Vita da prostituta -2- (finale)
Scritto da LanA, il 2021-08-25, genere pulp
Ci siamo risentiti tanti anni dopo la rottura dolorosa e violenta che avemmo alla fine del nostro rapporto ma non ci siamo mai più incontrati.
Un altro, invece, mi cercava come escort attiva e aveva fantasie sfrenate, a parole.
Voleva che gli facessi le cose più incredibili e fantasiose, ma era in verità era solo ossessionato dai video di YouPorn e non andammo mai oltre la masturbazione, e perfino nel succhiarmelo aveva difficoltà.
Non riuscii poi mai a sodomizzarlo, perché a volte perfino un dito era per lui troppo.
Il giovane prete è stato forse quello con cui il rapporto è durato più a lungo.
Ancora ci sentiamo, come amici, di tanto in tanto.
Mi portò spesso a casa sua e negli ultimi tempi, poiché gli avevano assegnato una casa parrocchiale, entravo proprio da dietro la Sacrestia.
In alcune occasioni si presentò - eravamo chiaramente d'accordo - con un altro prete, molto più anziano di lui, e volle che facessi godere soprattutto lui, ma di solito il rapporto era esclusivo tra me e lui ed era sessuale in senso molto classico anche se una cosa che lo eccitava particolarmente era lavarmi.
Farmi la doccia era per lui una fonte di eccitazione chiarissima, insaponare il mio corpo, poi lavarlo e infine goderne.
Un altro rapporto cliente-prostituta di lunghissimo corso è stato con un professionista bisessuale che mi riceveva o in motel a ore o, in un periodo in cui non aveva una compagna convivente, a casa propria.
Una bellissima casa con vista sul fiume e uno splendido terrazzo.
Lui adorava usare tutta la flessibilità del mio corpo e della mia mente, usando su di me verdure come melanzane, anche molto grosse (8-9 cm di diametro), che adorava vedere scomparire e poi riapparire dalla golosa bocca tra le mie gambe.
Più e più volte, mentre lui si masturbava il suo grosso cazzo finché non mi piegavo in un orgasmo sconquassante, e solo allora lui si infilava un goldone e mi possedeva analmente.
Per il resto sperimentava su di me con corde, bastoni, divaricatori per bocca o tra le gambe e diverse altre pratiche sessuali.
A volte mi portava fuori esigendo che avessi inserito il butt plug gonfiabile e vibrante, e lasciassi a lui, una volta seduti in un tavolo d'angolo, nella penombra del locale, i due comandi per gonfiaggio e vibrazione.
Era difficile bere un aperitivo in quelle condizioni, ma sapevo quanto lo eccitava e a me - perversamente me - eccitava quella sua eccitazione.
Adorava giocare con i limiti della mia flessibilità, per cui d'estate invece mi faceva sdraiare sulla poltrona reclinabile nel suo terrazzo e mentre il sole calava lui mi allargava le gambe e infilava dentro la mia bocca golosa litri e litri di acqua con un "fucile" ad acqua di quelli che usano i ragazzi per schizzarsi.
Infilava dentro il fucile carico di acqua tiepida, o freddissima o molto calda e spingeva l'acqua dentro piano, un po' alla volta, ma sempre tutta, più volte, obbligandomi a tenerla dentro stringendo i muscoli di quella bocca golosa e piena... fino a quando non resistevo più e la facevo uscire tutta in una bacinella o a volte direttamente sul pavimento del terrazzo, in direzione del muretto e della bocca di scarico, come una fontanella.
Così allargata e lavata poi continuava con penetrazioni fino - un giorno - a riuscire a inserirmi il suo piede in figa.
E tutto ciò sorseggiando bicchieri di rum o di altri aperitivi alcolici.
Ne inventammo perfino uno: il "Negroni bianco".
Voleva portarmi con sé in uno dei suoi viaggi in Tailandia, per scoparmi lì assieme ad altri e con altri.
Non ci fu però mai occasione.
Un altro, invece, mi cercava come escort attiva e aveva fantasie sfrenate, a parole.
Voleva che gli facessi le cose più incredibili e fantasiose, ma era in verità era solo ossessionato dai video di YouPorn e non andammo mai oltre la masturbazione, e perfino nel succhiarmelo aveva difficoltà.
Non riuscii poi mai a sodomizzarlo, perché a volte perfino un dito era per lui troppo.
Il giovane prete è stato forse quello con cui il rapporto è durato più a lungo.
Ancora ci sentiamo, come amici, di tanto in tanto.
Mi portò spesso a casa sua e negli ultimi tempi, poiché gli avevano assegnato una casa parrocchiale, entravo proprio da dietro la Sacrestia.
In alcune occasioni si presentò - eravamo chiaramente d'accordo - con un altro prete, molto più anziano di lui, e volle che facessi godere soprattutto lui, ma di solito il rapporto era esclusivo tra me e lui ed era sessuale in senso molto classico anche se una cosa che lo eccitava particolarmente era lavarmi.
Farmi la doccia era per lui una fonte di eccitazione chiarissima, insaponare il mio corpo, poi lavarlo e infine goderne.
Un altro rapporto cliente-prostituta di lunghissimo corso è stato con un professionista bisessuale che mi riceveva o in motel a ore o, in un periodo in cui non aveva una compagna convivente, a casa propria.
Una bellissima casa con vista sul fiume e uno splendido terrazzo.
Lui adorava usare tutta la flessibilità del mio corpo e della mia mente, usando su di me verdure come melanzane, anche molto grosse (8-9 cm di diametro), che adorava vedere scomparire e poi riapparire dalla golosa bocca tra le mie gambe.
Più e più volte, mentre lui si masturbava il suo grosso cazzo finché non mi piegavo in un orgasmo sconquassante, e solo allora lui si infilava un goldone e mi possedeva analmente.
Per il resto sperimentava su di me con corde, bastoni, divaricatori per bocca o tra le gambe e diverse altre pratiche sessuali.
A volte mi portava fuori esigendo che avessi inserito il butt plug gonfiabile e vibrante, e lasciassi a lui, una volta seduti in un tavolo d'angolo, nella penombra del locale, i due comandi per gonfiaggio e vibrazione.
Era difficile bere un aperitivo in quelle condizioni, ma sapevo quanto lo eccitava e a me - perversamente me - eccitava quella sua eccitazione.
Adorava giocare con i limiti della mia flessibilità, per cui d'estate invece mi faceva sdraiare sulla poltrona reclinabile nel suo terrazzo e mentre il sole calava lui mi allargava le gambe e infilava dentro la mia bocca golosa litri e litri di acqua con un "fucile" ad acqua di quelli che usano i ragazzi per schizzarsi.
Infilava dentro il fucile carico di acqua tiepida, o freddissima o molto calda e spingeva l'acqua dentro piano, un po' alla volta, ma sempre tutta, più volte, obbligandomi a tenerla dentro stringendo i muscoli di quella bocca golosa e piena... fino a quando non resistevo più e la facevo uscire tutta in una bacinella o a volte direttamente sul pavimento del terrazzo, in direzione del muretto e della bocca di scarico, come una fontanella.
Così allargata e lavata poi continuava con penetrazioni fino - un giorno - a riuscire a inserirmi il suo piede in figa.
E tutto ciò sorseggiando bicchieri di rum o di altri aperitivi alcolici.
Ne inventammo perfino uno: il "Negroni bianco".
Voleva portarmi con sé in uno dei suoi viaggi in Tailandia, per scoparmi lì assieme ad altri e con altri.
Non ci fu però mai occasione.
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