Storia d'amore e passione 2 - La prima volta di mio marito
Scritto da Una madre, il 2018-08-05, genere incesti
Per circa 20 minuti ero rimasta distesa con un cuscino sotto i glutei e,con gli occhi chiusi,rincorrevo i miei pensieri mentre il mio corpo veniva scosso dai violenti orgasmi che mi procuravo masturbandomi nervosamente la clitoride.
Dopo il secondo orgasmo avevo sentito l'urgenza di bere qualcosa e dopo aver preso in cucina una bibita fresca ed una grossa zucchina,ero tornata nella camera di mio figlio ed avevo preso dal suo armadio,il plug nero che lui stesso mi aveva regalato.
Avevo ancora il sesso grondante dal precedente piacere e dunque,bagnandomi le dita coi miei stessi umori,mi ero lubricata la rosellina che tanto piaceva a mio figlio e,senza fatica,vi avevo inserito il grosso giocattolo scuro di silicone.
Subito dopo,mi ero infilato l'ortaggio nella vagina ed avevo cominciato a muoverlo immaginando di avere dentro di me,mio figlio e mio marito insieme.
In verità quello era un sogno di mio figlio rimasto inappagato giacché ero sempre stata una moglie modello e fedele e non avrei mai potuto,ne voluto,che mio marito sapesse dell'incestuosa tresca che avevo con nostro figlio.
Quella era una storia mia,vissuta con entrambi in famiglia ma era solo mia!
Con i due intrusi che mi riempivano sino allo spasmo,mi contorcevo,gridavo,godevo e rilasciavo rivoli di umori che bagnavano le mie mani e l'asciugamani che avevo messo a protezione delle lenzuola.
Tremavo al contatto delle mie dita,sussultavo e biascicavo parole senza senso mentre nelle mia mente rivivevo tutte le tappe della mia limitata ma appagante vita erotica che,tuttavia,mi aveva portata a raggiungere le più alte vette del piacere sino a trovarmi coinvolta nel più condannato,peccaminoso e dissacrante dei tabù:L'incesto!
La storia con mio marito era cominciata al liceo.
Io ero una bella ragazza riservata e spigliata al tempo stesso.
Riservata nel senso che,benché avessi parecchi corteggiatori,non avevo mai dato adito ad alcuno di pensare che potessi essere una loro preda.
Ero davvero spigliata.
La mia esuberanza caratteriale mi rendeva sempre allegra e pronta nelle battute ed anche di fronte alle situazioni più impreviste,reagivo con ottimismo e cercando sempre,in modo deciso una soluzione positiva.
Questo lato del mio carattere mi rendeva in un certo senso leader del gruppo dei miei amici ed anche a scuola ed era forse proprio questo che scoraggiava certe avances.
Se c'era da ridere e divertirsi io c'ero ma se c'era da prendere posizioni decise,incutevo rispetto tanto che,anche alcune tra le ragazze più scafate e disinvolte(quelle che la davano più facilmente per intenderci)se avevano dei problemi coi maschi si confidavano con me chiedendomi anche qualche consiglio.
Mio marito(Quello che avrei sposato anni dopo)invece era davvero molto timido ed introverso e pur essendo un bel ragazzo(non un Adone intendiamoci)non se lo filava nessuno.
Abbiamo fatto tutto il ginnasio insieme ma essendo lontani di banco,ci siamo praticamente ignorati per tutti e due gli anni.
Al liceo,essendo entrambi piuttosto alti,simo finiti allo stesso banco in ultima fila.
Avevo scoperto quasi subito che sotto quella crosta chiusa,si nascondeva in realtà un ragazzo intelligente e dalle larghe vedute.
Abbiamo cominciato a parlarci ed anche a conoscerci.
Abbiamo parlato di sesso.
Lui era vergine e d'altra parte,anch'io lo ero!
Entrambi eravamo piuttosto preparati sull'argomento anche se ci mancava l'esperienza pratica.
Al secondo liceo abbiamo cominciato ad uscire insieme qualche volta.
Un cinema,una pizza,una passeggiata.
Niente discoteca non piaceva a me e neanche a lui.
Quando c'era l'occasione,gli prendevo una mano,a volte cercavo di stringermi a lui sino a riuscire a strappargli lievi,pudici baci.
Nel buio del cinema lo cercavo senza mai riuscire a suscitare una sua reazione sino a che una sera,seduti in una posizione appartata e lontana da occhi indiscreti,mi ero fatta coraggio e gli avevo messo una mano sulla patta subito allontanata.
Ero decisa quella sera e ad ogni suo respingimento,partivo con un nuovo attacco sino a che non sono riuscita a mettergli una mano nei pantaloni trovandolo già duro.
Poi mi sono avvicinata al suo orecchio e gli ho sussurrato:
-Stai fermo Marco....non muoverti che faccio tutto io.-
Lui era silenzioso ed immobile come paralizzato.
Solo un lieve tremore ed il calore della sua verga sotto le mie dita mi dicevano che era ancora vivo.
Dopo aver sfilato la mano dalla cintura,gli avevo abbassato la cerniera e le mutando facendo finalmente affiorare il membro che vi era custodito.
Sono bastati pochi movimenti della mia mano e,senza neanche darmi il tempo di abbassarmi per annusarne l'odore,l'avevo sentito contrarsi e subito dopo bagnarmi le dita coi suoi caldi fiotti.
Fortunatamente mi ero già preparata un fazzoletto altrimenti avremmo sporcato il pantalone,la poltrona e il pavimento e non sarebbe stato bello per due ragazzi educati come eravamo noi a quel tempo.
Non ne abbiamo parlato per tre giorni di quell'episodio sino a che,una mattina in cui vi era in classe una noiosa lezione tenuta da una supplente,senza alcun preavviso,gli avevo messo la mano sulla patta prendendo allo stesso momento la sua portandola sotta la gonna tra le mie cosce bagnate.
Lui pareva paralizzato e completamente ammutolito.
Gli avevo estratto il cazzo e l'avevo masturbato sino a che,nel momento in cui stava per venire,mi sono inginocchiata sotto il banco facendolo scaricare nella mia bocca.
Era prima volta che prendevo tra le labbra il fallo di un maschio ed era,ovviamente,la prima volta che ne ingoiavo il seme.
Mi era piaciuto molto e mi ero ripromessa che non ne avrei più fatto a meno.
C'è da dire che dalla mia posizione da sotto il banco,mentre cercavo di capire se qualcuno ci stesse guardando,avevo visto che c'era un'altra ragazza che aveva avuto la mia stessa idea e mentre risaliva dopo aver succhiato e ben ripulito il cazzo del suo amico,mi aveva lanciato un complice sorriso d'approvazione.
Da quel momento il ghiaccio era sciolto e finalmente,abbiamo cominciato a baciarci come veri innamorati,a toccarci,leccarci e godere con le mani o con le bocche.
Le prime volte lui appariva alquanto riottoso a leccarmi e farmi godere nella sua bocca sino a bagnarsi coi miei copiosi umori mentre io non facevo mistero del desiderio di bere dalla sua fontanella.
Sesso orale e manuale senza controllo ogni volta che ce ne veniva data l'opportunità.
A scuola,a casa,nei bagni,nei giardini pubblici,al cinema che era stato il primo luogo e continuava ad essere il mio preferito.
Spesso ci appartavamo nella macchina di suo padre ma,in quei casi ero io ad essere alquanto titubante e guerdinga.
Era una grossa auto con comodissimi sedili ribaltabili e troppo forte era la tentazione di offrirmi completamente a lui per cedergli la mia illibatezza.
Fortunatamente,nonostante i progressi che avevamo fatto,ero sempre io a prendere l'iniziativa ed essendomi riproposta di dare la mia verginità a mio marito la prima notte di nozze,non avevo mai proposto di andare oltre quei giochi di mano e di bocca ne lui me lo aveva mai chiesto fortunatamente.
Devo confessare che quando eravamo in macchina o soli in casa avrei potuto cedere.
Per quanti buoni propositi avessi fatto però,la tentazione di andare oltre era forte e l'occasione si era presentata all'università il giorno del mio primo eseme:30 con lode!
Non stavo nella pelle dalla gioia e quando l'ho visto in corridoio gli sono corsa incontro e gli sono saltata letteralmente addosso attaccandomi al suo collo e stringendolo in vita con le gambe.
Ero felice...raggiante....ero eccitata,ero arrapata e tra le cosce mi sentivo come se un fiume di umori volesse sgorgare per annunciare al mondo la mia gioia.
Avevo voglia di fare l'amore!
Avevo un'urgenza incontrollabile di sentirmi finalmente penetrare dal maschio di cui conoscevo già tutto tranne quel mistero che avremmo svelato insieme.
L'ho preso per mano e con passo lesto mi ero portata verso la scala che conduce al primo piano che a quell'ora sapevo essere deserto.
Strada facendo,avevamo incrociato una coppia di ragazzi che pareva preda della nostra(MIA!) stessa frenesia che però andava in direzione opposta alla nostra.
Avevo il cuore in gola.
L'avevo scampata bella!
Avevo trascinato Marco in un bagno dove avevo subito chiuso una porta a chiave.
Con movenze frenetiche mi ero inginocchiata davanti a lui,gli avevo abbassato il jeans e le mutande ed afferrandogli il cazzo con entrambe le mani il avevo cominciato a succhiarlo freneticamente.
Quando era ben duro,mi sono tolta le mutandine e dopo essermi appoggiata al lavabo,avevo tirato la gonna sulla schiena ed accompagnandolo verso le mie nudità come fosse un manico di legno,l'avevo appoggiato alle mie grandi labbra già grondanti di desiderio e gli avevo gridato:
-Spingi Marco....facciamo l'amore.....chiavami...chiaviamo...chiaviamo adesso...-
E mentre lo imploravo con la voce impastata dalla libidine,gli avevo portato le mani dietro i glutei e l'avevo risucchiato dentro di me.
Tutto il resto era avvenuto in modo naturale.
Abbiamo fatto l'amore in modo meraviglioso,mi ha montata da dietro e davanti come se lo avesse sempre fatto ed invece era la prima volta anche per lui.
Io ho goduto 2 volte prima che,nella più totale incoscienta lo avevo inchidato a me mentre i suoi caldi zampilli di seme si infrangevano sulla mia cervice uterina.
Ero felicissima ed ero piena di lui e della sua sborra.
Avevo toccato il cielo con le dita ed anche se mi aveva sverginata non avevo provato altro che piacere...piacere e godimento.
Anche di sangue ne avevo perso poco al punto che,dopo essermi asciugata con della carta igienica,avevo rimesso lo slip senza neanche fare il bidet.
Solo dopo qualche ora quando i postumi del piacere e la tensione erotica si erano chetati,era sorta in noi la preoccupazione che potessi essere rimasta incinta.
Ne sono seguiti giorni meravigliosi in cui,nonostante la preoccupazione,non abbiamo perso occasione per fare ancora l'amore
Col preservativo ovviamente!
segue
Dopo il secondo orgasmo avevo sentito l'urgenza di bere qualcosa e dopo aver preso in cucina una bibita fresca ed una grossa zucchina,ero tornata nella camera di mio figlio ed avevo preso dal suo armadio,il plug nero che lui stesso mi aveva regalato.
Avevo ancora il sesso grondante dal precedente piacere e dunque,bagnandomi le dita coi miei stessi umori,mi ero lubricata la rosellina che tanto piaceva a mio figlio e,senza fatica,vi avevo inserito il grosso giocattolo scuro di silicone.
Subito dopo,mi ero infilato l'ortaggio nella vagina ed avevo cominciato a muoverlo immaginando di avere dentro di me,mio figlio e mio marito insieme.
In verità quello era un sogno di mio figlio rimasto inappagato giacché ero sempre stata una moglie modello e fedele e non avrei mai potuto,ne voluto,che mio marito sapesse dell'incestuosa tresca che avevo con nostro figlio.
Quella era una storia mia,vissuta con entrambi in famiglia ma era solo mia!
Con i due intrusi che mi riempivano sino allo spasmo,mi contorcevo,gridavo,godevo e rilasciavo rivoli di umori che bagnavano le mie mani e l'asciugamani che avevo messo a protezione delle lenzuola.
Tremavo al contatto delle mie dita,sussultavo e biascicavo parole senza senso mentre nelle mia mente rivivevo tutte le tappe della mia limitata ma appagante vita erotica che,tuttavia,mi aveva portata a raggiungere le più alte vette del piacere sino a trovarmi coinvolta nel più condannato,peccaminoso e dissacrante dei tabù:L'incesto!
La storia con mio marito era cominciata al liceo.
Io ero una bella ragazza riservata e spigliata al tempo stesso.
Riservata nel senso che,benché avessi parecchi corteggiatori,non avevo mai dato adito ad alcuno di pensare che potessi essere una loro preda.
Ero davvero spigliata.
La mia esuberanza caratteriale mi rendeva sempre allegra e pronta nelle battute ed anche di fronte alle situazioni più impreviste,reagivo con ottimismo e cercando sempre,in modo deciso una soluzione positiva.
Questo lato del mio carattere mi rendeva in un certo senso leader del gruppo dei miei amici ed anche a scuola ed era forse proprio questo che scoraggiava certe avances.
Se c'era da ridere e divertirsi io c'ero ma se c'era da prendere posizioni decise,incutevo rispetto tanto che,anche alcune tra le ragazze più scafate e disinvolte(quelle che la davano più facilmente per intenderci)se avevano dei problemi coi maschi si confidavano con me chiedendomi anche qualche consiglio.
Mio marito(Quello che avrei sposato anni dopo)invece era davvero molto timido ed introverso e pur essendo un bel ragazzo(non un Adone intendiamoci)non se lo filava nessuno.
Abbiamo fatto tutto il ginnasio insieme ma essendo lontani di banco,ci siamo praticamente ignorati per tutti e due gli anni.
Al liceo,essendo entrambi piuttosto alti,simo finiti allo stesso banco in ultima fila.
Avevo scoperto quasi subito che sotto quella crosta chiusa,si nascondeva in realtà un ragazzo intelligente e dalle larghe vedute.
Abbiamo cominciato a parlarci ed anche a conoscerci.
Abbiamo parlato di sesso.
Lui era vergine e d'altra parte,anch'io lo ero!
Entrambi eravamo piuttosto preparati sull'argomento anche se ci mancava l'esperienza pratica.
Al secondo liceo abbiamo cominciato ad uscire insieme qualche volta.
Un cinema,una pizza,una passeggiata.
Niente discoteca non piaceva a me e neanche a lui.
Quando c'era l'occasione,gli prendevo una mano,a volte cercavo di stringermi a lui sino a riuscire a strappargli lievi,pudici baci.
Nel buio del cinema lo cercavo senza mai riuscire a suscitare una sua reazione sino a che una sera,seduti in una posizione appartata e lontana da occhi indiscreti,mi ero fatta coraggio e gli avevo messo una mano sulla patta subito allontanata.
Ero decisa quella sera e ad ogni suo respingimento,partivo con un nuovo attacco sino a che non sono riuscita a mettergli una mano nei pantaloni trovandolo già duro.
Poi mi sono avvicinata al suo orecchio e gli ho sussurrato:
-Stai fermo Marco....non muoverti che faccio tutto io.-
Lui era silenzioso ed immobile come paralizzato.
Solo un lieve tremore ed il calore della sua verga sotto le mie dita mi dicevano che era ancora vivo.
Dopo aver sfilato la mano dalla cintura,gli avevo abbassato la cerniera e le mutando facendo finalmente affiorare il membro che vi era custodito.
Sono bastati pochi movimenti della mia mano e,senza neanche darmi il tempo di abbassarmi per annusarne l'odore,l'avevo sentito contrarsi e subito dopo bagnarmi le dita coi suoi caldi fiotti.
Fortunatamente mi ero già preparata un fazzoletto altrimenti avremmo sporcato il pantalone,la poltrona e il pavimento e non sarebbe stato bello per due ragazzi educati come eravamo noi a quel tempo.
Non ne abbiamo parlato per tre giorni di quell'episodio sino a che,una mattina in cui vi era in classe una noiosa lezione tenuta da una supplente,senza alcun preavviso,gli avevo messo la mano sulla patta prendendo allo stesso momento la sua portandola sotta la gonna tra le mie cosce bagnate.
Lui pareva paralizzato e completamente ammutolito.
Gli avevo estratto il cazzo e l'avevo masturbato sino a che,nel momento in cui stava per venire,mi sono inginocchiata sotto il banco facendolo scaricare nella mia bocca.
Era prima volta che prendevo tra le labbra il fallo di un maschio ed era,ovviamente,la prima volta che ne ingoiavo il seme.
Mi era piaciuto molto e mi ero ripromessa che non ne avrei più fatto a meno.
C'è da dire che dalla mia posizione da sotto il banco,mentre cercavo di capire se qualcuno ci stesse guardando,avevo visto che c'era un'altra ragazza che aveva avuto la mia stessa idea e mentre risaliva dopo aver succhiato e ben ripulito il cazzo del suo amico,mi aveva lanciato un complice sorriso d'approvazione.
Da quel momento il ghiaccio era sciolto e finalmente,abbiamo cominciato a baciarci come veri innamorati,a toccarci,leccarci e godere con le mani o con le bocche.
Le prime volte lui appariva alquanto riottoso a leccarmi e farmi godere nella sua bocca sino a bagnarsi coi miei copiosi umori mentre io non facevo mistero del desiderio di bere dalla sua fontanella.
Sesso orale e manuale senza controllo ogni volta che ce ne veniva data l'opportunità.
A scuola,a casa,nei bagni,nei giardini pubblici,al cinema che era stato il primo luogo e continuava ad essere il mio preferito.
Spesso ci appartavamo nella macchina di suo padre ma,in quei casi ero io ad essere alquanto titubante e guerdinga.
Era una grossa auto con comodissimi sedili ribaltabili e troppo forte era la tentazione di offrirmi completamente a lui per cedergli la mia illibatezza.
Fortunatamente,nonostante i progressi che avevamo fatto,ero sempre io a prendere l'iniziativa ed essendomi riproposta di dare la mia verginità a mio marito la prima notte di nozze,non avevo mai proposto di andare oltre quei giochi di mano e di bocca ne lui me lo aveva mai chiesto fortunatamente.
Devo confessare che quando eravamo in macchina o soli in casa avrei potuto cedere.
Per quanti buoni propositi avessi fatto però,la tentazione di andare oltre era forte e l'occasione si era presentata all'università il giorno del mio primo eseme:30 con lode!
Non stavo nella pelle dalla gioia e quando l'ho visto in corridoio gli sono corsa incontro e gli sono saltata letteralmente addosso attaccandomi al suo collo e stringendolo in vita con le gambe.
Ero felice...raggiante....ero eccitata,ero arrapata e tra le cosce mi sentivo come se un fiume di umori volesse sgorgare per annunciare al mondo la mia gioia.
Avevo voglia di fare l'amore!
Avevo un'urgenza incontrollabile di sentirmi finalmente penetrare dal maschio di cui conoscevo già tutto tranne quel mistero che avremmo svelato insieme.
L'ho preso per mano e con passo lesto mi ero portata verso la scala che conduce al primo piano che a quell'ora sapevo essere deserto.
Strada facendo,avevamo incrociato una coppia di ragazzi che pareva preda della nostra(MIA!) stessa frenesia che però andava in direzione opposta alla nostra.
Avevo il cuore in gola.
L'avevo scampata bella!
Avevo trascinato Marco in un bagno dove avevo subito chiuso una porta a chiave.
Con movenze frenetiche mi ero inginocchiata davanti a lui,gli avevo abbassato il jeans e le mutande ed afferrandogli il cazzo con entrambe le mani il avevo cominciato a succhiarlo freneticamente.
Quando era ben duro,mi sono tolta le mutandine e dopo essermi appoggiata al lavabo,avevo tirato la gonna sulla schiena ed accompagnandolo verso le mie nudità come fosse un manico di legno,l'avevo appoggiato alle mie grandi labbra già grondanti di desiderio e gli avevo gridato:
-Spingi Marco....facciamo l'amore.....chiavami...chiaviamo...chiaviamo adesso...-
E mentre lo imploravo con la voce impastata dalla libidine,gli avevo portato le mani dietro i glutei e l'avevo risucchiato dentro di me.
Tutto il resto era avvenuto in modo naturale.
Abbiamo fatto l'amore in modo meraviglioso,mi ha montata da dietro e davanti come se lo avesse sempre fatto ed invece era la prima volta anche per lui.
Io ho goduto 2 volte prima che,nella più totale incoscienta lo avevo inchidato a me mentre i suoi caldi zampilli di seme si infrangevano sulla mia cervice uterina.
Ero felicissima ed ero piena di lui e della sua sborra.
Avevo toccato il cielo con le dita ed anche se mi aveva sverginata non avevo provato altro che piacere...piacere e godimento.
Anche di sangue ne avevo perso poco al punto che,dopo essermi asciugata con della carta igienica,avevo rimesso lo slip senza neanche fare il bidet.
Solo dopo qualche ora quando i postumi del piacere e la tensione erotica si erano chetati,era sorta in noi la preoccupazione che potessi essere rimasta incinta.
Ne sono seguiti giorni meravigliosi in cui,nonostante la preoccupazione,non abbiamo perso occasione per fare ancora l'amore
Col preservativo ovviamente!
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