La sorella bona 4 - Dopo la discoteca
Scritto da ErosMassimo, il 2017-09-18, genere incesti
- Sssshhh! Alzati, vieni fuori con me, ti devo parlare!
Come un automa la seguii, pianissimo, per non fare rumore. Salimmo in macchina e, mentre guidava, le dissi che cosa diavolo volesse, a quell’ora. Lei non rispose subito e dovetti solle-citarla un paio di volte, per farla parlare.
- Quell’idiota! Dopo un poco che te sei andato ha voluto tornarsene a casa, perché domani mattina deve alzarsi prestissimo!
- E allora? Ha fatto bene, se deve alzarsi…
- Ha fatto bene, un cazzo! Piantarmi così, con la voglia che ho! il coglione!
E giù una serie di improperi al suo indirizzo.
- Ma adesso, dove stiamo andando?
- Ora ti dico, anzi guida tu, visto che ti sei svegliato, che io sono nervosa!
Fermò l’auto e scese per sedersi al mio posto, passando davanti ai fari. La vidi bene illumi-nata, con quel vestitino ultrasexy e pensai che il suo ragazzo era proprio un cretino. Cazzo, che bona! e di nuovo avvertii un certo solletichìo.
- Vai verso il mare, vicino al villaggio turistico!
- Perché?
- Ho le chiavi della sua casa al mare!
E vedendo che non mi decidevo a ripartire, mi si avvicinò facendo la svenevole:
- Dai, ho una voglia…! E ho l'intenzione di farlo a casa sua, dove avrebbe dovuto portarmi lui!
- Ah, è così? Stasera mi hai trattato male, sei stata di un’antipatia unica e adesso che lui ti ha dato buca, lasciandoti vogliosa, ti strusci addosso come se fossi in calore!
- Beh! hai ragione, sono stata odiosa con te, ma ti prometto che mi farò perdonare!
- Non voglio essere usato come ruota di scorta. Come l’altra volta, hai fatto storie quando sono venuto a scoparti la seconda volta e poi, nella notte, sei venuta tu a cercarmi.
Lei cominciò a capire dove volevo arrivare e fece la maliziosa, stando al gioco.
- Va bene, cosa vorresti da me, per perdonarmi? Dai, se mi porti a casa sua e mi sbatti per bene, stabilirai tu, come, dove e quando mi vorrai scopare un’altra volta!
- Altre due volte, visto che ti sei comportata male!
- Ok, va bene! Ma adesso andiamo!
Misi in moto e ripartii e lei riprese a strusciarsi addosso, languida.
- Mica male! pensai. Sto per andare a scoparmela e come premio per il disturbo…me la sco-però altre due volte.
Ripensai a lei mentre ballava in discoteca e il desiderio si ripresentò, prepotente. Le guardai le gambe e mi divenne duro. Lei se ne accorse e mise subito le mani sulla cerniera dei miei pantaloni:
- Com’è duro! Mmmhhh, fra poco mi scoperà, non vedo l’ora!
Abbassò la cerniera e lo fece venir fuori. A vederlo così grintoso e rigonfio, ebbe un brivido di eccitazione e mi chiese di accostare l’auto. Poi, senza aspettare che fossimo completa-mente fermi, si abbassò con il viso e lo prese in bocca.
Mmmhhh! cominciamo bene, pensai. Reclinai un poco lo schienale e mi misi comodo a go-dere. Con maestria avvolse il cazzo con le sue labbra e poi andò su e giù, accogliendolo in bocca profondamente e sollecitandolo anche con la mano. La lingua indugiava sui rilievi del glande e poi scorreva lungo tutta l’asta procurandomi un piacere intenso.
- Aaahhh! che delizia. Me lo sentivo durissimo e com’era eccitante vederlo sparire nella sua bocca. Poi fui costretto a dirle di fermarsi, perché mi avrebbe fatto venire.
- Hai visto che so farmi perdonare?
Il resto del viaggio ci sembrò lunghissimo, lei non smise nemmeno un attimo di toccarmelo e lo guardava con cupidigia:
- Ma quanto ci vuole ad arrivare? ho una voglia di cazzo che non ti immagini! mentre parla-va mi afferrò la mano destra e se la mise in mezzo alle cosce strusciandola proprio sugli slip. Mi accorsi che era piuttosto umida, mentre lei continuava a strofinarsi e a rabbrividire.
Cavolo! pensai. Se fa così per la mano, mi immagino che farà fra poco, quando avrà ben al-tro fra le cosce. Promette proprio bene! pensai leccandomi i baffi.
Dopo un po’ arrivammo e parcheggiammo dietro la villetta, in modo che dalla strada l’auto non si vedesse. Entrammo furtivi in casa e salimmo verso il primo piano. Mi fermai dopo qualche scalino e rimasi a guardarla mentre continuava a salire.
Come un automa la seguii, pianissimo, per non fare rumore. Salimmo in macchina e, mentre guidava, le dissi che cosa diavolo volesse, a quell’ora. Lei non rispose subito e dovetti solle-citarla un paio di volte, per farla parlare.
- Quell’idiota! Dopo un poco che te sei andato ha voluto tornarsene a casa, perché domani mattina deve alzarsi prestissimo!
- E allora? Ha fatto bene, se deve alzarsi…
- Ha fatto bene, un cazzo! Piantarmi così, con la voglia che ho! il coglione!
E giù una serie di improperi al suo indirizzo.
- Ma adesso, dove stiamo andando?
- Ora ti dico, anzi guida tu, visto che ti sei svegliato, che io sono nervosa!
Fermò l’auto e scese per sedersi al mio posto, passando davanti ai fari. La vidi bene illumi-nata, con quel vestitino ultrasexy e pensai che il suo ragazzo era proprio un cretino. Cazzo, che bona! e di nuovo avvertii un certo solletichìo.
- Vai verso il mare, vicino al villaggio turistico!
- Perché?
- Ho le chiavi della sua casa al mare!
E vedendo che non mi decidevo a ripartire, mi si avvicinò facendo la svenevole:
- Dai, ho una voglia…! E ho l'intenzione di farlo a casa sua, dove avrebbe dovuto portarmi lui!
- Ah, è così? Stasera mi hai trattato male, sei stata di un’antipatia unica e adesso che lui ti ha dato buca, lasciandoti vogliosa, ti strusci addosso come se fossi in calore!
- Beh! hai ragione, sono stata odiosa con te, ma ti prometto che mi farò perdonare!
- Non voglio essere usato come ruota di scorta. Come l’altra volta, hai fatto storie quando sono venuto a scoparti la seconda volta e poi, nella notte, sei venuta tu a cercarmi.
Lei cominciò a capire dove volevo arrivare e fece la maliziosa, stando al gioco.
- Va bene, cosa vorresti da me, per perdonarmi? Dai, se mi porti a casa sua e mi sbatti per bene, stabilirai tu, come, dove e quando mi vorrai scopare un’altra volta!
- Altre due volte, visto che ti sei comportata male!
- Ok, va bene! Ma adesso andiamo!
Misi in moto e ripartii e lei riprese a strusciarsi addosso, languida.
- Mica male! pensai. Sto per andare a scoparmela e come premio per il disturbo…me la sco-però altre due volte.
Ripensai a lei mentre ballava in discoteca e il desiderio si ripresentò, prepotente. Le guardai le gambe e mi divenne duro. Lei se ne accorse e mise subito le mani sulla cerniera dei miei pantaloni:
- Com’è duro! Mmmhhh, fra poco mi scoperà, non vedo l’ora!
Abbassò la cerniera e lo fece venir fuori. A vederlo così grintoso e rigonfio, ebbe un brivido di eccitazione e mi chiese di accostare l’auto. Poi, senza aspettare che fossimo completa-mente fermi, si abbassò con il viso e lo prese in bocca.
Mmmhhh! cominciamo bene, pensai. Reclinai un poco lo schienale e mi misi comodo a go-dere. Con maestria avvolse il cazzo con le sue labbra e poi andò su e giù, accogliendolo in bocca profondamente e sollecitandolo anche con la mano. La lingua indugiava sui rilievi del glande e poi scorreva lungo tutta l’asta procurandomi un piacere intenso.
- Aaahhh! che delizia. Me lo sentivo durissimo e com’era eccitante vederlo sparire nella sua bocca. Poi fui costretto a dirle di fermarsi, perché mi avrebbe fatto venire.
- Hai visto che so farmi perdonare?
Il resto del viaggio ci sembrò lunghissimo, lei non smise nemmeno un attimo di toccarmelo e lo guardava con cupidigia:
- Ma quanto ci vuole ad arrivare? ho una voglia di cazzo che non ti immagini! mentre parla-va mi afferrò la mano destra e se la mise in mezzo alle cosce strusciandola proprio sugli slip. Mi accorsi che era piuttosto umida, mentre lei continuava a strofinarsi e a rabbrividire.
Cavolo! pensai. Se fa così per la mano, mi immagino che farà fra poco, quando avrà ben al-tro fra le cosce. Promette proprio bene! pensai leccandomi i baffi.
Dopo un po’ arrivammo e parcheggiammo dietro la villetta, in modo che dalla strada l’auto non si vedesse. Entrammo furtivi in casa e salimmo verso il primo piano. Mi fermai dopo qualche scalino e rimasi a guardarla mentre continuava a salire.
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