Senza reggiseno

Scritto da , il 2021-06-11, genere voyeur

Il lento e noioso incedere delle vetture sul trafficato corso che porta in centro città, diretto come una pugnalata al cuore.
L'afa estiva trasuda dall'asfalto prossimo al punto di fusione e gli occhi dell'automobilista invocano una sorta di eutanasia cercando disperatamente di incontrare un pietoso riscontro nello sguardo dei passanti, sul marciapiede contiguo.
Rapidi movimenti oculari ispezionano la fauna che, in vestiti leggeri e succinti, condivide dal marciapiede la stessa sofferenza termica degli automobilisti incarcerati nelle loro gabbie metalliche.
La ricerca si sofferma su due occhi femminili dal taglio inequivocabilmente orientale.
Come un falco pellegrino che dall'alto del grattacielo della regione ha scovato la sua preda, l'ispezione precipita trascurando un paio di labbra, purtroppo nascoste da una mascherina FFP2.
In picchiata come il rapace più veloce del regno animale si posa sul seno che già a prima vista merita una meditazione.
Rapido controllo alla strada, all'automezzo poco innanzi, gioco di frizione e di freno per ripristinare il prima possibile l'attenzione al documentario sulle bellezze femminili.
I vivaci colori della maglietta richiamano Gauguin e d'impulso il pensiero ritorna alla piega asiatica degli occhi femminili, come per una conferma.
Sotto il livello della coscienza si intrecciano le comunicazioni neuronali ricostruendo un ritratto femminile che prende le sue sembianze in Tahiti.
Troppo poco, se non per una vaga sensazione di benessere, e lo sguardo ritorna immediatamente al seno.
Il tempo è poco, anche se ora l'automobilista benedice il traffico lento.
Quel movimento... quell'oscillazione che testimoniano che la donna, sotto la maglietta stretta ed aderente, è senza reggiseno.
Anni di esperienza insegnano all'uomo dall'occhio rapace, che il seno di una donna in rapida camminata, quando incatenato negli elastici, ha un movimento oscillatorio a due tempi e lungo un asse verticale, tipo su e giù.
Totalmente differente è il movimento di un seno libero o solo pennellato da un indumento aderente, se sottoposto alle stesse sollecitazioni di una marcia sostenuta.
Migliaia di fisici da Newton ad Einstein ne hanno studiato e descritto le equazioni.
Movimenti di vettori: modulo, direzione e verso.
“Fisica del movimento ondulatorio della materia semisolida quando sottoposta a sollecitazione bifasica.”
E già Galilei ne avrebbe scritto, se non fosse stato ormai sotto il ferreo controllo del tribunale dell'inquisizione.
“Dello movimento finimente ondulatorio del seno della donna quand'ello è subjecto allo scotimento pendulare, et della reactione ch'ello produce nell'augello del homo.”
L'opera era già pronta, ma è stata cautelativamente bruciata per evitare che fosse messo alla griglia l'autore della stessa.
Una donna senza reggiseno.
Un movimento a tre tempi che è orizzontale, in direzione medio-laterale con sobbalzo verso l'alto alla massima estensione.
Ad un'attenta analisi non sfugge anche un submovimento all'interno, in controbalzo, che fa sì che in realtà il ritmo sia a quattro tempi.
È il segnale, scolpito nella corteccia encefalica del Homo cacciatoris che riconosce la preda, in fase ovulatoria, nel suo periodo di massima fecondità e pertanto pronta per l'inseminazione.
Tutto ciò lampeggia nella mente del guidatore in un lucido pensiero fulmineo.
Quella giapponese è senza reggiseno, non ci sono cazzi.
Una conclusione lapidaria che dà immediato avvio ad una catena di eventi strettamente consequenziali.
La mano, istintivamente, dalla leva del cambio si sposta ad un'altra leva che per durezza ed estensione si impone su ogni altro oggetto contundente, le dita già ne lisciano il lucido pomello viola, sebbene celato da impietosi indumenti, e lo sguardo ricerca conferme nella minuziosa ispezione di quel seno provocante e perentoriamente sballozzolante.
La maglietta è così sottile e aderente che si distingue senza alcun ombra di dubbio il rilievo delle areole, grandi e generose.
Tonde e morbide sostengono i capezzoli e ne fanno da trionfante corteo.
Una terza, sì deve essere sicuramente una terza.
E il seno se ne sta lì, incurante della gravità, imponendosi all'attenzione.
Belle mammelle leggermente allungate a pera, e quei capezzoli torniti per sminuzzare il controllo della ragione e scatenare tempeste di androgeni.
La donna avanza, troppo rapida, maledizione, troppo veloce.
E il seno ballotta con quel guizzo finale, irresistibile; quel movimento che reclama in maniera esplosiva una palpata. Strappare coi denti quella maglietta ed affondare la faccia tra quei seni sodi, nutrirsi dei capezzoli, come more e lamponi maturi, perdendo la coscienza nella soffice consistenza, come Bacco tra acini di uva matura e zuccherina...
SBAMMMM!!!!!
L'autovettura si arresta nel portabagagli dell'automezzo che la precede.
Neanche il tempo di un rimpianto, neanche quello di un'imprecazione per la suggestione che sfuma come un sogno appena si aprono gli occhi, o una considerazione per il tamponamento indifendibile che....
CRAAACK!!!
Un'altra vettura si incarta nel posteriore del nostro esegeta, denotando che probabilmente non era l'unico, in quel momento, a deliziarsi e a ragionar di tette.
PEEEEMM!!!
Altra auto.
Ormai è tamponamento a catena e corso Buenos Aires alle 10 di mattina è già un'arteria congesta nel centro di Milano.

“È fatto d'obbligo alle gentili signore di vestire adeguata biancheria intima quando esse decidessero di percorrere le vie trafficate....” la laconica nota che, per fortuna non sarà mai firmata, sulla scrivania dell'assessore addetto ai problemi di viabilità cittadina.

Yuko si gira appena verso le lamiere finemente accartocciate, come i ghirigori in ferro battuto di un cancello tardo settecentesco.
Ha fretta e velocizza il passo in una corsa leggera.

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