Cronaca Familiare - CAP 7 - Il migliore amico di mio padre (parte prima)

Scritto da , il 2020-07-16, genere etero

Carissimi lettori, eravamo rimasti alla scopata mattiniera con quel puttanone di mia madre Viviana (vedete cap. 6°) ed all’imminente arrivo per pranzo di mio padre Alvise e del suo migliore amico e compagno di merende Mariano.
Mariano, 55nne, di professione vigile urbano, era quel che si dice un uomo ancora piacente, alto, corporatura atletica, brizzolato ma con tutti i capelli in testa, occhio ceruleo, ciò nonostante era sempre stato un tamarro senza eguali, sguaiato e volgare, un ignorante di prima categoria, interessato solo al calcio ed alle belle donne di cui vantava innumerevoli conquiste pre ed extra-matrimoniali, del resto sua moglie non era un granchè, anzi era un vero cesso!
Mariano in sostanza era l’opposto di mio padre; sinceramente non ho mai capito perché fossero rimasti amici così a lungo (si conoscevano infatti sin dalle scuole superiori!) … probabilmente per compensarsi o forse, perché Mariano in cuor suo aveva sempre nutrito la speranza di riuscire a scoparsi un giorno la bella mogliettina dell’amico un po’ sfigato che però aveva trovato una consorte assai affascinante! Speranza che fino alla recente trasformazione di mia madre pareva più che altro un’irrealizzabile utopia!
Mia madre l’aveva sempre odiato, almeno fino ad ora, o almeno così mi era parso sentendola parlare di lui in tono sempre a dir poco dispregiativo.
Mariano stava sulle palle pure a me, nutrivo per quell’individuo una naturale antipatia, ciò nonostante, mi pareva il soggetto ideale da coinvolgere nei deliri sessuali della mia cara mammina che, dopo una vita da integerrima ed austera donna di casa, si era scoperta una grandissima maiala.
Il mio piano era chiaro, volevo che mia madre seducesse Mariano! Mi sentivo come il regista di un film porno in fieri, l’ideatore di un reality show sessuale!
Mi assicurai che la mia dolce Vivi si agghindasse da far suo, ovvero da gran troia, e poi lasciai che gli eventi si dipanassero da soli … del resto non vi era niente di più semplice visti i soggetti in campo: una ninfomane ed un “maniaco sessuale”!
Questo è il racconto degli eventi:
Al suono del campanello mia madre accorse alla porta e da brava mogliettina si gettò letteralmente nelle braccia del suo adoratissimo e cornutissimo marito.
Inutile dire che mio padre rimase alquanto esterrefatto da tanta passionalità, aduso com’era all’abituale austerità che regnava in famiglia, anche nelle manifestazioni d’affetto quotidiane!
Anche Mariano restò di stucco, ma di certo non tanto per i motivi di cui sopra quanto per l’abbigliamento di mia madre!
La troia indossava infatti un’abitino estivo di cotone bianco traforato (… dai fori si poteva capire che non indossava il reggiseno …), con una scollatura frontale a dir poco da infarto che le lasciava la schiena completamente scoperta e che si allacciava con degli spaghetti dietro al collo! Il tutto corredato da un pesante trucco nero sugli occhi (stile femme fatale!) ed un paio di sabò con fascetta alla caviglia. In poche parole la solita tenuta da mignottona!
Mio padre, rimbambito come al solito, non parve accorgersene, oppure non disse niente vergognandosi un po’ per tanta ostentazione, mentre Mariano non si trattenne dal complimentarsi con mia madre, ovviamente sempre con la sua solita galanteria grossolana:
“Casso Viviana, te xì meio de na modea ! (tradotto: Cazzo Viviana, sei meglio di una modella!)”.
Che razza di boaro! Pensai tra me e me!
Prima della trasformazione mia madre avrebbe finto di non sentire o addirittura avrebbe risposto piccata ed imbarazzata, ora invece non solo non si arrabbiò minimamente ma anzi si profuse in un sorriso a 32 denti!
“Grazie Mariano sei sempre il solito gentiluomo adulatore!”.
Forse mio padre non se ne accorse, ma io e sicuramente anche Mariano sì, il tono civettuolo usato da mia madre lasciva trasparire una certa malcelata malizia …. a scanso di equivoci poi, mia madre lo abbracciò in modo più che gentile, premendo le sue magnifiche bumbarde contro il petto dell’ospite e baciandolo languidamente sulla guancia …. Proprio da brava gatta morta vogliosa di farsi sbattere, alla faccia del maritino presente!
Quanto velocemente era cambiata …. Non riuscivo a capire se prima avesse sempre finto, oppure se era sessualmente impazzita all’improvviso, boh! In ogni caso non c’era tempo da perdere in inutili sofismi! Dovevo godermi lo spettacolo di quella porcona di mia madre in azione !!
Seguirono i soliti convenevoli e dopo poco ci trovammo tutti a tavola per gustarci il delizioso pranzetto preparato da mamma che era sempre stata una cuoca sopraffina (almeno in questo non era cambiata fortunatamente!).
La discussione toccò gli argomenti più vari sino a giungere, sapientemente indirizzata da mia madre su temi più piccanti ovvero nello specifico sulla frequenza dei rapporti sessuali una volta sposati ecc.. ecc….
Mio padre parve trasecolare al solo udire mia madre affermare che dopo il matrimonio:
“beh …. Diciamo che io e Alvise non ci siamo certi strapazzati!”.
“Ma diamine, Vivi, dai c’è anche Paolo a tavola ma ti paiono argomenti adatti ma ….”
“Non ti preoccupare Papà, dai oramai sono adulto e vaccinato …..”.
“Appunto! Sei il solito bacchettone!” rispose stizzita quella troia di mia madre!
Quella vecchia volpe di Mariano dal canto suo, cominciava ad intravedere un’inaspettata ed irripetibile occasione di affondare gli artigli su mia madre esaudendo così il suo desiderio proibito di tutti questi anni! Del resto non perdeva occasione di canzonare mio padre come faceva sin dai tempi della scuola al fine di sminuirlo agli occhi di mia madre (non sapendo che non ve n’era alcun bisogno, mia madre infatti già riteneva mio padre uno sfigato impotente!):
“Ah Alvise te si el soito cojon ! mi a Betty - (ossia quel cesso di sua moglie) – a monto almanco na volta al dì …. Co na moje come a tua poi o faria anca do volte …. (trad.: Alvise sei il solito coglione! La mia Betty la monto almeno una volta al giorno! …. Con una moglie come la tua poi lo farei anche due volte al giorno)”.
Che buffone pallonaro e che razza di bifolco! In situazioni normali non si sarebbe mai permesso di uscirsene con questa frase, ma oramai l’atteggiamento permissivo mio e di mia madre pareva averlo incoraggiato!
Mio padre poi pareva come al solito remissivo e incapace di reagire a tono!
“Scherso Alvise Scherso dai non sta tortea, te sé che me piase schersare ! ((trad.: Sherzo Alvise non arrabbiarti sai che mi piace scherzare!)”.
Mia madre pareva divertita dall’atteggiamento sbruffone e maleducato di quel coglione di Mariano, e continuava a ridere come una gallina alle sue a dir poco infelici e triviali battute di quart’ordine.
Terminato il primo piatto, mia madre si alzò per sparecchiare ed andare in cucina (stavamo infatti pranzando in salotto) per prendere il secondo.
Nel prendere il piatto di Mariano non mancò certo di avvicinarsi offrendogli un primo piano del suo seno prorompente che in maniera fintamente distratta finì per sfiorargli il braccio e, ne son sicuro, pure una bella erezione.
“Paolino saresti così gentile da aiutarmi coi piatti ?”
“Certo mami, arrivo subito!”
Il tono melenso da spot del mulino bianco mi faceva vomitare, ma tant’è oramai eravamo tutti degli attori!
Una volta in cucina mia madre si rivolse a medicendomi:
“E allora come sto andando padrone ???? sto facendo abbastanza la troia ???”
“Da premio oscar cazzo, sei davvero da premio oscar, la parte della puttana ti riesce proprio naturale! … e poi con sto vestito da troia si vede che non hai il reggiseno!”
“Beh nemmeno le mutande se è per questo!”
E detto ciò non potei esimermi dall’afferrarla da dietro stringendo quei soffici meloni i cui capezzoli premevano prepotenti contro la stoffa del vestitino.
“Dai Paolo no qui … dai se ci scoprono …”
“Puttana che cazzo te ne frega … dovrebbero proprio scoprirci per vedere che razza di troia che sei!”
“Ma dai Paolo pensa a papà ..”
“Ah perché sei preoccupata per papà, ma vai a fare in culo maiala, scommetto che non vuoi perderti l’occasione di scopare con quel boaro di Mariano vero ???”
“… figurati … ma scusa non è questo che vuoi ?”
“Si troia è questo che voglio, voglio vederti trombare con quel coglione, voglio vedere quanto sei troia!”
“Ok padrone ti accontenterò ogni tuo desiderio è un ordine per la tua schiava …!”
“Che razza di vacca che sei vien qua!” e detto ciò l’attirai verso di me cacciandole la lingua in bocca in una breve ma vorticosa limonata.
Il pranzo procedette con i secondi piatti e con il dessert, ma nel frattempo non era la qualità delle portate ad attirare la mia attenzione bensì quello che stava furtivamente (per lo meno agli occhi di mio padre) accadendo tra mia madre e Mariano.
Il gioco di sguardi lasciò ben presto il posto a qualcosa di più serio che non poteva che essere il più classico dei piedini sottotavolo.
Lo capii dalle vampate improvvise nel volto di Mariano e dal fatto che più di una volta quel cazzone fece scivolare le posate per terra! Ovviamente con l’intento di gustarsi la vista della fregna depilata di mia mamma che ovviamente spalancava le gambe ogniqualvolta Mariano si cucciava a terra a raccogliere le posate.
Il pranzo oramai era giunto al termine, mio padre e Mariano si accomodarono sul divano aspettando che mia madre servisse loro il caffè, mentre io con la scusa dello studio salii in camera …in realtà mi appostai sulle scale che offrono l’opportunità di osservare il salotto senza essere visti.
Volevo proprio capire come i due amanti si sarebbero sbarazzati di mio padre!
L’occasione la regalò proprio mio padre che sentii dire:
“Ma certo Mariano, ti dico di si …. Guarda dovrei averceli giù in cantina, aspetta qua che li cerco e poi te li do ….”
Non sapevo di che cazzo stessero parlando, ciò che era importante è che ora mia madre aveva campo libero seppur per poco tempo, volevo proprio vedere come avrebbe agito la pantera!
Mia madre, che probabilmente aveva già sentito tutto, entrò in salotto con il vassoio dei caffè fumanti!
“Dove diavolo è andato Alvise ?”
“è in cantina a cercare degli ami da pesca per me ….” Disse ridacchiando Mariano che probabilmente già immaginava di zompare addosso a mia madre!
“Oh ! quindi siamo soli …..”
“Già soli soletti!”
“Oh Mariano scusami per prima, non so cosa mi è successo è che sai … io e Alvise stiamo attraversando un brutto momento e ….”
Oddio la solita scenetta da brava mogliettina pentita, oramai era il suo cavallo di battaglia, pensai tra me e me.
“e so mi cosà ghe sé successo ….dai dai vien qua che te fasso passare mi a crisi! (trad: so io cos’è successo prima, dai vieni qua che ti faccio passare io la crisi” e ciò detto zompò addosso a mia madre che però gli rovesciò accidentalmente il caffè che gli stava porgendo.
“Casso … casso sui cojoni …. Casso se el brusa! (trad: cazzo proprio sui coglioni, cazzo quanto scotta!”.
“Oddio scusa scusa …. Aspetta che ti asciugo io ….”.
Mia madre da brava crocerossina prese a strofinare un tovagliolo sulla patta dei pantaloni di Mariano, ben presto però l’intervento “medico” si trasformò in una vera e propria trastullata di maroni, tant’è che nella faccia di Mariano l’espressione di dolore lasciò il posto a quella di estremo godimento.
Mamma non perse tempo, aprì la lampo dei pantaloni e facendogli fuoriuscire un cazzone di tutto rispetto completamente in tega e già scappellato.
“Mmmm mamma mia …. Mi sa che devo raffreddarlo in qualche modo questo candelotto di dinamite altrimenti potrebbe esplodere” e ciò detto, dopo averlo leggermente segato, prese ad inghiottirlo nelle sue fauci voraci, impegnandosi, da far suo, in un sensazionale pompino!
Che razza di super vacca, con il marito giù in cantina, stava spompinando l’amico in salotto! Che razza di super troia!
“Viviana ma dove hai messo gli ami da pesca non riesco più a trovarli …”.
Sentii urlare da mio padre giù in cantina.
“non so amore, cerca bene, io non te li ho mai toccati …”
Rispose mia madre liberandosi momentaneamente la bocca dal cazzone di Mariano, che prese però ben presto a risucchiare voracemente!
“uhhmmm uhmmmm casso Viviana, ciuccia ciucciame el casso siiiii” bofonchiò a fil di voce Mariano che aveva preso mia madre per i capelli spingendola con foga sul suo pene.
“uhmmm siiiii, fin fondo troia …. Ciucciameo tutto siiiiii”.
Mia madre come al solito era impegnata a risucchiare, leccare ed inghiottire.
“Famme vedar anca e tette, dai roia vojo vedar anca e tettone! (trad: fammi vedere anche le tette, dai troia fammivedere anche le tettone)”.
Mia madre come al solito pronta a realizzare i desideri dei suoi amanti si allargò la scollatura facendo fuoriuscire le sue meravigliose poppe che Mariano prese prima a succhiare come un bambino affamato e poi ad usare in una spagnola da urlo (altra specialità di quella vaccona di mamma).
“Sii siii casso vengo vengo .. siiiiiiiiiiiiiiiiiiii”.
In men che non si dica Mariano proruppe in un’irrefrenabile sborrata sui meloni e sulla faccia di mamma, che corse via in bagno a pulirsi.
Giusto in tempo, perché mio padre stava risalendo le scale che dalla cantina portano al salotto.
Una volta entrato in salotto vide Mariano alle prese con la pulizia della patta dei pantaloni:
“Me so rovesciato il caffè addosso ….” Ma non era caffè quello di cui si stava pulendo!
“Mi spiace … Viviana è così sbadata delle volte” rispose mio padre preoccupato per l’amico… “Viviana porta degli stracci che hai combinato un disastro!”.
Oddio, mio padre era proprio irrecuperabile, ma ci faceva o ci era ? boh! Quello che era certo è che mamma era ogni giorno più troia!
Il pranzo finì così, con Mariano che ringraziava per la splendida ospitalità (vorrei ben dire cazzo!) e si riprometteva di ripassare al più presto (ne ero certo!).
...

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