Mio figlio -8- In cucina

Scritto da , il 2018-01-26, genere incesti

Non c'è che dire,mio figlio è davvero un ragazzo straordinario.

E' bello,è aitante,è dolce,è educato ed è un amante perfetto.

Nessun'altro prima di lui mi aveva fatto provare le sensazioni che lui era riuscito a regalarmi in così poco tempo.

Quel giorno sotto la doccia era stato davvero meraviglioso come in un sogno.

Avevamo fatto l'amore come in un romanzo rosa.

Eravamo all'aperto,dove tutti potessero vederci e pioveva a dirotto.

Gli altri ci guardavano chi con invidia e chi con aria severa aumentando così,la nostra voglia di trasgredire e gridarlo al mondo.

Nudi,coperti solo dai nostri capelli appiccicati sulla pelle,eravamo abbracciati sotto lo scroscio d'acqua che accarezzava la stretta dei nostri corpi e col suo liquido suono accompagnava le nostre labbra ansiose di unirsi in sensuali e umidi baci ed i nostri stretti e smaniosi sessi eccitati.

Scivolare verso il basso senza mai perdere il contatto con quel corpo meraviglioso mi aveva provocato dei brividi al solo pensiero di ciò che vi avrei trovato alla fine della corsa.

Le sua verga già tesa e gocciolante d'acqua,pareva essere in attesa dell'arrivo della mia bocca ed al primo contatto con le mie labbra,si era contratto per poi rilassarsi ed affidarsi alle carezze della mia lingua e delle mie dita.

Lo avevo imboccato subito e come in preda ad una incontrollabile urgenza,avevo cominciato a succhiarlo.

Che meraviglia le sue mani sulla mia testa mentre lo scroscio mi scombinava i capelli facendoli ricadere sul membro teso e tra le mie labbra.

Mio figlio che aveva capito che mi piaceva sentire il suo godimento oltre che dalle contrazioni del suo cazzo anche dalla sua bocca,ansimava forte ed accompagnava le mie escursioni con delicate ma precise spinte pelviche.

Io gli stavo facendo un pompino e lui mi stava chiavando in bocca.

Quando i suoi gemiti si stavano pericolosamente trasformando in rantoli,avevo mollato la preda e sollevandomi,gli avevo avvolto il collo con le mie braccia.

Poi,rimanendo attaccata a lui come fossi un'edera con la sua pianta,avevo alzato una gamba e mentre lui me la teneva sollevata con una mano sotto la coscia,avevo accompagnato il suo inquieto uccello dentro il mio nido.

I nostri corpi che sino a quel momento parevano scuotersi flebilmente sotto l'effetto ottico della pioggia torrentizia,hanno cominciato a vibrare,scuotersi,compenetrarsi e respingersi in una forsennata danza conclusa solo dopo che io avevo goduto per 2 volte e lui,abbandonandosi ad un grido liberatorio,aveva sparato a fiotti dentro di me,il suo carico di cremosa libidine.

Quel getto d'acqua,ci aveva trasformati.

Non eravamo più madre e figlio.

Non appartenevamo più al genere umano ma eravamo semplicemente due bestie vogliose di accoppiarsi per godere come l'istinto ci imponeva.

In quel momento entrambi sapevamo che quello avrebbe potuto essere il rituale d'accoppiamento per la riproduzione della specie.

Fortunatamente(o sfortunatamente)ero protetta dalla pillola.

Dopo la doccia io avevo indossato un accappatoio e mi ero dedicato a lui asciugandolo con un grosso telo di spugna.

Mi piaceva il fatto di essere io stessa ad asciugare il mio eroe e mentre sfioravo le sue parti intime,mi ero resa conto che era ancora eccitato:

-Ragazzo...ma come fai ad averlo ancora così duro?

Tu non sei un essere umano....sei un mandrillo!-

A quella battuta avevamo riso abbracciandoci ancora.

-Adesso tu vai in soggiorno a smaltire i tuoi bollori mentre io vado in cucina a preparare.-

Fortunatamente avevo già preparato da mangiare mentre mio figlio dormiva ancora.

Mentre ero vicina ai fornelli con indosso un grosso camicione verde che usavo abitualmente in casa,mio figlio mi aveva abbracciata da dietro e poggiando le mani sui miei seni,mi aveva stratta a se facendomi sentire il suo bastone tra le natiche.

-Che fai porcello.....levati....è già tardi.....se mi provochi così quando mangiamo?-

Non aveva neanche finito di parlare che sollevando la veste si era inginocchiato e se l'era lasciata ricadere addosso.

-Io ho fame solo di questo mamma!-

Aveva gridato da li sotto mentre mi allargava le natiche per infilarcisi dentro con la testa.

-Davvero vuoi mangiare quella?-

Gli avevo risposto allargando le gambe per favorirgli il compito.

-Ebbene,se è quello che proprio vuoi mangiare,vai a pulire una banana.-

Avevo detto mentre lo spingevo lontano da me.

Il cesto con la frutta era sul mobile appoggiato alla parete dietro al tavolo.

Nel tempo che lui aveva impiegato per prendere il frutto e sbucciarlo,io mi ero distesa sul tavolo facendomi trovare quando lui si era girato a cosce spalancate e fica ben aperta.

-Mamma!_

Aveva gridato lui con stupore.

-Volevi mangiare?E mangia!-

-Ma mamma ma hai la fica fradicia.....avevi voglia anche tu altro che mangiare.....che troia che sei mamma....che mangia cazzi!-

-Non parlare adesso....lecca,lecca e mangia!-

Dopo alcune leccate di fica,mi ci aveva infilata la banana ed aveva cominciato a mangiarla.

Per 2 o 3 volte,ne aveva tenuto in bocca un pezzo che poi mi aveva offerto unendosi alle mie labbra.

Mi piaceva il sapore di banana intinta nei miei umori.

Quando il frutto era stato completamente divorato lasciando me affamata di cazzo come lui mi aveva detto prima,gli avevo gridato:

-Che fai li impalato mandrillo....non vedi come lacrima la mia fica vuota?!-

Mi aveva montata sul tavolo con una foga bestiale ed entrambi eravamo talmente arrapati che solo dopo pochi affondi ce ne eravamo venuti insieme accompagnando il nostro esplosivo piacere con rantoli e grida scomposte.


segue

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