Specchio

Scritto da , il 2018-06-21, genere etero

Sono seduta al centro del letto, la testata è di tessuto foderato e ci appoggio comoda la schiena.
Mi guardo attorno.
La stanza da letto è piccola e senza molti fronzoli, ma l’armadio davanti al letto la arreda completamente.
È enorme, a tre ante scorrevoli, la centrale è uno specchio molto grande. “ così possiamo sistemarci insieme prima di uscire“ ci siamo detti ridendo, mentre lo compravamo.
A ripensarci ridacchio sotto i baffi, amo la nostra complicità.
Ti vorrei qui con me, ma tanto lo so che la tua giornata a lavoro è ancora molto lunga.
È un pomeriggio caldo di mezza estate, addosso ho solo una canottiera leggera e pantaloncini corti.
Fisso il mio riflesso e noto i miei capezzoli, elevarsi sopra al mio seno sodo e piccolo, sotto al tessuto della canotta.
Sono già turgidi, come se loro fossero già consapevoli di quello che consciamente non ho ancora deciso di fare.
Ammicco al mio riflesso, e inizio a pensare: “ ma se dietro a quello specchio ci fossi tu a guardarmi ?”, come se tu potessi ascoltarmi e farlo davvero.
Così inizio a leccarmi piano le labbra, le sbavo bene, ci passo varie volte la lingua.
Infilo le mie mani sotto alla canotta, stringo i capezzoli già pronti.

Immagino te mentre mi fissi da dietro lo specchio, ti aumenta il battito cardiaco.
Sei combattuto, vorresti essere nel letto con me, ma non puoi.
Sei bloccato lì.

A fantasticarti inerme, sento già le prime contrazioni direttamente dal mio ventre.
Sono in quel piccolo istante in cui so di iniziare a bagnarmi dei miei umori, pur non avendo ancora messo nemmeno un dito.
Mi guardo allo specchio, sono già accaldata, allungo due dita dentro agli slip.
Avevo ragione, sono già umidi.
Mi svesto veloce, ora sono nuda.

Sei sempre li dietro, mi inizi a vedere completamente svestita, ora non sai più fino a quando riuscirai a tirare avanti.
Mi vedi mentre divarico le gambe davanti allo specchio, due dita feroci iniziano un veloce via vai dentro alla mia vagina.
Nella mia mente immagino mentre ti avvicini al vetro che ci separa.
fissi le mie labbra gonfie, sembrano quasi un frutto maturo da addentare.
Pensi a tutte le volte che lo hai fatto, a quando ti colava quel nettare dai lati della bocca.
Lo sai bene quanto ti piace il mio sapore, quanto sono buona.
La senti anche tu, la tua erezione prepotente spingerti dentro la patta, te lo carezzi da sopra.

Sta iniziando a diventare troppo per me, questo pensarti mi sta uccidendo.
Mi eccita tantissimo immaginarti incastrato lì dentro, a fissare la tua donna sgrillettarsi, saperti già col cazzo duro e tutto bagnato.
Desideroso di me, di avermi. Senza però poterlo fare.
Rallento la velocità, inizio ad accanirmi sul mio clitoride.

Nei miei pensieri tu mi fissi attonito, mentre mi dilanio il clitoride, lo vedi svettare fiero lubrificato dai miei stessi umori.
Ti prendi il cazzo in mano, non ci riesci più, ti inizi a segare subito veloce.
Guardi il mio viso, i denti affondati sulle labbra, gli occhi chiusi. Immagini mentre ti penso, e senti il punto di non ritorno, senti l’orgasmo caldo sciogliersi nella tua mano.

Nello stesso tempo, nella realtà, vengo anche io, sento il mio sesso arrendersi sotto ai miei pensieri torbidi e finalmente l’orgasmo esplode.

Ansimo ancora, non ero più abituata ai miei orgasmi solitari, non così intensi.
Sento la porta della camera aprirsi piano, alzo lo sguardo e ti vedo li, in piedi davanti a me.
“ spiarti è stato meraviglioso “ mi dici sottovoce, mentre mi fissi languido, ti avvicini sempre di più a me.
“ a che pensavi ?” Continui.
“ a te, pensavo a te che mi fissavi da dietro allo specchio. Imprigionato lì dentro.
Potevi solo toccarti il cazzo, e goderti i miei ansimi per te” ti rispondo.
Ora sei talmente vicino al mio viso che sento il tuo respiro caldo e tranquillo, la tua voce un sussurro.
“ mentre ti spiavo, avrei voluto raccogliere tutto il tuo ansimare e farlo mio.
Voglio che sia mio, il solo pensarmi ti ha ridotto così.
Perché non dovrei chiedertelo? In realtà lo pretendo”
Mentre dici così, inizi a toccarmi la fica ancora piena dei miei umori ormai passati.
Sento già i nuovi farsi spazio, sotto i tuoi movimenti esperti.
“ chi sono io per impedirtelo”, ti ansimo in bocca mentre inizio a leccarti la lingua.

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