I racconti di nonna Chica -Federica – Promettimi di farlo tu (ripubblicato 2° parte

Scritto da , il 2021-07-26, genere dominazione

Nel rapporto con il marito che adorava, non era mai riuscita a provare quelle sensazioni forti. Avvertiva un senso di mancanza di qualcosa che le impediva di sentirsi pienamente appagata, ma neanche lei sapeva bene cosa. Non aveva mai trovato il coraggio di parlargliene apertamente, era un aspetto cosiddetto sconveniente per le brave ragazze e in quanto tale lei si era fortemente impegnata a tenere a bada e non frugare e approfondire. I figli completano una donna nel desiderio naturale di sentirsi mamma, ma non sempre in quello altrettanto naturale di essere veramente “femmina” nel senso di specie animale. Se qualcuno, in tempi precedenti avesse anche solo sospettato che dentro quella donna energica, decisa, senza grilli per la testa, si nascondeva una donna plasmabile e docile, domabile attraverso l'essere decisi, risoluti a costo di forzare un po' la mano in situazioni scottanti, di sicuro Federica non sarebbe arrivata vergine al matrimonio con Michele e forse la sua vita sarebbe stata completamente un'altra.

In macchina, sulla via di casa, aveva raccontato tutto al marito. Tutto quello che le era accaduto mentre lui beveva e discuteva con gli altri. Lui, un po' per sdrammatizzare, facendo finta di annusare: - ah quindi non è il profumo che hai messo stamane, è l'odore di voglia di sesso questa che ti sento addosso! Lei, abbastanza contrariata: - smettila di fare il cretino. Ricordati che è da ormai parecchio che non tocchi tua moglie. Cosa credi, che anche se sono anziana non ne ho voglia? Oggi, il tizio mi ha scosso. Va bene che era ubriaco, ma non mi conosce, come si permette!?

Lui: - ma dai amore, è un povero cretino ubriacone!

Lei: - intanto con quel povero cretino ubriacone non mi ci vorrei trovare da sola-.

Ma alla luce delle nuove conoscenze su se stessa, già si immaginava tra la braccia di quell'uomo. Incapace di opporgli resistenza, con lui veramente deciso a prenderla, a farsela, a sfogarsi con lei che ai tocchi insistenti, indirizzati sapientemente nei punti giusti, rispondeva più con l'istinto che con la ragione di persona presente a se stessa, lasciandosi andare invece che bloccare baci, carezze, palpeggi e mani che alla fine riuscivano a frugarla dappertutto e lei esausta finiva per concedersi completamente; godendo, venendo e soddisfacendo il maschio da gran femmina qual'era.: Si … non se lo sarebbe mai aspettato da se tessa, immaginava di essere a completa disposizione di quell'essere viscido che la inorridiva come alla fin fine lo era stata con i precedenti suoi partner occasionali che l'avevano presa senza ritegno, con i quali però, si era sentita femmina, distrutta, soddisfatta come neanche lei avrebbe mai immaginato, distrutta, ma femmina.

Pur volendoli cancellare dalla mente ogniqualvolta l'assalivano questi pensieri,.non riusciva a scacciare il dubbio che fosse stato suo marito a spingerla volutamente tra le braccia, o meglio nella macchina di quel gran maiale che l'aveva cambiata, anzi stravolta, facendo emergere prepotentemente Federica istinti, Federica-voglie rispetto a Federica donna. Ma perché? Per debito? Per scommessa? Per gioco? Perché, sempre che lo avesse fatto di proposito, lo eccitava sapere la propria donna usata e abusata da altri? Allora perché non parlarne? Erano pur sempre marito e moglie. Anche lei immaginava il suo uomo con altre sue più o meno amiche o conoscenti, ma quando aveva provato ad accendere il discorso, lui l'aveva bloccata con un- ma che dici?- Ancora una volta maledetta pudicizia e maledetta educazione!? Comunque lui prendendo parola mentre continuava a guidare: - amore cosa ne dici se stanotte ci divertiamo un po'? E' da tempo che non facciamo l'amore!
Lei ha subito precisato: - bada che quando arriviamo a casa non c'è nessuno. Perché non facciamo subito?- In quel momento eccitata com'era dagli eventi appena vissuti, avrebbe preferito il termine -scopiamo-, a -facciamo l'amore- (il linguaggio ha la sua importanza e i suoi effetti) o addirittura sarebbe stata felicissima se cambiando direzione, il suo maritino portandosela in un luogo appartato le fosse saltato addosso proprio lì, in macchina, come si fa con le puttane quando si è infoiati.
Lui:- amore dai, devo vedere di sistemare quel macchinario in cantina, domani arriva il tecnico. Così poi la notte non ho il pensiero e sarò… tutto tuo amore mio Ahahah.....lei voleva crederci.
La notte carezze, baci palpate, lui che la lecca, lei eccitata com'è viene subito, gli prende il cazzo in bocca, glielo fa indurire ben bene, lui si sistema tra le cosce di sua moglie, cosce ancora davvero estremamente eccitanti nonostante l'età. Le dice: - sei bollente!-
Lei, eccitata dalla leccata precedente, dal ricordo di tutti gli assalti subiti, dalla potenza dei membri che la sua vagina è stata costretta a conoscere, dalle esplicite avance di quel porco ubriacone della mattina che le ha praticamente detto in pubblico che se la vuole scopare, risponde: -daiiiii - e in quel “daiiiii” c'è proprio il suo pensiero che va a quell'ubriaco, con parole che non pronuncia, ma che sono chiare nella sua mente: - mi vuoi brutto porco? E allora dai che aspetti, sei tra le mie cosce, sono calda, pronta, sono tua, fammi quello che vuoi, aprimi, allargami, spaccami la fica. Questo il suo pensiero più nascosto.
Inaccettabile da una Federica nella sua normalità, non sopraffatta dalla voglia di essere soddisfatta, voglia che esplodeva ad ogni minima situazione che sfuggiva al suo controllo e che lei non era più capace di riprendere in mano. Anche parole forti come quelle usate dall'ubriaco al bar, termini non certo appartenenti al suo casto vocabolario la frastornavano aprendo la strada a chi ben capace di dominarla,voleva soddisfarsi di lei non propensa a concedersi ma non appena domata (non ci voleva molto) quella stessa forza da bella puledrona di razza, diventava l'elemento che nella scopata e nel dare piena soddisfazione al maschio la rendeva migliore di molte altre donne anche nettamente più giovani.
Una stoccata improvvisa, un dolore potente trovato insolito nel fare l'amore con suo marito, l'hanno riportata a scopate precedenti nelle quali non ha potuto fare altro che cedere, così come hanno sempre ceduto le pareti della vagina accogliendo il cazzo, avvolgendolo, massaggiandolo e strizzandolo, di qualsiasi dimensione esso fosse. Strizzandolo e permettendo ai coglioni di svuotarsi dentro la sua figa. Tutto questo mentre più di un orgasmo l'assaliva.
La voce del marito confusa con quella dell'uomo della mattina.- dai, muoviti. Muovi il culo, fammi godere! Sii dai che così vengooooooooooo siiiiiiiiiiii fantasticaaaaaaa. Lei che sussurra : - no aspetta, non ancora, ho voglia di godere ancora, fai godere anche me, non veni.......... mentre in quell'istante gli schizzi di sborra la colpivano nelle carni della vagina e i rantoli dell'uomo nelle sue orecchie. Poi lui che si stende sul letto chiedendole scusa e promettendosi per l'indomani, lei che tenta di accarezzarlo e lui che con un – scusa, dai ti prego.... si sistema per prendere sonno. Lei si infila in bagno, fa da sola ma non è lo stesso.

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