I miei due zii (Capitolo3)
Scritto da Aramis, il 2015-07-16, genere gay
Vi ho raccontato molto su mio zio Giovanni, ma mio zio Berto era un uomo molto diverso, era alto circa un metro e settantacinque, era abbastanza in forma, pesava circa 75 chili ed aveva capelli castano scuro con gli occhi più blu che avessi mai visto. Ricordo che era sempre vestito piuttosto bene ed il centro dell'attrazione per me erano i suoi pantaloni sempre puliti, erano del tipo stretto e mostravano una protuberanza che rendeva ovvio il fatto che fosse ben dotato. Quando mi sorprendeva a guardarlo mi sorrideva, abbassava lo sguardo e qualche volta faceva correre le dita su quella protuberanza che mi faceva leccare le labbra e lui naturalmente lo notava. Così cominciò con zio Berto e quando ci ripenso mi sembra chiaro che lui aveva progettato tutto ma ero giovane e non avevo alcuna idea di quello che stava succedendo.
Non lo avevo frequentato molto quando ero molto giovane ma chiamava di tanto in tanto per venirci a trovare, quando era con me si divertiva a farmi il solletico e ricordo che cercava sempre in qualche modo di mettere le mani sotto i miei pantaloncini e stringermi le natiche. Era divertente e non ci facevo caso, naturalmente non avevo idea di quello che voleva fare fino a che alla fine…
Un giorno chiamò a casa mia e chiese a mia mamma se poteva portarmi alla spiaggia con l’autobus. Io non ci andavo molto spesso e la cosa mi attirava, pensai che un giorno fuori con lui sarebbe stato speciale dato che non chiamava frequentemente per vedermi. Dovetti promettere che sarei stato buono e non mi sarei comportato male, quel genere di cose sul quale i genitori insistono, e che avrei fatto quello che mi veniva detto. Mia madre non era severa ma voleva sempre assicurarsi che facessi il bravo in modo che potessi essere invitato di nuovo! Quindi così cominciò con zio Berto.
Il tragitto in autobus era di un'ora e ci sedemmo in fondo in modo da poter guardare facilmente fuori dai finestrini e vedere il paesaggio. Io mi sedetti al finestrino e lo zio di fianco a me, ogni tanto si sporgeva su di me per indicare qualche cosa che aveva visto e che voleva che io vedessi. Talvolta metteva un braccio intorno alle mie spalle ed altre volte, mentre restava seduto, mi prendeva una mano, mi sorrideva e diceva: ”Che bello. Solo tu ed io, e tu sarai bravo con tuo zio, non è vero?” Era bello essere soli noi due ed io gli dissi che avrei fatto come lui diceva e sarei stato bravo.
Passammo ore sulla spiaggia e ci divertimmo, mi comprò un gelato e facemmo quelle cose che i ragazzi fanno sula spiaggia. Il momento di riprendere l'autobus per tornare a casa venne troppo presto. Ricordo che l'autobus era quasi vuoto e noi tornammo a sederci in fondo ma questa volta sui sedili finali perché, come disse lo zio, c'era molto più spazio e mi fece ancora sedere al finestrino.
Durante il viaggio mi disse che ero stato un bravo ragazzo e che saremmo tornati di nuovo al mare se io avessi voluto. Naturalmente gli dissi di sì. Lui mi sorrise, disse che sapeva che non sarei stato un problema e forse la mamma gli avrebbe permesso di portarmi al cinema. Per me sarebbe stata una festa e ricordo che mi protesi e lo baciai sulla guancia. Per scherzo lui mi disse di non essere birichino perché avremmo potuto essere arrestati per esserci baciare su un autobus, che se l’avessi fatto ancora mi avrebbe fatto il solletico ed alzò una mano muovendo le dita. Io mi strinsi nell'angolo del sedile e dissi: “Oh no, per favore”. Lui disse che stava solo scherzando, lasciò cadere la mano sulla mia gamba e la lasciò là.
Mi sembrò una cosa da uomo ed appoggiai una mano sulla sua gamba vicina a me. Non so quanto restammo così ma divenni consapevole che la sua mano si era mossa un po’ e la punta delle sue dita era sotto i mie shorts. Non dissi niente ma lo guardai, lui mi stava guardando sorridendo e disse: “Ora fai il bravo ragazzo con tuo zio” ed io rimasi fermo senza sapere quello che lui voleva facessi. La punta delle sue dita mi stava carezzando la gamba ed era divertente ma mi spaventai quando il mio cazzo cominciò ad indurirsi, non volevo che se ne accorgesse, ma non potevo nasconderlo.
Mi disse di mettere una mano nella tasca dei suoi pantaloni, lo feci ma in quella tasca c’erano solo dei buchi. Lui mosse la mano che era sulla mia gamba, spinse giù la parte anteriore degli shorts ed entrò nelle mie mutande. Gli dissi che c'era un buco nella tasca e lui rispose: “Metti una mano nel buco e toccami.” Ora sul bus c’eravamo solo noi due e lui si sentiva più sicuro. Rimisi la mano nella tasca e questa volta la infilai nel buco. Non potevo credere a quello che sentivo. Era enorme ed io tentai di togliere la mano ma la sua me la coprì e la tenne là mentre diceva: “Rimani lì. Tienila lì e tocca, sii un bravo ragazzo.”
Contemporaneamente lui stava giocando col mio uccello e naturalmente era bello ma ero stupito da come sembrava grosso il suo pene nella mia mano. Si spostò sul sedile e mi disse di estrargli l’uccello e guardarlo. Spostai la mano per aprirgli la patta ma lui disse “No, fallo uscire dalla tasca e guardalo.” Non era facile muovere il suo cazzo nei suoi pantaloni per fargli attraversare la tasca ma ci riuscii mentre lui si muoveva per facilitarmi. Naturalmente solo una parte uscì dalla tasca ma ora potevo vederlo! Non era come quello di zio Giovanni, era come il mio, intonso e con il prepuzio teso sulla punta che era luccicante e bagnata. Sembrava enorme e la fessura sembrava larga e bagnata. Lo guardai, lui mise una mano sul mio collo e mi spinse giù verso la tasca, capii quello che voleva che facessi. Lui disse “Leccalo. Abbiamo molto tempo.” Quando ci misi sopra le labbra si mosse, il prepuzio scivolò indietro sulla cappella e mentre lui mi tratteneva là, scoccò nella mia bocca aperta. Lo sentii dire tranquillamente: “Leccalo come un lecca lecca”, lui stava giocando col mio cazzo che ora era veramente duro e mentre leccavo cominciai a sborrare! Ero là che eiaculavo nei miei pantaloni col cazzo di mio zio in bocca! Lo sentii strofinare il mio sperma sul mio pene e questo deve aver tirato il suo grilletto perché mentre lo stava facendo cominciò a venire. Mi spaventò perché non me l’aspettavo, quando la mia bocca fu piena continuò ad eiaculare, mi tenne là ed io ingoiai tutto. Ora aveva fatto uscire la sua mano dai miei shorts, quando ebbe finito di venire mi rimise a sedere e mi disse di rimettermi in ordine ed asciugarmi la bocca!
Il resto del viaggio durò altri dieci minuti ed in quel periodo mi chiese quanto spesso mi masturbavo e se mi piaceva un cazzo come il suo. Gli dissi che mi facevo seghe ogni giorno, lui disse che andava bene ed aiutava il mio sperma a rimanere fresco; quando gli chiesi come fare per avere un pene come il suo, disse che me l’avrebbe mostrato ma doveva essere un segreto e dovevo promettere di non dirlo a nessuno. Lo promisi e gli chiesi di insegnarmelo ma lui disse solo: “Te lo mostrerò un altro giorno, ora non abbiamo tempo.” Eravamo quasi a casa, quando arrivammo disse che ero stato molto bravo, avrebbe chiamato la settimana seguente e forse avremmo potuto andare al cinema. Mia madre sembrò lieta a quell'idea ed io anche, ma voleva anche dire che avrei dovuto aspettare una settimana prima di andarci. Così avrei dovuto aspettare per scoprire come far diventare il mio pene grosso come quello di zio Berto. Per tutta la settimana seguente sognai di avere un cazzo come quello dei miei zii!
Siamo arrivati alla terza puntata, vale la pena di continuare?
Non lo avevo frequentato molto quando ero molto giovane ma chiamava di tanto in tanto per venirci a trovare, quando era con me si divertiva a farmi il solletico e ricordo che cercava sempre in qualche modo di mettere le mani sotto i miei pantaloncini e stringermi le natiche. Era divertente e non ci facevo caso, naturalmente non avevo idea di quello che voleva fare fino a che alla fine…
Un giorno chiamò a casa mia e chiese a mia mamma se poteva portarmi alla spiaggia con l’autobus. Io non ci andavo molto spesso e la cosa mi attirava, pensai che un giorno fuori con lui sarebbe stato speciale dato che non chiamava frequentemente per vedermi. Dovetti promettere che sarei stato buono e non mi sarei comportato male, quel genere di cose sul quale i genitori insistono, e che avrei fatto quello che mi veniva detto. Mia madre non era severa ma voleva sempre assicurarsi che facessi il bravo in modo che potessi essere invitato di nuovo! Quindi così cominciò con zio Berto.
Il tragitto in autobus era di un'ora e ci sedemmo in fondo in modo da poter guardare facilmente fuori dai finestrini e vedere il paesaggio. Io mi sedetti al finestrino e lo zio di fianco a me, ogni tanto si sporgeva su di me per indicare qualche cosa che aveva visto e che voleva che io vedessi. Talvolta metteva un braccio intorno alle mie spalle ed altre volte, mentre restava seduto, mi prendeva una mano, mi sorrideva e diceva: ”Che bello. Solo tu ed io, e tu sarai bravo con tuo zio, non è vero?” Era bello essere soli noi due ed io gli dissi che avrei fatto come lui diceva e sarei stato bravo.
Passammo ore sulla spiaggia e ci divertimmo, mi comprò un gelato e facemmo quelle cose che i ragazzi fanno sula spiaggia. Il momento di riprendere l'autobus per tornare a casa venne troppo presto. Ricordo che l'autobus era quasi vuoto e noi tornammo a sederci in fondo ma questa volta sui sedili finali perché, come disse lo zio, c'era molto più spazio e mi fece ancora sedere al finestrino.
Durante il viaggio mi disse che ero stato un bravo ragazzo e che saremmo tornati di nuovo al mare se io avessi voluto. Naturalmente gli dissi di sì. Lui mi sorrise, disse che sapeva che non sarei stato un problema e forse la mamma gli avrebbe permesso di portarmi al cinema. Per me sarebbe stata una festa e ricordo che mi protesi e lo baciai sulla guancia. Per scherzo lui mi disse di non essere birichino perché avremmo potuto essere arrestati per esserci baciare su un autobus, che se l’avessi fatto ancora mi avrebbe fatto il solletico ed alzò una mano muovendo le dita. Io mi strinsi nell'angolo del sedile e dissi: “Oh no, per favore”. Lui disse che stava solo scherzando, lasciò cadere la mano sulla mia gamba e la lasciò là.
Mi sembrò una cosa da uomo ed appoggiai una mano sulla sua gamba vicina a me. Non so quanto restammo così ma divenni consapevole che la sua mano si era mossa un po’ e la punta delle sue dita era sotto i mie shorts. Non dissi niente ma lo guardai, lui mi stava guardando sorridendo e disse: “Ora fai il bravo ragazzo con tuo zio” ed io rimasi fermo senza sapere quello che lui voleva facessi. La punta delle sue dita mi stava carezzando la gamba ed era divertente ma mi spaventai quando il mio cazzo cominciò ad indurirsi, non volevo che se ne accorgesse, ma non potevo nasconderlo.
Mi disse di mettere una mano nella tasca dei suoi pantaloni, lo feci ma in quella tasca c’erano solo dei buchi. Lui mosse la mano che era sulla mia gamba, spinse giù la parte anteriore degli shorts ed entrò nelle mie mutande. Gli dissi che c'era un buco nella tasca e lui rispose: “Metti una mano nel buco e toccami.” Ora sul bus c’eravamo solo noi due e lui si sentiva più sicuro. Rimisi la mano nella tasca e questa volta la infilai nel buco. Non potevo credere a quello che sentivo. Era enorme ed io tentai di togliere la mano ma la sua me la coprì e la tenne là mentre diceva: “Rimani lì. Tienila lì e tocca, sii un bravo ragazzo.”
Contemporaneamente lui stava giocando col mio uccello e naturalmente era bello ma ero stupito da come sembrava grosso il suo pene nella mia mano. Si spostò sul sedile e mi disse di estrargli l’uccello e guardarlo. Spostai la mano per aprirgli la patta ma lui disse “No, fallo uscire dalla tasca e guardalo.” Non era facile muovere il suo cazzo nei suoi pantaloni per fargli attraversare la tasca ma ci riuscii mentre lui si muoveva per facilitarmi. Naturalmente solo una parte uscì dalla tasca ma ora potevo vederlo! Non era come quello di zio Giovanni, era come il mio, intonso e con il prepuzio teso sulla punta che era luccicante e bagnata. Sembrava enorme e la fessura sembrava larga e bagnata. Lo guardai, lui mise una mano sul mio collo e mi spinse giù verso la tasca, capii quello che voleva che facessi. Lui disse “Leccalo. Abbiamo molto tempo.” Quando ci misi sopra le labbra si mosse, il prepuzio scivolò indietro sulla cappella e mentre lui mi tratteneva là, scoccò nella mia bocca aperta. Lo sentii dire tranquillamente: “Leccalo come un lecca lecca”, lui stava giocando col mio cazzo che ora era veramente duro e mentre leccavo cominciai a sborrare! Ero là che eiaculavo nei miei pantaloni col cazzo di mio zio in bocca! Lo sentii strofinare il mio sperma sul mio pene e questo deve aver tirato il suo grilletto perché mentre lo stava facendo cominciò a venire. Mi spaventò perché non me l’aspettavo, quando la mia bocca fu piena continuò ad eiaculare, mi tenne là ed io ingoiai tutto. Ora aveva fatto uscire la sua mano dai miei shorts, quando ebbe finito di venire mi rimise a sedere e mi disse di rimettermi in ordine ed asciugarmi la bocca!
Il resto del viaggio durò altri dieci minuti ed in quel periodo mi chiese quanto spesso mi masturbavo e se mi piaceva un cazzo come il suo. Gli dissi che mi facevo seghe ogni giorno, lui disse che andava bene ed aiutava il mio sperma a rimanere fresco; quando gli chiesi come fare per avere un pene come il suo, disse che me l’avrebbe mostrato ma doveva essere un segreto e dovevo promettere di non dirlo a nessuno. Lo promisi e gli chiesi di insegnarmelo ma lui disse solo: “Te lo mostrerò un altro giorno, ora non abbiamo tempo.” Eravamo quasi a casa, quando arrivammo disse che ero stato molto bravo, avrebbe chiamato la settimana seguente e forse avremmo potuto andare al cinema. Mia madre sembrò lieta a quell'idea ed io anche, ma voleva anche dire che avrei dovuto aspettare una settimana prima di andarci. Così avrei dovuto aspettare per scoprire come far diventare il mio pene grosso come quello di zio Berto. Per tutta la settimana seguente sognai di avere un cazzo come quello dei miei zii!
Siamo arrivati alla terza puntata, vale la pena di continuare?
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