La prima volta - L'assist di zia. Seconda parte
Scritto da Mau&Moni, il 2021-07-04, genere incesti
Siamo così giunti al sabato mattina della settimana successiva. Questa volta è mia cugina a venirmi a trovare a casa (Monica arriva a casa mia abbastanza presto tanto che mi trova ancora a letto) con mia zia.
Mentre mia zia e mia mamma parlano tra loro io e mia cugina decidiamo di scendere in giardino a prendere un po di fresco sotto le cinque betulle che mio padre aveva piantato proprio diciannove anni prima nel giorno della mia nascita. Nell'arco di tempo in cui io e mia cugina restiamo da soli in giardino il sottoscritto, per cercare di tornare sull'argomento sesso, riesce a trovare una scusa (non ricordo quale) per ricordare ancora una volta a Monica la nostra prima esperienza e, di conseguenza a tornare a parlare di quello che era successo la settimana prima a camera sua.
Purtroppo però non riesco ad esprimere appieno i miei pensieri e i miei desideri perché, essendo ormai arrivata l'ora di pranzo, ad un tratto dal balcone di casa mia madre si mette a chiamarci per andare a mangiare. Vista l'ora Monica e mia zia decidono di fermarsi a pranzo da noi.
Finito di mangiare, rivolgendomi a mia zia e a Monica, decido di chiedere ad entrambe se Monica può fermarsi a dormire da me quella notte.
Fortunatamente, per me, avallata la mia proposta anche da parte di mia madre, sia mia zia sia Monica accettano.
Dopo pranzo mia zia rientra a casa da sola con la sua macchina lasciando mia cugina con me.
Siamo ormai oltre la metà di luglio in piena giornata di sole. L'aria è calda ed il celo è terso. Ben presto io e Monica cominciamo ad aver caldo così per rinfrescarci un po le propongo di andare in cortile a giocare a gavettoni (piccoli palloncini di plastica riempiti d'acqua). Monica dopo un po di titubanza accetta la mia proposta.
Monica quel giorno indossava una minigonna bianca a balze ed una maglietta a mezze maniche di color pesca (credo) e ai piedi calzava un paio di leggerissime infradito.
-Si ma se i palloncini si rompono ci laviamo tutti! Mi disse Monica un po titubante.
Io, che avevo già pensato a tutto, le risposi dicendole che la soluzione era semplicissima. Rimanere entrambi in mutante.
Mia cugina Monica scoppiò a ridere ma alla fine, visto quanto caldo faceva, accettò la mia proposta.
Andò così che io e mia cugina, prima di sfilarci di dosso tutto il “superfluo” ci dovemmo occupare di riempire uno ad uno i piccoli palloncini d'acqua (lavoro alquanto faticoso) poi, una volta riempiti i palloncini e adagiati in una bacinella di plastica finalmente potemmo uscire in giardino.
Una volta in giardino Monica ed io, al riparo da sguardi indiscreti (non di certo gli sguardi dei miei genitori ma solo esclusivamente da quelli dei vicini di casa) ci spogliammo dei pochi vestiti che indossavamo rimanendo praticamente in mutande (per verità mia cugina Monica rimase in mutande e con una leggerissime canottiera bianca che indossava sotto la maglietta (sotto a questa Monica a causa del caldo non indossava il reggiseno).
Quando fummo finalmente pronti ci dividemmo i palloncini in numero uguale ed iniziammo a giocare. La regola (banale) era questa: dovevamo passarci il palloncino facendo attenzione a non farlo cadere contando fino a cinque. Dopo il cinque i passaggi divenivano tiri alla persona.
Al sottoscritto bastarono tre palloncini per inzuppare completamente mia cugina la quale, divertita, si lasciò bagnare senza opporre nessuna resistenza nonostante il fatto che bagnandosi alla fine la biancheria intima che indossava (di color bianco) divenne praticamente trasparente.
Qualche palloncino ancora e anche gli slip bianchi del sottoscritto divennero semi trasparenti.
-Ti si vede il pisello! Esclamò Monica ridendo ad un tratto.
-Anche a te ti si vedono la patata e le tette! Le risposi aggiungendo subito dopo avendo notato che in mezzo alle gambe la peluria che ricopriva la sua patata era poco più di un ciuffetto.
Ridendo mia cugina mi fece notare che io ero molto peloso li in mezzo. A quel punto, avendo a disposizione ancora un discreto numero di palloncini e visto che ormai l'intimo che avevamo addosso non ci ricopriva più, proposi a mia cugina di spogliarci completamente nudi. Monica, la quale continuava a ridere, prima abbassò lo sguardo sulla maglietta che ricopriva le sue tette poi con un gesto a sorpresa si sfilò la maglietta rimanendo in topless davanti a me per la prima volta.
La visione delle sue splendide tette a nudo, a poco meno di tre metri di distanza da me, mi provocarono un'erezione immediata. Monica se ne accorse subito (lo notai da come il suo sguardo ricadeva spesso sul mio pacco) ma nonostante tutto non disse nulla. Ormai eccitatissimo per la prima visione delle tette di mia cugina Monica, vedendo che lei dopo essersi sfilata la maglietta sembrava non aver nessuna intenzione di proseguire con il resto degli indumenti disse:
-E le mutande?
Monica a quel punto prese un gavettone, prese la mira su il mio pacco e me lo tirò dritto addosso. Il gavettone però finì sulla mia pancia rimbalzando e cadendo successivamente nel prato senza rompersi. Quando feci per raccoglierlo Monica fece un balzo in avanti per cercare di sottrarmelo ma a quel punto ormai era troppo tardi. Il sottoscritto appoggiò il gavettone sopra il pube di Monica e lo strinse forte fino a farlo scoppiare.
L'acqua contenuta nel palloncino inzuppò ulteriormente gli slip di Monica rendendoli ancora più trasparenti.
-Adesso puoi anche toglierti le mutande perché si vede tutto! Dissi.
-Perché non ti togli prima le tue? Mi domandò Monica.
Senza farmelo ripetere due volte, prima mi guardai attorno, quindi mi sfilai gli slip rimanendo completamente nudo davanti a lei 10 anni dopo dall'ultima volta.
Nel vedere quella mia erezione vigorosa per la prima volta mia cugina rimase letteralmente a bocca aperta.
-Tocca a te adesso! Esclamai immediatamente dopo essermi spogliato davanti a lei.
Con un po di imbarazzo, e dopo essersi guardata attorno, qualche istante dopo anche Monica abbassò gli slip facendoli scivolare lentamente sulle proprie cosce e fino a farli cadere ai suoi piedi. Quando i suoi slip si adagiarono su i sui suoi piedi mia cugina sfilò prima un piede e con l'altro lo usò per gettare qualche metro più in la le proprie mutandine. Rimasta completamente nuda davanti a me Monica alzò le braccia al celo, quindi ridendo divertita esclamò:
-Ualà!
-Quanto sei figa! Esclamai.
Detto questo mi fiondai su di lei per toccarla. Monica però fece un passo indietro cercando di sfuggirmi. Ma fu tutto inutile perché io riuscii a raggiungerla immediatamente posizionandomi alle spalle. Una volta dietro di lei la cinsi sul petto con entrambe le mani. Quella fu la prima volta che toccai le sue tette.
Monica divertita dalla mia mossa a sorpresa continuando a ridere cercò di divincolarsi ma senza riuscirci.
Qualche secondo dopo il sottoscritto fece scivolare il palmo della mano destra sulla sua pancia indirizzandolo sulla sua patata. Quando le mie dita planarono sul sesso di mia cugina Monica si paralizzò completamente.
-Quanto ti vorrei scopare! Le sussurrai all'orecchio.
Monica rimase immobile mentre con le dita avevo cominciato a sgrilettarla sul clitoride.
Ad un tratto però, con un mossa a sorpresa mia cugina riuscì a liberarsi quindi afferrati con una mano i restanti due o tre palloncini a terra rimasti ancora intatti cercò di buttarmeli addosso. Uno o due di questi si ruppero cadendo a terra, il terzo riuscii a strapparglielo dalle mani.
Con l'ultimo palloncino in mano mi avvicinai a Monica e guardandola dritta negli occhi le feci una proposta:
-Facciamo un nuovo gioco! Dissi.
-Quale? Mi domandò lei.
-Avviciniamoci e mettiamo il palloncino tra le nostre pance, poi ci abbracciamo stretti e vediamo in quanto tempo riusciamo a far scoppiare il palloncino.
Monica divertita da quella mia proposta mi rispose ancora una volta di si.
Consegnai così il palloncino tra le mani di mia cugina indicandole dove volevo che ella lo posizionasse, quindi mi avvicinai piano a lei in maniera che il palloncino venisse a contatto anche con la mia pancia. Una volta stretto tra la mia pancia e quella di mia cugina la abbracciai tirandola forte verso di me. Molto probabilmente a causa del fatto che entrambi ridavamo come matti e, di conseguenza, ci muovevamo un po troppo il palloncino non si ruppe.
Ad un tratto però i nostri sguardi si incrociarono magicamente e a quel punto sia io sia mia cugina Monica smettemmo di ridere. Pochi istanti dopo, come per magia, avvicinammo lentamente le nostre bocche e ci baciammo per la prima volta.
Stretti nel nostro abbraccio poco dopo il palloncino si ruppe.
Lavati dalla testa ai piedi, ma felici, Monica ed io ci sdraiammo completamente nudi sul prato a prendere il sole.
Una decina di minuti dopo (almeno credo) mia cugina mi domandò se quello che le avevo sussurrato all'orecchio poco prima fosse vero.
-Certo! Le risposi.
Monica mi guardò e mi sorrise. Grazie a quel suo sorriso trovai la forza di confessarle che anni prima c'era stato un periodo in cui io mi sentivo molto attratto da lei e nei miei sogni erotici lei era sempre la protagonista. Alla fine riuscii anche a confessargli che quando mi masturbavo in quel periodo pensavo sempre a lei. Lei non mi rispose ma continuando a guardarmi dritta negli occhi continuò a sorridermi. Questo fino a quando ad un tratto mettendosi seduta accanto a me mi domandò:
-Ti ricordi quando da bambini andavamo a giocare al fiume?
Prima di continuare la storia devo spiegare una cosa (assolutamente vera): All'epoca dei fatti io e miei genitori abitavamo in zona periferica di una provincia del nord Italia (di cui non rivelerò il nome). Casa nostra era praticamente immersa nel verde. Ricordo che davanti a casa cerano bellissimi prati dove da bambini andavamo a giocare, mentre alle spalle della nostra casa, a circa un centinaio di metri vi era una piccola collinetta ricoperta da una fitta boscaglia. Proprio da questa collinetta scendeva un piccolo fiumiciattolo dove noi bambini dell'epoca amavamo trascorrere le nostre giornate estive.
Proprio in questo piccolo corso d'acqua Monica ed io da bambini facemmo il bagno più volte all'interno di una delle tante pozze che si erano formate naturalmente.
-Certo che lo ricordo! Le risposi.
-Ti ricordi quando andavamo insieme a fare il bagno? Mi disse Monica subito dopo.
-Si mi ricordo. Risposi io.
A quel punto mi rimisi seduto accanto a mia cugina Monica, quindi mi avvicinai ulteriormente a lei e le sussurrai in un orecchio:
-Ti piacerebbe tornare a fare il bagno in quel posto?
Monica si girò a guardarmi e sorridendomi mi rispose di SI.
Senza perder temo (infischiandoci del fatto che l'intimo di entrambi era ancora praticamente bagnato) Monica ed io ci rivestimmo, ci prendemmo per mano e ci mettemmo a correre verso la collinetta dove scorreva il piccolo fiumiciattolo.
Dopo una corsa ininterrotta di quasi cinque minuti sotto il sole, mano nella mano, io e Monica giungemmo finalmente sulla sponda del piccolo torrentello, entrambi completamente sudati ma felici. Per poter giungere alle prime pozze d'acqua pulita (dove da bambini io e lei giocavamo) dovemmo risalire il fiume per una cinquantina di metri. Una volta poi arrivati in punto in cui il torrente poteva essere guadato, sempre tenendoci per mano passammo sull'altra sponda. Da qui attraversando la boscaglia, raggiungemmo qualche minuto dopo la nostra “piscina” (questo era il nome che da bambini Monica ed io affibbiammo a quel posto). In realtà quella che noi chiamavamo piscina non era altro che una grossa pozza d'acqua di forma ovale (alta all'incirca sessanta / settanta centimetri e larga all'incirca tre / quattro metri nella parte più lunga) formatasi alla base di una piccolissima cascata e circondata dalla fitta vegetazione. Il fondale della nostra piscina naturale era ricoperto quasi interamente di ciottoli, più o meno grossi che, di conseguenza, con lo scorrere continuo dell'acqua faceva si che in quel posto ci si poteva anche fare il bagno.
Giunti sul posto il sottoscritto senza starci a pensare un solo istante si spogliò completamente nudo e si immerse nell'acqua (fredda). Monica rimase sorpresa da quella mia mossa.
-Dai muovi spogliati e vieni dentro anche tu! Le dissi.
-E se ci vede qualcuno? Mi domandò guardandosi attorno.
-Ma chi vuoi che ci veda! Le risposi ridendo e invitandola a seguirmi.
Monica, in precedenza “abbastanza” disinvolta nello spogliarsi completamente nuda davanti a me, per paura che qualcuno ci potesse vedere titubò un pochino prima di tornare a denudarsi.
Quando qualche minuto dopo finalmente Monica trovò il coraggio di spogliarsi nuda, il sottoscritto senza perdere tempo si avvicinò a lei, la abbracciò, e la baciò sulla spalla sinistra.
-Che fai! Mi disse Monica bisbigliandomi all'orecchio.
-Ti bacio! Risposi guardandola negli occhi.
Quel suo sguardo accese in me fortissimo il desiderio di scopare con lei.
Pochi attimi dopo avvicinai le mie labbra alle sue e la baciai sulla bocca.
Quello fu il nostro vero primo bacio.
Entrambi seduti per terra ed immersi nell'acqua fino ai nostri fianchi Monica ed io ci baciammo a lungo arrivando persino a limonare.
Vuoi a causa di quel nostro bacio “focoso” e (soprattutto) del desiderio che infondo, infondo, entrambi nutrivamo da tanto tempo, qualche minuto dopo Monica ed io cominciammo a fare petting.
Prima con entrambe le mani, poi con la mia bocca, presi a massaggiare e baciare i seni di mia cugina. Monica avvertendo la mia bocca per la prima volta succhiare i suoi capezzoli inarcò improvvisamente la schiena abbandonandosi completamente a me.
Bacia e succhiai ripetutamente i suoi capezzoli turgidi fino a quando decisi che era giunto finalmente il momento.
-Voglio scopare! Le dissi.
Monica raddrizzò la schiena, mi guardò dritta negli occhi e ancora ansimando mi disse:
-Adesso? Qui?
-Si qui proprio qui! Le risposi.
-E se ci vede qualcuno? Mi rispose lei guardandosi attorno.
-Chi se ne frega! Le risposi.
Monica mi sorrise.
-Sarà più eccitante farlo sapendo che qualcuno ci può vedere! Risposi
Monica mi sorrise di nuovo. Poi si lasciò andare confessandomi che anche lei, non solo sperava che io glie lo chiedessi, ma che anche lei, come me, aveva fatto un sogno premonitore in cui io e lei avremmo fatto sesso insieme.
Io e mia cugina tornammo a baciarci e a limonare poi ad un tratto le nostre mani scivolando sulle nostre pance andarono alla ricerca dei nostri sessi. Appena la mano di mia cugina planò sulla mia erezione ella prese a segarmi lentamente, mentre quando le mie dita raggiunsero la sua figa presero a sgrilettarla.
Entrambi eccitatissimi e gementi di piacere ci toccammo in quel modo per un bel po' di tempo. Poi improvvisamente staccammo le nostre bocche e, continuando a guardarci negli occhi, capimmo che era arrivato il momento.
Rimanendo sempre seduta nell'acqua fresca della nostra piscina naturale Monica si allontanò piano da me scivolando con il sedere sopra i ciottoli che ricoprivano il fondale di questa nostra piscina naturale andando a coricarsi poco più in la con la schiena sulla sponda ricoperta d'erba. Una volta coricatasi con la schiena, ma mantenendo le gambe e la pancia in acqua, Monica allungandomi la mano mi invitò a raggiungerla.
Rispetto a mia cugina il sottoscritto si rimise in piedi, quindi grondante d'acqua si avvicinò a lei posizionandosi proprio davanti ai suoi piedi. A quel punto Monica divaricò leggermente le gambe e mi disse:
-Mettimelo dentro!
Continuando a mantenere lo sguardo dritto nei suoi occhi mi accucciai tra le sue gambe poi mi distesi sopra di lei.
-Sei pronta? Le domandai una volta sopra di lei.
Monica mi fece un cenno affermativo con la testa poi una manciata di secondi dopo fece scivolare la propria mano sinistra (Monica è mancina) tra le nostre pance indirizzandola verso il mio sesso. Una volta afferrata la mia erezione la guidò all'ingresso della sua vagina. Appena Monica lasciò la presa scivolai in avanti con il pube per penetrarla.
-Aaaa! Esclamò mia cugina.
In quel preciso istante capii che Monica era vergine.
-Ti ho fatto male? Le domandai.
Monica fece cenno di no con la testa.
Attesi qualche istante poi ripresi a spingere piano tenendo lo sguardo dritto nei suoi occhi.
-Aaaa! Esclamò nuovamente Monica strizzando gli occhi.
Mi fermai di nuovo, ma lei riaprì gli occhi e mi disse:
-Continua non fermarti!
Avvicinai le mie labbra e la baciai quindi affondai l'ultimo colpo. Improvvisamente avvertii per la prima volta in vita mia attorno alla mia erezione la dolcissima stretta della vagina pulsante di mia cugina.
-Ti prego muoviti non c'è la faccio più! Mi sussurrò ad un orecchio.
Senza farmelo ripetere due volte iniziai un lento avanti e indietro con il mio pene nella vagina stretta di mia cugina Monica.
-Non fermarti! Continua, continua, non fermarti! Mi implorò mia cugina tra gemiti mugolii e spasmi muscolari che avvertivo lungo tutta la mia erezione.
Sarà stato forse per location un po magica e anche per via dell'acqua fresca che ricopriva in parte i nostri corpi, o in realtà forse solamente perché in fondo io e mia cugina Monica desideravamo da tanto (troppo) tempo fare sesso insieme, io e mia cugina riuscimmo a “durare” abbastanza a lungo per goderci appieno la nostra prima volta.
-Non fermarti sto per venire! Esclamò ad un tratto mia cugina.
Poco prima di raggiungere l'orgasmo mia cugina appoggiò entrambe polpacci delle gambe su i miei glutei stringendomi a se come in una morsa.
Monica raggiunse l'orgasmo pochi istanti prima del sottoscritto. Durante il suo orgasmo (ed il mio) avvertii lungo tutta la mia erezione le pareti della sua vagina contrarsi e rilasciarsi velocemente.
Scaricai dentro nella vagina di mia cugina una quantità pazzesca di seme. Se solo mia cugina non fosse stata protetta dalla pillola anticoncezionale probabilmente ci saremmo ritrovati alla fine ad aspettare un bambino.
Quando l'effetto orgasmico svanì e feci per spostarmi da sopra di lei mia cugina mi volle a tutti i costi ancora dentro di se.
-Ti prego rimani dentro ancora un po!
Detto questo Monica tornò a baciarmi sulla bocca.
Non so per quanto tempo rimanemmo legati l'uno all'altro in quel modo, ma ricordo bene che alla fine quando decidemmo che era giunto il momento di separarci fuoriuscendo con il mio pene ormai flaccido dalla vagina di mia cugina vedemmo, entrambi, l'acqua che bagnava la sua vagina macchiarsi leggermente di rosso.
-Sono felice di averlo fatto per la prima volta con te! Mi disse.
-Anche io sono felice di averlo fatto con te Monica.
Detto questo tornammo a baciarci sulla bocca. Quell'ultimo nostro bacio fu però molto veloce.
-Ti devo dire una cosa. Mi disse dopo aver allontanato le sue labbra dalle mie.
Monica chiuse gli occhi un istante, fece un lungo respiro, e riaperti gli occhi mi informò che quella esperienza sarebbe stata la prima e unica tra noi due.
Sapevo benissimo anche io che se saremmo andati avanti a fare sesso insieme (in fondo era quello che desideravamo entrambi), prima o poi ci saremmo potuti compromettere in una relazione (molto) complicata. Così sorrisi a mia cugina Monica tornai a baciarla sulla bocca quindi la resi partecipe che il suo pensiero era anche il mio.
Monica mi abbracciò tenendomi stretto a se e sussurrandomi più volte all'orecchio un “Ti voglio bene cuginetto!”.
Poco dopo Monica ed io uscimmo dall'acqua e, ancora completamente nudi ci sedemmo ad asciugare un accanto all'altra (mantenendo i piedi in acqua) sul piccolo praticello che si trovava alle nostre spalle. Quando fummo completamente asciutti tornammo ad indossare i nostri vestiti e, ancora mano nella mano come due fidanzati, tornammo verso casa.
Mentre mia zia e mia mamma parlano tra loro io e mia cugina decidiamo di scendere in giardino a prendere un po di fresco sotto le cinque betulle che mio padre aveva piantato proprio diciannove anni prima nel giorno della mia nascita. Nell'arco di tempo in cui io e mia cugina restiamo da soli in giardino il sottoscritto, per cercare di tornare sull'argomento sesso, riesce a trovare una scusa (non ricordo quale) per ricordare ancora una volta a Monica la nostra prima esperienza e, di conseguenza a tornare a parlare di quello che era successo la settimana prima a camera sua.
Purtroppo però non riesco ad esprimere appieno i miei pensieri e i miei desideri perché, essendo ormai arrivata l'ora di pranzo, ad un tratto dal balcone di casa mia madre si mette a chiamarci per andare a mangiare. Vista l'ora Monica e mia zia decidono di fermarsi a pranzo da noi.
Finito di mangiare, rivolgendomi a mia zia e a Monica, decido di chiedere ad entrambe se Monica può fermarsi a dormire da me quella notte.
Fortunatamente, per me, avallata la mia proposta anche da parte di mia madre, sia mia zia sia Monica accettano.
Dopo pranzo mia zia rientra a casa da sola con la sua macchina lasciando mia cugina con me.
Siamo ormai oltre la metà di luglio in piena giornata di sole. L'aria è calda ed il celo è terso. Ben presto io e Monica cominciamo ad aver caldo così per rinfrescarci un po le propongo di andare in cortile a giocare a gavettoni (piccoli palloncini di plastica riempiti d'acqua). Monica dopo un po di titubanza accetta la mia proposta.
Monica quel giorno indossava una minigonna bianca a balze ed una maglietta a mezze maniche di color pesca (credo) e ai piedi calzava un paio di leggerissime infradito.
-Si ma se i palloncini si rompono ci laviamo tutti! Mi disse Monica un po titubante.
Io, che avevo già pensato a tutto, le risposi dicendole che la soluzione era semplicissima. Rimanere entrambi in mutante.
Mia cugina Monica scoppiò a ridere ma alla fine, visto quanto caldo faceva, accettò la mia proposta.
Andò così che io e mia cugina, prima di sfilarci di dosso tutto il “superfluo” ci dovemmo occupare di riempire uno ad uno i piccoli palloncini d'acqua (lavoro alquanto faticoso) poi, una volta riempiti i palloncini e adagiati in una bacinella di plastica finalmente potemmo uscire in giardino.
Una volta in giardino Monica ed io, al riparo da sguardi indiscreti (non di certo gli sguardi dei miei genitori ma solo esclusivamente da quelli dei vicini di casa) ci spogliammo dei pochi vestiti che indossavamo rimanendo praticamente in mutande (per verità mia cugina Monica rimase in mutande e con una leggerissime canottiera bianca che indossava sotto la maglietta (sotto a questa Monica a causa del caldo non indossava il reggiseno).
Quando fummo finalmente pronti ci dividemmo i palloncini in numero uguale ed iniziammo a giocare. La regola (banale) era questa: dovevamo passarci il palloncino facendo attenzione a non farlo cadere contando fino a cinque. Dopo il cinque i passaggi divenivano tiri alla persona.
Al sottoscritto bastarono tre palloncini per inzuppare completamente mia cugina la quale, divertita, si lasciò bagnare senza opporre nessuna resistenza nonostante il fatto che bagnandosi alla fine la biancheria intima che indossava (di color bianco) divenne praticamente trasparente.
Qualche palloncino ancora e anche gli slip bianchi del sottoscritto divennero semi trasparenti.
-Ti si vede il pisello! Esclamò Monica ridendo ad un tratto.
-Anche a te ti si vedono la patata e le tette! Le risposi aggiungendo subito dopo avendo notato che in mezzo alle gambe la peluria che ricopriva la sua patata era poco più di un ciuffetto.
Ridendo mia cugina mi fece notare che io ero molto peloso li in mezzo. A quel punto, avendo a disposizione ancora un discreto numero di palloncini e visto che ormai l'intimo che avevamo addosso non ci ricopriva più, proposi a mia cugina di spogliarci completamente nudi. Monica, la quale continuava a ridere, prima abbassò lo sguardo sulla maglietta che ricopriva le sue tette poi con un gesto a sorpresa si sfilò la maglietta rimanendo in topless davanti a me per la prima volta.
La visione delle sue splendide tette a nudo, a poco meno di tre metri di distanza da me, mi provocarono un'erezione immediata. Monica se ne accorse subito (lo notai da come il suo sguardo ricadeva spesso sul mio pacco) ma nonostante tutto non disse nulla. Ormai eccitatissimo per la prima visione delle tette di mia cugina Monica, vedendo che lei dopo essersi sfilata la maglietta sembrava non aver nessuna intenzione di proseguire con il resto degli indumenti disse:
-E le mutande?
Monica a quel punto prese un gavettone, prese la mira su il mio pacco e me lo tirò dritto addosso. Il gavettone però finì sulla mia pancia rimbalzando e cadendo successivamente nel prato senza rompersi. Quando feci per raccoglierlo Monica fece un balzo in avanti per cercare di sottrarmelo ma a quel punto ormai era troppo tardi. Il sottoscritto appoggiò il gavettone sopra il pube di Monica e lo strinse forte fino a farlo scoppiare.
L'acqua contenuta nel palloncino inzuppò ulteriormente gli slip di Monica rendendoli ancora più trasparenti.
-Adesso puoi anche toglierti le mutande perché si vede tutto! Dissi.
-Perché non ti togli prima le tue? Mi domandò Monica.
Senza farmelo ripetere due volte, prima mi guardai attorno, quindi mi sfilai gli slip rimanendo completamente nudo davanti a lei 10 anni dopo dall'ultima volta.
Nel vedere quella mia erezione vigorosa per la prima volta mia cugina rimase letteralmente a bocca aperta.
-Tocca a te adesso! Esclamai immediatamente dopo essermi spogliato davanti a lei.
Con un po di imbarazzo, e dopo essersi guardata attorno, qualche istante dopo anche Monica abbassò gli slip facendoli scivolare lentamente sulle proprie cosce e fino a farli cadere ai suoi piedi. Quando i suoi slip si adagiarono su i sui suoi piedi mia cugina sfilò prima un piede e con l'altro lo usò per gettare qualche metro più in la le proprie mutandine. Rimasta completamente nuda davanti a me Monica alzò le braccia al celo, quindi ridendo divertita esclamò:
-Ualà!
-Quanto sei figa! Esclamai.
Detto questo mi fiondai su di lei per toccarla. Monica però fece un passo indietro cercando di sfuggirmi. Ma fu tutto inutile perché io riuscii a raggiungerla immediatamente posizionandomi alle spalle. Una volta dietro di lei la cinsi sul petto con entrambe le mani. Quella fu la prima volta che toccai le sue tette.
Monica divertita dalla mia mossa a sorpresa continuando a ridere cercò di divincolarsi ma senza riuscirci.
Qualche secondo dopo il sottoscritto fece scivolare il palmo della mano destra sulla sua pancia indirizzandolo sulla sua patata. Quando le mie dita planarono sul sesso di mia cugina Monica si paralizzò completamente.
-Quanto ti vorrei scopare! Le sussurrai all'orecchio.
Monica rimase immobile mentre con le dita avevo cominciato a sgrilettarla sul clitoride.
Ad un tratto però, con un mossa a sorpresa mia cugina riuscì a liberarsi quindi afferrati con una mano i restanti due o tre palloncini a terra rimasti ancora intatti cercò di buttarmeli addosso. Uno o due di questi si ruppero cadendo a terra, il terzo riuscii a strapparglielo dalle mani.
Con l'ultimo palloncino in mano mi avvicinai a Monica e guardandola dritta negli occhi le feci una proposta:
-Facciamo un nuovo gioco! Dissi.
-Quale? Mi domandò lei.
-Avviciniamoci e mettiamo il palloncino tra le nostre pance, poi ci abbracciamo stretti e vediamo in quanto tempo riusciamo a far scoppiare il palloncino.
Monica divertita da quella mia proposta mi rispose ancora una volta di si.
Consegnai così il palloncino tra le mani di mia cugina indicandole dove volevo che ella lo posizionasse, quindi mi avvicinai piano a lei in maniera che il palloncino venisse a contatto anche con la mia pancia. Una volta stretto tra la mia pancia e quella di mia cugina la abbracciai tirandola forte verso di me. Molto probabilmente a causa del fatto che entrambi ridavamo come matti e, di conseguenza, ci muovevamo un po troppo il palloncino non si ruppe.
Ad un tratto però i nostri sguardi si incrociarono magicamente e a quel punto sia io sia mia cugina Monica smettemmo di ridere. Pochi istanti dopo, come per magia, avvicinammo lentamente le nostre bocche e ci baciammo per la prima volta.
Stretti nel nostro abbraccio poco dopo il palloncino si ruppe.
Lavati dalla testa ai piedi, ma felici, Monica ed io ci sdraiammo completamente nudi sul prato a prendere il sole.
Una decina di minuti dopo (almeno credo) mia cugina mi domandò se quello che le avevo sussurrato all'orecchio poco prima fosse vero.
-Certo! Le risposi.
Monica mi guardò e mi sorrise. Grazie a quel suo sorriso trovai la forza di confessarle che anni prima c'era stato un periodo in cui io mi sentivo molto attratto da lei e nei miei sogni erotici lei era sempre la protagonista. Alla fine riuscii anche a confessargli che quando mi masturbavo in quel periodo pensavo sempre a lei. Lei non mi rispose ma continuando a guardarmi dritta negli occhi continuò a sorridermi. Questo fino a quando ad un tratto mettendosi seduta accanto a me mi domandò:
-Ti ricordi quando da bambini andavamo a giocare al fiume?
Prima di continuare la storia devo spiegare una cosa (assolutamente vera): All'epoca dei fatti io e miei genitori abitavamo in zona periferica di una provincia del nord Italia (di cui non rivelerò il nome). Casa nostra era praticamente immersa nel verde. Ricordo che davanti a casa cerano bellissimi prati dove da bambini andavamo a giocare, mentre alle spalle della nostra casa, a circa un centinaio di metri vi era una piccola collinetta ricoperta da una fitta boscaglia. Proprio da questa collinetta scendeva un piccolo fiumiciattolo dove noi bambini dell'epoca amavamo trascorrere le nostre giornate estive.
Proprio in questo piccolo corso d'acqua Monica ed io da bambini facemmo il bagno più volte all'interno di una delle tante pozze che si erano formate naturalmente.
-Certo che lo ricordo! Le risposi.
-Ti ricordi quando andavamo insieme a fare il bagno? Mi disse Monica subito dopo.
-Si mi ricordo. Risposi io.
A quel punto mi rimisi seduto accanto a mia cugina Monica, quindi mi avvicinai ulteriormente a lei e le sussurrai in un orecchio:
-Ti piacerebbe tornare a fare il bagno in quel posto?
Monica si girò a guardarmi e sorridendomi mi rispose di SI.
Senza perder temo (infischiandoci del fatto che l'intimo di entrambi era ancora praticamente bagnato) Monica ed io ci rivestimmo, ci prendemmo per mano e ci mettemmo a correre verso la collinetta dove scorreva il piccolo fiumiciattolo.
Dopo una corsa ininterrotta di quasi cinque minuti sotto il sole, mano nella mano, io e Monica giungemmo finalmente sulla sponda del piccolo torrentello, entrambi completamente sudati ma felici. Per poter giungere alle prime pozze d'acqua pulita (dove da bambini io e lei giocavamo) dovemmo risalire il fiume per una cinquantina di metri. Una volta poi arrivati in punto in cui il torrente poteva essere guadato, sempre tenendoci per mano passammo sull'altra sponda. Da qui attraversando la boscaglia, raggiungemmo qualche minuto dopo la nostra “piscina” (questo era il nome che da bambini Monica ed io affibbiammo a quel posto). In realtà quella che noi chiamavamo piscina non era altro che una grossa pozza d'acqua di forma ovale (alta all'incirca sessanta / settanta centimetri e larga all'incirca tre / quattro metri nella parte più lunga) formatasi alla base di una piccolissima cascata e circondata dalla fitta vegetazione. Il fondale della nostra piscina naturale era ricoperto quasi interamente di ciottoli, più o meno grossi che, di conseguenza, con lo scorrere continuo dell'acqua faceva si che in quel posto ci si poteva anche fare il bagno.
Giunti sul posto il sottoscritto senza starci a pensare un solo istante si spogliò completamente nudo e si immerse nell'acqua (fredda). Monica rimase sorpresa da quella mia mossa.
-Dai muovi spogliati e vieni dentro anche tu! Le dissi.
-E se ci vede qualcuno? Mi domandò guardandosi attorno.
-Ma chi vuoi che ci veda! Le risposi ridendo e invitandola a seguirmi.
Monica, in precedenza “abbastanza” disinvolta nello spogliarsi completamente nuda davanti a me, per paura che qualcuno ci potesse vedere titubò un pochino prima di tornare a denudarsi.
Quando qualche minuto dopo finalmente Monica trovò il coraggio di spogliarsi nuda, il sottoscritto senza perdere tempo si avvicinò a lei, la abbracciò, e la baciò sulla spalla sinistra.
-Che fai! Mi disse Monica bisbigliandomi all'orecchio.
-Ti bacio! Risposi guardandola negli occhi.
Quel suo sguardo accese in me fortissimo il desiderio di scopare con lei.
Pochi attimi dopo avvicinai le mie labbra alle sue e la baciai sulla bocca.
Quello fu il nostro vero primo bacio.
Entrambi seduti per terra ed immersi nell'acqua fino ai nostri fianchi Monica ed io ci baciammo a lungo arrivando persino a limonare.
Vuoi a causa di quel nostro bacio “focoso” e (soprattutto) del desiderio che infondo, infondo, entrambi nutrivamo da tanto tempo, qualche minuto dopo Monica ed io cominciammo a fare petting.
Prima con entrambe le mani, poi con la mia bocca, presi a massaggiare e baciare i seni di mia cugina. Monica avvertendo la mia bocca per la prima volta succhiare i suoi capezzoli inarcò improvvisamente la schiena abbandonandosi completamente a me.
Bacia e succhiai ripetutamente i suoi capezzoli turgidi fino a quando decisi che era giunto finalmente il momento.
-Voglio scopare! Le dissi.
Monica raddrizzò la schiena, mi guardò dritta negli occhi e ancora ansimando mi disse:
-Adesso? Qui?
-Si qui proprio qui! Le risposi.
-E se ci vede qualcuno? Mi rispose lei guardandosi attorno.
-Chi se ne frega! Le risposi.
Monica mi sorrise.
-Sarà più eccitante farlo sapendo che qualcuno ci può vedere! Risposi
Monica mi sorrise di nuovo. Poi si lasciò andare confessandomi che anche lei, non solo sperava che io glie lo chiedessi, ma che anche lei, come me, aveva fatto un sogno premonitore in cui io e lei avremmo fatto sesso insieme.
Io e mia cugina tornammo a baciarci e a limonare poi ad un tratto le nostre mani scivolando sulle nostre pance andarono alla ricerca dei nostri sessi. Appena la mano di mia cugina planò sulla mia erezione ella prese a segarmi lentamente, mentre quando le mie dita raggiunsero la sua figa presero a sgrilettarla.
Entrambi eccitatissimi e gementi di piacere ci toccammo in quel modo per un bel po' di tempo. Poi improvvisamente staccammo le nostre bocche e, continuando a guardarci negli occhi, capimmo che era arrivato il momento.
Rimanendo sempre seduta nell'acqua fresca della nostra piscina naturale Monica si allontanò piano da me scivolando con il sedere sopra i ciottoli che ricoprivano il fondale di questa nostra piscina naturale andando a coricarsi poco più in la con la schiena sulla sponda ricoperta d'erba. Una volta coricatasi con la schiena, ma mantenendo le gambe e la pancia in acqua, Monica allungandomi la mano mi invitò a raggiungerla.
Rispetto a mia cugina il sottoscritto si rimise in piedi, quindi grondante d'acqua si avvicinò a lei posizionandosi proprio davanti ai suoi piedi. A quel punto Monica divaricò leggermente le gambe e mi disse:
-Mettimelo dentro!
Continuando a mantenere lo sguardo dritto nei suoi occhi mi accucciai tra le sue gambe poi mi distesi sopra di lei.
-Sei pronta? Le domandai una volta sopra di lei.
Monica mi fece un cenno affermativo con la testa poi una manciata di secondi dopo fece scivolare la propria mano sinistra (Monica è mancina) tra le nostre pance indirizzandola verso il mio sesso. Una volta afferrata la mia erezione la guidò all'ingresso della sua vagina. Appena Monica lasciò la presa scivolai in avanti con il pube per penetrarla.
-Aaaa! Esclamò mia cugina.
In quel preciso istante capii che Monica era vergine.
-Ti ho fatto male? Le domandai.
Monica fece cenno di no con la testa.
Attesi qualche istante poi ripresi a spingere piano tenendo lo sguardo dritto nei suoi occhi.
-Aaaa! Esclamò nuovamente Monica strizzando gli occhi.
Mi fermai di nuovo, ma lei riaprì gli occhi e mi disse:
-Continua non fermarti!
Avvicinai le mie labbra e la baciai quindi affondai l'ultimo colpo. Improvvisamente avvertii per la prima volta in vita mia attorno alla mia erezione la dolcissima stretta della vagina pulsante di mia cugina.
-Ti prego muoviti non c'è la faccio più! Mi sussurrò ad un orecchio.
Senza farmelo ripetere due volte iniziai un lento avanti e indietro con il mio pene nella vagina stretta di mia cugina Monica.
-Non fermarti! Continua, continua, non fermarti! Mi implorò mia cugina tra gemiti mugolii e spasmi muscolari che avvertivo lungo tutta la mia erezione.
Sarà stato forse per location un po magica e anche per via dell'acqua fresca che ricopriva in parte i nostri corpi, o in realtà forse solamente perché in fondo io e mia cugina Monica desideravamo da tanto (troppo) tempo fare sesso insieme, io e mia cugina riuscimmo a “durare” abbastanza a lungo per goderci appieno la nostra prima volta.
-Non fermarti sto per venire! Esclamò ad un tratto mia cugina.
Poco prima di raggiungere l'orgasmo mia cugina appoggiò entrambe polpacci delle gambe su i miei glutei stringendomi a se come in una morsa.
Monica raggiunse l'orgasmo pochi istanti prima del sottoscritto. Durante il suo orgasmo (ed il mio) avvertii lungo tutta la mia erezione le pareti della sua vagina contrarsi e rilasciarsi velocemente.
Scaricai dentro nella vagina di mia cugina una quantità pazzesca di seme. Se solo mia cugina non fosse stata protetta dalla pillola anticoncezionale probabilmente ci saremmo ritrovati alla fine ad aspettare un bambino.
Quando l'effetto orgasmico svanì e feci per spostarmi da sopra di lei mia cugina mi volle a tutti i costi ancora dentro di se.
-Ti prego rimani dentro ancora un po!
Detto questo Monica tornò a baciarmi sulla bocca.
Non so per quanto tempo rimanemmo legati l'uno all'altro in quel modo, ma ricordo bene che alla fine quando decidemmo che era giunto il momento di separarci fuoriuscendo con il mio pene ormai flaccido dalla vagina di mia cugina vedemmo, entrambi, l'acqua che bagnava la sua vagina macchiarsi leggermente di rosso.
-Sono felice di averlo fatto per la prima volta con te! Mi disse.
-Anche io sono felice di averlo fatto con te Monica.
Detto questo tornammo a baciarci sulla bocca. Quell'ultimo nostro bacio fu però molto veloce.
-Ti devo dire una cosa. Mi disse dopo aver allontanato le sue labbra dalle mie.
Monica chiuse gli occhi un istante, fece un lungo respiro, e riaperti gli occhi mi informò che quella esperienza sarebbe stata la prima e unica tra noi due.
Sapevo benissimo anche io che se saremmo andati avanti a fare sesso insieme (in fondo era quello che desideravamo entrambi), prima o poi ci saremmo potuti compromettere in una relazione (molto) complicata. Così sorrisi a mia cugina Monica tornai a baciarla sulla bocca quindi la resi partecipe che il suo pensiero era anche il mio.
Monica mi abbracciò tenendomi stretto a se e sussurrandomi più volte all'orecchio un “Ti voglio bene cuginetto!”.
Poco dopo Monica ed io uscimmo dall'acqua e, ancora completamente nudi ci sedemmo ad asciugare un accanto all'altra (mantenendo i piedi in acqua) sul piccolo praticello che si trovava alle nostre spalle. Quando fummo completamente asciutti tornammo ad indossare i nostri vestiti e, ancora mano nella mano come due fidanzati, tornammo verso casa.
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