L'umiliazione di una Madre Modello (2° episodio)
Scritto da Seinove, il 2017-02-07, genere incesti
Un conflitto di famiglia tra due donne con una visione del sesso del tutto opposta:
• ANGELA: Una madre divorziata e sessualmente repressa, ossessionata dal voler apparire una donna di alto rigore morale.
• SILVIA: La figlia ninfomane di Angela; una mente perversa in un corpo da modella. Una macchina da sesso che trae godimento dall'umiliare le convinzioni perbeniste della propria madre.
(Il precedente episodio è stato narrato qui:)
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Capitolo 2: REGOLE PERVERSE
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Il giorno dopo la notte che ha sconvolto la mia vita, io e mia figlia Silvia abbiamo parlato.
O meglio, LEI ha parlato. Stabilendo come andava ridefinito il rapporto col sesso in questa casa.
- «Regola numero uno: IO FACCIO SESSO CON CHI MI PARE.»
Questa ho dovuto incassarla. Dopo quanto era accaduto ieri, non avevo il diritto di obiettarle niente.
- «E la regola numero due?», le ho chiesto.
- «Mi verrà in mente. Per ora è abbastanza.», e poi è uscita per andare a scuola. Lasciandomi sola a meditare. E dio sa quanto ne ho bisogno.
Sono ancora confusa.
Ieri Silvia mi ha annientata. Tutti i punti fermi su cui avevo costruito la mia vita sono stati spazzati via. E ora non so con cosa sostituirli.
Mio malgrado ho scoperto che le mie inibizioni erano frutto di ipocrisia, di convinzioni errate e bigotte sul sesso. E che in me c'è una belva affamata di lussuria che preme per uscire.
Ho paura.
Paura che i miei lati nacosti prendano il sopravvento.
Paura di scoprire che mi piacciano.
Paura di non essere quella Madre Modello che avrei voluto rappresentare per Silvia.
*****
I dubbi mi tormentano fino a sera, quando Silvia rientra.
Sento che non è da sola, ma in questo momento non voglio nemmeno sapere chi c'è con lei. Finché non mi schiarisco le idee, sono troppo debole per contrariarla sulle sue frequentazioni.
Così me ne resto in soggiorno a ciondolare mentre Silvia sta in camera sua coi suoi misteriosi ospiti.
Mi sento debole e vigliacca. In quanto madre, il ruolo di educatrice dei figli dovrebbe essere MIO, non il contrario. (E dire che sono stata persino eletta "Madre Modello" dal comitato per la Difesa Morale che frequento! Sapessero in che situazione mi trovo ora...)
Un momento...Sniff!...Sento odore di fumo. Eh no, diamine: le ho detto chiaramente che in questa casa NON SI FUMA! Il sesso è una questione ancora tutta da definire, ma sul fumo non ammetto concessioni!
Vado verso la sua stanza decisa a farmi valere...ma più mi avvicino, e meno mi sembra odore di tabacco. Oddio, non sarà mica...?
La porta è scostata, così do prima una sbirciata dentro.
Silvia è sul letto in compagnia di una coppia di giovani vestiti in maniera trasandata. Sembrano due punk.
La ragazza è piccolina, coi capelli verdi e viola, piena di tatuaggi e borchie, compreso un piercing sulla lingua. Quanti anni può avere? Il trucco pesante rende difficile stabilire la sua età, ma ad occhio direi che sia ancor più giovane di Silvia.
L'altro è un brutto ceffo sui 20 anni, dallo sguardo spento, capelli neri a spazzola.
Non stanno scopando, e questa è già una buona notizia...però vedo che stanno trafficando con dei sacchettini di plastica trasparente.
Oh, cielo...DROGA?! QUI?! Eh no, adesso mi sente!
Irrompo nella stanza facendo la voce grossa:
- «SILVIA! Che significa questo?»
Mia figlia non si scompone più di tanto; si limita a guardarmi con aria annoiata posando sul portacenere lo spinello che stava fumando.
- «Ciao, mamma. Questi due sono Pillo e Genis», dice lei indicandomeli. (Beh, perlomeno stavolta conosce i nomi dei tizi che si porta in casa...ma non mi piacciono lo stesso. Proprio per niente.)
- «Sì, i nomi starebbero per Pillola e Genis Gioplin...Ihihiheheheh!», aggiunge la ragazzina punk. Ha una risata stridula che mi violenta le orecchie, come sentire delle unghie su una lavagna.
- «Non me ne frega niente di chi sono; non voglio droga in questa casa!»
- «Ma che "Droga", mamma, è solo un po' di marijuana!», replica Silvia con tono seccato.
- «Ah sì? E pensi di chiederli a me i soldi per comprarla?»
- «E chi ti chiede niente? Io e Pillo ci siamo accordati per 5 grammi in cambio di un pompino.»
Non credo alle mie orecchie.
- «Ma...ma stai scherzando?! È come prostituirsi!»
- «Ihihiheheheh! Ma da dove esce, questa? Da un convento di suore?», ridacchia la punk, subito spalleggiata dal suo compare:
- «Guarda che oggi le ragazzine fanno tutte così, vecchia!»
("Vecchia"?! Ma vaff...! Non solo vengono a spacciare in casa mia, ma si permettono anche di mancarmi di rispetto! Che razza di gente frequenta mia figlia?)
- «Uscite subito da questa casa, voi due!», ringhio imbufalita.
- «Certo che la tua vecchia è una gran scassapalle, Silvia», dice il ragazzo sbuffando.
- «FUORI, HO DETTO!», ribadisco con tutta la fermezza che mi è possibile.
Al che, Silvia mi sorprende:
- «Ragazzi, mia madre ha ragione: qui stiamo esagerando; non se ne fa più niente. Dai, vi accompagno fino al cancello.»
E infatti li conduce fuori dalla porta. Oh, bella...Vuoi vedere che Silvia non è poi quella viziosa amorale che pensavo?
Li osservo dalla finestra. Prima che i due punk se ne vadano, noto che Silvia gli sussurra qualcosa...ma non importa; questo round l'ho vinto io.
Mia figlia rientra, e mi sento in dovere di spiegarmi.
- «Silvia, mi spiace di essere stata dura con quei tuoi amici, ma devi capire che...»
- «Tranquilla, mamma...Lo so che l'hai fatto per il mio bene!», risponde lei abbracciandomi in modo insolitamente affettuoso. Poi si ritira nella sua stanza.
Mi sento bene. Ho imposto a Silvia la mia volontà, e questo significa che ho ancora un certo ascendente su di lei.
*****
Si è fatta l'ora di coricarsi. Mi spoglio e mi metto in vestaglia.
Come mia abitudine, prendo una pasticca di sonnifero, la ingoio con un bicchierino di whisky, e mi metto a letto.
Di solito dopo un paio di minuti sono già in letargo...ma stasera, stranamente, il sonnifero sembra non farmi alcun effetto. Anzi, sono più sveglia di prima. Sento delle vampate di calore al basso ventre, e il cuore mi batte come impazzito. Che diavolo mi sta succedendo?
In quello stato di agitazione mentale, mi pare di udire la porta d'ingresso che si apre...ma forse mi sbaglio.
Sento caldo, scosto le lenzuola...e noto che ho le mutandine fradicie. La fica mi sta colando come una fontana. Assurdo, non c'è ragione di sentirmi eccitata...
In quel momento la porta della mia stanza si apre, e compare Silvia.
- «Hello, mami...Si può? Tutto bene, qui?», dice con un fare ironico.
La guardo stralunata, poi noto che dietro di lei ci sono anche i due punk di prima.
- «Silvia...Ma che signfica? Perché quei due sono ancora qui? Mi pareva di aver detto che...»
- «La vecchia non ha ancora capito niente», dice il ragazzo.
Io non riesco a pensare lucidamente, mi sembra di avere la febbre.
- «C-che c'è da capire? Fuori dalla mia stanza...Fuori dalla mia casa!»
- «Rilassati, mamma, va tutto bene», dice Silvia sedendosi sul letto, «È solo che devi imparare a stare al tuo posto.»
La guardo confusa. Lei prende il flacone di sonniferi dal mio comodino e lo lancia al ragazzo, che lo afferra al volo.
- «Grazie, Pillo, adesso puoi riprendertele...Ah, mamma, giusto per informazione...Avevo sostituito i tuoi sonniferi con delle pasticche di Ecstasy!»
- «Tu mi...MI HAI DROGATA?!», le urlo in faccia scandalizzata.
- «E dagli con 'sta "droga"...L'Ecstasy è solo un amplificatore di sensazioni, mamma. E immagino che in questo momento stia amplificando gli effetti dell'afrodisiaco che ti avevo messo nel whisky...Non è così?», dice Silvia guardandomi con un sogghigno perfido.
- «Ihihiheheheh! Guardate tra le sue gambe...Ha chiazzato le lenzuola!», fa eco la sua amichetta scema.
- «M-ma Silvia...Come hai potuto?», dico incredula, asciugandomi il sudore dalla fronte.
- «Devi imparare una lezione, mammina cara», dice Silvia afferrandomi per il mento con una mano, «Ed è che NON DEVI IMPICCIARTI DEI CAZZI MIEI! E mi assicurerò che te ne ricordi per bene.»
Nel frattempo, il ragazzo sta disinvoltamente rovistando fra i miei dischi.
- «Morandi, Celentano, Cocciante...Ma che è 'sta merda? Non c'è qualcosa dei Clash o dei Cure?»
- «Porta pazienza, Pillo, te l'ho detto che mia madre è una retrograda», dice Silvia con tono strafottente.
- «Wahh, non mi piace scopare senza musica!», sbotta lui, riponendo i dischi in malo modo.
- «"Scopare"?!...Ma chi vorresti scopare, tu? No, dico, che idee ti sei messo in testa?», borbotto sentendomi avvampare, sia per l'indignazione che per l'effetto dell'afrodisiaco.
Il govinastro non mi risponde. Si limita ad estrarre una pasticca di chissà cosa, mettendosela in bocca.
Al che, la sua amica scema gli si avvicina come una gatta in amore.
- «UNA ANCHE A ME, UNA ANCHE A ME, DAI!»
Il tizio si mette in bocca un'altra pasticca e poi la estrae reggendola sulla punta della lingua. Prontamente, la punkretina la raccoglie con la propria.
Silvia mi tira bruscamente a sè, guancia a guancia.
- «Guardali; non sono un amore?»
Mi divincolo dal suo abbraccio, cercando di riprendere il controllo della situazione.
- «Silvia, insomma...Che intenzioni hai? Ho detto che quei due devono andarsene subito...»
Faccio per alzarmi, ma il giovinastro mi poggia le mani sulle spalle tenendomi seduta sul letto. Poi mi si siede di fianco, mentre la sua amica schizzata mi si inginocchia di fronte.
(Eccomi qua: mezza nuda, circondata da giovani debosciati, e imbottita di droghe afrodisiache. Da queste premesse non può nascere niente di buono.)
Il ragazzo mi afferra la testa e mi stampa un bacio in bocca, ficcandomi dentro la lingua. Provo a respingerlo, ma mi sento debolissima; riesco solo a premergli una mano sul petto.
Nel contempo, Silvia mi palpeggia i seni, mentre la scemetta dai capelli colorati mi accarezza le gambe.
Una improvvisa ondata di libidine mi travolge la testa...Oh dio, no! Sta per succedere di nuovo tutto come ieri sera...
Forse in altre circostanze sarei riuscita ad oppormi, ma con le droghe eccitanti che mi hanno messo in corpo ho ben poche speranze di resistere.
Sento infatti che ogni loro tocco mi manda violenti impulsi al cervello. Tutto è incredibilmente amplificato; una carezza è come una scarica elettrica. La fica mi ribolle di lussuria, e il calore aumenta ad ogni istante.
Ansimo forte per non andare in debito d'ossigeno. Ma loro non mi danno tregua, e si spingono sempre oltre, sempre oltre...
Ora Silvia e il maschio mi hanno scoperto i seni dalla vestaglia, e si dedicano a succhiarmi un capezzolo a testa, mentre la loro amica mi lecca le gambe come una cagnetta.
Quell'attacco su più fronti è irresistibile; le mie ultime barriere mentali crollano come castelli di carte in un uragano.
La punk mi sfila le mutandine e mi allarga le labbra vaginali senza la minima delicatezza.
- «Ihihiheheheh! Guardate come sta sbrodando, la vecchia! E dire che faceva tanto la moralista...»
E subito dopo inizia a ficcarmi dentro la lingua avanti e indietro, tenendola tesa. Sento il freddo metallo del suo piercing a contatto con le mie pareti roventi, e non riesco a trattenere dei gemiti di piacere. L'ultima cosa che vorrei è di dare soddisfazione a quella ragazzaccia volgare, ma non posso evitare di trarre immenso godimento dal suo lavoro di lingua.
- «È brava la Genis, vero, mamma?», dice Silvia lasciando intendere che conosce assai bene la lingua della sua amica, «Ma anche Pillo ci sa fare, vedrai...»
Allunga una mano e gli sbottona i calzoni, estraendogli l'uccello in tiro. Cielo, che attrezzo! Un buon 20 centimetri per 5 di diametro...Ma a colpirmi maggiormente è il suo odore: acre, forte e nauseabondo. Evidentemente il giovanotto non si preoccupa molto della propria igiene personale. Infatti il suo uccello è sporco e limaccioso, mi provoca disgusto anche nello stato di iper-eccitazione in cui mi trovo.
Silvia pare essersene accorta, e non perde l'occasione per umiliarmi. Mi afferra la testa e me la spinge contro quel membro sudicio.
- «Giù, giù da brava...Ecco, così, dagli una bella ripulita che dopo ti aiuto anch'io...»
Hai capito, la stronza! Non le va di succhiare un cazzo lurido...e così lo fa prima pulire un po' a sua madre con la bocca!
Io non ho la forza di oppormi, così devo ingollarmelo per bene fino in fondo. Il sapore mi fa quasi vomitare, ma passata la prima ondata di disgusto, l'operazione diviene abbastanza sopportabile.
A questo punto Silvia si porta sull'altro lato e inizia a partecipare al pompino. Entriamo quasi in competizione, disputandoci quel cazzo a colpi di lingua.
Lei mi fissa con un sorrisino soddisfatto. Ha aggiunto un'altra tacca al suo score per degradarmi. Ma il peggio deve ancora arrivare.
- «Pillo, ricordati che per questo mi devi 10 grammi di erba, okay?», dice Silvia al giovane.
- «Okay, okay...», risponde lui, «E per la sua fica cosa vuoi?»
- «Uhmm...Facciamo...15 pasticche di Ecstasy!»
Ma cosa sento?...Silvia sta barattando le mie prestazioni sessuali in cambio di droghe?!
È un pensiero talmente inaudito che per un attimo mi scuote dall'effetto dell'afrodisiaco che ho in corpo. Con uno sforzo disperato mi divincolo da quel groviglio, andando ad appoggiarmi ad una parete.
- «NO! Siete dei mostri...Io non ci sto ad essere usata in questo modo!», gli grido.
Silvia e la sua amica si guardano per un istante, sapendo già bene cosa fare.
Scattano e mi afferrano per le braccia. Intanto il bastardo ha aperto una boccetta di chissà cosa, poi mi tappa il naso per costringermi ad aprire la bocca, e ci versa dentro del liquido.
- «Dose doppia, troia, così ti passano i cattivi pensieri!»
- «Ihihiheheheh! Avrà la fica in fiamme per i prossimi tre giorni!», replica la punk con la sua risatina odiosa.
Subito dopo una scarica di adrenalina mi travolge il cervello, e nell'inguine sento crescere un languore talmente intenso da farmi cedere le gambe.
- «Prooonta di nuovo!», dice Silvia con un sorriso perfido, sorreggendomi.
Il giovane si sdraia sul letto, e le due stronze mi sollevano sopra di lui dandogli la schiena. Sono inerte come una bambola; capisco solo il fuoco che ho in mezzo alle cosce.
Mi calano piano, facendomi impalare su quel cazzone enorme. Dio...Mai preso dentro un oggetto così grosso! Sento le pareti della fica che quasi si squarciano al passaggio di quel manico assurdo, ma il dolore è sovrastato da un piacere immenso.
Le due ragazzine mi si mettono di fianco e iniziano a lavorarmi un capezzolo ciascuna con la lingua.
Succhiano e leccano senza darmi tregua, mentre il palo dell'altro bastardo mi rovista ogni angolo della fica. Quel triplice assalto, combinato alla nuova massiccia dose di afrodisiaco, mi manda in estasi.
Sono già sul punto di scoppiare...quando Silvia aggiunge al tutto anche una ravanata di clitoride. E a quel punto, addio: la testa mi va in tilt, travolta da un orgasmo di potenza indescrivibile.
- «Oh!Oh! O-O-O-OOOOWWAAAAAHHH!...Dio...Dio...AAAWWWHHHH!!!»
Sarà per l'overdose di afrodisiaco...ma l'intensità di quest'orgasmo mi fa quasi svenire! Mai avrei pensato che si potesse provare un godimento così forte, così totale...Se esiste un paradiso, non può essere più bello!
- «Ihihiheheheh! Certo che alla tua vecchia basta proprio poco per godere, eh, Silvia?», dice la punk sciroccata.
- «Perché invece di dire stronzate non le mostri la tua specialità, Gen?», la provoca Silvia, malignamente.
La cretinetta non si fa pregare, e si mette di fronte alle mie gambe spalancate. Nel contempo Silvia si sfila i pants e si siede a cavalcioni sulla schiena della sua amica per gustasi lo show in prima fila.
Mentre il giovane continua a stantuffarmi da sotto, la punk inizia a lapparmi il clitoride con la sua lingua borchiata.
Dio! Questa ragazzina sballata lecca in maniera incredibile...Sento sul clitoride la morbida punta della sua lingua che si alterna al metallo del piercing...È un contrasto che mi tiene il grilletto sotto costante stimolazione.
Bastano pochi secondi di quel trattamento per spararmi di nuovo in orbita.
- «AOHH! Oh-Oh-Oh...M-ma cosa...Oh! Oddio...OHWA-A-A-AAAHOOOOOHHH!!!»
È un orgasmo squassante, proprio come quello di poco fa...Ma come è possibile? Ero appena venuta...
Avevo sentito parlare di "orgasmi multipli", ma non immaginavo che potessero essere così ravvicinati...e soprattutto della stessa intensità! Dio, sono diventata una macchina da orgasmi!
- «Ancora, Gen, non ti fermare...Distruggila!», la incita Silvia, strusciandole l'inguine sulla schiena come se stesse spronando una cavalla.
E la punkettina esegue: fa saettare la sua lingua borchiata a velocità incredibile sul mio clitoride, riportandomi sull'orlo di un nuovo orgasmo.
A quel punto mi assale uno strano terrore. Io non sono abituata a godere così tanto; sento che il cuore è sul punto di scoppiarmi, non credo che riuscirebbe a sopportare un altro sforzo. Ma la punk beota non si preoccupa certo di questo.
- «N-no, è troppo...A-aspetta...Così mi uccidi...», farfuglio disperata. Ma è una supplica inutile: lei non si ferma, e un nuovo orgasmo mi investe con la potenza di un treno merci.
- «No...No, non...Oh...Oh-Oh...OH-OH-OH-OOOOOOOOAAAAAHHH!!!»
È come se fossi stata colpita da un fulmine! Grazie al cielo il mio povero cuore ha retto...ma tutto il resto me lo sento sconquassato. Mi affloscio all'indietro sul corpo del giovane, incapace di muovere un muscolo.
- «Ohe', Silvia...Vuoi vedere che la tua vecchia è morta sul serio? Ihihiheheheh!», sghignazza la punk.
Ma che ti ridi, cretina! Non hai idea di quel che sto provando...Ho il cuore che batte come un martello pneumatico, e la fica mi fa un male cane per le incessanti contrazioni. E nonostante tutto, il mio stato di eccitazione non accenna a diminuire. Maledette droghe, ma quanto durano?...
Frattanto anche Silvia, a furia di strusciare la passera sulla schiena della sua amica, viene con una serie di sussulti. (Vorrei davvero credere che dopo ciò si senta appagata e la smetta di tormentarmi...ma conoscendola, so già che è una speranza vana.)
A quel punto il giovane mi si sfila da sotto e mi fa mettere a quattro zampe.
- «Silvia, mi piacerebbe sfondare il culo di questa vacca...Cosa vuoi in cambio?»
Trasalisco inorridita. NO! Ho preso il mio primo cazzo in culo soltanto ieri, ed era di dimensioni normali...Questo me lo spacca!
Rivolgo uno sguardo implorante verso Silvia. Che manco a dirlo, sembra compiacersi della mia disperazione.
- «Se vuoi il suo culo, Pillo...devi darmi la tua boccetta di acquasanta!», sentenzia lei, riferendosi chiaramente al flacone di afrodisiaco.
Il giovane rimane per un attimo dubbioso. La mia ultima speranza è che lo consideri un prezzo troppo alto...ma poi estrae il flacone e lo appoggia sul comodino. Sono fottuta. In tutti i sensi.
- «Ok...È tutto tuo!», dice Silvia dandomi uno schiaffo sul sedere.
Emetto un sospiro rassegnato. Non riesco neanche a spostarmi da quella oscena posizione; la serie di super-orgasmi di poco fa mi ha prosciugata di ogni forza.
Per fortuna che Silvia ha almeno l'accortezza di prepararmi alla penetrazione, lubrificandomi il buchetto con la lingua. Grazie, sei un tesoro, stronza!
- «Ihihiheheheh! Mi sa che per far entrare il palo di Pillo ci vuole ben altro che una leccatina!», ridacchia la sua degna amica, chinandosi sulle mie natiche.
Subito dopo mi infila entrambi gli indici nel culo e inizia a separarli con forza inaudita.
Mi contorco dal dolore. Cazzo, questa scema mi sta squarciando l'ano...Oh gesù, sono nelle mani di una pazza! Silvia è una perversa, ma questa è proprio fuori di testa. Non si rende conto di quello che fa. Buon dio, toglimela di dosso!
- «Ihihiheheheh! Guarda che caverna...Chissà se tocco il fondo con un braccio?», dice la demente infilandomi dentro tutte le dita di una mano chiuse a cuneo.
Silvia si limita ad osservare, affascinata da quelle operazioni di allargatura. Per lei è solo un buco che si apre, non ha idea di quanto mi stia facendo male. O forse sì, ma non le importa.
- «Basta così, ci penso io ad allargare il buco a questa zoccola!», interviene il giovane, impaziente.
Silvia dà un paio di ciucciate al cazzo del tizio, insalivandolo per bene, e poi lo guida all'ingresso del mio culo.
Il bastardo non mi usa troppi riguardi. Ha pagato e tanto gli basta. Così mi appoggia la cappella allo sfintere e preme con tutto il peso del suo corpo.
Sento l'occhiello anale che mi si dilata in modo inverosimile, e mordo le lenzuola per non urlare. Assurdo a dirsi, ma in questo momento benedico l'orrendo trattamento preparatorio di poco fa, senza il quale l'uccello di questo selvaggio mi avrebbe spaccato il culo in due.
Comunque sia, riesco a prenderlo fino in fondo. Il più è fatto. Il porco comincia a far scorrere il cazzo avanti e indietro, e adesso che il mio sfintere si è adattato all'intruso, l'effetto dell'afrodisiaco torna a sovrastare il dolore. E mio malgrado sono di nuovo investita da sconvolgenti ondate di piacere.
A quel punto la punk si siede davanti al mio viso, alzandosi la gonna e scostando le mutandine. Non capisco; che diavolo vuole f...OH NO, QUESTO NO!!
Mi prende per i capelli e mi preme la bocca contro il suo inguine. Ho un moto di ribrezzo. Non ho mai leccato una fica; almeno questo Silvia me lo aveva risparmiato...finora.
Di sottecchi cerco lo sguardo di mia figlia, come ad implorare un improbabile aiuto. E infatti lei ride divertita del mio imbarazzo.
- «Dai, mamma, non fare l'ingrata: la Genis ti ha fatta godere tre volte poco fa, no?», e le due stronze sghignazzano all'unisono.
Mi rassegno ad incassare anche questa ennesima umiliazione.
La fica della giovane punk è sporca e mal curata, in linea con la sua trasandata proprietaria. Emana un odore acre di urina, sudore e sperma rappreso. Eppure in qualche modo quell'afrore mi fa un effetto eccitante. Sarà che ho la testa ancora piena di schifezze chimiche...ma mi lascio andare all'istinto e inizio a slinguarla con foga.
Con la coda dell'occhio vedo Silvia che osserva compiaciuta, mentre accarezza il petto della giovane punk.
- «Ihihiheheheh! Non lecca male, la vecchia...Le hai insegnato tu, Silvia?», borbotta Genis...E per un attimo mi pare di scorgere nello sguardo di Silvia un lampo di invidia per la sua amica sciroccata.
Io intanto sono di nuovo in orbita anche con la sola penetrazione anale.
Il cazzo di quel maiale mi sfrega lo sfintere, mi rimesta le budella, mi urta lo stomaco e chissà quali altri organi...ma tutto ciò mi fa godere in maniera pazzesca! È come se quelle dannate droghe avessero trasformato ogni cellula del mio corpo in un clitoride...
...Tant'è che appena Silvia si china a ravanarmi la fica, vengo di nuovo travolta da un orgasmo micidiale.
Nello stesso istante anche Genis viene, inondandomi la lingua di succhi.
- «IIIHH!! Oh-Oh-Oh-OOOH! Oh! Cazzocazzocazzo...Che sbrodolataaahh!!»
(Non lo avrei mai detto...ma l'essere riuscita a far godere questa pazzoide mi fa sentire in qualche modo fiera di me.)
Subito dopo il tale, Pillo, esce di colpo dal mio culo. Ho un sussulto di dolore per l'improvvisa estrazione. La delicatezza non è proprio il suo forte.
- «In ginocchio, puttanona...Fammi godere con una spagnola!»
- «U-una che?!...», bofonchio io confusa, scatenando una risata generale.
- «Ma la tua vecchia non sa proprio un cazzo! Spiegaglielo tu, Silvia...»
E Silvia mi "spiega", senza dire neanche una parola.
Afferra il cazzo del tipo e me lo pone in mezzo alle tette, poi me le fa stringere con le mani e mi invita a muovermi su e giù col busto.
- «Ah», mormoro io, con tono da bambina che scopre l'acqua calda.
- «Questo ti costerà 5 grammi extra di erba», dice Silvia a Pillo. (Niente da dire; la mia bimba ha proprio il senso degli affari.)
Devo ammettere che questo nuovo gioco, la "spagnola", mi piace un mondo. E in un certo senso, mi piace anche che Silvia mi guardi con una punta di invidia: lei con quelle tettine da adolescente non può fare questo giochetto (non ancora, almeno).
Mentre eseguo la sega con le poppe, le due depravate iniziano a praticarmi un ditalino a due mani, passandomi nel contempo le lingue sul collo. Oh, brividi!
La mia eccitazione sale di nuovo, incontenibile. Oh no, non ci credo...Non è possibile che a questo punto io sia in grado di avere ancora un altro orgasmo!
Eppure ormai riconosco il suo appressarsi: vengo di nuovo proprio mentre il cazzo che ho fra le tette mi scarica in faccia una interminabile doccia di sperma.
Subito dopo le due giovinette si affrettano a ripulirmi viso e seno con la bocca, emettendo osceni risucchi.
Io mi sento estasiata, pienamente soddisfatta. Anche l'effetto dell'afrodisiaco sta ormai esaurendosi.
*****
Passata la tempesta di ormoni, Silvia passa a chiudere le trattative commerciali.
Si fa consegnare da Pillo una busta di erba e una manciata di pasticche. Poi senza troppi complimenti accompagna alla porta i suoi due schizzatissimi ospiti.
Ed eccoci di nuovo da sole. Ho una sensazione di déjà vu. Per la seconda volta in soli due giorni, mia figlia mi ha imposto la sua volontà perversa, strapazzandomi a suo piacimento come una bambola di pezza.
Ma questa volta è stata anche peggiore. Mi ha drogata e ha venduto i miei buchi a due debosciati in cambio di stupefacenti. E che dio mi perdoni, mi è PIACIUTO. Questa è la cosa che più mi preoccupa per il futuro. La perversione di Silvia sembra non avere limiti; fino a che punto può spingersi nell'abusare di me?
In più, ora è anche in possesso di potenti sostanze afrodisiache. Non potrò più bere o mangiare nulla senza sospettare che lei possa aver alterato i cibi. La sola idea mi fa rabbrividire.
Come se mi avesse letto nel pensiero, Silvia rompe il silenzio:
- «Non preoccuparti, mamma. Non farei mai nulla che possa farti del male. Questo lo sai, vero?»
E mi fissa con un sorrisetto indecifrabile, mentre si rolla una canna.
- «Silvia...Forse dovremmo discutere di quello che è successo negli ultimi due giorni...»
Lei si accende lo spinello e tira una lunga boccata.
- «Non c'è nulla da discutere, mamma. Abbiamo stabilito delle regole. Io le rispetterò; vedi di rispettarle anche tu, e andremo d'accordo.»
- «"Abbiamo stabilito delle regole"?!», ribatto, «Ti faccio notare che le hai stabilite solo TU...E per giunta ne hai stabilita soltanto UNA: "Io faccio sesso con chi mi pare"...»
Mi guarda con occhi da gatta selvatica.
- «Già, è vero...Allora è tempo di dettare la seconda ed ultima regola: "TU FAI SESSO CON CHI PARE A ME". Buonanotte, mamma.»
Ciò detto, posa lo spinello acceso sul portacenere ed esce con calma, dirigendosi verso la sua stanza.
Dio mio. Sono diventata una marionetta nelle mani di una ninfomane senza freni morali. Mi chiedo come ho potuto ridurmi a questo in soli due giorni. E domani può spingermi ancora più in basso. Cosa può impedirglielo? Ormai ho perso il mio ascendente su di lei, si fa guidare solo dalla sua dissolutezza. Trascinando anche me verso il fondo. E che dio mi aiuti, sto scoprendo che mi piace.
Mi cade l'occhio sullo spinello ancora fumante nel posacenere.
Meccanicamente lo prendo, me lo porto alle labbra e inspiro una profonda boccata.
Uhm. Non è poi così terribile, in fondo.
Un'altra breccia nel mio muro di false convinzioni.
Un altro punto per Silvia.
Un altro passo verso il basso.
Mi sdraio sul letto, mentre il torpore del sonno sopraggiunge scacciando tutti i cattivi pensieri.
Oggi sono sopravvissuta alle perverse regole di Silvia; posso riuscirci anche domani. Forse.
(FINE CAPITOLO 2)
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[By: Seinove - © Questo racconto è protetto da copyright. Sono vietati il plagio, la copia e la riproduzione non autorizzata dall'Autore.]
• ANGELA: Una madre divorziata e sessualmente repressa, ossessionata dal voler apparire una donna di alto rigore morale.
• SILVIA: La figlia ninfomane di Angela; una mente perversa in un corpo da modella. Una macchina da sesso che trae godimento dall'umiliare le convinzioni perbeniste della propria madre.
(Il precedente episodio è stato narrato qui:)
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Capitolo 2: REGOLE PERVERSE
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Il giorno dopo la notte che ha sconvolto la mia vita, io e mia figlia Silvia abbiamo parlato.
O meglio, LEI ha parlato. Stabilendo come andava ridefinito il rapporto col sesso in questa casa.
- «Regola numero uno: IO FACCIO SESSO CON CHI MI PARE.»
Questa ho dovuto incassarla. Dopo quanto era accaduto ieri, non avevo il diritto di obiettarle niente.
- «E la regola numero due?», le ho chiesto.
- «Mi verrà in mente. Per ora è abbastanza.», e poi è uscita per andare a scuola. Lasciandomi sola a meditare. E dio sa quanto ne ho bisogno.
Sono ancora confusa.
Ieri Silvia mi ha annientata. Tutti i punti fermi su cui avevo costruito la mia vita sono stati spazzati via. E ora non so con cosa sostituirli.
Mio malgrado ho scoperto che le mie inibizioni erano frutto di ipocrisia, di convinzioni errate e bigotte sul sesso. E che in me c'è una belva affamata di lussuria che preme per uscire.
Ho paura.
Paura che i miei lati nacosti prendano il sopravvento.
Paura di scoprire che mi piacciano.
Paura di non essere quella Madre Modello che avrei voluto rappresentare per Silvia.
*****
I dubbi mi tormentano fino a sera, quando Silvia rientra.
Sento che non è da sola, ma in questo momento non voglio nemmeno sapere chi c'è con lei. Finché non mi schiarisco le idee, sono troppo debole per contrariarla sulle sue frequentazioni.
Così me ne resto in soggiorno a ciondolare mentre Silvia sta in camera sua coi suoi misteriosi ospiti.
Mi sento debole e vigliacca. In quanto madre, il ruolo di educatrice dei figli dovrebbe essere MIO, non il contrario. (E dire che sono stata persino eletta "Madre Modello" dal comitato per la Difesa Morale che frequento! Sapessero in che situazione mi trovo ora...)
Un momento...Sniff!...Sento odore di fumo. Eh no, diamine: le ho detto chiaramente che in questa casa NON SI FUMA! Il sesso è una questione ancora tutta da definire, ma sul fumo non ammetto concessioni!
Vado verso la sua stanza decisa a farmi valere...ma più mi avvicino, e meno mi sembra odore di tabacco. Oddio, non sarà mica...?
La porta è scostata, così do prima una sbirciata dentro.
Silvia è sul letto in compagnia di una coppia di giovani vestiti in maniera trasandata. Sembrano due punk.
La ragazza è piccolina, coi capelli verdi e viola, piena di tatuaggi e borchie, compreso un piercing sulla lingua. Quanti anni può avere? Il trucco pesante rende difficile stabilire la sua età, ma ad occhio direi che sia ancor più giovane di Silvia.
L'altro è un brutto ceffo sui 20 anni, dallo sguardo spento, capelli neri a spazzola.
Non stanno scopando, e questa è già una buona notizia...però vedo che stanno trafficando con dei sacchettini di plastica trasparente.
Oh, cielo...DROGA?! QUI?! Eh no, adesso mi sente!
Irrompo nella stanza facendo la voce grossa:
- «SILVIA! Che significa questo?»
Mia figlia non si scompone più di tanto; si limita a guardarmi con aria annoiata posando sul portacenere lo spinello che stava fumando.
- «Ciao, mamma. Questi due sono Pillo e Genis», dice lei indicandomeli. (Beh, perlomeno stavolta conosce i nomi dei tizi che si porta in casa...ma non mi piacciono lo stesso. Proprio per niente.)
- «Sì, i nomi starebbero per Pillola e Genis Gioplin...Ihihiheheheh!», aggiunge la ragazzina punk. Ha una risata stridula che mi violenta le orecchie, come sentire delle unghie su una lavagna.
- «Non me ne frega niente di chi sono; non voglio droga in questa casa!»
- «Ma che "Droga", mamma, è solo un po' di marijuana!», replica Silvia con tono seccato.
- «Ah sì? E pensi di chiederli a me i soldi per comprarla?»
- «E chi ti chiede niente? Io e Pillo ci siamo accordati per 5 grammi in cambio di un pompino.»
Non credo alle mie orecchie.
- «Ma...ma stai scherzando?! È come prostituirsi!»
- «Ihihiheheheh! Ma da dove esce, questa? Da un convento di suore?», ridacchia la punk, subito spalleggiata dal suo compare:
- «Guarda che oggi le ragazzine fanno tutte così, vecchia!»
("Vecchia"?! Ma vaff...! Non solo vengono a spacciare in casa mia, ma si permettono anche di mancarmi di rispetto! Che razza di gente frequenta mia figlia?)
- «Uscite subito da questa casa, voi due!», ringhio imbufalita.
- «Certo che la tua vecchia è una gran scassapalle, Silvia», dice il ragazzo sbuffando.
- «FUORI, HO DETTO!», ribadisco con tutta la fermezza che mi è possibile.
Al che, Silvia mi sorprende:
- «Ragazzi, mia madre ha ragione: qui stiamo esagerando; non se ne fa più niente. Dai, vi accompagno fino al cancello.»
E infatti li conduce fuori dalla porta. Oh, bella...Vuoi vedere che Silvia non è poi quella viziosa amorale che pensavo?
Li osservo dalla finestra. Prima che i due punk se ne vadano, noto che Silvia gli sussurra qualcosa...ma non importa; questo round l'ho vinto io.
Mia figlia rientra, e mi sento in dovere di spiegarmi.
- «Silvia, mi spiace di essere stata dura con quei tuoi amici, ma devi capire che...»
- «Tranquilla, mamma...Lo so che l'hai fatto per il mio bene!», risponde lei abbracciandomi in modo insolitamente affettuoso. Poi si ritira nella sua stanza.
Mi sento bene. Ho imposto a Silvia la mia volontà, e questo significa che ho ancora un certo ascendente su di lei.
*****
Si è fatta l'ora di coricarsi. Mi spoglio e mi metto in vestaglia.
Come mia abitudine, prendo una pasticca di sonnifero, la ingoio con un bicchierino di whisky, e mi metto a letto.
Di solito dopo un paio di minuti sono già in letargo...ma stasera, stranamente, il sonnifero sembra non farmi alcun effetto. Anzi, sono più sveglia di prima. Sento delle vampate di calore al basso ventre, e il cuore mi batte come impazzito. Che diavolo mi sta succedendo?
In quello stato di agitazione mentale, mi pare di udire la porta d'ingresso che si apre...ma forse mi sbaglio.
Sento caldo, scosto le lenzuola...e noto che ho le mutandine fradicie. La fica mi sta colando come una fontana. Assurdo, non c'è ragione di sentirmi eccitata...
In quel momento la porta della mia stanza si apre, e compare Silvia.
- «Hello, mami...Si può? Tutto bene, qui?», dice con un fare ironico.
La guardo stralunata, poi noto che dietro di lei ci sono anche i due punk di prima.
- «Silvia...Ma che signfica? Perché quei due sono ancora qui? Mi pareva di aver detto che...»
- «La vecchia non ha ancora capito niente», dice il ragazzo.
Io non riesco a pensare lucidamente, mi sembra di avere la febbre.
- «C-che c'è da capire? Fuori dalla mia stanza...Fuori dalla mia casa!»
- «Rilassati, mamma, va tutto bene», dice Silvia sedendosi sul letto, «È solo che devi imparare a stare al tuo posto.»
La guardo confusa. Lei prende il flacone di sonniferi dal mio comodino e lo lancia al ragazzo, che lo afferra al volo.
- «Grazie, Pillo, adesso puoi riprendertele...Ah, mamma, giusto per informazione...Avevo sostituito i tuoi sonniferi con delle pasticche di Ecstasy!»
- «Tu mi...MI HAI DROGATA?!», le urlo in faccia scandalizzata.
- «E dagli con 'sta "droga"...L'Ecstasy è solo un amplificatore di sensazioni, mamma. E immagino che in questo momento stia amplificando gli effetti dell'afrodisiaco che ti avevo messo nel whisky...Non è così?», dice Silvia guardandomi con un sogghigno perfido.
- «Ihihiheheheh! Guardate tra le sue gambe...Ha chiazzato le lenzuola!», fa eco la sua amichetta scema.
- «M-ma Silvia...Come hai potuto?», dico incredula, asciugandomi il sudore dalla fronte.
- «Devi imparare una lezione, mammina cara», dice Silvia afferrandomi per il mento con una mano, «Ed è che NON DEVI IMPICCIARTI DEI CAZZI MIEI! E mi assicurerò che te ne ricordi per bene.»
Nel frattempo, il ragazzo sta disinvoltamente rovistando fra i miei dischi.
- «Morandi, Celentano, Cocciante...Ma che è 'sta merda? Non c'è qualcosa dei Clash o dei Cure?»
- «Porta pazienza, Pillo, te l'ho detto che mia madre è una retrograda», dice Silvia con tono strafottente.
- «Wahh, non mi piace scopare senza musica!», sbotta lui, riponendo i dischi in malo modo.
- «"Scopare"?!...Ma chi vorresti scopare, tu? No, dico, che idee ti sei messo in testa?», borbotto sentendomi avvampare, sia per l'indignazione che per l'effetto dell'afrodisiaco.
Il govinastro non mi risponde. Si limita ad estrarre una pasticca di chissà cosa, mettendosela in bocca.
Al che, la sua amica scema gli si avvicina come una gatta in amore.
- «UNA ANCHE A ME, UNA ANCHE A ME, DAI!»
Il tizio si mette in bocca un'altra pasticca e poi la estrae reggendola sulla punta della lingua. Prontamente, la punkretina la raccoglie con la propria.
Silvia mi tira bruscamente a sè, guancia a guancia.
- «Guardali; non sono un amore?»
Mi divincolo dal suo abbraccio, cercando di riprendere il controllo della situazione.
- «Silvia, insomma...Che intenzioni hai? Ho detto che quei due devono andarsene subito...»
Faccio per alzarmi, ma il giovinastro mi poggia le mani sulle spalle tenendomi seduta sul letto. Poi mi si siede di fianco, mentre la sua amica schizzata mi si inginocchia di fronte.
(Eccomi qua: mezza nuda, circondata da giovani debosciati, e imbottita di droghe afrodisiache. Da queste premesse non può nascere niente di buono.)
Il ragazzo mi afferra la testa e mi stampa un bacio in bocca, ficcandomi dentro la lingua. Provo a respingerlo, ma mi sento debolissima; riesco solo a premergli una mano sul petto.
Nel contempo, Silvia mi palpeggia i seni, mentre la scemetta dai capelli colorati mi accarezza le gambe.
Una improvvisa ondata di libidine mi travolge la testa...Oh dio, no! Sta per succedere di nuovo tutto come ieri sera...
Forse in altre circostanze sarei riuscita ad oppormi, ma con le droghe eccitanti che mi hanno messo in corpo ho ben poche speranze di resistere.
Sento infatti che ogni loro tocco mi manda violenti impulsi al cervello. Tutto è incredibilmente amplificato; una carezza è come una scarica elettrica. La fica mi ribolle di lussuria, e il calore aumenta ad ogni istante.
Ansimo forte per non andare in debito d'ossigeno. Ma loro non mi danno tregua, e si spingono sempre oltre, sempre oltre...
Ora Silvia e il maschio mi hanno scoperto i seni dalla vestaglia, e si dedicano a succhiarmi un capezzolo a testa, mentre la loro amica mi lecca le gambe come una cagnetta.
Quell'attacco su più fronti è irresistibile; le mie ultime barriere mentali crollano come castelli di carte in un uragano.
La punk mi sfila le mutandine e mi allarga le labbra vaginali senza la minima delicatezza.
- «Ihihiheheheh! Guardate come sta sbrodando, la vecchia! E dire che faceva tanto la moralista...»
E subito dopo inizia a ficcarmi dentro la lingua avanti e indietro, tenendola tesa. Sento il freddo metallo del suo piercing a contatto con le mie pareti roventi, e non riesco a trattenere dei gemiti di piacere. L'ultima cosa che vorrei è di dare soddisfazione a quella ragazzaccia volgare, ma non posso evitare di trarre immenso godimento dal suo lavoro di lingua.
- «È brava la Genis, vero, mamma?», dice Silvia lasciando intendere che conosce assai bene la lingua della sua amica, «Ma anche Pillo ci sa fare, vedrai...»
Allunga una mano e gli sbottona i calzoni, estraendogli l'uccello in tiro. Cielo, che attrezzo! Un buon 20 centimetri per 5 di diametro...Ma a colpirmi maggiormente è il suo odore: acre, forte e nauseabondo. Evidentemente il giovanotto non si preoccupa molto della propria igiene personale. Infatti il suo uccello è sporco e limaccioso, mi provoca disgusto anche nello stato di iper-eccitazione in cui mi trovo.
Silvia pare essersene accorta, e non perde l'occasione per umiliarmi. Mi afferra la testa e me la spinge contro quel membro sudicio.
- «Giù, giù da brava...Ecco, così, dagli una bella ripulita che dopo ti aiuto anch'io...»
Hai capito, la stronza! Non le va di succhiare un cazzo lurido...e così lo fa prima pulire un po' a sua madre con la bocca!
Io non ho la forza di oppormi, così devo ingollarmelo per bene fino in fondo. Il sapore mi fa quasi vomitare, ma passata la prima ondata di disgusto, l'operazione diviene abbastanza sopportabile.
A questo punto Silvia si porta sull'altro lato e inizia a partecipare al pompino. Entriamo quasi in competizione, disputandoci quel cazzo a colpi di lingua.
Lei mi fissa con un sorrisino soddisfatto. Ha aggiunto un'altra tacca al suo score per degradarmi. Ma il peggio deve ancora arrivare.
- «Pillo, ricordati che per questo mi devi 10 grammi di erba, okay?», dice Silvia al giovane.
- «Okay, okay...», risponde lui, «E per la sua fica cosa vuoi?»
- «Uhmm...Facciamo...15 pasticche di Ecstasy!»
Ma cosa sento?...Silvia sta barattando le mie prestazioni sessuali in cambio di droghe?!
È un pensiero talmente inaudito che per un attimo mi scuote dall'effetto dell'afrodisiaco che ho in corpo. Con uno sforzo disperato mi divincolo da quel groviglio, andando ad appoggiarmi ad una parete.
- «NO! Siete dei mostri...Io non ci sto ad essere usata in questo modo!», gli grido.
Silvia e la sua amica si guardano per un istante, sapendo già bene cosa fare.
Scattano e mi afferrano per le braccia. Intanto il bastardo ha aperto una boccetta di chissà cosa, poi mi tappa il naso per costringermi ad aprire la bocca, e ci versa dentro del liquido.
- «Dose doppia, troia, così ti passano i cattivi pensieri!»
- «Ihihiheheheh! Avrà la fica in fiamme per i prossimi tre giorni!», replica la punk con la sua risatina odiosa.
Subito dopo una scarica di adrenalina mi travolge il cervello, e nell'inguine sento crescere un languore talmente intenso da farmi cedere le gambe.
- «Prooonta di nuovo!», dice Silvia con un sorriso perfido, sorreggendomi.
Il giovane si sdraia sul letto, e le due stronze mi sollevano sopra di lui dandogli la schiena. Sono inerte come una bambola; capisco solo il fuoco che ho in mezzo alle cosce.
Mi calano piano, facendomi impalare su quel cazzone enorme. Dio...Mai preso dentro un oggetto così grosso! Sento le pareti della fica che quasi si squarciano al passaggio di quel manico assurdo, ma il dolore è sovrastato da un piacere immenso.
Le due ragazzine mi si mettono di fianco e iniziano a lavorarmi un capezzolo ciascuna con la lingua.
Succhiano e leccano senza darmi tregua, mentre il palo dell'altro bastardo mi rovista ogni angolo della fica. Quel triplice assalto, combinato alla nuova massiccia dose di afrodisiaco, mi manda in estasi.
Sono già sul punto di scoppiare...quando Silvia aggiunge al tutto anche una ravanata di clitoride. E a quel punto, addio: la testa mi va in tilt, travolta da un orgasmo di potenza indescrivibile.
- «Oh!Oh! O-O-O-OOOOWWAAAAAHHH!...Dio...Dio...AAAWWWHHHH!!!»
Sarà per l'overdose di afrodisiaco...ma l'intensità di quest'orgasmo mi fa quasi svenire! Mai avrei pensato che si potesse provare un godimento così forte, così totale...Se esiste un paradiso, non può essere più bello!
- «Ihihiheheheh! Certo che alla tua vecchia basta proprio poco per godere, eh, Silvia?», dice la punk sciroccata.
- «Perché invece di dire stronzate non le mostri la tua specialità, Gen?», la provoca Silvia, malignamente.
La cretinetta non si fa pregare, e si mette di fronte alle mie gambe spalancate. Nel contempo Silvia si sfila i pants e si siede a cavalcioni sulla schiena della sua amica per gustasi lo show in prima fila.
Mentre il giovane continua a stantuffarmi da sotto, la punk inizia a lapparmi il clitoride con la sua lingua borchiata.
Dio! Questa ragazzina sballata lecca in maniera incredibile...Sento sul clitoride la morbida punta della sua lingua che si alterna al metallo del piercing...È un contrasto che mi tiene il grilletto sotto costante stimolazione.
Bastano pochi secondi di quel trattamento per spararmi di nuovo in orbita.
- «AOHH! Oh-Oh-Oh...M-ma cosa...Oh! Oddio...OHWA-A-A-AAAHOOOOOHHH!!!»
È un orgasmo squassante, proprio come quello di poco fa...Ma come è possibile? Ero appena venuta...
Avevo sentito parlare di "orgasmi multipli", ma non immaginavo che potessero essere così ravvicinati...e soprattutto della stessa intensità! Dio, sono diventata una macchina da orgasmi!
- «Ancora, Gen, non ti fermare...Distruggila!», la incita Silvia, strusciandole l'inguine sulla schiena come se stesse spronando una cavalla.
E la punkettina esegue: fa saettare la sua lingua borchiata a velocità incredibile sul mio clitoride, riportandomi sull'orlo di un nuovo orgasmo.
A quel punto mi assale uno strano terrore. Io non sono abituata a godere così tanto; sento che il cuore è sul punto di scoppiarmi, non credo che riuscirebbe a sopportare un altro sforzo. Ma la punk beota non si preoccupa certo di questo.
- «N-no, è troppo...A-aspetta...Così mi uccidi...», farfuglio disperata. Ma è una supplica inutile: lei non si ferma, e un nuovo orgasmo mi investe con la potenza di un treno merci.
- «No...No, non...Oh...Oh-Oh...OH-OH-OH-OOOOOOOOAAAAAHHH!!!»
È come se fossi stata colpita da un fulmine! Grazie al cielo il mio povero cuore ha retto...ma tutto il resto me lo sento sconquassato. Mi affloscio all'indietro sul corpo del giovane, incapace di muovere un muscolo.
- «Ohe', Silvia...Vuoi vedere che la tua vecchia è morta sul serio? Ihihiheheheh!», sghignazza la punk.
Ma che ti ridi, cretina! Non hai idea di quel che sto provando...Ho il cuore che batte come un martello pneumatico, e la fica mi fa un male cane per le incessanti contrazioni. E nonostante tutto, il mio stato di eccitazione non accenna a diminuire. Maledette droghe, ma quanto durano?...
Frattanto anche Silvia, a furia di strusciare la passera sulla schiena della sua amica, viene con una serie di sussulti. (Vorrei davvero credere che dopo ciò si senta appagata e la smetta di tormentarmi...ma conoscendola, so già che è una speranza vana.)
A quel punto il giovane mi si sfila da sotto e mi fa mettere a quattro zampe.
- «Silvia, mi piacerebbe sfondare il culo di questa vacca...Cosa vuoi in cambio?»
Trasalisco inorridita. NO! Ho preso il mio primo cazzo in culo soltanto ieri, ed era di dimensioni normali...Questo me lo spacca!
Rivolgo uno sguardo implorante verso Silvia. Che manco a dirlo, sembra compiacersi della mia disperazione.
- «Se vuoi il suo culo, Pillo...devi darmi la tua boccetta di acquasanta!», sentenzia lei, riferendosi chiaramente al flacone di afrodisiaco.
Il giovane rimane per un attimo dubbioso. La mia ultima speranza è che lo consideri un prezzo troppo alto...ma poi estrae il flacone e lo appoggia sul comodino. Sono fottuta. In tutti i sensi.
- «Ok...È tutto tuo!», dice Silvia dandomi uno schiaffo sul sedere.
Emetto un sospiro rassegnato. Non riesco neanche a spostarmi da quella oscena posizione; la serie di super-orgasmi di poco fa mi ha prosciugata di ogni forza.
Per fortuna che Silvia ha almeno l'accortezza di prepararmi alla penetrazione, lubrificandomi il buchetto con la lingua. Grazie, sei un tesoro, stronza!
- «Ihihiheheheh! Mi sa che per far entrare il palo di Pillo ci vuole ben altro che una leccatina!», ridacchia la sua degna amica, chinandosi sulle mie natiche.
Subito dopo mi infila entrambi gli indici nel culo e inizia a separarli con forza inaudita.
Mi contorco dal dolore. Cazzo, questa scema mi sta squarciando l'ano...Oh gesù, sono nelle mani di una pazza! Silvia è una perversa, ma questa è proprio fuori di testa. Non si rende conto di quello che fa. Buon dio, toglimela di dosso!
- «Ihihiheheheh! Guarda che caverna...Chissà se tocco il fondo con un braccio?», dice la demente infilandomi dentro tutte le dita di una mano chiuse a cuneo.
Silvia si limita ad osservare, affascinata da quelle operazioni di allargatura. Per lei è solo un buco che si apre, non ha idea di quanto mi stia facendo male. O forse sì, ma non le importa.
- «Basta così, ci penso io ad allargare il buco a questa zoccola!», interviene il giovane, impaziente.
Silvia dà un paio di ciucciate al cazzo del tizio, insalivandolo per bene, e poi lo guida all'ingresso del mio culo.
Il bastardo non mi usa troppi riguardi. Ha pagato e tanto gli basta. Così mi appoggia la cappella allo sfintere e preme con tutto il peso del suo corpo.
Sento l'occhiello anale che mi si dilata in modo inverosimile, e mordo le lenzuola per non urlare. Assurdo a dirsi, ma in questo momento benedico l'orrendo trattamento preparatorio di poco fa, senza il quale l'uccello di questo selvaggio mi avrebbe spaccato il culo in due.
Comunque sia, riesco a prenderlo fino in fondo. Il più è fatto. Il porco comincia a far scorrere il cazzo avanti e indietro, e adesso che il mio sfintere si è adattato all'intruso, l'effetto dell'afrodisiaco torna a sovrastare il dolore. E mio malgrado sono di nuovo investita da sconvolgenti ondate di piacere.
A quel punto la punk si siede davanti al mio viso, alzandosi la gonna e scostando le mutandine. Non capisco; che diavolo vuole f...OH NO, QUESTO NO!!
Mi prende per i capelli e mi preme la bocca contro il suo inguine. Ho un moto di ribrezzo. Non ho mai leccato una fica; almeno questo Silvia me lo aveva risparmiato...finora.
Di sottecchi cerco lo sguardo di mia figlia, come ad implorare un improbabile aiuto. E infatti lei ride divertita del mio imbarazzo.
- «Dai, mamma, non fare l'ingrata: la Genis ti ha fatta godere tre volte poco fa, no?», e le due stronze sghignazzano all'unisono.
Mi rassegno ad incassare anche questa ennesima umiliazione.
La fica della giovane punk è sporca e mal curata, in linea con la sua trasandata proprietaria. Emana un odore acre di urina, sudore e sperma rappreso. Eppure in qualche modo quell'afrore mi fa un effetto eccitante. Sarà che ho la testa ancora piena di schifezze chimiche...ma mi lascio andare all'istinto e inizio a slinguarla con foga.
Con la coda dell'occhio vedo Silvia che osserva compiaciuta, mentre accarezza il petto della giovane punk.
- «Ihihiheheheh! Non lecca male, la vecchia...Le hai insegnato tu, Silvia?», borbotta Genis...E per un attimo mi pare di scorgere nello sguardo di Silvia un lampo di invidia per la sua amica sciroccata.
Io intanto sono di nuovo in orbita anche con la sola penetrazione anale.
Il cazzo di quel maiale mi sfrega lo sfintere, mi rimesta le budella, mi urta lo stomaco e chissà quali altri organi...ma tutto ciò mi fa godere in maniera pazzesca! È come se quelle dannate droghe avessero trasformato ogni cellula del mio corpo in un clitoride...
...Tant'è che appena Silvia si china a ravanarmi la fica, vengo di nuovo travolta da un orgasmo micidiale.
Nello stesso istante anche Genis viene, inondandomi la lingua di succhi.
- «IIIHH!! Oh-Oh-Oh-OOOH! Oh! Cazzocazzocazzo...Che sbrodolataaahh!!»
(Non lo avrei mai detto...ma l'essere riuscita a far godere questa pazzoide mi fa sentire in qualche modo fiera di me.)
Subito dopo il tale, Pillo, esce di colpo dal mio culo. Ho un sussulto di dolore per l'improvvisa estrazione. La delicatezza non è proprio il suo forte.
- «In ginocchio, puttanona...Fammi godere con una spagnola!»
- «U-una che?!...», bofonchio io confusa, scatenando una risata generale.
- «Ma la tua vecchia non sa proprio un cazzo! Spiegaglielo tu, Silvia...»
E Silvia mi "spiega", senza dire neanche una parola.
Afferra il cazzo del tipo e me lo pone in mezzo alle tette, poi me le fa stringere con le mani e mi invita a muovermi su e giù col busto.
- «Ah», mormoro io, con tono da bambina che scopre l'acqua calda.
- «Questo ti costerà 5 grammi extra di erba», dice Silvia a Pillo. (Niente da dire; la mia bimba ha proprio il senso degli affari.)
Devo ammettere che questo nuovo gioco, la "spagnola", mi piace un mondo. E in un certo senso, mi piace anche che Silvia mi guardi con una punta di invidia: lei con quelle tettine da adolescente non può fare questo giochetto (non ancora, almeno).
Mentre eseguo la sega con le poppe, le due depravate iniziano a praticarmi un ditalino a due mani, passandomi nel contempo le lingue sul collo. Oh, brividi!
La mia eccitazione sale di nuovo, incontenibile. Oh no, non ci credo...Non è possibile che a questo punto io sia in grado di avere ancora un altro orgasmo!
Eppure ormai riconosco il suo appressarsi: vengo di nuovo proprio mentre il cazzo che ho fra le tette mi scarica in faccia una interminabile doccia di sperma.
Subito dopo le due giovinette si affrettano a ripulirmi viso e seno con la bocca, emettendo osceni risucchi.
Io mi sento estasiata, pienamente soddisfatta. Anche l'effetto dell'afrodisiaco sta ormai esaurendosi.
*****
Passata la tempesta di ormoni, Silvia passa a chiudere le trattative commerciali.
Si fa consegnare da Pillo una busta di erba e una manciata di pasticche. Poi senza troppi complimenti accompagna alla porta i suoi due schizzatissimi ospiti.
Ed eccoci di nuovo da sole. Ho una sensazione di déjà vu. Per la seconda volta in soli due giorni, mia figlia mi ha imposto la sua volontà perversa, strapazzandomi a suo piacimento come una bambola di pezza.
Ma questa volta è stata anche peggiore. Mi ha drogata e ha venduto i miei buchi a due debosciati in cambio di stupefacenti. E che dio mi perdoni, mi è PIACIUTO. Questa è la cosa che più mi preoccupa per il futuro. La perversione di Silvia sembra non avere limiti; fino a che punto può spingersi nell'abusare di me?
In più, ora è anche in possesso di potenti sostanze afrodisiache. Non potrò più bere o mangiare nulla senza sospettare che lei possa aver alterato i cibi. La sola idea mi fa rabbrividire.
Come se mi avesse letto nel pensiero, Silvia rompe il silenzio:
- «Non preoccuparti, mamma. Non farei mai nulla che possa farti del male. Questo lo sai, vero?»
E mi fissa con un sorrisetto indecifrabile, mentre si rolla una canna.
- «Silvia...Forse dovremmo discutere di quello che è successo negli ultimi due giorni...»
Lei si accende lo spinello e tira una lunga boccata.
- «Non c'è nulla da discutere, mamma. Abbiamo stabilito delle regole. Io le rispetterò; vedi di rispettarle anche tu, e andremo d'accordo.»
- «"Abbiamo stabilito delle regole"?!», ribatto, «Ti faccio notare che le hai stabilite solo TU...E per giunta ne hai stabilita soltanto UNA: "Io faccio sesso con chi mi pare"...»
Mi guarda con occhi da gatta selvatica.
- «Già, è vero...Allora è tempo di dettare la seconda ed ultima regola: "TU FAI SESSO CON CHI PARE A ME". Buonanotte, mamma.»
Ciò detto, posa lo spinello acceso sul portacenere ed esce con calma, dirigendosi verso la sua stanza.
Dio mio. Sono diventata una marionetta nelle mani di una ninfomane senza freni morali. Mi chiedo come ho potuto ridurmi a questo in soli due giorni. E domani può spingermi ancora più in basso. Cosa può impedirglielo? Ormai ho perso il mio ascendente su di lei, si fa guidare solo dalla sua dissolutezza. Trascinando anche me verso il fondo. E che dio mi aiuti, sto scoprendo che mi piace.
Mi cade l'occhio sullo spinello ancora fumante nel posacenere.
Meccanicamente lo prendo, me lo porto alle labbra e inspiro una profonda boccata.
Uhm. Non è poi così terribile, in fondo.
Un'altra breccia nel mio muro di false convinzioni.
Un altro punto per Silvia.
Un altro passo verso il basso.
Mi sdraio sul letto, mentre il torpore del sonno sopraggiunge scacciando tutti i cattivi pensieri.
Oggi sono sopravvissuta alle perverse regole di Silvia; posso riuscirci anche domani. Forse.
(FINE CAPITOLO 2)
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[By: Seinove - © Questo racconto è protetto da copyright. Sono vietati il plagio, la copia e la riproduzione non autorizzata dall'Autore.]
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