Nel momento del bisogno

Scritto da , il 2021-01-13, genere gay

Sono infermiere in sala gessi, un giorno portano un ragazzo caduto di bici, entrambe le braccia rotte. Dopo le radiografie la rottura composta di entrambe le braccia in più punti le ingessiamo e facciamo uscire il ragazzo. Lo accompagno fuori e gli chiedo se ha bisogno di qualcosa, se devo chiamare qualcuno che lo venga a prendere. Mi dice che vive solo in quanto studente universitario fuorisede e che se avessi chiamato i suoi genitori per farlo venire a prendere mi sarebbe stato grato, ma prima aveva bisogno di aiuto per un urgenza più impellente. Gli chiedo cosa sia e lui imbarazzatissimo mi dice di dover far pipì. Lo tranquillizzo dicendogli che sono abituato a prestare quel genere di aiuto e che poi sarebbe stato un piacere aiutare un bel ragazzo come lui.
Una volta nel bagno gli sbottono i pantaloni e gli tiro fuori il cazzo, niente male gli dico avrai la fila di ragazze. Diventa rosso balbetta qualcosa di incomprensibile, gli prendo il cazzo in mano per puntarlo nel WC e inizia con qualche difficoltà a urinare. Quando finisce lo scappello qualche volta per far uscire tutta la pipì e con mia sorpresa il cazzo si indurisce. Scusa, scusa scusa, balbetta il ragazzo; è che questa situazione mi ha eccitato, continua balbettando. Lo faccio girare, lui abbassa lo sguardo io mi inginocchio fino ad avere il suo cazzo davanti agli occhi e inizio a segarlo piano piano, lappando ogni tanto quella cappella violacea. Sono un infermiere, devo aiutare i pazienti nel momento del bisogno, gli dico e avvolgo il cazzo nella bocca succhiando quella cappella dal sapore acre di urina. Lo pompo e lo ingoio tutto. Sento la sua cappella pulsare contro la mia gola, lui ansima e mi viene in bocca una, due tre getti bollenti e dolci. Continuo a tenerlo in bocca ingoiando e lappando quel caldo cazzo caldo e dolce fino a che non lo sento moscio. Lo rimetto dentro le mutande e abbottono i pantaloni del ragazzo che mi guarda in trance sta per parlare ma lo fermo, non servono le parole, mi ha già ringraziato abbastanza.

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