Alla casa di mia madre.
Scritto da Gibbo, il 2019-06-26, genere prime esperienze
Mia madre, risposatasi dopo il divorzio, abitava in una casa appena fuori dal paese ed aveva una coppia, marito e moglie, che accudivano lei la casa e lui parco e giardino e cani da guardia. Un giorno vado da lei e, la signora che accudiva casa mi presenta le sue nipoti: Paola ed Ester, gran pezzi di figa da farmi addrizzare anche il naso, dopo il cazzo. Faccio gli onori di casa, le invito a fare una passeggiata e noto che Ester guardava sempre prima i miei occhi e poi il cazzo sempre agitato. Ad un certo punto mi prende sottobraccio e, nel tornare a casa, Paola mangia la foglia e sparisce in camera sua e noi due ci mettiamo in salotto,... la casa era libera perché mia madre e suo marito lavoravano fuori, e, dopo sguardi e carezze fuggitive, ci diamo un bacio scontrandoci con le lingue ed io, attratto dalle sue cosce setose , gliele accarezzo, risalendo alla fighina che già era inumidita dal piacere. Le propongo di andare sul letto ma si oppone, allora la faccio sdraiare sul tappeto e mi metto sopra di lei, scoprendo il cazzo che le infilo tra le cosce ed inizio a fare su e giù intanto che le stringevo i seni lievemente. Ad un certo punto io sto per godere e avviso lei che se vuole conoscere la sborra, può continuare masturbandomi e vedere così il cazzo sborrare. Lei tace ma fa quanto le suggerisco e, dopo che me ne sono venuto ed anche lei è bagnatissima alla figa, le propongo di imparare il bocchino e, subito dopo lei ha il cazzo on bocca e si muove veramente bene. Giunto all'orgasmo l'avviso che sto venendo e lei allora aumenta il suo ritmo facendomi schizzare un mare di sborra e le dico di ingoiare ma un poco le esce dalle labbra e se lo raccoglie con le dita che si lecca fino a ripulirle. Dopo che si è lavata il viso, viene da me e ci baciamo in bocca palpandoci dappertutto, poi mi dice che vorrebbe fare l'amore ma vuole mantenersi vergine ed allora io , egoisticamente, le propongo di farsi fare il culo. Rimandiamo l'operazione al giorno dopo ed al mattino presto sono lì per attendere che Ester si svegliasse e, quando la vedo arrivare, con una minigonna che scopriva le sue cosce eccitantissime, già sentivo il poveretto tra le gambe che cercava una via d'uscita dalle mutande. I suoi zii ci salutano ed io trovo il motivo per andare in casa di mia madre insieme, infatti andiamo a vedere in tv un film di Disney. Ci tappiamo nella cameretta mia e lì avevo già preparato la crema per ungerle l'ano ed io il cazzo, così, dopo baci, carezze e strusciamenti, la faccio distendere a pancia sotto, le allargo le cosce e le spargo la crema sull'ano per poi infilarci un dito e già così lei sussulta. Spalmo molta crema sul cazzo e, baciandola sul collo, le accosto i glande all'ano e spingo lentamente ma sento che lei, per autodifesa stringe le natiche ed allora le mollo un colpo deciso per penetrarla completamente e lei grida gemendo a lungo ma non mi fermo e la inculo fino a sborrarle dentro e lei sgrana gli occhi nel vedere il cazzo insanguinato e si stringe a me. Dopo una pausa lei stessa mi propone di riprovarci ancora e, dopo avere ben unto l'ano ed il glande, ricomincio a penetrarla ma lei quella volta non si lamenta ed anzi comincia a sentirne piacere. La possiedo con più foga di prima e, quando me ne vengo, mi dice di avere goduto anche lei, infatti le tocco la figa già intrisa di umori. Terminato i giochi, io torno a casa mia, dove convivevo con i nonni e, quando il giorno dopo ritorno a casa di mia madre, Paola mi dice che Ester è andata con lo zio dai loro parenti per tutto il giorno. Mi chiede poi se mi va di passeggiare con lei ed accetto subito. Si parla prima del più e del meno, poi lei mi guarda negli occhi e va subito al "dunque": tra sorelle si confidano tutto ed Ester le ha detto che senza perdere la verginità, si può godere dando il culo con le dovute precauzioni della prima volta. Glielo confermo e lei va subito a chiedermi se mi piaceva anche lei e, logico che non lo nego, era uno schianto anche lei. Ce ne torniamo a casa e lì, stessa sceneggiata: "andiamo a vedere un film, zia!", così dice Paola ed andiamo in camera dove ci spogliamo baciandoci in bocca, carezzandoci dappertutto e, dopo che le ho toccato a lungo la figa che sborra subito a fiumi, la faccio girare a pancia sotto e le ungo bene l'ano, poi altrettanto faccio sul glande. Le infilo l'indice in culo e lo muovo su e giù per vedere come reagiva lei ma rimane zitta e tesa però come una corda. La bacio sul collo, sulle spalle, poi appoggio il cazzo al suo culo e spingo dentro. Lei subito urla ma io le tappo la bocca con la mano e subito mi dice di smettere perché le fa un gran male ma, memore di come ho reagito con Ester, con Paola faccio altrettanto e le do dei colpi decisi che la fanno piangere ma quando le ho sborrato tutto dentro, lei poi si gira e mi dice di avere fatto bene a non interrompere la penetrazione e ci baciamo all'infinito. La faccio riposare un poco, poi le suggerisco di riprovarci ancora, per abituare il culo al cazzo, così, questa volta, senza uso di crema, la penetro nuovamente e pompo fino a venirmene, incurante dei suoi lamenti di dolore che poi si tramutano in gemiti di piacere e lei mi ringrazia per essere stato impietoso. Ci accarezziamo, baciamo, poi, anche a lei, insegno l'arte del bocchino, così mette subito in pratica la mia lezione facendomi godere assai. Il gioco finisce ed io ritorno dai nonni. Al pomeriggio ne parlo ad un amico più grande di me, di Paola ed Ester e lui, più esperto di me, m'insegna a leccare la figa in teoria ed io m'impegno con lui a mettere in pratica la sua lezione, infatti, al giorno dopo, vado subito da Paola e le faccio provare la leccata di figa: lei gode pazzamente e mi lava il viso con i suoi abbondanti umori, poi, per ricompensa, si prende il cazzo in bocca e mi fa godere da matti. Col parlare di sesso, lei si convince che vuole godersela fino all'ultimo orgasmo ed allora mi abbraccia forte e mi dice chiaramente che vuole essere scopata come si deve. Io la invito a pensarci ancora e rimandiamo al giorno dopo il nuovo gioco.
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