Problemi d'ansia
Scritto da Me medesimo , il 2019-09-18, genere incesti
Questo è un racconto del tutto frutto della fantasia.
Ciccio era un ragazzo di 23 anni, che viveva con la madre in un piccolo appartamento in periferia. Più di una volta si era masturbato pensando alla madre, vergognandosene subito dopo. In sua difesa si può dire che la madre di Ciccio, Anna, era un donna bellissima, prosperosa, capelli rossi e con uno sguardo provocatorio. Era rimasta in cinta da giovanissima, ragazza madre, e ora aveva 38 anni. Ciccio, per problemi legati a stress e lavoro, aveva cominciato a soffrire da qualche mese di problemi di ansia e attacchi di panico. Una notte, Anna si infilo nel letto del figlio dopo che aveva avuto una brutta crisi di nervi. Indossava una vestaglia da notte molto corta, che lasciava scoperte le gambe toniche, e una scollatura che faticava a trattenere i prosperosi seni. Si sdraiò sul letto vicino a lui, guardandolo con aria provocatoria (in realtà guardava così chiunque, per questo aveva una bella schiera di ammiratori al suo seguito). -Dobbiamo parlare di una cosa- Disse Anna. -Però promettimi che non scapperai dal discorso facendo il solito "oh e dai ma non me viene di parlare di queste cose con te!"- Ciccio, un po confuso disse. -Va bene, dimmi.- -No!- Disse Anna. -Promettimi che affronterai il discorso fino alla fine.- -Va bene mamma, te lo prometto- Un po Ciccio stava cominciando a capire dove voleva arrivare la madre, visto come si comportava. -Credo, di aver capito da dove potrebbero arrivare i tuoi problemi di ansia, o per lo meno ho escogitato un modo per placarli e per farti stare più rilassato.- -Dimmi, sono aperto a suggerimenti.
-Hai promesso di affrontare il discorso fino alla fine ricordi?-
-Si, non ti preoccupare non scappo da nessuna parte-.
Anna fece un bel respiro, imbarazzata un pochino anche lei ovviamente, si avvicino al figlio e lo guardò dritto negli occhi.
-Quand'è l'ultima volta che hai fatto sesso?-
-Oh e dai ma lasciami perdere non mi viene di parlare con te di queste cose-
-Lo hai promesso, non devi sentirti in imbarazzo, lo so come funziona, sono io che te lo sto chiedendo, affrontiamo questa conversazione dai. Poi se non porta a nulla, te lo prometto domani mattina facciamo finta di essercela dimenticata ok?- -Ok- Ciccio era imbarazzato e nervoso a parlare con la madre in un argomento del genere, però l'aveva promesso ormai e non poteva di certo tirarsi indietro.
-Dunque, mercoledì scorso, però non è che fosse proprio sesso...- Non sapeva come dirglielo alla madre. Mercoledì scorso infatti Ciccio era andato con una prostituta. Gli aveva dato 20 euro e questa in cambio gli aveva fatto un pompino, ma non è certo una cosa che si può dire a una mamma, anche se Anna sembrava particolarmente interessata ai dettagli. Fu lei infatti a capire immediatamente l'imbarazzo del figlio e capì cosa voleva dire, almeno in parte.
-Ti hanno fatto un pompino?- -Si- -Chi era questa ragazza? Parlamene- Il gelo. Di certo non si poteva inventare una storia su una relazione in un momento del genere. Avrebbe dovuto come prima cosa inventarsi un nome, un indirizzo, come l'aveva conosciuta e le circostanza che l'avevano portata a succhiargli il cazzo. Decise quindi di dire la verità, almeno in parte, e tralasciare il fatto che quest'ultima fosse una prostituta.
-Non lo so, non la conoscevo bene. Era un ragazza moldava a una festa, eravamo un po ubriachi e mi ha fatto un pompino tutto qui.- Anna, che di certo non era una donna stupida, capì immediatamente come erano andate le cose in realtà. -Ah, quindi era una prostituta?- -Ma che vai a pensare! No no, al massimo era... Si, ok, sono andato con una prostituta. Pensava che un po la madre si sarebbe arrabbiata, che gli avrebbe detto di non farlo mai più, che poteva essere pericoloso, che si poteva attaccare un sacco di infezione e che non era una cosa legale. Invece, non disse niente. Anzi sorrise. Ma non un sorriso normale, divertito. Era maliziosa.
-Hai fatto bene, se indossi il preservativo e una volta ogni tanto te lo fai succhiare, che male c'è? Anzi, scarichi un po la tensione. Un bell'orgasmo e passa la paura.-
Era strano sentir parlare la madre così, in quel modo. A Ciccio cominciava a piacere quella conversazione proibita che stava avendo con la madre. Gli cominciava a piacere e lo sentiva dal rigonfiamento dei pantaloncini che indossava. In tutta risposta Anna, si era accoccolata a lui e aveva cominciato a strusciare una coscia sulle gambe di Ciccio, passando di tanto in tanto anche sopra la sua erezione. Ciccio pensò che la madre non poteva non essersene accorta, visto che ora si concentrava soprattutto su quella zona, passando la sua coscia avanti e indietro sopra il suo cazzo. La conversazione riprese, fu Anna a parlare. -Da quanto non ti masturbi?- Ora Ciccio non era più imbarazzato come prima, era eccitato. Il modo di parlare della madre, insieme al suo sguardo malizioso e alle sue movenze sul suo cazzo, lo stavano portando a un punto di non ritorno.
Ciccio era un ragazzo di 23 anni, che viveva con la madre in un piccolo appartamento in periferia. Più di una volta si era masturbato pensando alla madre, vergognandosene subito dopo. In sua difesa si può dire che la madre di Ciccio, Anna, era un donna bellissima, prosperosa, capelli rossi e con uno sguardo provocatorio. Era rimasta in cinta da giovanissima, ragazza madre, e ora aveva 38 anni. Ciccio, per problemi legati a stress e lavoro, aveva cominciato a soffrire da qualche mese di problemi di ansia e attacchi di panico. Una notte, Anna si infilo nel letto del figlio dopo che aveva avuto una brutta crisi di nervi. Indossava una vestaglia da notte molto corta, che lasciava scoperte le gambe toniche, e una scollatura che faticava a trattenere i prosperosi seni. Si sdraiò sul letto vicino a lui, guardandolo con aria provocatoria (in realtà guardava così chiunque, per questo aveva una bella schiera di ammiratori al suo seguito). -Dobbiamo parlare di una cosa- Disse Anna. -Però promettimi che non scapperai dal discorso facendo il solito "oh e dai ma non me viene di parlare di queste cose con te!"- Ciccio, un po confuso disse. -Va bene, dimmi.- -No!- Disse Anna. -Promettimi che affronterai il discorso fino alla fine.- -Va bene mamma, te lo prometto- Un po Ciccio stava cominciando a capire dove voleva arrivare la madre, visto come si comportava. -Credo, di aver capito da dove potrebbero arrivare i tuoi problemi di ansia, o per lo meno ho escogitato un modo per placarli e per farti stare più rilassato.- -Dimmi, sono aperto a suggerimenti.
-Hai promesso di affrontare il discorso fino alla fine ricordi?-
-Si, non ti preoccupare non scappo da nessuna parte-.
Anna fece un bel respiro, imbarazzata un pochino anche lei ovviamente, si avvicino al figlio e lo guardò dritto negli occhi.
-Quand'è l'ultima volta che hai fatto sesso?-
-Oh e dai ma lasciami perdere non mi viene di parlare con te di queste cose-
-Lo hai promesso, non devi sentirti in imbarazzo, lo so come funziona, sono io che te lo sto chiedendo, affrontiamo questa conversazione dai. Poi se non porta a nulla, te lo prometto domani mattina facciamo finta di essercela dimenticata ok?- -Ok- Ciccio era imbarazzato e nervoso a parlare con la madre in un argomento del genere, però l'aveva promesso ormai e non poteva di certo tirarsi indietro.
-Dunque, mercoledì scorso, però non è che fosse proprio sesso...- Non sapeva come dirglielo alla madre. Mercoledì scorso infatti Ciccio era andato con una prostituta. Gli aveva dato 20 euro e questa in cambio gli aveva fatto un pompino, ma non è certo una cosa che si può dire a una mamma, anche se Anna sembrava particolarmente interessata ai dettagli. Fu lei infatti a capire immediatamente l'imbarazzo del figlio e capì cosa voleva dire, almeno in parte.
-Ti hanno fatto un pompino?- -Si- -Chi era questa ragazza? Parlamene- Il gelo. Di certo non si poteva inventare una storia su una relazione in un momento del genere. Avrebbe dovuto come prima cosa inventarsi un nome, un indirizzo, come l'aveva conosciuta e le circostanza che l'avevano portata a succhiargli il cazzo. Decise quindi di dire la verità, almeno in parte, e tralasciare il fatto che quest'ultima fosse una prostituta.
-Non lo so, non la conoscevo bene. Era un ragazza moldava a una festa, eravamo un po ubriachi e mi ha fatto un pompino tutto qui.- Anna, che di certo non era una donna stupida, capì immediatamente come erano andate le cose in realtà. -Ah, quindi era una prostituta?- -Ma che vai a pensare! No no, al massimo era... Si, ok, sono andato con una prostituta. Pensava che un po la madre si sarebbe arrabbiata, che gli avrebbe detto di non farlo mai più, che poteva essere pericoloso, che si poteva attaccare un sacco di infezione e che non era una cosa legale. Invece, non disse niente. Anzi sorrise. Ma non un sorriso normale, divertito. Era maliziosa.
-Hai fatto bene, se indossi il preservativo e una volta ogni tanto te lo fai succhiare, che male c'è? Anzi, scarichi un po la tensione. Un bell'orgasmo e passa la paura.-
Era strano sentir parlare la madre così, in quel modo. A Ciccio cominciava a piacere quella conversazione proibita che stava avendo con la madre. Gli cominciava a piacere e lo sentiva dal rigonfiamento dei pantaloncini che indossava. In tutta risposta Anna, si era accoccolata a lui e aveva cominciato a strusciare una coscia sulle gambe di Ciccio, passando di tanto in tanto anche sopra la sua erezione. Ciccio pensò che la madre non poteva non essersene accorta, visto che ora si concentrava soprattutto su quella zona, passando la sua coscia avanti e indietro sopra il suo cazzo. La conversazione riprese, fu Anna a parlare. -Da quanto non ti masturbi?- Ora Ciccio non era più imbarazzato come prima, era eccitato. Il modo di parlare della madre, insieme al suo sguardo malizioso e alle sue movenze sul suo cazzo, lo stavano portando a un punto di non ritorno.
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