Niente pillola 5 - Sesso e amore incestuoso ai raggi di luna.
Scritto da una madre, il 2020-12-11, genere incesti
Riprendendomi dallo stato di trance nel quale ero caduta mi ero ritrovata ancora abbracciata a mio figlio che,oramai calmo e rilassato,mi stringeva a se col membro ancora dura che spingeva sul mio utero e col suo alito che mi accarezzava il collo e dietro l'orecchio.
-Amore,sei stato magnifico!
Mi hai presa per mano e con una incredibile dolcezza mi hai fatto visitare il girdino dell'Eden coi suoi fiori,i suoi colori e tutti i profumi dell'universo.
Mi hai fatto attraversare campi meravigliosi di alberi da frutto e mi hai sollevata con le tue forti braccia per aiutarmi a cogliere quella invitante mela che pareva messa apposta per me....per noi!
Il primo morso l'avevo dato io come è scritto nei libri e poi,anche tu ne sei inebriato col suo profumo prima di estrarne lo zucchero dalla polpa musicale e gustosa.
E poi,me ne hai offerto direttamente dalla tua bocca mentre anche le nostre lingue danzavano intrecciate e vogliose.
Come può essere peccato cogliere una mela per nutrire il nostro amore e la creatura che hai deposto nel mio grembo.
Come può essere peccato cogliere in quel paradiso i frutti ed i fiori posti li da chissà quale amante proprio per avvolgere coi suoi olezzosi profumi i nostri corpi innamorati.
E i frutti così diversi tra loro e tutti ugualmente attraenti ,odorosi e pronti ad ammaliarti per offrirsi come sorgenti di vita.-
Mio figlio ascoltava in silenzio e con le labbra socchiuse il racconto di quel viaggio che avevamo fatto insieme in quell'Eden così simile nell'esplosione di profumi colori e gioa alla Primavera di Botticelli.
Non vi era nessun cenno di peccato nella leggera e aggraziata danza di quei mitici personaggi coperti solo da veli e da fiori.
-Amore...non abbiamo commesso nessun peccato io e te!
Ci siamo amati ed è solo questo che conta!
Alzati e vieni con me a rimirare lo splendore di questo lago illuminato solo dalla luna che si riflette nelle sue acque scure.....vieni....vieni Matteo.-
Staccandomi dal suo abbraccio e sfilandomi dal prezioso "coso",l'avevo preso per mano e come nel dipinto di Botticelli,l'avevo portato sul balcone a danzare con me che per l'occasione mi ero ricoperta di veli di seta e di tulle trasparenti.
Avevo avvolto Matteo con un mio frusciante foulard di seta rossa ed emuli di Mercurio ed una delle tre grazie,avevamo danzato per per oltre un'ora.
Poi,stanchi,sudati ma felici,ci eravamo fatti una doccia insieme e sotto lo scroscio d'acqua tiepida,avevo lasciato che in lui prevalesse il maschio eccitato e orgoglioso della sua prodezza e mi ero fatta scopare facendolo godere ancora dentro di me.
Quella notte avevamo ancora fatto l'amore per due volte ed eravamo talmente eccitati che io avevo perso il conto di quanti orgasmi mi aveva regalato mio figlio.
La luna,vinta dalla prepotenza del sole si era addormentata sparendo tra gli alberi mentre i nostri corpi abbracciati,venivano accarezzati da lame di luce solare che filtravano dalle imposte.
Era tardi quando ci siamo vestiti in tutta fretta per scendere e cogliere gli ultimi residui di colazione.
Quando eravamo arrivati,la sala,a causa dell'ora tarda era semideserta ed incredibilmente,accanto al nostro tavola,vi era seduta la coppia che ci aveva sorpresi mentre mio figlio nascosto sotto la mia gonna,mi dava piacere bevendo dalla mia fonte di piacere e di vita.
Entrambi ci avevano sorriso e l'uomo con un gesto dal sapore antico,aveva accennato ad alzarsi per fare un piccolo inchino.
Io avevo ricambiato il loro sorriso mentre mio figlio vittima di un'innata timidezza,era arrossato in volto prima di belare uno stentato "buongiorno".
Stanchi della lunga faticata notturna,avevamo passato il pomeriggio sonnecchiando sulle sdraio a bordo piscina.
Ci aspettavano altri sei giorni d'amore.
segue
-Amore,sei stato magnifico!
Mi hai presa per mano e con una incredibile dolcezza mi hai fatto visitare il girdino dell'Eden coi suoi fiori,i suoi colori e tutti i profumi dell'universo.
Mi hai fatto attraversare campi meravigliosi di alberi da frutto e mi hai sollevata con le tue forti braccia per aiutarmi a cogliere quella invitante mela che pareva messa apposta per me....per noi!
Il primo morso l'avevo dato io come è scritto nei libri e poi,anche tu ne sei inebriato col suo profumo prima di estrarne lo zucchero dalla polpa musicale e gustosa.
E poi,me ne hai offerto direttamente dalla tua bocca mentre anche le nostre lingue danzavano intrecciate e vogliose.
Come può essere peccato cogliere una mela per nutrire il nostro amore e la creatura che hai deposto nel mio grembo.
Come può essere peccato cogliere in quel paradiso i frutti ed i fiori posti li da chissà quale amante proprio per avvolgere coi suoi olezzosi profumi i nostri corpi innamorati.
E i frutti così diversi tra loro e tutti ugualmente attraenti ,odorosi e pronti ad ammaliarti per offrirsi come sorgenti di vita.-
Mio figlio ascoltava in silenzio e con le labbra socchiuse il racconto di quel viaggio che avevamo fatto insieme in quell'Eden così simile nell'esplosione di profumi colori e gioa alla Primavera di Botticelli.
Non vi era nessun cenno di peccato nella leggera e aggraziata danza di quei mitici personaggi coperti solo da veli e da fiori.
-Amore...non abbiamo commesso nessun peccato io e te!
Ci siamo amati ed è solo questo che conta!
Alzati e vieni con me a rimirare lo splendore di questo lago illuminato solo dalla luna che si riflette nelle sue acque scure.....vieni....vieni Matteo.-
Staccandomi dal suo abbraccio e sfilandomi dal prezioso "coso",l'avevo preso per mano e come nel dipinto di Botticelli,l'avevo portato sul balcone a danzare con me che per l'occasione mi ero ricoperta di veli di seta e di tulle trasparenti.
Avevo avvolto Matteo con un mio frusciante foulard di seta rossa ed emuli di Mercurio ed una delle tre grazie,avevamo danzato per per oltre un'ora.
Poi,stanchi,sudati ma felici,ci eravamo fatti una doccia insieme e sotto lo scroscio d'acqua tiepida,avevo lasciato che in lui prevalesse il maschio eccitato e orgoglioso della sua prodezza e mi ero fatta scopare facendolo godere ancora dentro di me.
Quella notte avevamo ancora fatto l'amore per due volte ed eravamo talmente eccitati che io avevo perso il conto di quanti orgasmi mi aveva regalato mio figlio.
La luna,vinta dalla prepotenza del sole si era addormentata sparendo tra gli alberi mentre i nostri corpi abbracciati,venivano accarezzati da lame di luce solare che filtravano dalle imposte.
Era tardi quando ci siamo vestiti in tutta fretta per scendere e cogliere gli ultimi residui di colazione.
Quando eravamo arrivati,la sala,a causa dell'ora tarda era semideserta ed incredibilmente,accanto al nostro tavola,vi era seduta la coppia che ci aveva sorpresi mentre mio figlio nascosto sotto la mia gonna,mi dava piacere bevendo dalla mia fonte di piacere e di vita.
Entrambi ci avevano sorriso e l'uomo con un gesto dal sapore antico,aveva accennato ad alzarsi per fare un piccolo inchino.
Io avevo ricambiato il loro sorriso mentre mio figlio vittima di un'innata timidezza,era arrossato in volto prima di belare uno stentato "buongiorno".
Stanchi della lunga faticata notturna,avevamo passato il pomeriggio sonnecchiando sulle sdraio a bordo piscina.
Ci aspettavano altri sei giorni d'amore.
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