Sottomissione innata - capitolo 1

Scritto da , il 2021-08-20, genere incesti

Mi chiamo Claudia e questa che racconterò è una storia realmente accaduta. Oggi ho 24 anni, vivo in una bella villetta di campagna e ho un lavoro rispettabile da impiegata presso il comune della mia città. La mia vita privata è nettamente separata da quella lavorativa per cui nessuno dei miei colleghi sospetta che dietro la faccia da ragazza riservata e timida si nasconde una cagna pervertita.
Tutto è iniziato in età adolescenziale, ancora non capivo il motivo o comunque l’origine della mia distorta sessualità, ma provavo piacere a compiere azioni talmente bizzarre da tenerle nascoste a chiunque: genitori, fratelli e anche la mia migliore amica Sandra…e questa la dice tutta, perché chi meglio di una amica intima è in grado di condividere anche il più audace dei sogni o la più perversa delle fantasie. Era una cosa troppo grande e mi sarei vergognata nel confidarla a chicchessia anche perché ero solo una ragazzina di 14 anni che ancora stava scoprendo la sua sessualità; dovevo fare le mie esperienze e capire che cosa mi sarebbe piaciuto realmente.
Talvolta rimanevo sola a casa perché i miei genitori andavano a fare delle compere in centro e mio fratello Diego, di due anni più grande, si allenava al campo di calcio. Uno di quei giorni decisi di dare libero sfogo ad una delle mie fantasie e quindi mi denudai completamente camminando a quattro zampe per tutta la casa: il periodo estivo lo consentiva anche all’aperto, nel prato verde del giardino, e pure il posto visto che abitavo in un casale di campagna sufficientemente isolato e lontano da occhi indiscreti. Questo comportamento mi dava un grande senso di libertà e di appagamento: mi piaceva! ma ancora non aveva una connessione diretta con il sesso, al di là del fatto che rimanessi nuda.
Questi atti non erano vincolati esclusivamente al fatto che mi trovassi sola in casa, si manifestavano nei modi più svariati e spesso consentivano di realizzare i miei pensieri sconci, infatti capitava che in qualche occasione mangiassi per terra a pranzo o a cena come fossi un animale di compagnia; nonostante la sua contrarietà, mia mamma non dava peso a questa strana abitudine, ero una teenager e stavo crescendo.
Mia madre era impiegata alle poste invece mio padre faceva l’avvocato e aveva una grande passione per la caccia, tanto che possedeva due cani che teneva in un recinto coperto nel cortile retrostante la casa.
Provavo una strana attrazione verso quei cani, o meglio verso lo stato in cui si trovavano: chiusi dentro uno spazio confinato e in attesa che il loro padrone gli desse un minimo di attenzione. Ben presto realizzai una delle mie fantasie, ossia provare la sensazione di stare a quattro zampe, dentro il recinto e con un collare al collo, ovviamente completamente nuda e quindi libera come fossi stata un animale, una cagna!
All’interno del recinto la mia ansia spariva sovrastata da una grande eccitazione che man mano lasciava spazio ad una sensazione di benessere. Da un certo momento in poi, provai quella esperienza diverse volte, ogni volta che rimanevo sola in casa, tuttavia mi mancava qualcosa che dovevo ancora scoprire.
Nel frattempo la mia vita procedeva e così pure le mie esperienze tra scuola e social. Insieme alla mia amica Sandra sperimentavamo i primi amori e le prime esperienze di sesso: baci, pomiciate, pompini…e a 16 anni arrivò il giorno in cui persi la verginità con il mio primo fidanzatino Marco.
Nonostante godessi e mi piacesse quel sesso puro e spensierato non mi sentivo pienamente appagata. Quindi, ero sempre alla ricerca di nuove sensazioni, che sperimentavo non appena rientravo a casa: una volta arrivai persino a cospargermi la passera e il buco del culo con della marmellata di albicocche per poi farmi leccare dai cani fino a raggiungere un incredibile stato di eccitazione, che poi culminava con una frenetica masturbazione che mi portava all’orgasmo.
Un giorno i miei genitori rientrarono anticipatamente a casa e mi sorpresero nuda all’interno del recinto: la mia vergogna balzò alle stelle! Come avrei potuto giustificarlo? Certo, a quell’età non ero preparata ad attuare un credibile piano di difesa, almeno per limitare i danni! Mio padre rimase esterrefatto e non disse una parola, mentre mia madre si incazzò terribilmente sculacciandomi per almeno 10 minuti di seguito. Ma proprio in quel momento compresi che più batteva sulla mia pelle e più mi eccitavo: quella punizione suscitava in me una tale eccitazione che mi faceva colare come non avrei mai potuto immaginare. Purtroppo, la conseguenza di quella condotta si concretizzò in una serie di noiosissime sedute da una psicoanalista, sedute che i miei genitori vollero tenere nascoste anche a mio fratello. Ma Diego era troppo sveglio e poco tempo dopo mi fece visita venendo a sorpresa nella mia camera: furbescamente riuscì a sapere quanto era accaduto o meglio, riuscì ad estorcermi di bocca quello che ancora non sapeva e quindi tutti i dettagli delle mie perversioni.
“Claudia, io non sono come papà e mamma, per cui non ti giudico per come sei o per quello che hai fatto. Credo che tu debba vivere la tua sessualità in modo naturale; certo a 17 anni è complicato considerato che devi dividere gli spazi di casa con quei due sorveglianti!”
“Grazie Diego! Le tue parole mi confortano e devo dire che non mi aspettavo un atteggiamento di questo tipo.”
“Si. Ma devi sapere che tu non sei l’unica a voler vivere una sessualità “diversa” o comunque “convenzionale”. Ti capisco bene, perché anch’io ho le mie perversioni e… pensandoci bene, non si capisce da chi abbiamo preso…sempre che i nostri genitori nascondano bene i loro potenziali segreti…”
Ancora più sorpresa da quanto aveva affermato Diego, non resistetti alla tentazione di chiedergli quale fosse la sua perversione…che cosa aveva da nascondere? Quindi, per poterne sapere di più, dovetti prima svuotare il sacco e svelare tutti i miei segreti, ossia ciò che mettevo in pratica quando rimanevo sola a casa fino all’ultimo atto, quello della marmellata…
“Ma adesso sei tu che devi rivelarmi il tuo segreto!”
Stavo morendo di curiosità mista a pura eccitazione, non vedevo l’ora che aprisse bocca…e quando iniziò rimasi folgorata:
“Io ti racconterò tutto, ma tu ti devi spogliare e mettere a quattro zampe!”
Mi stavano per cedere le gambe, mio fratello che mi stava chiedendo di liberarmi dai miei freni inibitori ed esprimere di fronte a lui la mia sessualità! Facevo fatica a crederci, al punto che chiesi di ripetere quanto aveva detto.
“Scusa Diego, ma che hai detto?”
“Hai capito bene Claudia, voglio vederti nuda e a quattro zampe come una cagna, solo dopo inizierò a raccontarti di me.”
Cazzo!!! Avevo i brividi lungo la schiena! se prima ero elettrizzata, ora ero in preda ad un incredibile turbamento e sentivo che stavo cominciando a bagnarmi oscenamente.
Non appena mi denudai completamente non provai la minima vergogna, probabilmente quel clima di complicità che si era creato ci aveva messo a proprio agio. Diego mi rivelò che la sua passione era la dominazione, che però raramente aveva messo in pratica, perché tutte le ragazze con cui era stato fino a quel momento non avevano accettato di sottomettersi al loro partner, almeno come voleva lui…ossia una sottomissione completa fatta di abusi, umiliazioni e violenze sia fisiche che mentali. Diego aveva sempre desiderato una schiava sottomessa ai suoi voleri, anche quelli più sporchi, senza limiti.
E così, mentre raccontava io mi masturbavo, sempre più eccitata, messa a pecorina e con il culo rivolto verso di lui, in modo tale che vedesse come mi aprivo la passera e come la penetravo con le dita. Finalmente potevo esibirmi e dimostrare quanto fossi troia.
Ad un certo punto si bloccò:
“Ora basta! Dobbiamo fermarci, è troppo rischioso, potrebbero scoprirci e andremo tutti e due in psicoanalisi…lo so che sei delusa, ma devi resistere…almeno per qualche ora: mettiti la sveglia per stanotte, h 01:00, poi striscia per il corridoio fino alla mia camera. Ti renderò più cagna di quanto immagini!”
Fantastico! E chi si addormentava, avrei atteso quel momento sveglia e impaziente di capire che cosa sarebbe accaduto. Negli ultimi minuti ero in fibrillazione, sentivo il battito cardiaco accelerato e non vedevo l’ora di varcare la porta della sua camera. Onde evitare di essere scoperta una seconda volta rimasi con il pigiama addosso e mi avviai a quattro zampe verso la camera di Diego. Bussai delicatamente alla porta.
“Vieni avanti troietta!”
Diego era un bel tipo, alto 170cm, capelli castani e lunghi fino alle spalle e con un fisico asciutto e muscoloso quanto bastava per attirare le attenzioni muliebri. Caratterialmente era una persona determinata, virtuosa, creativa e audace. Ben presto avrei capito anche quanto fosse depravato.
Era completamente nudo! seduto sulla sedia con la gamba destra sopra il sedile, si sfregata le palle che di tanto in tanto bagnava con la saliva portando una mano alla bocca e sputandoci sopra. Mi fece chiudere la porta a chiave quindi mi fece spogliare.
“Comincia a leccarmi le dita dei piedi, inizia dall’alluce del piede sinistro, quando ti dico succhia mi fai sentire i polmoni. È chiaro?”
“Si, è chiaro!”
Mentre leccavo Diego sputava un po’ di saliva tra la mia guancia e il suo piede:
“Prendi la saliva e continua a leccare l’alluce…ora succhia…forza di più, voglio vedere le guance implodere!”
Mi applicai con tutta la mia anima, chiudendo gli occhi e ripulendo alla perfezione quel dito.
“Che Troia che sei sorellina!”
Quando completai tutte e dieci le dita dei piedi, le ginocchia mi dolevano, ma la goduria era troppo grande!
“Ora leccami le palle, fammi sentire solo la punta che spinge su scroto e coglioni, e guardami sempre in faccia.”
Sentivo la consistenza di quella pelle vellutata e morbida: il mio cervello era in tilt, stavo facendo sesso con mio fratello ed ero completamente sottomessa ai suoi voleri. Dio, come ero bagnata!!! I nostri sguardi si incrociavano mentre la mia lingua saettava nelle sue palle: il suo sguardo era quello di un autentico maiale!
“Ti piace quello che fai cagna?”
“Oh siii, da impazzire!!!”
“Alzati in piedi voglio sentire lo stato della tua fica!”
Mi sollevai in piedi e quando insinuò la sua mano tra le mie cosce ne uscì con una esclamazione di meraviglia:
“Sei proprio una cagna in calore! ...mettiti in ginocchio e leccami il buco del culo! Leccalo come farebbe una cagna! Quando ti dico spingi, ficca la lingua dentro il buco più in fondo che puoi. Oggi ti faccio allenare i muscoli della lingua”.
Quanto mi piaceva! Il suo modo di imporsi e di comandare era per me una novità, non conoscevo questo lato caratteriale di Diego e contribuiva a stimolarmi ulteriormente.
Intanto, nella punta del suo uccello cominciava a formarsi una gocciolina di liquido pre-seminale che prontamente spremeva e mi metteva tra le labbra.
“Lecca e ingoia!!! Ti farò diventare ancora più cagna, Claudia!”
Quel sapore dolciastro mi faceva sentire più sporca: cominciavo a godere di quanto avevo sempre desiderato inconsciamente e che finalmente avevo trovato.
Continua…
(Contattatemi per eventuali commenti o suggerimenti - )

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