Mio cugino: incontro con Ahmed (2)

Scritto da , il 2020-03-19, genere bisex



Rivestitici con il solo slip da mare ce ne tornammo a casa per i sentieri in mezzo ai campi, avevo il culo dolorante per le scopate fatte ma fortemente eccitato, lo sentivo ancora allargato e un filo di sperma mi colava lungo le gambe, Giorgio camminava accanto a me e spesso allungava la mano a carezzarmi i glutei, in un tratto che dovevamo andare in fila indiana mi fece passare avanti per aver la scusa di toccarmi ancora, stavolta molto prepotentemente mi allargò il costume e infilò nel mio forellino due dita “ahi” dissi più divertito che infastidito , “ che ahi e ahi” mi rispose lui, hai il culo bello dilatato, odora il profumo di sesso che fa e mi porse le dita vicino al naso, era per me un odore inebriante di maschio, di cazzo duro, che mi fece eccitare ancor di più, “dai facciamo presto” dissi a Giorgio “che a casa ho ancora voglia, “si, troietta” mi rispose lui “ti farò assaggiare ancora il mio cazzo e stasera se sarai bravo avrai ancora quello di Ahmed”, ne approfittai per chiedergli come lo avesse conosciuto e mi spiegò che Ahmed, più grande di noi d un anno, da un po’ lavorava insieme al padre in una fattoria dove c’era anche un maneggio, era bravo con i cavalli e arrotondava un po’ lavorando anche nei campi. Giorgio lo aveva incontrato casualmente in quella radura dove aveva la capanna dove si riposava infatti lo aveva sorpreso a masturbarsi con dei giornali porno. Con questa scusa gliene aveva portati altri e già un paio di volte si erano masturbati insieme, poi un giorno Ahmed gli aveva fatto capire che lui era maschio e che sarebbe solo stato un bull e aveva chiesto a Giorgio se conoscesse qualcuno con cui scopare visto che per il lavoro che faceva non si muoveva mai dalla campagna, mio cugino, gran fijo de …… aveva colto al palla al balzo e gli aveva parlato di me proponendogli di incontrarci e così era accaduto e quindi ero vittima inconsapevole di questo loro accordo. Piuttosto che incazzarmi ero contento di questa scelta vista anche la notevole dotazione del nostro nuovo amico.
Nel frattempo arrivammo a casa e tolti gli slip da mare ci infilammo nella cabina doccia per lavarci insieme, cominciai io ad insaponare Giorgio indugiando sul suo cazzo di nuovo in tiro, lui invece si dedicò al mio culetto, ravanandomi dentro con le dita umide di bagnoschiuma, inevitabile che cominciassimo a limonare baciandoci lingua a lingua e toccandoci ogni dove, poi lui mi prese per le spalle e mi costrinse ad inginocchiarmi per prendergli il cazzo in bocca “dai Tony” mi incitava “fammi sborrare di nuovo, bevi la mia sborra”, così con la lingua giocavo con la sua cappella, ne seguivo i contorni, poi ingoiavo tutto fino in gola per estrarlo di nuovo, baciare le nervature della sua pelle per arrivare ai coglioni, suggerli con la bocca, poi di nuovo sul glande a spompinarlo piano fino a che lui mi blocco la testa e prese a fottermi in gola come se mi montasse, assecondai i suoi movimenti così che la mia lingua lo massaggiasse bene fin quando con un gemito ed un ultimo affondo non mi schizzò dentro, uno, due, tre getti di calda crema salata che succhiavo e ingoiavo avidamente, lo sentivo tremare di piacere mentre godeva e ne approfittai per stuzzicargli l’ano, allora lui si volto offrendomelo, “adesso leccami dietro” mi ordinò e mi ritrovai le sue chiappe pelose davanti al viso, le allargai piano fino a vedere la rosellina del suo sfintere che picchiettai con la lingua “ah,ah,ah,sei un bravo leccatore” mi disse Giorgio, ci sai fare con la bocca forse meglio del culo”.
Poi uscimmo per asciugarci, io ero con il cazzo in tiro ma Giorgio aveva goduto quindi preferii aspettare che mi prendesse di nuovo. Non accadde “dai prepariamo per la cena” mi disse porgendomi un grembiule da cucina “indossalo così che ti si veda il culo così farai arrapare ancora di più Ahmed”. Ero contento di fare quello che mi diceva, in quel momento il mio piacere era realizzare il suo piacere, sculettando preparai la tavola mentre sul fornello bolliva l’acqua per la pastasciutta, suonarono alla porta e era Ahmed, gli andai ad aprire me lo trovai davanti sudato e odoroso di stalla, non mi infastidiva anzi era afrodisiaco, nel girarmi per guidarlo in cucina si accorse della mia nudità “ah! Ah! Ah!, sei proprio una cavalla da monta” mi disse prendendomi per i fianchi e facendomi sentire la sua eccitazione, percepivo il suo cazzo duro attraverso la stoffa dei pantaloncini, in un baleno si tolse la maglietta restando a torso nudo, si stringeva a me tenendomi fermo e strusciandosi in mezzo alle mie chiappe, ero eccitato dalla sua irruenza e soprattutto dalla sua dotazione che avvertivo gonfiarsi, tenendomi con una mano con l’altra si slaccio i pantaloncini scalciandoli via, non aveva slip per cui fu subito nudo con il suo nodoso bastone che si strusciava in mezzo alle chiappe, mi portò in cucina dove Giorgio ci guardava, si salutarono con un cenno e poi Ahmed mi disse “ci vorrebbe un antipasto, come dite voi un aperitivo” io capii le sue intenzioni e lo lasciai fare mentre mi appoggiava alla tavola per inginocchiarsi davanti alle mi chiappe, con le mani ruvide me le aprì con forza e ci tuffò in mezzo la bocca a baciare e leccare il mio sfintere, mugolavo di piacere pregustando il suo cazzo, Giorgio sembrava un po’ schifato dall’odore acre di cavallo di Ahmed perché arricciò il naso ma a me inebriava perché mi dava idea di potenza e di sesso selvaggio, Ahmed si alzò masturbandosi come se avesse bisogno di gonfiare ulteriormente il suo arnese lo appoggiò piano al mio ano e spinse con colpo secco mentre mi allargava rabbiosamente le chiappe, la spinta fu così forte che mi scappò un “ahi” di dolore, lui allora mi schiaffeggiò le chiappe “calma puledra che adesso di monto”, mugolava parole incomprensibili forse in arabo frammiste con complimenti tipo “vacca”, “troia” cagna in calore” che invece di turbarmi mi eccitavano ancor di più, Giorgio sempre toccandosi si avvicinò e mi masturbava mentre il nostro amico era avvinghiato dietro a me in maniera bestiale che se non mi fossi appoggiato alla tavola robusta sarei caduto, mi scopò a lungo poi giunto all’apice del suo piacere mi sollevò, si distese sul divano così che mi impalassi a smorza candela, non capivo più nulla, ansimavo preso dalla sua frenesia mentre Giorgio mi masturbava e mi baciava, cavalcai quello stallone fin quando lui mi bloccò sborrandomi copiosamente dentro, poi non contento mi fece alzare e diresse i suoi schizzi sul mio viso e sul mio petto.
Ero felice di essere oggetto del loro piacere tanto che Giorgio masturbandosi mi schizzo ancora in viso, alla fine di questa goduta ci dedicammo a mangiare, non senza sotto intesi e sguardi libidinosi, io mi sentivo protagonista di quella serata e a fine cena presi dal cesto sul tavolo una grossa banana per sbucciarla e giocarci con la bocca provocando ancora sia Giorgio che Ahmed. Quest’ultimo rivolgendosi a mio cugino “tuo cugino è proprio troia, se due cazzi non bastano posso dire ad amico mio Omar di darci una mano anzi un cazzo, ah! Ah! Ah!” in pratica rischiavo di diventare la puttanella di un branco di maschi arrapati, Giorgio ci rimuginò sopra, “si può fare ma non qui, domattina nella stalla?” io stavo per protestare ma Ahmed continuò “tu vedere lui prima, se piacere si fa se no nulla, ti fottiamo solo noi due”. Giorgio poi si ricordò di una cosa “domattina aspetto qui l’idraulico e mi sa che non posso esserci, Tony vai tu alla fattoria e poi vi raggiungo”, restammo con questo appuntamento, Ahmed se ne andò non prima di essersi fatto ripulire il cazzo dalla mia bocca, poi rimasti soli ci buttammo sul letto io e Giorgio addormentandoci.







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