La cuginetta - Capitolo 5

Scritto da , il 2020-10-12, genere incesti

Rimanemmo ancora un'oretta alla festa chiacchierando con Francesca che aveva ormai smesso di flirtare e si dimostrò estremamente spiritosa nel commentare look e movenze degli altri invitati. Quindi arrivò il taxi per me, i miei, i miei zii e, chiaramente, Cristina, salutai Francesca con un bacio sulla guancia e salii in macchina.
Era una macchina a sette posti, mio padre si mise di fianco al guidatore, i miei zii e mia madre subito dietro e io e Cristina nei posti in fondo separati da tutti. "Ci vorrà un'oretta circa" disse il guidatore.
Una decina di minuti dopo, i miei zii e mia madre sonnecchiavano e mio padre chiacchierava con l'autista. Con mia grande sorpresa mia cugina mi mise una mano in grembo e, improvvisamente, mi allentò la cintura. "Che fai?" bisbigliai. In tutta risposta leo mise un dito davanti alla bocca facendomi segno di fare silenzio. Eravamo al buio, ma i nostri genitori erano a meno di un metro di distanza!
Cristina si spinse oltre, mi infilò la mano sotto a pantaloni e mutande e iniziò a massaggiarmelo. Cominciò a diventarmi duro mentre Cristina continuava a coprirmi e scoprirmi il grande dolcemente. "Non ci sta" sussurrai, sapendo bene che difficilmente pantaloni e mutande avrebbero contenuto i miei 20cm. Mia cugina sorrise, slacciò i miei pantaloni, aprì la cerniera e mi abbassò gli slip tirandomelo fuori. "Ferma, è troppo rischioso" sussurrai. Solo un sedile separava il mio membro in erezione dai miei e i miei zii. Se si fossero girati, non credo che l'oscurità avrebbe potuto nascondere quello che stava succedendo.
"Vuoi davvero che mi fermi?" chiese lei maliziosa bloccandosi di colpo. La sua mano morbida che mi stringeva il cazzo, il rischio che stavamo e il gusto del proibito mi è cittadino troppo. Scossi la testa. Cristina mi scoprì il glande e riprese a muovere lentamente la mano su e giù lungo la mia asta. La sensazione era incredibile.
"Chi era quella ragazza bionda con cui ballavi?" chiese all'improvviso mio padre. Cristina intanto si era laccata la mano e aveva iniziato a massaggiarmi il grande con dei piccoli movimenti circolari della mano. "S-s-scusa?" risposi a mio padre cercando di suonare normale. "Sì dai quella ragazza molto carina con cui sei stato tutta la sera!" ribatté lui. Cristina iniziò a darmi dei pizzicottini sul frenulo alla base del grande, provocandomi delle fitte di piacere che difficilmente riuscivo a nascondere. "F-f-francesca, un'aspirante pi-pi-pittrice allieva della-aaah zia" risposi a stento io.
Cristina, aveva ripreso a muovere la mano su e giù, unendo al movimento delle piccole rotazioni con il polso. Nessuno mi aveva mai fatto una sega di quel livello.
"Beh eravate proprio una bella coppia, tieni i contatti" riprese mio padre. "Vediamo-ooooh" risposi e in quel momento mia cugina mi piantò un dito alla base del pene per farmi capire di avere lei il controllo della situazione e di pensare bene le mie risposte.
"Ma sei ubriaco? Come parli?" chiese mio padre, girandosi. Per fortuna era seduto nel posto davanti e non riusciva a vedere quello che stava succedendo tra me e la cuginetta.
Cristina aumentò la velocità, alternando dei movimenti lunghi e lenti con cui andava a coprirmi il grande ad altri più veloci e corti e continuando a compiere piccole rotazioni. Mi stava facendo impazzire di piacere. "Hhhhh-o b-b-b-evuto un pooooh" farfugliai. "Per fortuna mamma dorme e non ti ha sentito" rise mio padre. La mia presunta ubriachezza era l'ultima cosa di cui preoccuparmi se mia madre si fosse svegliata.
Cristina stava muovendo la mano a una velocità forsennata e iniziai a fremere, ero molto vicino al mio limite, ma non potevo venire così, avrei imbrattato tutto il taxi. Mi girai verso di lei per cercare di farglielo capire quando la sentii dire: "Quanto manca?" "Pochissimo" bisbigliai. "Ancora una ventina di minuti" rispose l'autista. "Allora mi sdraio sul mio cuginetto e mi faccio un pisolino" comunicò Cristina a tutti, mentre continuava a masturbarmi.
Ero veramente vicinissimo al limite ma cercavo di resistere per non fare un macello nel taxi, volevo trovare una soluzione, ma forse era troppo tardi. Poi successe l'impensabile. Cristina si accucciò come per dormire con la testa sulle mie gambe, ma, invece, mise in bocca la mia cappella mentre con l'altra mano continuava a segarmi. La cosa mi mandò in estasi, mi morsi la lingua per non urlare dal piacere, inarcai la schiena sollevando leggermente dal sedile e sparai un'enorme quantità di sperma nella bocca di mia cugina. Tutto il mio copro fremere dal piacere e dall'eccitazione.
Mia cugina inghiottì tutto e con la lingua pulì lo sperma rimanente e inghiottì di nuovo. Nessuno sembrava essersi accorti di quanto successo. Quando la mia erezione si fu calmata, Cristina diede un ultimo bacino al mio cazzo, mi ritirò su le mutande, richiuse pantaloni e cintura e appoggiò la testa sulle mie gambe. Ero in paradiso. Mi aveva fatto godere tantissimo. Al ritorno in camera dovevo ricompensarla.

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