Stefano e la sua indole slave

Scritto da , il 2021-08-10, genere bisex

Sono sempre Roberto un 42enne, alto un metro e ottanta per 75 kg di peso, corporatura normale, leggermente brizzolato, giovani e solare, felicemente sposato, con fantasie bisex.
Qualcuno di voi assidui lettori ricorderà il il racconto sulla prima volta con Stefano, un studente universitario 22enne di Trieste.
Dopo quella volta ci siamo incontrati altre volte sviluppando una reciproca fiducia.
Dopo circa un anno dal primo incontro Stefano mi confida la sua voglia di provare una esperienza slave ma essendo insicuro voleva provarla con una persona di fiducia, cioè con me.
Questa idea devo dire che mi eccita anche perché il SM è sempre stata una mia passione che avevo già praticato alcune volte con delle partner occasionali.
Ci accordiamo per incontrarci il fine settimana seguente dato che mia moglie è dai parenti e io sono libero. Ci incontreremo a casa sua come al solito.
Ci mettiamo anche d’accordo sui dettagli e su cosa ci serve. Prepariamo una bella lista, corde, falli, enteroclisma, lubrificanti, guanti, frustini, pinze, candele ecc.
Chi ha già letto il racconto precedente sa che Stefano è un bel ragazzo biondo capelli corti ed occhi azzurri, con un fisico asciutto, normale, non palestrato, senza un solo pelo.
Sabato pomeriggio verso le 14.30 suono alla porta della sua mansarda nel centro di Trieste.
Mi apre la porta nudo completamente con un collare chiodato, di quelli per cani di grossa taglia, al collo. Si è già immedesimato nella parte, tiene gli occhi bassi, evitando il mio sguardo.
Entro e mi dirigo verso il divano, dove mi siedo.
Sul tavolino dell’ampio soggiorno sono disposti in bell’ordine tutti gli oggetti per l’occasione.
Mi avvicino e vedo due clip a molla, di quelle che si usano per raccogliere dei fogli di carta, le prendo, e ne saggio la consistenza. Non eccessiva ma nemmeno troppo tenera.
Mi giro e Stefano e lì in piedi che aspetta senza proferire una parola.
Prendo il suo capezzolo destro tra le dita facendolo inturgidire e quando e bello duro gli applico una clip a circa metà dell’aureola. Stefano ha un sussulto, ma non si lamenta.
Ripeto la procedura con il capezzolo sinistro.
Il suo cazzo è molle penzolante tra le sue gambe. Lo prendo in mano e lo massaggio piano. Reagisce prontamente e si indurisce rapidamente raggiungendo la completa erezione. Bello nei suoi 20 centimetri circa di lunghezza e grosso circa come il mio, 4,5 centimetri di diametro, completamente depilato.
Prendo dal tavolino una cordicella, di quelle per le tende e dopo aver fatto un nodo scorsoio ad un lato lo applico alla base del suo cazzo stringendolo e facendo passare più volte la corda tra le palle in questo modo ho un anello di cordicella alla base del cazzo sotto le palle, un altro sopra le palle e altri due in diagonale a separare le palle. Lo annodo e con il pezzo rimanente collego le due clip ai capezzoli in modo che sia bella tesa.
Così legato lo mando a prendermi da bere. Ad ogni passo il movimento del cazzo tira le cordicelle che strappando leggermente le clip procurandogli delle fitte. Mi siedo sul divano, lui rimane in piedi davanti a me. Lo obbligo a masturbarsi, ma non è facile per lui farlo, infatti ogni movimento crea fitte ai capezzoli tramite le clip.
Finisco di bere tranquillamente. Mi alzo e comincio a slegarli la cordicella dalle clip a cazzo. L’area attorno al capezzolo è rossa e molto sensibile. Gli tolgo lentamente, prima la clip sul capezzolo destro, provocandogli più dolore di quando gliela avevo applicata. Sul capezzolo rimane un segno profondo dove la clip premeva. Gli passo le dita sul capezzolo facendolo fremere dal dolore. Quando il capezzolo è ritornato praticamente alla normalità e quindi ha terminato di procurargli quelle sensazioni, lo lascio e passo all’altro capezzolo ripetendo la stessa procedura.
In queste pratiche la parte principale è rappresentata dalla pazienza, bisogna eseguire ogni gioco con la massima calma, per acuire di più tutte le sensazioni.
Ora ci spostiamo nel bagno. Lo faccio stendere a terra supino, sollevandoli le gambe aperte e appoggiandole a due sedie, (a mo’ di posizione ginecologica). Prendo la sacca dell’enteroclisma e dopo averla riempita con acqua tiepida e glicerina la appendo in alto.
Apro il rubinetto della cannula e faccio scorrere un po’ d’acqua, per eliminare l’aria. Gliela appoggio al buco del culo e gliela infilo facilmente.
Apro il rubinetto regolando la velocità del flusso ne troppo lenta ne troppo veloce. Il liquido comincia a scorrere nelle sue viscere. Mano a mano che il liquido scorre Stefano suda e si lamenta. Quando mezza sacca, circa un litro è già entrato, chiudo il rubinetto senza rimuovere la cannula e gli massaggio la pancia in modo circolare per fare in modo che il liquido scorra verso l’alto. Durante il massaggio non esito a giocare anche con il suo cazzo in un crescente andirivieni di goduria. Quando si è rilassato, riapro il rubinetto per continuare. Faccio scorrere ancora un mezzo litro prima di fermarmi nuovamente. Ripeto il massaggio. Riempio nuovamente la sacca dell’enteroclisma, prima di riprendere il flusso. Faccio scorrere ancora un mezzo litro prima di fermarmi nuovamente per ripetere il massaggio. Ora Stefano ha nelle sue viscere due litri di liquido. Ha il viso tirato e sudato. Riprendo le operazioni facendo scorrere circa mezzo litro di liquido alla volta, per poi fermarmi, massaggiarlo e riprendere. Riesco a fargliene ricevere circa tre litri e mezzo prima che mi che Stefano mi prega di fermarmi.
Mi fermo. Tolgo la cannula lo massaggio. Lo faccio alzare. Lui esegue con fatica ha la pancia bella piena. Lo faccio camminare avanti e indietro per il bagno per alcuni minuti prima di dargli il permesso di liberarsi.
Dopo essersi libero ed essersi fatto una doccia, ritorna in soggiorno.
Gli faccio prendere un fallo dal tavolino (quello delle dimensioni dei suo cazzo) e gli dico di infilarselo in culo. Gli concedo solamente di poterlo insalivare con la lingua, ma non di usare lubrificanti.
Comincia a leccarlo per bene, poi allarga le gambe e si abbassa leggermente. Appoggia la punta del fallo al buco e inizia a spingere. A fatica riesce ad infilare la cappella. Glielo faccio togliere e leccare nuovamente per poi inserirlo. Questa volta entra più facilmente. Lentamente spinge fino ad averlo tutto dentro.
Gli ordino di muoverlo avanti e indietro per scoparsi da solo. Dopo un po’, quando noto gli effetti positivi sul suo volto e la facilità di scorrimento, lo blocco con il cazzo completamente inserito. Ora gli ordino di spogliarmi senza far cadere il fallo.
Mi toglie la camicia senza problemi, però quando sta per togliermi i pantaloni deve abbassarsi e in questo modo rilassa il muscolo anale che lascia uscire il fallo.
“Questo ti costerà una punizione!” gli dico, glielo faccio rinfilare e continuare con la vestizione.
Durante le operazioni il fallo gli cade altre due volte.
“L’hai fatto cadere tre volte, quindi tre punizioni!”.
Gli lego i posi con due corde che faccio passare sopra un trave del tetto in legno e le assicuro ad un altro, tendendole in modo che sia in punta dei piedi.
Prendo una verga di bambù fine ed inizio farla scorrere sul suo corpo, soffermandomi sul suo cazzo, sulle palle, in mezzo alle gambe. Gli do dei piccoli colpetti sul cazzo che reagisce inturgidendosi velocemente. Mi sposto e gli sferro un colpo sulla natica destra facendolo sussultare. Con una mano gli impugno bene il cazzo, iniziando una lenta masturbazione, avendo l’accortezza di fermarmi quando sta per avvicinarsi al culmine e quasi simultaneamente lo colpisco con una vergata sul gluteo sinistro. Dolore e piacere si mescolano. Ripeto l’operazione più volte portandolo sull’orlo del piacere per poi colpirlo con la verga bloccandogli il piacere. Questa volta lo masturbo più velocemente fermandomi di colpo per colpirlo sul cazzo con un colpo secco. Mi implora di lasciarlo godere, ma una delle punizioni è proprio questa. Non farlo godere, portandolo al limite del piacere.
Dopo un po’ di tempo, interrompo la punizione e lo slego per farlo riposare e lo faccio mettere a gattoni e mi faccio succhiare il cazzo mentre sono seduto sul divano.
Mi bacia la cappella prima di farla sparire in bocca
Mi succhia il cazzo in modo frenetico.
Mi lecca le palle, me le succhia e se le prende in bocca, prima una e poi l’altra. Poi comincia a salire con le labbra appoggiate lungo l’asta fino a riprenderlo in bocca.
Con le mani appoggiate sulla sua testa regolo il ritmo della pompa.
Dopo un po’ glielo tolgo dalla bocca e lo faccio alzare, gli lego delle cordicelle alle palle a cui appendo una bottiglietta d’acqua da mezzo litro ciascuna.
Lo faccio camminare per la stanza. Avanza con fatica per il movimento delle bottigliette appese che gli provocano delle fitte. Lo pungolo con la verga perché si muova più velocemente. Stringendo i denti, ora avanza più spedito. Lo incito a correre un po’ attorno al divano. Le bottigliette saltellano strattonando le palle. Quando è quasi al limite, lo faccio fermare e gli slego le palle.
E’ praticamente ora di cena, quindi Stefano da perfetto slave prepara la cena ed apparecchia la tavola.
Quando siamo pronti per cenare, gli porgo il dildo già utilizzato prima e glielo faccio infilare in culo. Poi prendo una manciata di puntine da disegno che dispongo, naturalmente con la punta in su, sulla seduta della sua sedia. E lo invito a sedersi.
Sedendosi, le puntine da disegno penetrano nella sua carne e contemporaneamente il dildo è costretto a penetrare ulteriormente nel culo. Le puntine ad ogni piccolo movimento gli procurano dolore e anche il fallo così dentro non è certamente un piacere.
Finiamo di cenare e Stefano riordina, sempre con il dildo in culo, poi prende la scopa per pulire a terra, ma lo fermo. Gli tolgo il fallo dal culo e gli infilo il manico della scopa, ma viste diverse dimensioni questo non ne vuol sapere di rimanere al suo posto quindi prendo una ulteriore scopa e gli infilo anche questa in culo. Ora è abbastanza stabile. Lo obbligo a scopare in questo modo avvertendolo che se fa cadere le scope avrà una dura punizione. Si muove lentamente per la stanza stringendo le chiappe, ciò nonostante le scope scivolano verso l’esterno. Se ne accorge in tempo e facendo una rapida retromarcia appoggia le scope contro il muro rinfilandosele fino in fondo e causandosi una violenta fitta resa evidente dall’espressione dipinta sul suo volto.
Continua per circa una ventina di minuti portando a termine il suo lavoro e ripetendo la precedente operazione più di una volta, anche l’ultima volta una delle due scope gli esce dal culo cadendo a terra.
Gli faccio togliere anche l’altra scopa e gli dico che punizione la subirà dopo che mi avrà soddisfatto.
Quindi mi siedo sul divano, lo faccio inginocchiare davanti a me e gli do da succhiare il mio cazzo.
Con le mani appoggiate sulla sua testa regolo il ritmo della pompa.
Mi succhia il cazzo in modo frenetico.
Mi faccio leccare anche le palle e il buco del culo. Mi succhia le palle e se le prende in bocca, poi comincia a salire con le labbra appoggiate lungo l’asta fino a riprenderlo in bocca.
Glielo infilo tutto in gola fino ad avere il suo naso appoggiato al mio pube. Glielo tengo fermo piantato in gola tanto che Stefano ha dei conati di vomito finché non riesce a respirare con il naso. Glielo tiro fuori. E’ paonazzo. Comincio a scoparlo in modo brutale in bocca come fosse il suo culo. E’ iper eccitato ha il cazzo così duro che sembra di pietra. Vorrebbe masturbarsi ma glielo impedisco. Gli tolgo il cazzo di bocca e lo faccio girare, sempre inginocchiato a terra, ma con la faccia sul tappeto e il culo in aria. Ho il cazzo abbondantemente lubrificato dalla sua saliva. Glielo appoggio al culo e in un solo colpo glielo sbatto tutto dentro. Rimane un momento senza fiato. Lo scopo per una mezzora poi mi giro sempre con cazzo nel suo culo, ma schiena contro schiena, in questo modo la naturale piega del mio cazzo va a massaggiare in modo notevole la sua prostata, tanto che non resiste oltre e senza toccarsi sborra sul pavimento. Continuo imperterrito nella mia scopata e quando sento che sto per venire lo faccio girare e gli risbatto il cazzo in bocca e tenendogli bloccata la testa lo obbligo a ingoiare tutto. Glielo faccio ripulire per bene, mentre mi riposo.
Fa un così buon lavoro di lingua che oltre a ripulirlo per bene me lo sta facendo mantenere duro. Lo fermo. Non è così che deve continuare il gioco.
Mi alzo e dopo aver preso la robusta tela di una sdraio, faccio passare una corda in ognuna dei due passanti, una sopra e uno sotto. Poi lego le estremità della corda superiore ad una trave alla distanza tra loro di circa 1 metro e mezzo, e ad un’altezza da terra di un metro, poi ripeto l’operazione con la parte inferiore, ma tre travi più avanti e ad una distanza di due metri e mezzo, sempre alla stessa altezza.
Poi faccio venire Stefano, lo faccio stendere sulla tela supino tenendogli in culo fuori dalla parte inferiore. Poi gli lego le braccia lungo ciascuna delle corde della parte superiore e quindi dopo avergli sollevato le gambe gliele lego lungo ciascuna delle corde della parte inferiore. In questo modo è completamente a mia disposizione e non ha modo di liberarsi.
Con una mano gli impugno bene il cazzo, iniziando una lenta masturbazione, mentre con l’altra gli accarezzo le palle e il buco del culo. Sento il suo cazzo pulsare sempre più forte. Glielo stringo forte. Prendo la verga di bambù e lo comincio a colpire sul cazzo. Lo colpisco da ogni lato. Gli prendo le palle in mano, gliele strizzo. Grida. Gli riprendo il cazzo in mano e lo riporto sul filo dell’orgasmo, prima di dargli due vergate sulla cappella. Questo dolore glielo blocca. Ora la cappella ha due sottili righe rosse parallele.
Prendo dal tavolino un po’ di lubrificante e glielo spalmo sul culo. Poi prendo un fallo più grande di quello di prima, circa 30 centimetri e 5-6 cm di diametro. Lo lubrifico per bene anche questo. Poi glielo punto sul buco del culo che sta pulsando un po’ dalla paura ma anche da tanta voglia di essere sfondato.
Lo faccio ruotare sul buco. Poi di colpo con una forte spinta faccio entrare tutta la cappella. Lancia un urlo… Aspetto un attimo che il dolore si placchi un po’ prima di cominciare a spingere il fallo nel culo. Entra centimetro dopo centimetro. Lentamente. Quando circa la metà è entrato mi fermo. Lo tolgo completamente prima di reinserirlo. Comincio a farlo andare avanti e indietro lentamente nel suo culo che si sta abituando al nuovo ospite. Ogni tre volte che lo tiro indietro la volta seguente lo spingo più violentemente nel culo. Ne ha già dentro più di venti centimetri e Stefano mi prega di fondarglielo di più. Comincio a velocizzare l’operazione, scopandolo velocemente e sempre più profondamente con il fallo. E’ quasi tutto dentro quando comincio anche a ruotarlo con un movimento ellittico, in questo modo il buco si dilata ancora di più mescolando dolore a piacere. Stefano è in pieno godimento, il suo cazzo erutta sborra di continuo. Ha dei leggeri ammoscia menti, ma quando con il fallo gli massaggio la prostata riprende immediatamente vigore.
Gli tolgo il fallo lasciandoli il culo aperto. Ma rimane così per poco.
Prendo Le due scope di prima più un’altra e svito loro il manico. Prendo un bel po’ di lubrificante e glielo spalmo dentro e fuori il culo, Poi infilo uno dei manici appoggiandolo sulla spalliera di una sedia. Ne prendo un secondo e lo infilo anche questo a fianco del primo, quindi prendo il terzo e lo infilo sopra ai primi due. Li prendo tutti e tre assieme e li faccio ruotare, li faccio entrare ed uscire, prima di riappoggiarli alla sedia. Prendo una pallina da tennis e una cintura. Posiziono la pallina all’interno dei tre manici e ad una distanza di circa 20 centimetri dalla fine. Con la cintura lego i tre manici assieme bloccando la pallina all’interno, alla fine degli stessi.
Ora comincio a spingere la pallina verso il culo di Stefano, sempre mantenendola all’interno dei manici. Mano a mano che la pallina si avvicina al buco del culo, i manici si allargano dilatandolo in modo lento ma costante. Ogni tanto applico del lubrificante al buco del culo. Stefano sente come lacerarsi il buco del culo, ma contemporaneamente è eccitato e si vede da come è in tiro il suo cazzo. Con la pallina a circa metà strada il suo culo è oscenamente aperto. Passo una cordicella dietro la pallina e mi vado a sistemare dietro la testa di Stefano che piego indietro prima di infilargli il mio cazzo in gola. Mentre mi succhia il cazzo io continuo a tirare lentamente la cordicella che fa scorrere la pallina allargando i manici che a loro volta allargano sempre di più il culo di Stefano.
Gli sto sborrando ancora una volta in gola.
Mi fermo quando la pallina è a circa venti centimetri dal culo slabbrato.
Tolgo i manici e la pallina e lo lascio riposare un po’ mentre io mi rinfresco con una doccia.
Quando ritorno osservo il suo culo completamente aperto. Lui ha una espressione felice dipinta sul volto.
Decido per il momento possa bastare, lo libero e lo faccio scendere. Lo faccio andare a darsi una rinfrescata. Quando torna, lo lego con una corda abbastanza grossa, creando su di lui una specie di rete a maglie larghe, E’ bloccato dalla testa ai piedi. Lo faccio sdraiare e gli dico di dormire che domani si continua.
Domenica mattina.
Mi sveglio e lo vedo ancora dormire. Prendo la verga e lo colpisco con due colpi secchi sul culo. Urla e si contorce.
“Buongiorno” gli dico.
Lo slego e posso ammirare che la corda ha lasciato sul suo corpo tutta una serie di segni. Controllo il suo culo e posso vedere che si è richiuso bene.
Lo faccio andare in bagno.
Poi lo faccio stendere supino all’interno della vasca da bagno, sollevandoli le gambe aperte e appoggiandole ai due lati. Prendo la sacca dell’enteroclisma riempita con acqua tiepida e glicerina, la appendo in alto, gli infilo in culo la cannula, apro il rubinetto e comincio a far scorrere l’acqua, regolando la velocità del flusso ne troppo lenta ne troppo veloce. A mano a mano che la sacca si svuota, io la riempio. Mi ferma quando sono già entrati due litri e Stefano suda e si lamenta. Lo lascio riposare alcuni minuti prima di riprendere il flusso. Faccio scorrere ancora un litro prima di fermarmi nuovamente. Attendo nuovamente e riprendo il flusso. Mi fermo quando ha già dentro 4 litri e mezzo abbondanti di liquido.
Ha la pancia così gonfia che sembra scoppiare. Tolgo la cannula. Lo faccio alzare. Entro anch’io nella vasca e mi distendo. Ora gli dico di impalarsi sul mio cazzo durissimo. Lui esegue con fatica ha la pancia bella piena che gli impedisce i movimenti. Si accuccia e si infila il cazzo nel culo senza alcun problema. Lo lascio assestarsi e poi gli ordino di scoparsi da solo. Lui comincia a sollevarsi per poi ridiscendere lentamente. Vedendo che fa troppa fatica senza ottenere i risultati voluti, lo faccio alzare. Poi lo faccio ridi stendere nella vasca gli sollevo le gambe spingendole verso la sua faccia ma allargandole. Mi posiziono e gli infilo tutto il cazzo dentro cominciando a scoparlo velocemente. I forti colpi che gli do comprimo contemporaneamente anche la sua pancia causandoli dolore.
Ora il dolore si mischia nuovamente al piacere. Ha il cazzo duro, gli ordino di masturbarsi, ma lo tocca appena che viene copiosamente sulla sua pancia con vari schizzi che raggiungono anche la sua faccia.
Ancora qualche colpo e vengo anch’io, sborrandogli in culo, mischiando la sborra con il liquido che lo riempie.
Tolgo il cazzo e mentre mi faccio una doccia lui si libera.
Dopo esserci lavati andiamo a far colazione.
Aprendo il frigorifero noto un grosso cetriolo e non mi lascio sfuggire l’occasione per prenderlo e dopo aver preso Stefano alle spalle glielo infilo in culo, dicendogli che non lo deve far cadere per nessun motivo.
Facciamo colazione e Stefano sempre con il cetriolone nel culo non può nemmeno sedersi. Appena finito prendo il cetriolo e comincio a scoparlo con quello. Scorre velocemente nel suo culo provocandogli un altro orgasmo.
Poi gli faccio prendere una serie di oggetti, bottiglie, vasi, ecc. di varie dimensioni, da una bottiglietta da mezzo litro d’acqua ad una da 2 litri. Glieli faccio sistemare in fila sul tavolo. E gli ordino di infilarseli in culo tutti dal primo all’ultimo.
Mi siedo sul divano a godermi lo spettacolo.
I primi oggetti dati le dimensioni comunque ridotte in relazione alla dilatazione raggiunta dal suo culo entrano facilmente, e a parte un vaso che è molto lungo e non riesce ad infilarselo tutto per la lunghezza, tutti gli altri entrano completamente nel culo. Il discorso cambia quando gli oggetti crescono di dimensione, raggiungendo il culmine quando arriva alla bottiglia da due litri.
Se la appoggia al culo e spinge, ma non riesce a farla entrare gli fa male. Gli concedo di lubrificarla prima di riprovarci. Quindi spalma abbondante lubrificate su tutta la bottiglia e poi ci riprova. La bottiglia è comunque grande e quindi fa fatica. Spinge forte. E’ tutto rosso in viso, ma continua a spingere, fino a che con un urlo è riuscito a passare oltre il collo e posizionarsi sulla parte più larga. Si riposa alcuni istanti prima di riprendere la penetrazione.
Spinge ancora e la bottiglia è dentro per metà. Sono super eccitato e il mio cazzo sta scoppiando. Mi alzo in piedi e glielo do da succhiare. Mi sta spompinando con la bottiglia piantata in culo. Mentre mi sbocchina io gli appoggio le mani sulle spalle e lo spingo in basso facilitando la penetrazione. La bottiglia penetra sempre di più inesorabilmente, e quando è tutta dentro io gli sborro in gola. Stefano si affretta ad ingoiare tutto e a ripulirmi il cazzo. Mi allontano un po’ per godermi meglio lo spettacolo. Prendo la digitale e gli faccio una foto ricordo.
Stefano è entusiasta di questa esperienza che la vuole rifare.

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