Lo dico alla Mamma

Scritto da , il 2021-04-01, genere incesti

Lo dico alla mamma!


Era un caldo giorno d'Estate, con la mia famiglia, io mio fratello Luca, nonno e i miei genitori, eravamo andati fuori città per fare un bel pic nic.
Luca non è mio fratello di sangue, i nostri genitori, divorziati entrambi da qualche anno, si sono conosciuti in posta e stato amore a prima vista.
Siamo cresciuti assieme da quando avevamo io 9, lui 12 anni. Tra noi col tempo e dovendo condividere i medesimi spazi, una cameretta minuscola in cui a stento trovano spazio due letti singoli e un armadio in comune, si è sviluppata una certa intimità.
Dalle superiori in poi però, il suo atteggiamente è cambiato, è diventato molto più morboso, spesso lo becco a fissarmi in modo viscido.
Sono di natura molto disinibita, so di essere bella, sto bene col mio corpo, non ho problemi a metterlo in mostra, so cosa vogliono i ragazzi ,mi piace provocare e vivo liberamente la mia sessualità.
Questo ha aiutato il mio fratellone a mantenere il controllo dei suoi impulsi, cerca sempre una scusa per scattarmi una foto, anche quando credo che non me ne accorga, ha un archivio pieno nel suo pc.
A volte esagera nel contatto fisico, adora il mio culetto, gli piace sculacciarmi quando lottiamo per gioco.
Non gli dico nulla la cosa mi diverte il più delle volte, non si fa più problemi a tastarmi le tette.
Anche se dormiamo praticamente uno di fianco all’altra, non l’ho mai visto masturbarsi, cosa che io faccio regolarmente sotto le coperte, ogni mattina quando credo che lui sia ancora addormentato ma, a volte un paio delle mie mutandine spariscono e ricompaiono il giorno dopo cariche di sperma, nel cesto della biancheria.
So che il nostro rapporto agli occhi di un estraneo potrebbe sembrare bizzarro ma, gli voglio un gran bene e lui ne vuole a me.
Era quasi un ora che giravamo, mio padre non si decideva, cercava il posto ideale.
Finalmente decide di fermarsi, in un'area pic nic a suo dire, perfetta.
Babbo aveva lavorato un bel pò per preparare la griglia, dopo un anno a Milano ,primo anno di università, tra panini, pizze, , sushi, cucina cinese e kebab, la sua la carne alla brace mi sembrava una prelibatezza.
Mi fratello luca aveva portato un sacco di birra e Nonno insisteva con tutti perchè assaggiamo il vino regalatogli da un amico.
Io ,con disappunto di mia madre che non era abituata a vedermi assumere alcolici in quel modo, ne avevo approfittato più che volentieri.
La pancia era bella piena, ero un pochino brilla ed ero pronta a schiacciare una pennichella stessa al sole ma, mi scappava una pisciata enorme.
Dopo aver avvistato tutti che mi sarei allontanata un attimo per seguire il richiamo della natura, dovendo specificare in dettaglio il motivo visto che quell’ansiosa della mamma, non aveva capito il sottinteso, mi ero addentrata tra la vegetazione a cercare un pò di privacy e il tronco di un grosso albero abbattuto mi era sembrata un'ottima scelta.
Dopo essermi tirata giù i pantaloncini fino alle ginocchia, accucciata per terra e spostato di lato il perizoma rosa che indossavo, talmente ridotto da non far necessitare di essere tolto, avevo lasciato andare la vescica.
Mi ero accorta quasi subito di non essere sola, quel maialino di mio fratello Luca, mi aveva seguito, se ne stava a pochi metri in ginocchio dietro un albero a fissarmi il culo mentre dalla mia passerina usciva ininterrotta un abbondante pioggia calda e dorata.
Avrei potuto fermarmi e cacciarlo via ma, sapere di essere spiata, chiunque fosse a farlo, mi ha sempre eccitato da matti così, dopo essermi svuotata avevo insistito un pò nel nettare la passerina con dei fazzolettini di carta e quella che doveva essere un atto normalissimo di igiene si era tramutato in appagante autoerotismo.
Mentre le mie dita scorrevano dentro e fuori tra le labbra carnose calde e fradice della mia fica, sentivo Luca ansimare da dietro all’albero, non so cosa mi prese, mi rivolsi a lui invitandolo a lasciare il suo nascondiglio.
Luca colto di sorpresa esitò, gli dissi che se non si fosse avvicinato, avrei detto tutto alla mamma e si arrese.
Si avvicinò incerto, aveva la patta aperta ed entrambe le mani davanti a nascondere la sua colpa. Arrapatissima, gli ordinai di farmelo vedere lui esegue.
Il suo cazzo era in piena erezione, il glande rosso, gonfio e umido quasi del tutto esposto una gocciolina brillava nella piega al suo vertice.
Dovevo assaggiarlo, gli dissi di avvicinarsi ancora ,quando il suo cazzo fu a meno di un palmo dal mio naso, lo annusai come se fosse un fiore carnoso smi sorrisi mordendomi il labbro inferiore e senza dire una parola me lo misi in bocca fino alla radice.
Luca era senza fiato mentre, tenevo le mie mani sui suoi fianchi per impedirgli di scappare ma, non sembrava pronto a perdersi l'esperienza, a colpi di collo, il suo cazzo mi spariva in gola, io ne volevo ancora, volevo di più.
Mi alzai voltandomi verso il tronco, piegandomi su di esso in modo da offrirgli la visione perfetta del mio culo e tra le natiche ,la mia passera pronta ad accoglierlo.
Luca capì cosa volevo, mi chiese se ero sicura, fui brusca, l’urgenza di essere scopata dal mio fratellone mi fece dimenticare le buone maniere, gli dissi di darsi una mossa.
Non se lo fece di certo ripetere, ne aspetto che io potessi cambiare idea, appoggiò la punta del suo uccello contro le labbra cedevoli della mia micia e finalmente mi diede quello che mi meritavo da tempo, da troppo tempo.
Mi tirava per i capelli e avevo il suo pollice piantato nel culo, mentre sentivo il suo cazzo scorrermi dentro facendomi gemere ,fu strano che proprio in quel momento cominciai da avere dei ripensamenti su quello che stavamo facendo, forse ci eravamo spinti troppo oltre e troppo in fretta.
Quel pensiero smorzò il mio coinvolgimento nell’amplesso, sapevo dove ero, cosa stavo facendo e con chi ma, qualcosa mi sconvolgeva, rallentati fino a restare immobile mentre Luca inarrestabile mi chiavava da dietro.
I palmi delle mie mani sfregavano contro il tronco dell’albero e mi facevano male, le ginocchia sembravano pronte a cedere da un momento all’altro, aveva la nausea, la testa mi faceva male e l’eccitazione che avevo provato fino a poco prima, la stessa emozione che mi aveva fatto promotrice di quella situazione tra me e il mio fratellone, si stava trasformando in angoscia.
Gli chiesi di fermarsi, Luca era perplesso e mi domandò se fossi seria, annui a conferma della mia volontà.
Mi supplicò di dargli ancora un attimo ,gli mancava pochissimo, non feci in tempo a dargli una risposta che il suo cazzo esplose un fiume di sborra calda dentro la mia fica.
Luca fece qualche passo indietro si appoggiò ad un albero dietro di lui per riprendere fiato, io mi rivestii in fretta senza riuscire a guardarlo negli occhi o a dirgli una parola. Mi allontanai a passo spedito verso il pic-nic di famiglia, potevo sentire il suo sperma colare dalle labbra dilatate della mia passera impregnare le mutandine e colarmi tra le cosce mescolata alle secrezioni abbondanti che avevano lubrificato l’amplesso.
Feci finta di niente, era avanzata della carne e presi a mangiare un hamburger di tacchino, rimasi in silenzio per tutto il resto della giornata, confusa ma, certa che da quel giorno le cose tra me e il mio fratellone Luca, sarebbero cambiate per sempre.

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