La mia iniziazione (III) - Un nuovo inizio insieme

Scritto da , il 2021-08-03, genere dominazione

Rimasta sola nel soggiorno buio, il mio primo pensiero è di cercare il cellulare per scivere ai miei e a Stefano.
Mamma non sarà in pensiero, ci sentiamo mediamente due o tre volte a settimana e questo silenzio non dovrebbe averla stranita più di tanto; in compenso i messaggi del mio ragazzo sono solitamente frequenti, quindi a lui dovrò dare non poche spiegazioni.
Mi mordo un labbro.
Cazzo, non c'è! Deve averlo nascosto Fabio, oppure deve averlo portato con sè.
È finita. Come mi giustificherò? Qualche disfunzione al telefono sarebbe anche plausibile come scusa, nel caso in cui lui non mi avesse telefonato trovando libero.
Mille pensieri si affollano nella mia mente, ma non ho modo di risolvere questo problema nell'immediato.
Certo, potrei cercarlo in casa ora, ma sono stremata; qualche ora in più non farà differenza, perciò mi stendo alla meglio sul divano e chiudo gli occhi.
Li riapro spesso durante la notte, scossa sia da sogni erotici in cui vengo scopata in ogni modo, sia da incubi in cui Stefano mi lascia, piangendo di dolore e delusione.
Che stupida sono stata, con le mie fantasie in cui lo imploravo di piangere per me; volevo solo godere insieme in un modo diverso e non lo sapevo.
Forse ho gettato tutto alle ortiche ormai, ma almeno mi resta il mio maestro, mi ripeto.
Nelle sue mani ho ancora molto da imparare e molto di cui godere.
Eppure il pensiero di perdere il mio amore mi fa sentire sola, vuota e sperduta. Sì, dopo il pomeriggio dell'esame avevo più pensato a Stefano in questo modo - come al mio amore - ma ora mi viene spontaneo farlo.
L'oscurità scivola via lentamente, lasciandomi con la mia insonnia e i miei dolorosi pensieri.
All'alba decido che la mia lotta per dormire è terminata e che ho perso, perciò mi alzo dal divano e inizio a scorrazzare per casa. O almeno lo farei se solo le porte fossero aperte; prima di uscire, Fabio le ha chiuse tutte a chiave. Anche il bagno.
Sbuffo. Mi toccherà usare il piccolo capanno all'esterno, quello sporco, logoro e puzzolente.
Ma tant'è, meglio di niente. E poi anche il mio odore è decisamente intenso, fatto di un eccitante mix di seme, sudore e urina.
La vescica chiama, quindi controvoglia esco immediatamente.
Rientrata osservo meglio almeno il soggiorno, ma non mi salta all'occhio nessun dettaglio che non avessi già notato; anche la speranza di ritrovare il cellulare rimane delusa, nessuna traccia.
Sbuffo ancora.
Mi attende un'altra giornata senza dare segni di me, una giornata che aggiungerà fuoco suo dubbi di Stefano finendo per dalle del tutto alle fiamme il nostro rapporto; anche un altro pensiero mi atterrisce, quello dell'attesa interminabile e piena di aspettativa per la serata che mi attende.
Quale sara la sorpresa? Cosa mi attende alla fine della mia iniziazione?
Devo restare sola con i miei pensieri, sola in attesa che la mia curiosità e il mio piacere siano soddiafatti.
Cerco qualcosa da mangiare in frigo, ma trovo solo un cartone del latte; in un armadietto invece dei grissini alle noci e un pacchetto di cereali già aperti.
Sbuffo una terza volta e mi lascio cadere sul divano.
Il tempo passa lentissimo.
Mangiucchio quelle poche cose, uso il bagno esterno, mi masturbo anche; un paio di volte e distrattamente.
La prima pensando alla donna di ieri sera, Serena,la seconda immaginandomi sul letto mentre le lecco la figa e Fabio mi scopa il culo. C'è anche Stefano però, lui si sega e mi accarezza i capelli.
Lo amo, devo dirglielo.
Queste ore di solitudine mi stanno distruggendo. È questa la vera tortura, quella psicologica che mi sto autoinfliggendo: mi sento in colpa con lui ma non vorrei essere altrove. Vorrei però che lui fosse qui con me.

L'orologio del soggiorno segna le 21.37.
Sento una macchina nel viale, la macchina di Fabio, senza dubbio, perché riconosco la sua voce. Sì, perché sta parlando con qualcuno.
Ospiti? Ha portato ospitia cena?
Mi vedranno in questo stato e capiranno subito chi sono, ovvero la nuova puttanella del maestro; anzi, il suo animale domestico.
Quel pensiero mi accende, eccitandomi. Avrei quasi voglia di pisciarmi addosso per incrementare il mio odore, ma non voglio sporcare il soggiorno, quindi lascio perdere.
La chiave gira nella toppa e il vociare scompare, entra da solo.
Saranno stati i vicini.
Mi raggiunge subito, perciò io mi faccio trovare in soggiorno, a terra e in ginocchio, con la lingua fuori.
La sua prima reazione, l'ho subito notata sotto i suoi pantaloncini corti, è stata un'erezione; la seconda una risata divertita.
Si avvicina lentamente e mi gira intorno più volte, chinandosi anche di tanto in tanto per annusarmi. Ogni volta che lo fa io cerco di baciarlo o leccargli la mano.
"Cagnetta impaziente! Ti è mancato così tanto il tuo padrone?"
Annuisco estasiata, perché parlando finalmente mi permette di leccargli le dita. Sanno di carne alla bracie. Sorrido.
"Tantissimo, Maestro. Ero impaziente di rivederla e aiutarla a rilassarsi un po', sarà stanchissimo."
"Un po' in effetti. Sono stato con Serena tutto il giorno e abbiamo fatto shopping."
Perché me lo sta racdontando? Lo fisso, leccandogli il pollice.
"Serena è la mia ragazza."
Succhiò un po' più avidamente, strabuzzando gli occhi. Lui ridacchia.
"Stupita? Siamo una coppia aperta amante del voyerismo."
Sorride e chiarisce cosa intende.
"Non amiamo fare sesso solo tra di noi, anzi ci eccita particolarmente farlo anche con altre persone. Talvolta insieme, altre separatamente; inoltre siamo particolarmente attratti dal guardarci reciprocamente durante i rapporti."
Nei miei occhi ci dev'essere un fremito, un lampo di eccitazione, perché lui annuisce.
"Ti piace eh? Lo immaginavo."
Si china e dopo avermi sfilato il dito dalla bocca se lo lecca a sua volta, poi mi alza il mento con la mano e mi bacia con la lingua. Limoniamo per un po', sembra goloso, già eccitato, ma anche più tenero del solito, paterno in un certo senso.
Quando si stacca tira fuori qualcosa di stoffa dalla tasca.
La srotola e me la mostra. È una benda nera di cotone spesso che, mi spiega, mi impedirà di vedere ciò che mi aspetta.
"Ecco il mio regalo, consideralo come il gran finale del nostro periodo insieme."
Mi fa alzare e poi sedere sul tavolo, con le gambe larghe appoggiate su due sedie diverse. Poi mi benda e il mondo circostante diventa buio e segreto.
Lo sento fare un fischio, poi dei passi si susseguono. Mi pare di contare tre persone in tutto, anche se non posso esserne certa.
"Questa è la tua festa di laurea, goditela."
È Fabio a parlare, così come suo è il bacio sulle labbra. Ormai riconosco il suo respiro caldo.
Il secondo tocco, invece, non lo conoscevo.
Era un altro uomo, aveva le dita callose, forse aveva qualche anno in più di Fabio o forse faceva un lavoro manuale di qualche tipo. Pareva più incerto, più timido, meno dominante mentre mi sfiorava le cosce nude.
Per farlo sentire più a suo agio gli sfioro la mano con le dita, poi me la porto più in basso, verso la figa.
"Non avere paura" dico sorridendogli "sono solo una puttana, la serva del mio Maestro Fabio; niente imbarazzo con me, perché qualsiasi cosa mi farai mi rendera felice. Se lui desidera che tu mi scopi, io sarò grata ad entrambi e sarà per me un piacere soddiafarvi."
Non posso vedere la sua espressione, ma sento la sua mano ancora incerta sotto la mia. Ne avvicino le dita al clitoride e mi faccio accarezzare fino ad inumidirmi, poi me le porto alla bocca e le succhio.
"Avanti dai... non ti va di fottere un po' questa troietta?"
L'uomo sembra sciogliersi un po', perché lo sento spogliarsi, anzi sento scendere più di un paio di pantaloni.
Sento il primo pene vicino alle labbra e le schiudo d'istinto; ha un odore molto intenso e virile e mentre lecco la cappella mi viene spontaneo iniziare a masturbarmi.
Mugulo piano mentre succhio una porzione sempre maggiore di cazzo, è un cazzo sconosciuto, più corto dei due che conosco, ma bello largo fra le labbra.
Un secondo uomo, certamente Fabio, mi fa sporgere un po' di più per la sua comodità poi avvicina al mio sesso il suo glande. Me lo massaggia con calma dopo avermi fatto smettere di toccarmi.
Vorrei implorarlo di scoparmi, ma ho la bocca piena.
Spero solo che i miei umori sulle cosce parlino al mio posto.
Mentre lo sfonosciuto prende coraggio e ormai mi spinge il cazzo tutto in bocca mentre io muovo la lingua a bocca chiusa, Fabio finalmente mi accontenta.
Lo sento entrare con facilità, scivolando pian piano dentro di me. Per un po' gli unici suoni che si sentono sono i nostri ansimi e gemiti indotti dal piacere che ci stiamo reciprocamente donando.
"Giriamola"
Era un ordine. Anche se non avessi sentito la voce avrei riconosciuto senza dubbio alcuno il mio Maestro, la sua autorità è inconfondibile.
Mi sento sollevare e buttare sul letto, poi mi costringono alla pecorina.
"Fottetemi, sono la vostra troia. Riempitemi di sborra..."
Sussurro, massaggiando entrambi i cazzi appena riesco a raggiungerli nel buio.
Ora sono pronti entrambi. Uno in bocca e uno in figa, come prima. Li sento muovere all'unisono, sincronizzati.
Uno mi stuzzica la gola e mi fa sbavare, l'altro mi riempie l'intimità facendomi colare.
Raggiungo un primo orgasmo che mi fa tremare la schiena e le gambe; quasi cedo e mi affloscio per quanto è intenso, ma due coppie di mani mi sorreggono.
Grazie, penso. Ho un Maestro e il suo aiutante da soddisfare.
Cosa c'è di meglio?
In quel momento mi accorgo, o almeno mi pare, di un terzo respiro affannato ed eccitato.
Non ho tempo di pensarci però, perché il membro che ho in bocca inizia a pulsare e, un attimo dopo, eiacula con abbondanza.
Deglutisco tutto e succhio la fonte di quel prezioso nettare, gemendo più forte per i colpi più intensi nella figa.
Fabio dietro di me mi prende i capelli e li tira, dandomi anche uno schiaffo fortissimo sul culo.
Vengo di nuovo.
"Brava puttanella vogliosa, e ora bevi la mia sborra."
"Maestro, adoro i tuoi ordini e i tuoi insulti. E amo la tua sborra."
Riesco a dire, però mi tappa la bocca con un paio di colpi intensi di cazzo. Me la sta scopando con la stessa intensità che usava in figa.
Gli occorrono ancora diversi minuti per raggiungere l'orgasmo e donarmi il suo seme direttamente della gola.
Deglutisco soddisfatta e pulisco alla perfezione anche a lui membro e testicoli.
È fatta, è finita. La mia iniziazione è conclusa.
O forse no?
"E ora la sorpresa."
Annuncia Fabio, scoprendomi gli occhi.
Un istante per abituarmi alla luce e lo riconosco.
Il secondo uomo, quello che mi ha scopata in bocca, non è uno sconosciuto. È un collega di Stefano.
Merda.
Merda.
Merda.
Mi manca l'aria, mi sento morire. Sbianco.
Vorrei parlare, ma non ci riesco.
Per dire cosa poi?
Ora sono davvero fottuta. È finita. Scoprirà il mio tradimento domani stesso.
Anzi.
No.
Non domani.
Si avvicina il terzo uomo, che quindi non mi ero immaginato.
Merda.
Non ci credo.
È nudo, con il cazzo in mano e si sta segando.
Sta in piedi, dritto davanti a me.
Mi sorride, Stefano.
Poi si china e mi bacia mentre io scoppio a piangere.
"Ehi, perché piangi?"
Mi accarezza. E io non capisco.
"Piccola?"
"Ti ho tradito"
Sorride ancora, segandosi.
"Lo so, e ti ringrazio."
Cosa cazzo sta dicendo?
"Piccola ti amo da morire, lo sai. E desidero il tuo piacere, sempre. Vederti qui, stasera... è stato... incredibile."
Mi bacia di nuovo, questa volta con la lingua.
Ricambio il bacio.
"Grazie a Dario abbiamo parlato di Fabio, scoprendo che abbiamo amico comune, e te, sempre in comune. Lui mi ha spiegato di quello che aveva capito essere il tuo sogno erotico nascosto. Io lo condivido, anzi lo adoro. Quindi ho accettato immediatamente di venire qui oggi."
Lo fisso, non credo alle mie orecchie.
"Ma sei serio, Ste? Non sei incazzato?"
Incredibilmente fa segno di no.
"Mi spiace solo averlo scoperto così, per caso. Avresti potuto parlarmene."
Alza le spalle, poi riprende a segarsi.
"Ma ora basta così, stasera inizia un nuovo capitolo della nostra vita."
Annuisco e gli sorrido.
"Ti amo." Dico.
"Anch'io." Risponde.
Come nel sogno. Rido e mi metto seduta sul divano.
"Sborrami in faccia, scemo innamorato"
Ridacchio e tiro fuori la lingua.
"Tutta per te, zoccoletta del mio cuore."
Un attimo dopo schizza, riempiendomi la faccia.
La prendo con le dita e la lecco, poi chiacchieriamo e scherziamo fino a notte fonda, cercando di capire ciò che è successo in questi giorni.
Ecco qual era la mia iniziazione, ora l'ho capito, solo ora l'ho capito davvero.
E adesso, stesa nel mio letto di fronte a Stefano, occhi negli occhi all'uomo della mia vita, dopo questa pazza e assurda notte ho nel cuore una certezza assoluta: ci aspetta un nuovo meraviglioso inizio insieme.

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