Vacanza (di sesso) a Mykonos. Terzo Giorno, trio col cameriere.
Scritto da T.C., il 2021-04-06, genere trio
Segue da "Vacanza (di sesso) a Mykonos, secondo giorno".
La mattina seguente ci svegliammo entrambi di buon ora, decidemmo di uscire a fare una passeggiata, prima di tornare per fare colazione in albergo. Mentre passeggiavamo per le stradine dell’isola, già piene di vita, notammo una ragazza che apriva un negozietto: la mia attenzione si soffermò sulla collezione di intimo che si intravedeva dalla vetrina, così dissi a Cristina di andare a dare un’occhiata. Entrammo, la ragazza molto cortese ci salutò con un sorrisone, e guardandoci intorno ci rendemmo conto che quello era un vero e proprio sexy shop, c’era di tutto, dall’intimo osé ai sexy toys, dal cibo a tema ai completi in lattice, e poi tutta un’area dedicata agli articoli in pelle, fruste, manette, catene. “Amore, oggi ci dedichiamo a te, dai un’occhiata e scegli quello che vuoi”, le dissi, come se non fossimo finiti lì per caso ma ce l’avessi portata di proposito. Cristina mi sorrise, si tolse gli occhiali da sole e mi guardò con quello sguardo da troia che aveva sempre, da quando avevamo messo piede sull’isola; iniziò Ad osservare tutto, alla fine si soffermò sul completo che era addosso ad un manichino: reggicalze nero in pizzo, autoreggenti sottili nere, perizoma a filo e reggiseno a balconcino molto piccolo, nero in pizzo, con apertura davanti. “Questo come mi starebbe?” mi disse, indicandolo e guardandomi. “Scopriamolo”, le dissi io; “te lo regalo e oggi me lo fai vedere”. Lei annuì, dopodiché si dedicò ai sexy toys, quasi tutti vibratori e falli in silicone, di dimensioni miste. Li toccò e osservò quasi tutti, cogliendone l’attenzione ai particolari e la consistenza, mettendoseli a un palmo dal viso; ad un certo punto ne afferrò uno nero, di 25 centimetri, che non riusciva a chiudere nel pugno, mentre lo teneva con una mano, e col palmo dell’altra ne accarezzava la punta, mi disse: “Questo sembra quello di Marcus, no?” continuando a muoverselo davanti al viso. “Lo vuoi prendere?”, le dissi; lei si soffermò un attimo e sorridendomi rispose: “Cosa? Questo?”, agitando il sexy toy. “No, questo no, magari l’originale!”. Demmo un’altra occhiata al tutto, tra una battutina e l’altra la situazione iniziava a surriscaldarsi, finché non arrivò un’altra coppia all’interno del negozio, quindi la smettemmo, chiesi alla commessa di prendermi il completino del manichino, mi feci dare, come sempre il reggiseno una misura in meno di quello di Cristina, tanto per vederlo esplodere con le sue tette, pagai e tornammo in albergo per fare colazione.
Ci sedemmo ad un tavolino riservato, facemmo colazione e poi tornammo in camera per cambiarci, lasciando la busta con l’acquisto fatto quella mattina sul letto. Misi il costume, aspettai che Cristina si preparasse, e andammo via, convinti di tornare alla spiaggia nudista del giorno prima; mentre andavamo, invece, Cristina disse che la sua amica Sofia, che era stata lì l’anno prima, le aveva consigliato un altro posto, un lido elegante ed esclusivo, e quindi andammo lì. Passammo l’intera giornata in quel posto, fino all’aperitivo, dove ci divertimmo a ballare, scattarci foto e bere cocktails, prima di tornare, verso sera in albergo. Giunti in camera, Cristina era un po’ su di giri, mise un po’ di musica e disse di farci portare da bere lì in stanza, mentre riempì la vasca da bagno che era a due metri dal letto, separata da una parete in vetro. Io intanto feci una doccia al volo, e ancora con l’accappatoio mi appoggiai sul letto, prendendo il telefono sul comodino per chiamare il bar, mentre Cristina era a godersi quella vasca piena di schiuma.
Dopo qualche minuto bussano alla porta, io dico di entrare, e vediamo il solito giovane cameriere avanzare con un vassoio in mano, nel quale aveva un mix di frutta fresca e due calici di bollicine. Si avvicina e la sua attenzione viene rapita dalla figura di Cristina brilla, immersa a metà nella vasca, con le sue grandi tette perfettamente in vista, piene di schiuma. Dopo un evidente sbandamento il cameriere si avvicina a me, ancora sul letto, mi passa il piatto con la frutta, il calice, sta per passarmi anche l’altro, ma gli faccio cenno di portarlo direttamente a Cristina in vasca. Lui imbarazzato va verso di lei, le porge il calice, Cristina col suo tipico sguardo da troia lo ringrazia, prima di guardare me, toccandosi la punta dei capelli, con uno sguardo malizioso come a dire “beh, niente male il ragazzo”, il cameriere esce dalla stanza e restiamo di nuovo soli. Mentre sorseggiamo inizio a provocarla, dicendole che ha fatto già vedere i suoi capezzoli a tutta l’isola; di tutta risposta mi disse “sì, forse è vero, ma ancora non li ho fatti leccare a nessuno”, calandosi poi quasi tutto d’un sorso l’intero calice di prosecco. “Metti il completino comprato stamattina, che ce ne facciamo portare un altro”, le dissi. Lei sorrise, mi chiese di passarle il beauty che aveva sul comodino, glielo diedi. Si mise in piedi nella vasca, tirò fuori un rasoio e si diede un’accurata passata alla figa, aprendosi per bene le gambe, dopodiché si avvolse un asciugamano intorno al corpo ed uscì dall’acqua, guardandomi con un’aria da porca che poche volte le avevo visto in volto; prese la busta del sexy shop, un paio di sandali alti, ed andò in bagno, muovendosi sinuosamente.
Restando ancora sul letto, in accappatoio e con le gambe incrociate (ed una evidente erezione tra le gambe), chiamai il bar dell’albergo, ordinando l’ennesima bottiglia di prosecco della vacanza; subito dopo recuperai qualche preservativo dalla valigia, mettendolo sul comodino, andai ad aprire leggermente la porta, e ancora con la musica in sottofondo andai a rimettermi sul letto, da dove cercavo di sbirciare cosa stesse accadendo all’interno del bagno, senza però vedere un granché. Sentivo Cristina canticchiare, spruzzarsi del profumo, mettere le scarpe, e man mano che passavano i minuti iniziavo a sentire il cuore battermi letteralmente in gola.
Pochi minuti dopo sento bussare alla porta, che lentamente si apre sotto i colpi delle nocche del cameriere. “Came in, Vieni”, gli dico, ed il ragazzo, con un secchiello in una mano, e due calici nell’altra, entra ed inizia a guardarsi intorno, quasi sorpreso di non vedere anche Cristina, d’altra parte è da quando siamo arrivati che non fa altro che guardarla, è chiaro che non le resista. Gli faccio cenno di appoggiare tutto su un tavolino, e gli faccio cenno di versare due calici, lui con estrema calma fa tutto, dopodiché prende i due calici e si gira verso di me; a questo punto noto i suoi occhi sbarrarsi in direzione della porta del bagno, e lui bloccarsi: non capisco cosa stia succedendo finché non volgo lo sguardo anche nella sua direzione.
Cristina era in piedi, leggermente appoggiata alla porta del bagno, ed era uno spettacolo, sembrava appena uscita dal casting per un film porno (e sorrideva maliziosa come se l’avessero presa). Aveva i capelli raccolti dietro la testa, questo reggiseno nero di pizzo a balconcino dal quale le sue bellissime tette volevano scappare, era statuaria su un paio di sandali col tacco a spillo altissimi, autoreggenti nere velate e reggicalze; non aveva le mutande, e metteva in mostra una bellissima figa perfettamente liscia e umida. Andò verso il cameriere, sorridendomi, e gli tolse di mano i due calici, per poi tornare verso di me; voleva chiaramente far vedere il suo culo sodo al cameriere, che infatti abbassò lo sguardo ed ammirò quelle chiappe muoversi sinuose; venne accanto a me, mi diede un calice, brindammo e lo calò di nuovo tutto d’un sorso, stavolta lasciando cadere qualche goccia sul collo e sulle tette, ma senza preoccuparsene. Poi lasciò il calice sul comodino e si diresse verso il ragazzo, guardandolo fisso negli occhi e continuando a sorridere. Quando fu a 20 centimetri da lui si fermò, si girò verso di me per guardarmi, voltò di nuovo la testa verso il ragazzo e lo baciò con passione per qualche minuto.
Si girò tutta verso di me, strusciandosi sul suo corpo, afferrò le sue mani e se le passò su tutto il corpo; ad un certo punto, mentre la mano sinistra del ragazzo iniziò spontaneamente ad accarezzarle il seno, prese la sua mano destra e se la portò alla bocca, continuando a guardarmi negli occhi. Prese due dita ed iniziò a leccarle con la punta, prima di mettersele tutte in bocca e muovere a ritmo la testa; dopo qualche secondo fece cadere una grossa quantità di saliva sul palmo del ragazzo, e se la portò immediatamente tra le gambe, inarcando la schiena all’indietro per il contatto tra la mano del cameriere e la sua vagina. Il ragazzo si sciolse completamente ed iniziò a baciarle il collo, alternando qualche morso con dei colpi di lingua, mentre continuava a toccarla con vigore; lei di tutta risposta mise entrambe le mani dietro al suo sedere, e dai movimenti delle braccia capii che gli stava sbottonando i jeans, toccandolo con tutto l’erotismo di una donna eccitante, brilla, ed in vacanza, come lei.
Mi alzai da letto, ancora sorseggiando il mio calice di bollicine, e andai verso di lei. Mi avvicinai al suo orecchio ed iniziai a baciarglielo, e a sussurrarle le parole peggiori, cosa che la mandava visibilmente in estasi; le tirai fuori tutte le tette dal reggiseno, ed iniziai a toccarla anche io, mentre il cameriere continuava nel suo movimento profondo sul clitoride. Lasciai cadere a terra l’accappatoio, e lei afferrò con una mano il mio cazzo, mentre con l’altro era evidente che stesse già da un po’ masturbando il cameriere, che si spostò al suo fianco, fugando ogni dubbio, ed iniziò a leccarle il seno insieme a me, continuando a toccarle la figa, che io avevo iniziato a penetrare con le dita, accompagnandomi ai movimenti del ragazzo. Questa situazione fece esplodere Cristina in un profondo orgasmo, facendole letteralmente tremare le gambe; la presi di peso e la appoggiai sul letto, spalancandole le gambe; feci cenno al ragazzo di spogliarsi e leccarle la figa bagnata del suo orgasmo, il ragazzo capì ed obbedì immediatamente, mentre io osservai per qualche secondo la scena da lontano, prima di tornare verso Cristina, che, eccitatissima, voleva il mio cazzo in bocca.
La accontentai, ed iniziò a farmi un pompino magnifico, sputandomi rumorosamente sulla cappella, ed inghiottendo all’inverosimile tutto il mio cazzo in gola; nel frattempo teneva la testa al cameriere, spingendola verso la sua figa e movendo i fianchi come a strofinarsi sul viso del ragazzo.
Qualche minuto dopo la alzai in piedi, e dissi al ragazzo di sdraiarsi sul letto accanto a me; Cristina si inginocchiò ai piedi del letto ed iniziò a dedicarsi ai nostri cazzi, che muoveva con foga e sui quali alternava la sua bocca calda, tirandosi ogni tanto su, solo per strofinarsi le punte bagnatissime sui capezzoli, gemendo come una troia che realizza il suo sogno erotico. Ad un certo punto decisi che dovevo scoparla: la feci salire sul letto a pecora, senza togliersi il cazzo del cameriere dalla bocca, ed iniziai a strofinarle il cazzo sulla figa, completamente bagnata. La sentìì gemere di piacere appena le affondai tutto il mio cazzo dentro, prima di iniziare a scoparla veloce e con forza, assestandole, di tanto in tanto, una fragorosa pacca sul culo. Mi allungai verso il comodino, presi un preservativo e lo passai al ragazzo; scopai ancora per un po’ Cristina e poi la feci sdraiare pancia all’aria sul letto, stendendomi in modo tale che avesse il mio cazzo a un palmo dal suo viso; le allargai per bene le gambe, mentre il cameriere metteva il preservativo, e le dissi di guardarlo e di toccarsi, cosa che fece immediatamente.
Dopo qualche secondo lui la afferrò per le gambe, avvicinandola al bordo del letto, e le entrò delicatamente dentro la figa, Cristina ebbe un sussulto di piacere, iniziò a fare i suoi soliti versi da troia, quando iniziai a sbatterle il mio cazzo sulla guancia, che iniziò a leccare e succhiare aiutandosi con la mano, mentre guardava con occhi maliziosi il ragazzo, scambiando qualche sorriso con lui; poi la girò sul fianco, spingendole la nuca con la mano sul mio cazzo, si sdraiò dietro di lei e continuò a scoparsela forte, godendo come un pazzo. Intanto continuavo a sussurrare a Cristina le frasi più porche che mi venissero in mente, trattandola davvero come una troia: lei sembrava gradire e continuava ad eccitarsi sempre di più; a quel punto le dissi di salire sopra al cameriere, lei non se lo fece dire due volte, fece mettere il ragazzo al centro del letto ed iniziò a cavalcarlo, mentre mi faceva cenno di mettermi in piedi davanti a lei, perché voleva ancora il mio cazzo in bocca; così feci, salì sul letto e la tirai giù con il volto a leccarmi per bene le palle, prima di offrirle tutto il mio cazzo da leccare.
Cristina era come in trans, stava finalmente realizzando la fantasia erotica con la quale si era masturbata mille volte, e si stava godendo ogni attimo, ogni posizione, come se fosse la cosa più naturale di questo modo avere due cazzi in tiro tutti per lei, così provai ad approfittare della sua eccitazione; le dissi di abbassarsi e farsi leccare i capezzoli dal cameriere, che intanto aveva smesso di stare fermo ad aspettare i movimenti di Cristina ed aveva iniziato a martellarla per bene dal basso; andai dietro di lei, feci capire al ragazzo che doveva fermarsi e bagnatomi per bene il cazzo lo puntai sul suo buco del culo, anche questo bagnatissimo per via degli umori di Cristina che avrebbero spento un incendio in quella stanza.
Lei capì e girò leggermente la testa verso di me, con una smorfietta di dolore, ma non mi bloccò, né la sentii restia, anzi, dopo pochissimo cambiò espressione alzando la testa all’indietro, non appena ebbi metà cazzo nel suo culo. Iniziai a muovermi lentamente, e dopo un po’ iniziò a muoversi anche il ragazzo, in maniera alternata rispetto a me. Da dietro stringevo le tette alla mia ragazza fino a far toccare i capezzoli tra di loro, e dissi al cameriere di leccarle; pochi minuti dopo iniziammo entrambi ad accelerare e Cristina raggiunse di nuovo l’orgasmo, stavolta rumorosamente.
Ci alzammo tutti dal letto, dissi a Cristina di fare la porca e mettersi il cazzo del ragazzo tra le tette, mentre andai in bagno a darmi una lavata al cazzo, che aveva appena sfondato il culo della mia ragazza; Cristina tolse il preservativo al cameriere lo fece ristendere sul bordo del letto, si inginocchiò di nuovo davanti a lui e riprese a spompinarlo; quando tornai dal bagno vidi che glielo teneva stretto tra le tette sudate, e si muoveva col ritmo che ha lei quando vuole vedere la sborra; le andai accanto e glielo misi in bocca, mentre continuava il suo lavoretto. Ad un certo punto il cameriere balzò in piedi, e iniziò a masturbarsi a dieci centimetri dalla sua bocca, Cristina capì e cominciò a toccarsi le tette, muovendole a ritmo, spalancò la sua bocca davanti al cazzo del ragazzo e tirò fuori la lingua, con la quale dava dei piccoli e veloci colpetti alla cappella del ragazzo: poco dopo esplose in tre, quattro spruzzi di sperma sul suo viso, un paio centrarono la bocca, altri le finirono sulle guance e sul collo; quando capì che la sborra era finita, riprese in mano il cazzo del ragazzo e continuò a muoverlo forte, tenendosi la cappella in bocca, quasi a volerlo svuotare tutto. Dopodichè si girò verso di me, mi fece vedere tutta la sborra che aveva in bocca, portandosela sulle labbra e facendosela colare sulle tette, mi guardò e sussurrò “dai, sborrami addosso anche tu”. Non servì altro, le spruzzai tutto ciò che avevo sul viso, abbassai il cazzo verso le tette e dedicai gli ultimi fiotti di sperma che avevo al suo seno; il ragazzo era rimasto lì, a godersi la scena, e alla fine ordinai a Cristina di leccarci entrambi e pulirci con la lingua. La mia ragazza, senza togliere una volta lo sguardo dai miei occhi, succhiò per qualche minuto prima il mio cazzo, poi quello del ragazzo, ormai spompato.
Il ragazzo si rivestì velocemente ed andò via, io e Cristina brindammo, “alla tua prima doppia penetrazione”, con lei che aveva ancora il corpo pieno di sperma, prima di entrare insieme in doccia.
Poco dopo ci vestimmo ed uscimmo in giro, come se niente fosse successo, ma in realtà sapevo di aver soddisfatto una sua grande fantasia, e vederla così porca, in fondo, piaceva anche a me. “Che facciamo di bello domani?”, mi chiese durante una passeggiata. “Ancora non so, ma ci divertiremo più di oggi”, le dissi. “Wow, non vedo l’ora che arrivi domani allora!”, mi disse lei, baciandomi appassionatamente.
La mattina seguente ci svegliammo entrambi di buon ora, decidemmo di uscire a fare una passeggiata, prima di tornare per fare colazione in albergo. Mentre passeggiavamo per le stradine dell’isola, già piene di vita, notammo una ragazza che apriva un negozietto: la mia attenzione si soffermò sulla collezione di intimo che si intravedeva dalla vetrina, così dissi a Cristina di andare a dare un’occhiata. Entrammo, la ragazza molto cortese ci salutò con un sorrisone, e guardandoci intorno ci rendemmo conto che quello era un vero e proprio sexy shop, c’era di tutto, dall’intimo osé ai sexy toys, dal cibo a tema ai completi in lattice, e poi tutta un’area dedicata agli articoli in pelle, fruste, manette, catene. “Amore, oggi ci dedichiamo a te, dai un’occhiata e scegli quello che vuoi”, le dissi, come se non fossimo finiti lì per caso ma ce l’avessi portata di proposito. Cristina mi sorrise, si tolse gli occhiali da sole e mi guardò con quello sguardo da troia che aveva sempre, da quando avevamo messo piede sull’isola; iniziò Ad osservare tutto, alla fine si soffermò sul completo che era addosso ad un manichino: reggicalze nero in pizzo, autoreggenti sottili nere, perizoma a filo e reggiseno a balconcino molto piccolo, nero in pizzo, con apertura davanti. “Questo come mi starebbe?” mi disse, indicandolo e guardandomi. “Scopriamolo”, le dissi io; “te lo regalo e oggi me lo fai vedere”. Lei annuì, dopodiché si dedicò ai sexy toys, quasi tutti vibratori e falli in silicone, di dimensioni miste. Li toccò e osservò quasi tutti, cogliendone l’attenzione ai particolari e la consistenza, mettendoseli a un palmo dal viso; ad un certo punto ne afferrò uno nero, di 25 centimetri, che non riusciva a chiudere nel pugno, mentre lo teneva con una mano, e col palmo dell’altra ne accarezzava la punta, mi disse: “Questo sembra quello di Marcus, no?” continuando a muoverselo davanti al viso. “Lo vuoi prendere?”, le dissi; lei si soffermò un attimo e sorridendomi rispose: “Cosa? Questo?”, agitando il sexy toy. “No, questo no, magari l’originale!”. Demmo un’altra occhiata al tutto, tra una battutina e l’altra la situazione iniziava a surriscaldarsi, finché non arrivò un’altra coppia all’interno del negozio, quindi la smettemmo, chiesi alla commessa di prendermi il completino del manichino, mi feci dare, come sempre il reggiseno una misura in meno di quello di Cristina, tanto per vederlo esplodere con le sue tette, pagai e tornammo in albergo per fare colazione.
Ci sedemmo ad un tavolino riservato, facemmo colazione e poi tornammo in camera per cambiarci, lasciando la busta con l’acquisto fatto quella mattina sul letto. Misi il costume, aspettai che Cristina si preparasse, e andammo via, convinti di tornare alla spiaggia nudista del giorno prima; mentre andavamo, invece, Cristina disse che la sua amica Sofia, che era stata lì l’anno prima, le aveva consigliato un altro posto, un lido elegante ed esclusivo, e quindi andammo lì. Passammo l’intera giornata in quel posto, fino all’aperitivo, dove ci divertimmo a ballare, scattarci foto e bere cocktails, prima di tornare, verso sera in albergo. Giunti in camera, Cristina era un po’ su di giri, mise un po’ di musica e disse di farci portare da bere lì in stanza, mentre riempì la vasca da bagno che era a due metri dal letto, separata da una parete in vetro. Io intanto feci una doccia al volo, e ancora con l’accappatoio mi appoggiai sul letto, prendendo il telefono sul comodino per chiamare il bar, mentre Cristina era a godersi quella vasca piena di schiuma.
Dopo qualche minuto bussano alla porta, io dico di entrare, e vediamo il solito giovane cameriere avanzare con un vassoio in mano, nel quale aveva un mix di frutta fresca e due calici di bollicine. Si avvicina e la sua attenzione viene rapita dalla figura di Cristina brilla, immersa a metà nella vasca, con le sue grandi tette perfettamente in vista, piene di schiuma. Dopo un evidente sbandamento il cameriere si avvicina a me, ancora sul letto, mi passa il piatto con la frutta, il calice, sta per passarmi anche l’altro, ma gli faccio cenno di portarlo direttamente a Cristina in vasca. Lui imbarazzato va verso di lei, le porge il calice, Cristina col suo tipico sguardo da troia lo ringrazia, prima di guardare me, toccandosi la punta dei capelli, con uno sguardo malizioso come a dire “beh, niente male il ragazzo”, il cameriere esce dalla stanza e restiamo di nuovo soli. Mentre sorseggiamo inizio a provocarla, dicendole che ha fatto già vedere i suoi capezzoli a tutta l’isola; di tutta risposta mi disse “sì, forse è vero, ma ancora non li ho fatti leccare a nessuno”, calandosi poi quasi tutto d’un sorso l’intero calice di prosecco. “Metti il completino comprato stamattina, che ce ne facciamo portare un altro”, le dissi. Lei sorrise, mi chiese di passarle il beauty che aveva sul comodino, glielo diedi. Si mise in piedi nella vasca, tirò fuori un rasoio e si diede un’accurata passata alla figa, aprendosi per bene le gambe, dopodiché si avvolse un asciugamano intorno al corpo ed uscì dall’acqua, guardandomi con un’aria da porca che poche volte le avevo visto in volto; prese la busta del sexy shop, un paio di sandali alti, ed andò in bagno, muovendosi sinuosamente.
Restando ancora sul letto, in accappatoio e con le gambe incrociate (ed una evidente erezione tra le gambe), chiamai il bar dell’albergo, ordinando l’ennesima bottiglia di prosecco della vacanza; subito dopo recuperai qualche preservativo dalla valigia, mettendolo sul comodino, andai ad aprire leggermente la porta, e ancora con la musica in sottofondo andai a rimettermi sul letto, da dove cercavo di sbirciare cosa stesse accadendo all’interno del bagno, senza però vedere un granché. Sentivo Cristina canticchiare, spruzzarsi del profumo, mettere le scarpe, e man mano che passavano i minuti iniziavo a sentire il cuore battermi letteralmente in gola.
Pochi minuti dopo sento bussare alla porta, che lentamente si apre sotto i colpi delle nocche del cameriere. “Came in, Vieni”, gli dico, ed il ragazzo, con un secchiello in una mano, e due calici nell’altra, entra ed inizia a guardarsi intorno, quasi sorpreso di non vedere anche Cristina, d’altra parte è da quando siamo arrivati che non fa altro che guardarla, è chiaro che non le resista. Gli faccio cenno di appoggiare tutto su un tavolino, e gli faccio cenno di versare due calici, lui con estrema calma fa tutto, dopodiché prende i due calici e si gira verso di me; a questo punto noto i suoi occhi sbarrarsi in direzione della porta del bagno, e lui bloccarsi: non capisco cosa stia succedendo finché non volgo lo sguardo anche nella sua direzione.
Cristina era in piedi, leggermente appoggiata alla porta del bagno, ed era uno spettacolo, sembrava appena uscita dal casting per un film porno (e sorrideva maliziosa come se l’avessero presa). Aveva i capelli raccolti dietro la testa, questo reggiseno nero di pizzo a balconcino dal quale le sue bellissime tette volevano scappare, era statuaria su un paio di sandali col tacco a spillo altissimi, autoreggenti nere velate e reggicalze; non aveva le mutande, e metteva in mostra una bellissima figa perfettamente liscia e umida. Andò verso il cameriere, sorridendomi, e gli tolse di mano i due calici, per poi tornare verso di me; voleva chiaramente far vedere il suo culo sodo al cameriere, che infatti abbassò lo sguardo ed ammirò quelle chiappe muoversi sinuose; venne accanto a me, mi diede un calice, brindammo e lo calò di nuovo tutto d’un sorso, stavolta lasciando cadere qualche goccia sul collo e sulle tette, ma senza preoccuparsene. Poi lasciò il calice sul comodino e si diresse verso il ragazzo, guardandolo fisso negli occhi e continuando a sorridere. Quando fu a 20 centimetri da lui si fermò, si girò verso di me per guardarmi, voltò di nuovo la testa verso il ragazzo e lo baciò con passione per qualche minuto.
Si girò tutta verso di me, strusciandosi sul suo corpo, afferrò le sue mani e se le passò su tutto il corpo; ad un certo punto, mentre la mano sinistra del ragazzo iniziò spontaneamente ad accarezzarle il seno, prese la sua mano destra e se la portò alla bocca, continuando a guardarmi negli occhi. Prese due dita ed iniziò a leccarle con la punta, prima di mettersele tutte in bocca e muovere a ritmo la testa; dopo qualche secondo fece cadere una grossa quantità di saliva sul palmo del ragazzo, e se la portò immediatamente tra le gambe, inarcando la schiena all’indietro per il contatto tra la mano del cameriere e la sua vagina. Il ragazzo si sciolse completamente ed iniziò a baciarle il collo, alternando qualche morso con dei colpi di lingua, mentre continuava a toccarla con vigore; lei di tutta risposta mise entrambe le mani dietro al suo sedere, e dai movimenti delle braccia capii che gli stava sbottonando i jeans, toccandolo con tutto l’erotismo di una donna eccitante, brilla, ed in vacanza, come lei.
Mi alzai da letto, ancora sorseggiando il mio calice di bollicine, e andai verso di lei. Mi avvicinai al suo orecchio ed iniziai a baciarglielo, e a sussurrarle le parole peggiori, cosa che la mandava visibilmente in estasi; le tirai fuori tutte le tette dal reggiseno, ed iniziai a toccarla anche io, mentre il cameriere continuava nel suo movimento profondo sul clitoride. Lasciai cadere a terra l’accappatoio, e lei afferrò con una mano il mio cazzo, mentre con l’altro era evidente che stesse già da un po’ masturbando il cameriere, che si spostò al suo fianco, fugando ogni dubbio, ed iniziò a leccarle il seno insieme a me, continuando a toccarle la figa, che io avevo iniziato a penetrare con le dita, accompagnandomi ai movimenti del ragazzo. Questa situazione fece esplodere Cristina in un profondo orgasmo, facendole letteralmente tremare le gambe; la presi di peso e la appoggiai sul letto, spalancandole le gambe; feci cenno al ragazzo di spogliarsi e leccarle la figa bagnata del suo orgasmo, il ragazzo capì ed obbedì immediatamente, mentre io osservai per qualche secondo la scena da lontano, prima di tornare verso Cristina, che, eccitatissima, voleva il mio cazzo in bocca.
La accontentai, ed iniziò a farmi un pompino magnifico, sputandomi rumorosamente sulla cappella, ed inghiottendo all’inverosimile tutto il mio cazzo in gola; nel frattempo teneva la testa al cameriere, spingendola verso la sua figa e movendo i fianchi come a strofinarsi sul viso del ragazzo.
Qualche minuto dopo la alzai in piedi, e dissi al ragazzo di sdraiarsi sul letto accanto a me; Cristina si inginocchiò ai piedi del letto ed iniziò a dedicarsi ai nostri cazzi, che muoveva con foga e sui quali alternava la sua bocca calda, tirandosi ogni tanto su, solo per strofinarsi le punte bagnatissime sui capezzoli, gemendo come una troia che realizza il suo sogno erotico. Ad un certo punto decisi che dovevo scoparla: la feci salire sul letto a pecora, senza togliersi il cazzo del cameriere dalla bocca, ed iniziai a strofinarle il cazzo sulla figa, completamente bagnata. La sentìì gemere di piacere appena le affondai tutto il mio cazzo dentro, prima di iniziare a scoparla veloce e con forza, assestandole, di tanto in tanto, una fragorosa pacca sul culo. Mi allungai verso il comodino, presi un preservativo e lo passai al ragazzo; scopai ancora per un po’ Cristina e poi la feci sdraiare pancia all’aria sul letto, stendendomi in modo tale che avesse il mio cazzo a un palmo dal suo viso; le allargai per bene le gambe, mentre il cameriere metteva il preservativo, e le dissi di guardarlo e di toccarsi, cosa che fece immediatamente.
Dopo qualche secondo lui la afferrò per le gambe, avvicinandola al bordo del letto, e le entrò delicatamente dentro la figa, Cristina ebbe un sussulto di piacere, iniziò a fare i suoi soliti versi da troia, quando iniziai a sbatterle il mio cazzo sulla guancia, che iniziò a leccare e succhiare aiutandosi con la mano, mentre guardava con occhi maliziosi il ragazzo, scambiando qualche sorriso con lui; poi la girò sul fianco, spingendole la nuca con la mano sul mio cazzo, si sdraiò dietro di lei e continuò a scoparsela forte, godendo come un pazzo. Intanto continuavo a sussurrare a Cristina le frasi più porche che mi venissero in mente, trattandola davvero come una troia: lei sembrava gradire e continuava ad eccitarsi sempre di più; a quel punto le dissi di salire sopra al cameriere, lei non se lo fece dire due volte, fece mettere il ragazzo al centro del letto ed iniziò a cavalcarlo, mentre mi faceva cenno di mettermi in piedi davanti a lei, perché voleva ancora il mio cazzo in bocca; così feci, salì sul letto e la tirai giù con il volto a leccarmi per bene le palle, prima di offrirle tutto il mio cazzo da leccare.
Cristina era come in trans, stava finalmente realizzando la fantasia erotica con la quale si era masturbata mille volte, e si stava godendo ogni attimo, ogni posizione, come se fosse la cosa più naturale di questo modo avere due cazzi in tiro tutti per lei, così provai ad approfittare della sua eccitazione; le dissi di abbassarsi e farsi leccare i capezzoli dal cameriere, che intanto aveva smesso di stare fermo ad aspettare i movimenti di Cristina ed aveva iniziato a martellarla per bene dal basso; andai dietro di lei, feci capire al ragazzo che doveva fermarsi e bagnatomi per bene il cazzo lo puntai sul suo buco del culo, anche questo bagnatissimo per via degli umori di Cristina che avrebbero spento un incendio in quella stanza.
Lei capì e girò leggermente la testa verso di me, con una smorfietta di dolore, ma non mi bloccò, né la sentii restia, anzi, dopo pochissimo cambiò espressione alzando la testa all’indietro, non appena ebbi metà cazzo nel suo culo. Iniziai a muovermi lentamente, e dopo un po’ iniziò a muoversi anche il ragazzo, in maniera alternata rispetto a me. Da dietro stringevo le tette alla mia ragazza fino a far toccare i capezzoli tra di loro, e dissi al cameriere di leccarle; pochi minuti dopo iniziammo entrambi ad accelerare e Cristina raggiunse di nuovo l’orgasmo, stavolta rumorosamente.
Ci alzammo tutti dal letto, dissi a Cristina di fare la porca e mettersi il cazzo del ragazzo tra le tette, mentre andai in bagno a darmi una lavata al cazzo, che aveva appena sfondato il culo della mia ragazza; Cristina tolse il preservativo al cameriere lo fece ristendere sul bordo del letto, si inginocchiò di nuovo davanti a lui e riprese a spompinarlo; quando tornai dal bagno vidi che glielo teneva stretto tra le tette sudate, e si muoveva col ritmo che ha lei quando vuole vedere la sborra; le andai accanto e glielo misi in bocca, mentre continuava il suo lavoretto. Ad un certo punto il cameriere balzò in piedi, e iniziò a masturbarsi a dieci centimetri dalla sua bocca, Cristina capì e cominciò a toccarsi le tette, muovendole a ritmo, spalancò la sua bocca davanti al cazzo del ragazzo e tirò fuori la lingua, con la quale dava dei piccoli e veloci colpetti alla cappella del ragazzo: poco dopo esplose in tre, quattro spruzzi di sperma sul suo viso, un paio centrarono la bocca, altri le finirono sulle guance e sul collo; quando capì che la sborra era finita, riprese in mano il cazzo del ragazzo e continuò a muoverlo forte, tenendosi la cappella in bocca, quasi a volerlo svuotare tutto. Dopodichè si girò verso di me, mi fece vedere tutta la sborra che aveva in bocca, portandosela sulle labbra e facendosela colare sulle tette, mi guardò e sussurrò “dai, sborrami addosso anche tu”. Non servì altro, le spruzzai tutto ciò che avevo sul viso, abbassai il cazzo verso le tette e dedicai gli ultimi fiotti di sperma che avevo al suo seno; il ragazzo era rimasto lì, a godersi la scena, e alla fine ordinai a Cristina di leccarci entrambi e pulirci con la lingua. La mia ragazza, senza togliere una volta lo sguardo dai miei occhi, succhiò per qualche minuto prima il mio cazzo, poi quello del ragazzo, ormai spompato.
Il ragazzo si rivestì velocemente ed andò via, io e Cristina brindammo, “alla tua prima doppia penetrazione”, con lei che aveva ancora il corpo pieno di sperma, prima di entrare insieme in doccia.
Poco dopo ci vestimmo ed uscimmo in giro, come se niente fosse successo, ma in realtà sapevo di aver soddisfatto una sua grande fantasia, e vederla così porca, in fondo, piaceva anche a me. “Che facciamo di bello domani?”, mi chiese durante una passeggiata. “Ancora non so, ma ci divertiremo più di oggi”, le dissi. “Wow, non vedo l’ora che arrivi domani allora!”, mi disse lei, baciandomi appassionatamente.
Questo racconto di T.C. è stato letto 4 1 0 3 volte
commenti dei lettori al racconto erotico