Si danno ancora il cambio, per prolungare senza tempo il piacere, di tutti.
Che torni il turno dei nostri figli è del tutto naturale. Fino in fondo, fino al momento in cui le si posizionano tutti intorno e cominciano a svuotarsi i coglioni nella sua bocca, con lei che cerca di ingoiare più sborra possibile, anche quella di Mattia e Matteo.
Sulla strada del ritorno, lei è di nuovo silenziosa: non avvicina la sua bocca a me ed io non ho il coraggio di chiederle ciò che mi spetterebbe di diritto.
Arriviamo a casa: si spoglia appena dopo che Mattia ha chiuso la porta alle nostre apalle. Sfila tutto: rimane nuda e rimette solo le scarpe. Si dirige in cucina e prende la bottiglia d'acqua dal frigo; beve a canna un sorso interminabile, appoggiata con le spalle ed il culo al frigorifero.
“Ora sarete contenti.” dice guardandoci alternativamente tutti e tre. “Come prevedevo: vi siete scopato vostra madre, me siete venuti in bocca. Ho ancora il sapore della vostra sborra.”
“Ma mamma...”
“Mamma un cazzo. Volete forse dire che non è così? Vado a fare una doccia, che è meglio!”
Si allontana verso il bagno.
“Ah,mamma!” Matteo la richiama. Lei si volta: vuol sembrare arrabbiata, ma non ci riesce.
“Che c'è?”
“Volevo solo dirti che sei stata fantastica!”
Torna indietro.
“Davvero?”
“Puoi giurarci!”
“Grazie, tesoro! Anche voi due siete stati eccezionali. E devo dire che siete dotati veramente bene.”
Bacia prima uno e poi l'altro sulla bocca. Mattia osa:
“Ci metti tra i preferiti, mamma?”
Lei gli sorride e lo bacia di nuovo.
“Ci penserò!” risponde ammiccante. Poi fa qualche passo verso di me: i miei occhi sono calamitati dai suoi capezzoli, tornati turgidi e ritti. Mi prende per la camicia.
“Pensavo!” mi dice.
“Pensavi?”
“Se incontrassimo i preferiti tre per volta...”
“Tre per volta.” echeggio io, a sottolineare il vuoto lasciato dalla sua frase.
“Sì. Tre per volta. Potremmo incontrarli tutti anche due volte al mese e ci rimarrebbero una ventina di giorni liberi. Venti giorni e, se vuoi, venti cazzi nuovi, giovani, giovanissimi. Per la tua collezione di corna.”
“Questa sì che è un'ottima idea!” confermo.
Si inginocchia.
“Che fai?” le chiedo.
“Non ho dimenticato il mio debito, sai?” risponde, slacciandomi i pantaloni.
“Noi? Andiamo di là?” chiedono i gemelli.
“Se avete ancora voglia di un pompino, potete anche avvicinarvi.”
“E la fica?”
“La fica e anche il culo. Papà vuole il suo pompino di sicuro.”
Sono felice: mi sento un magnifico cornuto!
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