Leggere gli appunti prima d'iniziare

Scritto da , il 2018-09-30, genere dominazione

Dal momento in cui ti addormenterai a quello in cui tornerai, noi non potremo più fare niente.
Ciò che vedrai, che farai o subirai dovrà essere inteso come una cosa seria. Non è uno scherzo, non è una recita.
La prima cosa fondamentale è che tu riconosca il tipo di risveglio che farà riaffiorare la tua coscienza.
1º La carezza.
Nel migliore dei casi sentirai qualcuno toccarti: che tu percepisca la sua mano fredda o calda non fa molta differenza. Non abbiamo testimonianze sulla sua capacità di spostare oggetti fisici: molte persone giurano di avere ritrovato le coperte, al loro ritorno, ritirate dall'altro lato del letto o cadute a terra, ma per quello che ne sappiamo potrebbero averle calciate via lottando nel sonno.
Se ti sveglierà in questo modo, significa che non ha intenzioni apertamente ostili: certo, le sue azioni saranno comunque contrarie alla tua volontà, ma hai buone possibilità di giocartela bene.
Un dato comune a tutte le esperienze di risveglio tramite contatto è l'intensità del tocco: si farà via via più forte, più pesante. Finché non lo senti graffiare con le unghie non spaventarti, non c'è nulla da temere.
"E se dovessi sentirlo graffiarmi, cosa cazzo dovrei fare?" Mi venne spontaneo chiedermi, ma non avevano lasciato istruzioni in proposito: immagino contassero sul fatto che avrei improvvisato in qualche modo. Grazie tante.
2º Il cigolio di una porta.
La casistica successiva prevede che tu senta una porta aprirsi: quella della tua stanza o dell'armadio, il rumore sarà lento e durerà abbastanza a lungo da insinuarsi dentro di te e spingerti a voler capire cosa lo ha provocato. La consapevolezza di esserti addormentata da sola ti farà riaffiorare dal sonno.
Potresti avere la sensazione che qualcuno o qualcosa ti stia osservando dall'uscio buio della stanza o dal fondo del guardaroba, ma non sempre accade.
Il punto è che un ingresso sarà stato aperto e gli permetterà di entrare: tra le altre cose che dovrai fare oltre a cercare di tornare tutta intera, dovrai richiudere quel passaggio.
Avevo la bocca secca, ma deglutivo in continuazione, come se potesse servirmi a mandare via il gusto della paura. Tenendo in mano il foglio che avevano lasciato sotto il mio cuscino, mi ero accorta di essermi rosicchiata l'unghia del pollice sinistro fino a farla sanguinare: una sottile falce di luna color ruggine sostituiva quella bianca, lasciando la carne esposta.
3º L'incubo.
La maggior parte dei casi di risveglio, tuttavia, avviene tramite un vero e proprio incubo. Nonostante sia la percentuale più alta dal punto di vista statistico, è anche quella su cui abbiamo meno sicurezze riguardo i comportamenti da tenere. Ogni incubo è diverso, mette radici nelle speranze e nelle paure di ognuno di noi: come uscirne dipende dal singolo, dal coraggio e dalla capacità di controllare l'andamento del sogno. Non c'è una strategia: vivilo come ti sentirai di farlo sul momento. Cerca di non avere paura, perché finché non ti svegli non potrà farti del male. Non muoverti, non scendere dal letto. Qualsiasi cosa tu senta o veda, non avere fretta di agire: studia la situazione, individua in quanti sarete, ma ricorda che si tratta solo di un brutto sogno.
"Dovevo lasciare le tende aperte..." Pensai guardando alla mia sinistra: le finestre erano oscurate da pesanti drappi blu e non lasciavano entrare nessun tipo di luce, così che una volta spenta la lampada non avrei avuto nessun aiuto. Ora non se ne parlava minimamente di scendere dal letto e aprirle: tutte le paure che pensavo di aver sconfitto anni fa si stavano ripresentando, mettendosi in fila dentro di me, in famelica attesa del loro turno per spaventarmi a morte.
Il testo proseguiva dicendo: quando ti sarai svegliata, anche se niente attorno a te dovesse essere cambiato, ricorda che l'amo che lui ti avrà lanciato, fosse stato offerto o imposto con la forza, ti si sarà conficcato dentro. Per cercare di liberarti dovrai lasciare che ti prenda: trova sempre il modo di arrivare dove vuole, provare a fuggire è inutile, ti troverebbe.
Nonostante i brividi, resta immobile: non è sciocco credere che ciò che ti stava dando la caccia nel mondo dei sogni potrebbe notarti al di là del confine e venirti a prendere. Non ti muovere, non richiudere gli occhi, resta sveglia.
Concentrati sul respiro e lascia che gli ultimi brandelli di magia scivolino via.
Sii prudente, sii coraggiosa.
Andrà tutto bene.
Le ultime parole degli appunti erano sottolineate più volte:
Per cercare di liberarti, dovrai lasciarti prendere.

- - - - - - -

"In quel momento della notte in cui il sonno sembra durare da un'eternità, quando in realtà ti sarai addormentato solo da qualche ora, ti sveglierai e non riconoscerai le pareti che ti circondano.
Sarai nel salone centrale del Palazzo delle Ombre e lo troverai quasi del tutto vuoto: il grande specchio, incastonato nella parete opposta a quella del caminetto, rifletterà i fantasmi delle braci morenti. Nella penombra della stanza, illuminata da una straripante luna piena, potrai sentire unicamente il lavorio dei topi, da qualche parte dentro le pareti... Aspettala nell'angolo più buio." Mi disse con quella sua voce dolce. Solo la notte precedente, tra quelle stesse lenzuola in cui ora giacevo stringendo tra le mani una catena di ferro, avevo posato un bacio su ogni singola curva del suo corpo e ne avevo accarezzato con la lingua le parti più intime e nascoste. Potevo quasi sentirne il gusto ancora vivo contro il palato.
"Sei proprio sicura di volerlo fare? In fondo è una ragazza come un'altra... Potremmo semplicemente ignorarla..." Avevo ancora delle riserve su quello che mi aveva chiesto. Lo sguardo che saettò sul suo volto fu sostituito da un broncio che ben conoscevo: s'inginocchiò sul letto, gattonò un paio di volte fino ad arrivare all'altezza del mio sesso, alzò la gonna e si mise cavalcioni su di me. Sapevo che non indossava biancheria, ma lasciai comunque andare la catena - che scivolò di lato tintinnando - per percorrere con le mani le cosce e verificare di persona: nel punto in cui avrebbe dovuto esserci del tessuto, trovai la sua pelle liscia e calda. Maledissi gli strati di vestiti che mi separavano da lei.
"Ne abbiamo già parlato... Vuoi che ti rispieghi tutto dall'inizio?" Avrei potuto affondare dentro di lei, lasciarmi galleggiare per un attimo sulla melodia della sua voce e poi annegare. Teneva gli occhi fissi nei miei e mentre cantilenava quelle parole si muoveva strusciandosi sui miei jeans, sempre più stretti: quando ci si metteva era proprio una puttana.
"No... Non serve... Va bene, facciamolo..." Mugugnai chiudendo gli occhi. Con una mano le stringevo un fianco e con l'altra armeggiavo con la cerniera cercando di liberarmi.

* * *

"Buona fortuna, piccola..." Sussurrai prima di addormentarmi tra le lenzuola sfatte e umide di sudore. Avevo raccolto la catena, ma sentii le mani perdere presa mentre mi addormentavo.

- - - - - - -

Una donna, dalla voce dolce e dalla pelle chiarissima era davanti a me e mi studiava dall'alto in basso. Seduta s'un gelido pavimento di granito rosso, io ero incapace di alzarmi: le gambe stese di lato, le mani poggiate a terra, immobilizzata da chissà quale incantesimo.
"Allora, cosa ti ha svegliato?" Riprese, con impazienza e curiosità, chinandosi appena verso di me. Io strinsi forte gli occhi e scossi appena la testa, ma quando li riaprii lei era ancora lì: nel suo vestito, lungo fino ai piedi, talmente scuro che sembrava catturare la poca luce della stanza tra le sue pieghe, ebbi l'impressione di scorgere un brillante cadere veloce sulla stoffa nera, e sparire, così com'era venuto, come una stella cadente scompare nel cielo notturno.
"Una carezza... Ho sentito una mano che mi accarezzava una gamba..." Dissi quasi sottovoce: temevo di poter svegliare chi ancora dormiva in quella notte stranissima e non ci tenevo a fare nuove conoscenze, anche se sapevo che qualcuno sarebbe sicuramente venuto da me. Era lo scenario migliore, secondo gli appunti: mi sentii un po' più sollevata, ma non potevo considerarmi ancora al sicuro.
"Ah... Una carezza..." Cantilenava le parole dolcemente, dandomi la sensazione che se avessi richiuso gli occhi sarei fluita via insieme alla sua voce.
Uno sbadiglio mi stava fiorendo sulle labbra e sentendomi più stabile sulla mano dominante, lo celai con la sinistra: all'anulare portavo un anello che non avevo mai visto, con una pietra nera incastonata tra quattro dentini d'argento. Ora il labbro superiore della donna, su quella bocca piena e morbida, tradiva rabbia e disgusto. Iniziò a guardarmi come se avessi il viso imbrattato di sangue e Dio solo sa quale orribile colpa da scontare.

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