Consapevole depravazione (6)

Scritto da , il 2021-07-12, genere esibizionismo

Capitolo 6 . L’appuntamento

Attesi per un poco poi la vidi entrare nel salone e probabilmente arrivava dal parcheggio auto.
Mi lasciò senza fiato. Indossava un mini abito bianco, a mezza coscia o forse neanche, non aveva spalline perché il davanti funzionava da corpetto che se appiattiva comprimendo le tette lasciava un abbondante scollo scoprendole per metà.
Il dietro, che apprezzai solo qualche minuto dopo , lasciava scoperta quasi metà schiena ed era ovvio che non potesse indossare un reggiseno. Una cerniera ne percorreva il davanti per tutta la sua lunghezza. Le gambe erano stupende tese su un paio di sandali con tacchi a spillo vertiginosi. A destra portava una cavigliera con una stellina. I capelli legati a coda di cavallo fissati da un gel, cosa che non aveva mai fatto prima e completavano la sua mise occhi contornati da un ombretto scuro ed un rossetto rosso vivo. Mi venne incontro e notai unghie di mani e piedi laccate con un rosso della stessa tonalità del rossetto.
Anna mi sorrise “ti piace così la tua puttana avevi ragione, mi piace sentirmi osservata, mi vergogno a morte ma mi piace soprattutto perché è quello che volevi”
Le dissi che era da urlo.
Entrammo nella sala per la cena occupando l’unico posto disponibile il che ci obbligò a raggiungere il bouffet attraversando tutta la sala. In questo cammino vedevo gli uomini squadrare mia moglie che era impossibile non notare. Io di proposito la lasciavo andare da sola per poterla ammirare. Schiena scoperta un culo fasciato dall’abito e senza che lei potesse avere un controllo diverso, obbligata ad ancheggiare su quei giganteschi tacchi a spillo che le valorizzavano le gambe scoperte da quella minigonna al limite del decente. Mentre la guardavo uno dei ragazzi che avevo sentito fare i commenti su Anna al bar mi si avvicinò
“Io ed i miei amici ci chiedevamo se, dopo cena, vostra moglie sarebbe disposta a concludere la serata con noi?” Gli risposi incazzato per quella proposta offensiva e da parte sua ebbi invece una pacata risposta ma molto salace “ se la fate andare in giro con costumi ridotti seminuda e poi la fate scendere vestita in quel modo con la cavigliera da puttana non stupitevi. A me sembrava disponibile visto che si è lasciata accarezzare il culo sull’ascensore senza dire nulla. Comunque quando decidete..” mi girò le spalle e se ne andò mentre Anna stava ritornando. Ero rimasto senza parole. Anna mi chiese cosa volesse e le spiegai che ci aveva invitato a bere qualcosa dopo cena.
“spero tu abbia rifiutato?”
“no, anzi gli ho detto che ho mal di testa me ne sarei andato a dormire presto mentre tu saresti restata a far loro compagnia”
Anna mi guardò sconcertata “ ma stai scherzando, mi stanno squadrando da quando da quando sono scesa”. Quel dubbio mi rodeva dentro e non riuscii a star zitto “e tu per contraccambiare ti sei lasciata accarezzare il culo”
Anna arrossì e balbettò che era per lo spazio ristretto. Sorrisi e decisi di continuare il gioco.

Finita la cena ci alzammo, la presi per mano e ci avviammo verso l’uscita. I tre erano seduti sui divani in faccia al mare. “bene – le lasciai la mano – io vado a dormire, tu non fare tardi”.
Anna era impacciata, ferma “ma….ma…”. La baciai sulla guancia e le girai la schiena allontanandomi. Pensai mi avrebbe seguito ma senza ribellarsi si incamminò verso i tre.
Non ci pensai un momento, la raggiunsi e la ripresi per mano “ ma sei pazza?”.
Anna stava tremando “io credevo veramente che tu mi volessi lasciare tra quei signori… io non so cosa mi sia successo, per fortuna mi hai fermata”.
“era un gioco, possibile che tu non l’avessi capito?”
Sorridendo si lasciò abbracciare.
"però l’appuntamento con Ralph quello resta – le dissi aggiungendo quasi con rabbia – visto che ti sei preparata come ha voluto lui”
Mi strinse forte “ quell’uomo mi fa paura , mi sento soggiogata dalla sua volontà. Si è vero questa sera mi sono preparata come ha voluto lui….. ma ci sei tu e mi sento tranquilla”

Raggiungemmo la nostra auto. Prima di salire la abbracciai e scivolai con entrambe le mani sul suo culetto . Non scorsi accarezzando il tessuto delle mutandine. Le infilai entrambe le mani sotto la gonna sentendo la pelle nuda “ma non hai messo le mutandine?” Anna si guardò intorno ,il parcheggio era vuoto. Si sollevò la gonna . Indossava uno string di pizzo bianco che le copriva a malapena il sesso, si girò mostrandomi il sederino completamente nudo con un piccolo filo che correva tra i glutei.
“sono stata brava? Ho fatto come mi ha chiesto Ralph e domattina ti prometto che indosserò il costume che mi ha regalato”
Lasciò ricadere la gonna e salì in auto. Mi misi al volante e ci dirigemmo verso la città per il nostro appuntamento


Per tutta la strada tenni la mano sulle sue gambe nude continuando ad accarezzarla. Anna mi prese la mano e la tirò sul suo string, per toccarlo e cogliere la sua eccitazione. “Mi ecciti troppo ,non avrei mai immaginato di vederti vestita così” le dissi senza smettere di accarezzarla.
“Ho pensato e ripensato se vestirmi così . Poi l’ho fatto ed era come quando mi hai spinta ad indossare quel vestito fucsia. Camminando nella sala mi sono pentita mi sono vista negli specchi il modo con cui mi muovevo con quei tacchi …. Mi hai vista?”.
“Non ti ho mai vista così sexy e devo dire che mi piaci”. La accarezzavo eccitandomi e sembrava che anche lei provasse piacere.
“non ho mai indossato una gonna così corta ed un abito così scollato mi sono vergognata tantissimo… e tu mi proponi di sedermi con persone che non conosco nemmeno, avrei fatto veramente la figura della puttana” controbattè.
“tu però ci stavi andando ” obiettai.
Anna strinse le cosce sulla mia mano “ e se l’avessi fatto” fu quasi una sfida la sua a cui non mi riuscii di trattenere una risposta altrettanto brusca “adesso capisco perché volevano concludere la serata con te . Prima seminuda ti lasci palpeggiare il culo in ascensore, poi vestita da zoccola. Io ti ho fermato io perché ero certo che ci saresti andata”
“cosa vuoi dire che eri certo che mi sarei comporta come una… come una …. prostituta?”
“Perché non era quello che volevi ? – le dissi schiettamente – hai accettato di vestirti come una puttana come ti ha chiesto uno sconosciuto quindi sarebbe giusto fare la puttana di Ralph e di chi ti ha palpato il culo”
Anna ammutolì ,colsi un fremito percorrerla mentre scivolava sul sedile ricercando un piacere più profondo tra le mie mani. “mi vergogno, vorrei non essermi mai vestita come mi ha chiesto, è che mi mette soggezione e non riesco a rifiutare le sue proposte indecenti su come vestirmi” mi confessò.
“vuoi dire che se te lo avesse chiesto lui ti saresti fermata al tavolo con quegli sconosciuti?” le chiesi sorpreso.
Anna abbassò gli occhi “non so, te l’ho detto, quell’uomo è riuscito a farmi fare cose che non avrei mai pensato, i costumi da bagno succinti e quel vestito con cui sono entrata in discoteca … e non sono riuscita a ribellarmi ed ora mi sono preparata come mi ha detto lui”.
Incredibilmente continuava la sua confessione a mezza voce “ Mi hai scopata chiamandomi puttana, mi sono sentita eccitata ma sporca perché ho pensato che Ralph potesse chiedermi veramente di comportarmi come una moglie disponibile”.
C’era stata la sua consapevolezza nell’essersi spinta a quelle esibizioni così come da parte mia la mia voglia di vederla trasgredire, ma sino a che punto? Mi sconvolgeva però saperla così soggiogata da quel fotografo, quando sino al mattino aveva giocato con me il ruolo di moglie pudica.
“Ma conosci almeno il significato di quella cavigliera con la stellina che Ralph ti ha chiesto di indossare?” Volevo che si rendesse conto quanto Ralph fosse privo di scrupoli e riportarla ancora ad abbandonarsi solo ai miei desideri.
Mi chiese solo di continuare ad accarezzarla. Per esaudire il suo desiderio accostai l’auto fermandomi. Si stava eccitando ed io con lei. Le feci scivolare la cerniera dell’abito scoprendo di più la scollatura ,in modo da poterle accarezzare le tette. Sospirava ,la sentivo fremere poi mormorare l’inconfessabile “ si….si lo so…me l’ha detto, quella cavigliera indica che chi la porta è una donna facili costumi, …dd..disponibile … anche a fare …sesso orale”
Mi fermai allibito, Anna mi guardava con gli occhi sgranati ancora scossa. “Me l’aveva scritto su un foglio che non ti ho fatto leggere ma lasciava a me la scelta se metterla o no”
“e tu l’hai fatto sapendo di passare per una moglie disponibile? – lei non mi rispose ed io ero allibito -…e poi tu non hai mai voluto saperne di fare del sesso orale”
Mi scostai da lei con un sentimento misto tra la gelosia e l’eccitazione di vederla abbandonarsi ad un ruolo che non era il suo. Riavviai l’auto. Lei si ricompose “pensavo fosse quello che volevi anche tu?” mi disse con un tono affranto.
Le ripresi la mano e le confermai che tutta quella situazione mi aveva eccitato ma aveva scatenato la mia gelosia. Mi chiese di ritornare in hotel perché aveva voglia di scopare. Non l’avevo mai sentita usare quel termine, era calda, avrei passato sicuramente una serata di fuoco, ma il trip della perversione mi prese. “Comunque se vuoi fare la zoccola togliti il tuo string ti voglio tutta nuda sotto il tuo vestito”
Senza protestare si sfilò quel microscopico indumento.
“quindi ti piace vestirti da puttana come piace a Ralph” le chiesi
“non so come dirtelo, ma si, mi piace lo trovo umiliante ma mi eccita”
“e se lui ti volesse spingere a fare altro”
“Amo solo te, io non posso accettare nessun altro”
“Allora faremo una cosa lascerò che Ralph decida come farti esibire.Volevi fare la puttana per Ralph , adesso lo raggiungiamo e gli dico di trattarti come una puttana, sei contenta?”
Volevo umiliarla, farla sentire una poco di buono, preso com’ero dalla rabbia di averla vista cedere facilmente e volontariamente alle richieste di Ralph. “ma io mi vergogno, non posso” disse riaggiustando la scollatura dell’abito risollevando la cerniera. “Sei vestita come una puttana perché te l’ha chiesto Ralph e ti vergogni a confessarglielo?” e volgarmente, dopo averle infilato la mano sotto la gonna sicuro di quello che avrei trovato, conclusi “…e a te piace che ti guardino come si guarda una puttana, Non ti ho mai vista così eccitata, vero?”
Solo un attimo di silenzio e poi riprese , senza guardarmi “ti ho sconvolto lo so ma mi sentivo un’altra e sarei stata capace di sedermi tra di loro”
“ti sentivi una puttana ecco cosa ti sentivi, fare la puttana ed essere trattata come tale”
“si amore , scusami, mi vergogno ad ammetterlo ma è così, pensavo che fosse solo una fantasia ma non avrei mai immaginato di restarne così coinvolta”



Sospirò “io non so cosa mi succede …se devo proprio dirtelo mi piace quando mi tratti come una puttana e quando mi vuoi vestita o svestita sapere che mi desideri di più e che gli altri mi guardano..ma non puoi pensare che…… ”. Intanto stavamo entrando nel centro abitato di Malia. Il parcheggio era dalla parte opposta all’appuntamento. Anna sembrava avere dei dubbi “C’è già in giro molta gente e dici che dobbiamo attraversare la via principale, non immaginavo di trovare tanta gente, mi sto vergognando moltissimo.”
Come darle torto, ma se l’era voluto lei , forse senza immaginarne le conseguenze. La via era affollata e lei con quell’abito non sarebbe di certo passata inosservata .
“Ora che siamo qui e tu nel ruolo della mia escort tanto vale valorizzare la tua mercanzia, quindi abbassati la cerniera del vestito” le dissi deciso.
Il suo “non dirai davvero…” quasi le si fermò in gola ma senza dire altro prese la zip tra le mani smuovendola di uno o due centimetri “ecco , così sarai contento”
“Dai Anna, così non è cambiato niente”.
La tensione stava crescendo, la mano le tremava ma lentamente fece scivolare la cerniera questa volta di almeno quattro centimetri. Lo spettacolo era eccitante, la scollatura ora lasciava ben in vista la piega tra le due tette ancora in parte compresse dal corpetto dell’abito.
“Io non posso girare così, sono scandalosa….” Sembrò ritornare alla realtà. Non le lasciai aggiungere altro e le dissi di scendere dall’auto.
Si guardò intorno, altre auto parcheggiavano, la strada brulicante, lei tesa ed io eccitato nel vederla così sexy pronta per scendere e camminare in mezzo alla gente.
“mi vuoi proprio fare la figura della puttana?” sussurrò.
“La figura della puttana l’hai già fatta in hotel - dissi seccamente e continuai con lo stesso tono - se devo essere sincero non è che voglio che tu faccia la figura della puttana è che lo sei visto che ti sei agghindata da puttana come ti ha chiesto Ralph. Uno sconosciuto ti dice quello che devi fare e tu lo fai”
Anna non si aspettava una risposta del genere, ed allo stesso modo io pure mi pentii di aver parlato in quel modo; ebbe una reazione stizzita “non è vero, se l’avessi ascoltato avrei fatto tutto quello che mi chiedeva”.
Questo esasperò la mia curiosità “ fosse per me avrebbe potuto chiederti qualunque cosa , anche andartene in giro nuda, del resto l’hai già fatto e ti era piaciuto” commentai restandomene al mio posto di guida aspettandomi una sua reazione.
“allora guarda, guarda come mi vorrebbe” e scese dall’auto, apri il baule e lasciatomi il tempo di scendere si presentò tenendo tra le mani una borsettina nera sbattendomela sotto gli occhi . Dire volgare era poco. Da un lato la scritta “crazy bitch” e dall’altro il disegno di una donna appoggiata ad un lampione con una scritta più piccola “When i grow up i want to be a…” scritta che continuava sulla base della borsetta a caratteri ben più grandi “prostitute” .
Anna quasi mi gridò che Ralph aveva lasciato delle indicazioni ben precise ed utilizzare tutto avrebbe significato andarsene in giro con quella borsa. Mentre io guardavo ancora stupito scritta ed immagine, Anna frugò nella borsa ed estrasse una catenina a grosse maglia, un girocollo, che se la indossò attorno al collo “Vuoi che mi tenga al collo pure questa ?” .
Ralph stava esagerando, sulla maglie della catenina pendevano delle lettere che formavano la scritta “ whore”
Anna teneva tra le mani il seguito della lettera di Ralph “abbiamo incominciato con quell’abito ed ora leggi cosa vuole”
Le strappai il foglio dalle mani e lessi avidamente ed ad ogni riga mi si accapponava la pelle
“Lo sai che ti devi preparare come voglio. Mi diverte vedere una moglie così pudica fino a qualche giorno fa abbandonarsi alle mie richieste. Non tralasciare nessun particolare di ciò che ti ho lasciato, dal trucco per occhi e labbra, unghie e cavigliera a destra che chi ne conosce il significato sa che vuol dire che anche se impegnata sei sessualmente disponibile soprattutto al sesso orale. La catenina al collo e la borsa fugheranno ogni dubbio su quello che sei e quando mi raggiungerete al Club XXX potremo completare la tua trasformazione con una tenuta più consona. Se farai tutto quello che ti ho chiesto e ti presenterai da me con tuo marito non sarai più la sua tenera e dolce mogliettina ma la mia puttana pronta a realizzare tutte le mie richieste”
Follia. Come si era permesso di pensare e scrivere quella lettera.
Facile rinfacciarmi che ce l’avevo spinta io , facile dirmi che anch’io la stavo trattando come una puttana. Certamente non l’avrei mai lasciata nelle mani di quell’uomo eppure ero curioso di vedere fin dove Anna si sarebbe lasciata trascinare.
“così sei perfetta, almeno non ci saranno più dubbi su chi sei ,andiamo”. Fece per prendermi per braccio ma le chiesi di camminarmi vicino e senza obiettare si incamminò nella via della movida. Non abituata a camminare su tacchi così alti procedeva ancheggiando e non erano pochi i passanti che la guardavano per poi, una volta passatici accanto, girarsi sorridere e fare commenti che, anche se non capibili erano ben eloquenti. La scritta sul collare e quella sulla borsetta fugavano ogni dubbio , se mai il suo abbigliamento ne lasciasse ancora qualcuno.

Per Anna incominciava ad essere un tormento “torniamo indietro, non avrei dovuto, mi sento veramente una puttana” ma la frase fu interrotta dall’incontro con Ralph.
“Tua moglie si trasforma quando segue i miei consigli su come vestirsi, molto sexy e anche un po’ puttana, ma voglio vedere come starà con il resto”. Quella frase non era certo rassicurante, cos’altro avrebbe voluto da mia moglie che , dopo quello che mi aveva detto , difficilmente lei avrebbe rifiutato.
Ralph sorrise, guardò mia moglie e me “Hai indossato tutto quello che ti ho chiesto e vedrai che figurone farai con quello che ancora ti voglio proporre, perché a te piace essere esibita, vero?” Lei quasi inibita diede un cenno di assenso. Con un nodo alla gola estremamente indeciso mi buttai anch’io in quello che sembrava un gioco di ruoli e rivolgendomi a Ralph gli dissi che Anna aveva accettato di presentarsi in spiaggia il giorno dopo con il costume che gli aveva regalato ,non solo ma che aveva qualcosa da confidargli.
Mia moglie mi guardò arrossendo , Ralph sicuro di se si disse certo di sapere cosa volesse dire ed avvicinandola le accarezzò il culo. Non avrei mai permesso a nessuno una simile confidenza “ E’ quello che immagino?”. Quella mano restò incollata al fondo schiena di Anna come se volesse ispezionare attraverso l’abito il suo corpo. Se Anna mi aveva confessato di sentirsi soggiogata dalla volontà di quell’uomo io mi sentivo imprigionato dalla mia voglia di vederla così sexy e disponibile ad essere una persona diversa da quella che era la sua normale vita, vivere un’avventura al di fuori di quella che era la nostra realtà. Per quello l’avevo spinta ad osare di indossare abbigliamenti che non avrebbe mai indossato.
Anna quasi imbarazzata confessò “ sono completamente nuda sotto questo abito”
“Se non l’avesse fatto lui te l’avrei chiesto io…. – le disse sorridendo – e a te piace sentirti esposta , come lo farai domattina con o senza il tuo micro costume, vero Anna?”. Era la prima volta che la chiamava per nome a cui lei rispose solo con un gesto del capo. “ed a te piace vedere tua moglie così indecente – mi chiese accarezzando la guancia con il dorso della mano scivolando poi sul collo – presentarsi tra la gente senza lasciare dubbi su quello che vuole sembrare?”
Ed anche se Ralph si stava prendendo delle confidenze eccessive continuando ad accarezzarla non avevo alternative se non confermare quello che provavo “ mi piace quando si veste così sexy”.
“non essere ipocrita, non solo la vuoi vedere un po’ sexy ma la vuoi far andare in giro come una battona”.
Gli dissi che non mi piaceva che continuasse ad usare quel termine con mia moglie.
“Scommetto che ti ha già chiamato così – si rivolse ad Anna che abbassando il capo lasciava chiaramente capire la risposta – e lasciarti tenere al collo questo collare e portare la cavigliera voleva farti passare per una zoccola”
Mi faceva venire caldo, stava esasperando la mia eccitazione avevo accettato che moglie si vestisse da zoccola come diceva lui e le avevo fatto attraversare in quel modo il centro di quella città che trasudava lussuria e trasgressione ma quel che era peggio era che ora mi stavo anche eccitando sentendola chiamare zoccola. “Mia moglie è solo vestita un po’ sexy” gli ripetei cercando di mantenermi serio e distaccato, ma lui a sua volta corresse “dai ammettilo è seminuda sembra una puttana da strada. Guarda la borsetta, gira dicendolo a tutti che è una prostituta”

Giocherellò con le lettere del collare. “D’ora in poi questo sarà il tuo nome” e prendendo la zip iniziò a farla scorrere lentamente verso il basso. La scollatura si aprì ancora di più offrendo le tette di Anna in modo indecente . Sarebbe bastato un movimento azzardato e sarebbero strabordate dall’abito. Anna abbassò lo sguardo sulla scollatura che Ralph le aveva prodotto e mi guardò . Non capivo se cercando aiuto o perché volesse sottolinearmi quel suo stato di degradazione.
Chi passava le gettava un’occhiata sorridente ed entrava nel locale che non aveva niente di particolare che potesse attrarre la mia attenzione unicamente il richiamo all’accesso a sale riservato.
“Puttana – così la chiamò per la prima volta - , ora entriamo ma voglio che tu impari a sederti come si siederebbe una prostituta, devi sempre alzare la gonna e appoggiare il culo nudo dove ti siedi mai accavallare le gambe e tieni sempre le ginocchia separate da almeno una spanna”. La vidi arrossire “ ma non indosso le mutandine?” disse intimidita . Ralph si limitò a dire che da quel giorno non le avrebbe dovute più indossare. Mi guardò e a scusante rispose che ero stato io a fargliele togliere.
“Tuo marito è un vizioso e se dopo averti visto con indosso l’abito che ti avevo scelto per questa sera ti ha fatto togliere anche le mutandine è perché anche a lui piace vedere tua moglie sempre più laidamente esposta – mi guardò cercando il mio consenso – non c’è niente di quello che indossa questa sera tua moglie che non la faccia sembrare quello che, è una prostituta, proprio come volevi tu”.


C’è sempre una musa ispiratrice per ogni racconto, grazie ad Ila ed ai suoi suggerimenti per rendere la storia sempre più affascinante e mai precipitosa.
Chiunque può scrivere sul sito o scrivermi direttamente su

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