Diventare il gioco di mio figlio (parte 1)

Scritto da , il 2016-12-28, genere incesti

Ok, clic e invia. Ero alla quinta mail inviata in 5 giorni a quel tizio sconosciuto e stranamente gli raccontavo cose della mia vita e lui sembrava capirmi, a fondo. Parto da qui a raccontare la mia storia vera, giusto arricchita quel poco dal racconto forse.

5 giorni prima nella cassetta della posta avevo trovato una rosa con un bigliettino, molto garbato devo dire, di uno sconosciuto che semplicemente diceva di essere un mio ammiratore e mi lasciava i suoi recapiti per contattarlo. Ero rimasta sbigottita ma poi mi ero decisa che quella cortesia meritava almeno un saluto. Avevo scartato il cellulare ma avevo scritto alla mail che mi aveva dato. Fatto sta che abbiamo iniziato a scriverci da amici di penna come si dice. Lui era gentile, garbato, per nulla insistente e mi stava tirando fuori confidenze del mio periodo sofferto da neo separata. A volte mi sentivo pure in colpa con mio figlio, un ragazzo di 22 anni che si prodigava a starmi vicino ma che a volte trattavo un po da acida perché non stavo bene io. A lui lo avevo confidato e lui mi aveva risposto che mio figlio capisce. E lui capiva me, come se mi conoscesse. Così questa comunicazione stava andando avanti e stavolta mi aveva proposto un gioco. Era troppo tardi per pentirmi, oramai gli avevo detto Ok nella mail appena mandata.
Ora capirete in che guaio o che divertimento mi stavo mettendo.

Lui che si era presentato come Iago (nome che chiaramante mi pareva inventato e di fantasia, ma ci poteva stare) ha 23 anni, se anche questo era vero.... in tal caso aveva solo un anno più di mio figlio Michele, eppure mi stava capendo e dimostrava di apprezzarmi come donna. Ogni giorno un complimento (pareva mi vedesse, motivo per cui sospettavo fosse un vicino), aveva notato oggi il mio rimmel sulle ciglia e l'espressione più decisa la mattina (ma quando mi aveva vista?) e poi mi aveva trovata sexy nel mio incedere con i tacchi perché diceva che so provocare da signora di classe (ancora ma quando mi ha vista?), grazie al passo, al fisico slanciato (...qua era stato generoso, non mi reputo una modella, ho 45 anni, diciamo per fortuna sono in ordine, il mio 1.63 fa di me una donna non alta ma forse per il fisico da mingherlina sui miei 47-48 kg continuano a darmi meno anni), ai miei occhi scuri intonati ai capelli neri a caschetto (il ragazzo sapeva scrivere bene, niente da dire). Mi aveva convinta a questa follia "Ok accetto il tuo gioco". Forse avevo accettato per civetteria, o forse perché mi tirava su il morale, o forse per capire chi era e se era un vicino come sospettavo.

Per dare il mio assenso si era inventato un modo intrigante. Il giorno dopo verso sera (l'orario che mi aveva indicato, con questo rafforzando il mio sospetto: perché dopo le 18? rientrava forse dal lavoro?), scesi a fare due passi come mi aveva ordinato per dare il mio assenso. Feci il mio giretto dell'isolato in pratica, come una che fa il compito a scuola (da brava insegnante ne so qualcosa!) e stavo per rientrare in casa. Ero tranquilla che lui mi avrebbe vista e forse avrei raccolto altri indizi per scoprire chi era lui.
Girai la chiave nella serratura, entrai
"Ciao mamma".... mio figlio era a casa! non me lo aspettavo quel giorno a quell'ora.... non che stessi facendo niente di strano ma per quel gioco in cui mi ero messa ero uscita e rientrata in un modo un po' diverso da come era abituato a vedermi mio figlio Michele. Eppure li per lì non mi aveva vista, tenendo gli occhi sul tablet, salvo poi aggiungere un "oooh mamma" con tono di stupore (....l'ho attribuito alle mie zeppe, un modello di scarpe che avevo estratto dall'armadio e che usavo prima di avere lui, che in effetti vedeva per la prima volta la mamma con le sue belle zeppone ai piedi) e si era alzato (qua istintivamente mi ero tirata con le mani l'orlo della gonna in giù, dato che mio figlio magari manco ricordava più di avermi visto quando era molto piccolo, dato che poi avevo abbandonato in un angolo dell'armadio la minigonna di jeans).
Mio figlio si alzò e venne con molta cortesia e togliermi il giubbino, con un gesto da cavaliere (che ammetto di avere gradito) ma poi nel mio sbilanciarmi sulle zeppe mi prese al volo e le sue mani scivolarono sui miei fianchi (mi sono sentita un po' impacciata), facendo salire l'orlo della mia minigonna di jeans (dallo specchio mi ero accorta che mi era salita oltre il tassello del collant, cioè quella parte più scura delle calze nere che portavo, nella parte alta della coscia e mio figlio aveva buttato lì lo sguardo). Quel momento si era chiuso in quel modo con una risata di entrambi.
Poi come da patti ero andata al pc a scrivere a Iago. Con mi sorpresa mi aveva anticipata e i complimentava per avere eseguito ma mi chiedeva pure del rientro a casa. Quella sera ci siamo cambiati varie mail, in totale 6. Gli ho riferito che avevo trovato mio figlio a casa e la scena e lui mi aveva risposto curioso di sapere cosa era successo e cosa provavo io.
Gli rispondevo, da una parte cercavo di raccogliere indizi per capire chi era, dall'altra il gioco mi prendeva. Riuscì a farmi confessare perfino che avevo involontariamente mostrato le cosce a mio figlio e che non mi aveva imbarazzata affatto. Voleva sapere che effetto ho provato e se lo rifarei. Voleva provocarmi ma in fondo era divertente e molto candidamente gli dissi "perché no" dato che magari almeno lui apprezza. Qui era partito il gioco e alla fine Iago mi ha lanciato l'idea "Ambra sei stata grande oggi", mescolando nei messaggi al tono provocatorio anche riflessioni più serie (come faceva a capirmi così bene?) e proseguiva: "Facciamo così, ora che hai accettato questo gioco. La vittima sarà tuo figlio. Dovrai fare quello che ti dico per provocare le sue reazioni. Da domani sarai attrice di una serie di candid camera sexy e lo prenderai di mira. Poi mi racconterai le sue reazioni e le tue emozioni."
Ero basita ma anche divertita e ancora una volta, per farla breve, accettai.

Iniziai il giorno dopo e per alcuni giorni Iago mi ordinava il copione della candid camera e io puntualmente eseguivo ai danni di mio figlio, per poi scrivergli e raccontargli come era andata, le sue reazioni e cosa avevo provato. Un gioco un po' folle ma divertente. Era partito con cose tutto sommato lievi, così per un po' di giorni ho mostrato il reggiseno a mio figlio apparecchiando (giorno 1), mi sono ripassata il trucco guardandomi allo specchietto davanti a lui (giorno 2), ho sculettato davanti a mio figlio entrando in casa (giorno 3), ho di nuovo mostrato dalla scollatura apparecchiando ma stavolta il reggiseno non c'era e deve avermi visto in parte le tette (giorno 4), mi sono seduta in braccio a mio figlio mentre guardava la tv e l'ho spettinato (giorno 5....e mi ha abbracciata, dopo tanti mesi da neo separata musona ero allegra con il mio piccolo, effetto di questo folle gioco).
Scrivevo a Iago. Ero divertita, addirittura nel fare queste cose dovevo trattenere le risate e mio figlio era incuriosito dal vedermi più allegra e sembrava aspettarsi qualcosa da me (come se capissse per motivi strani il gioco). Mio figlio mi guardava con occhi diversi e forse quella mamma più giocosa gli piaceva.

Iago aumentò il livello. Mi disse che il giorno dopo avrei trovato nella cassetta della posta qualcosa, avrei dovuto indossarlo quella sera stessa cucinando e in modo che mi vedesse per bene.

Non potevo più tirarmi indietro. L'indomani verso sera apro la cassetta delle lettere: una busta bianca grande "Alla più porca tra le belle" su un lato, la presi in mano e la girai "Alla più bella tra le porche" sul secondo lato, pure questo scritto con caratteri ritagliati di giornale. Di istinto lo nascosi sotto la maglia e entra in casa, eludendo il controllo di mio figlio che pure oggi.... inapettatamente era rientrato prima. In camera mia aprii la busta, leggera e la mia curiosità scoppiò in una fragorosa risata, aprendo e trovandomi in mano un perizomino ridotto bianco e due calze autoreggenti nere con balza ricamata. Stavolta era andato pesante ma..... pure stavolta il lato pazzo di me ha preso il sopravvento e indossai quelle cose. La mia preoccupazione era come mostrarle alla vittima della candid camera del giorno, mio figlio! Passai per andare in bagno davanti alla sua camera (lui era in sala) e mi colpì un giornale sulla scrivania. Era stropicciato e alcune pagine tagliate, anzi no, erano tagliati i titoli con le lettere più grandi.... e quel giornale rosa era dello stesso colore delle lettere ritagliate e trovate sulla busta. "Oh stronzo" pensai tra me e me e capendo che Iago....casualmente mio figlio rientrava prima quel giorno senza dirmelo, perché in realtà mi aveva parlato sotto mentite spoglie! Iago = Michele. Non mi arrabbiai. Scoppiai a ridere.
"Mamma che c'è?"
"Niente tesoro".

Tornai in camera mia, infilai una maglia normalissima azzurrina, frugai nel mio armadio trovando un altro capo che avevo abbandonato da anni: perfetta, una minigonna blu a pieghine, un po' a ruota, stile tennista. Scrissi a Iago e gli dissi che ero pronta ma di dirmi lui come procedere.
Dal corridoio spiai in sala e vidi mio figlio dal tablet scrivere un messaggio e tempo 3 minuti leggevo la risposta di Iago. Che caso eh?

Mi dava delle idee.......

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