Scopata per sbaglio da mio figlio 2
Scritto da Maîtresse Jasmine, il 2020-06-18, genere incesti
***Consiglio la lettura di "Scopata per sbaglio da mio figlio" per godere meglio di questo seguito. Buona lettura.***
Sono in camera di mio figlio ed è una follia. Lo sarebbe davvero se cinque minuti fa non mi avesse scopato approfittandosi del fatto che fossi legata e bendata.
Appena suo padre è uscito per l'emergenza lavorativa, per cui è stato interrotto il nostro coito, si è presentato nudo sulla porta della sua stanza. Il cazzo già duro in mano con una nuova erezione. Il suo sguardo è ardente. Mi brama. Mi desidera. Sono sua madre, i benpensanti potrebbero dire che sia sbagliato, ma chi più di me potrebbe amarlo? Gli ho dato la vita ed ora gli sto dando amore e gioia. Potevo avere dubbi prima, mentre ero bendata, ma il suo sorriso è radioso e la mano fatica a restare ferma sul suo membro mentre mi guarda arrapato e voglioso.
Lascio che la vestaglia leggera che mi copre si apra mostrando i seni floridi. Seni con cui lo ho allattato. Seni su cui ora voglio sentire di nuovo la sua bocca.
Lo guardo mentre si masturba con movimenti lenti e mi sfida. Ha capito quanto mi sia piaciuto sentire le sue palle sbattermi contro e ormai sa che non sono una santa. Non lo sono mai stata ad essere onesta.
«Mamma, mi chiedo quanto tu sia brava a fare pompini.»
Non dico niente ma mi avvicino lentamente, gli prendo la mano libera e lo porto nella sua camera. Voglio che le sue lenzuola sappiano del mio profumo misto a quello del nostro sesso e voglio che sentendolo si masturbi selvaggiamente anche quando non ci sono.
La mia vagina è ancora umida, bagnata dagli umori e dal suo seme, ma non me ne preoccupo e mi siedo a gambe larghe sul suo letto. Voglio che mi ammiri. Voglio che mi guardi sempre come sta facendo perché non mi sono mai sentita così donna.
«Credo lo scoprirai presto, figliolo...»
Sembra una promessa, una dolcissima promessa.
Il pene ha un guizzo, eccitato dalle mie parole. Mi soffermo a guardarlo e quasi mi complimento da sola per averlo dotato così bene. Appena la mia mano lo tocca lo vedo fremere, così lo guardo dolcemente godendomi le sue espressioni eccitate.
Inizio a muovere piano la mano, stando attenta a non fargli male. Lui apre la bocca ma non dice niente, si sta trattenendo lo conosco, così inizio ad aumentare la velocità.
Vedo una goccia di sperma formarsi proprio sulla punta della sua cappella, mi ero ripromessa di andare con calma, ma la voglia di conoscere il suo sapore è davvero tanta. La lecco e assaporo il suo gusto.
È buono: non dolce, ma denso. Non molto differente da quello di suo padre, però mi sembra più forte… più carico in qualche modo.
«Mamma, posso scoparti la bocca?»
Sembra strano che lo chieda, prima si è preso la mia figa senza troppi complimenti.
«No, amore. Aspetta che la mamma ti abbia succhiato per bene l'uccello prima».
Vedo che ha un altro spasmo e sento tra le mie mani che il suo cazzo sta pulsando. Sentirmi dire volgarità deve eccitarlo a dismisura. Me ne ricorderò.
Lentamente lecco di nuovo la punta. Una, due, tre volte. Lappate generose, umide della mia saliva che inizia a scendere e colare per tutta la sua asta. Lo guardo negli occhi e sorrido, posso vedere quanto sia arrapato. La luce che ha negli occhi è unica. Non mi sono mai sentita così desiderata come donna e come madre.
Inumidisco le labbra leccandole e passandoci sopra la punta del suo pene, come se le goccioline di sperma fossero burrocacao. Lo sento genere ed è un suono meraviglioso. Senza aggiungere altro lo prendo in bocca e inizio a succhiare avidamente.
«Oh mamma!»
Non è solo un'esclamazione, è una consapevolezza. Lo faccio entrare sempre di più, continuando a segarlo con la mano per stimolarlo il più possibile. Mi fermo per un attimo mentre la sua punta è praticamente nella mia gola. Quando lo faccio uscire per riprendere fiato mi sta fissando con gli occhi annebbiati dalla lussuria e dal piacere. Alterno movimenti lenti a movimenti veloci, continuo a leccarlo per mantenerlo lubrificanti affinché scivoli bene nella mia bocca. Sento il suo pene pulsare mentre versi gutturali lo scuotono fin nel profondo.
«Mamma, sei una pompinara stupenda.»
Aumento l'intensità dei miei affondi e lui prima si piega cercando di non venire subito, ma dopo poco non resiste e mi l afferra la testa per dettare il ritmo che più gli da piacere.
Lo assecondo. Voglio che stia bene. Voglio che sappia quando lo ama la sua mamma.
Sento che sta per venire, dopo anni di esperienza una donna certe cose le capisce.
Ormai i suoi gemiti sono incontrollati, non si vergogna di farmeli ascoltare. Lo infila con forza, togliendomi il fiato ed io resisto per amore. Cerco di aiutarlo, voglio massaggiargli i testicoli, ma appena li sfioro un fiotto caldo di sperma mi riempie la bocca.
Lo sento gemere e ansimare per lo sforzo. Io non posso fare altro che ingoiare tutto per tornare a respirare.
«Lo hai bevuto tutto...», mi dice togliendo il suo cazzo dalla mia bocca. «Mamma, sei la troia migliore che conosca.»
Ricomincia a passare la sua mano lungo l'asta arrossata del suo pene, vedo che vuole donarmi fino all'ultima goccia.
Faccio uscire la lingua e lui impiega pochi secondi per sfregarci sopra la cappella sporca di sperma.
«Sei la mamma migliore che potessi avere!»
È sincero, genuino in questa sua affermazione. Mi sbatte il cazzo in faccia giocoso per svuotarsi completamente le palle e poi si siede affianco a me, lasciandosi cadere di schiena sul materasso.
Sono molto soddisfatta di quanto sono riuscita a farlo godere, ma la lussuria che Andrea ha fatto crescere in me non è ancora stata pienamente saziata.
«Amore», lo chiamo stendendomi accanto a lui. «Hai voglia di leccare la passera della tua mamma fino a quando non sarai pronto per scoparmi di nuovo?»
Lo vedo sorridere ad occhi chiusi e conosco la risposta prima ancora che i nostri sguardi si incrocino.
«Sarò felicissimo di far godere una mamma così puttana!»
***
Visto il riscontro positivo del precedente capitolo ho voluto subito creare questa seconda parte, che come avrete intuito dalle battute finali, non sarà l'ultimo ;)
Grazie per aver letto, spero di avervi trasmesso intense vibrazioni.
Un bacione, Jasmine
***
Sono in camera di mio figlio ed è una follia. Lo sarebbe davvero se cinque minuti fa non mi avesse scopato approfittandosi del fatto che fossi legata e bendata.
Appena suo padre è uscito per l'emergenza lavorativa, per cui è stato interrotto il nostro coito, si è presentato nudo sulla porta della sua stanza. Il cazzo già duro in mano con una nuova erezione. Il suo sguardo è ardente. Mi brama. Mi desidera. Sono sua madre, i benpensanti potrebbero dire che sia sbagliato, ma chi più di me potrebbe amarlo? Gli ho dato la vita ed ora gli sto dando amore e gioia. Potevo avere dubbi prima, mentre ero bendata, ma il suo sorriso è radioso e la mano fatica a restare ferma sul suo membro mentre mi guarda arrapato e voglioso.
Lascio che la vestaglia leggera che mi copre si apra mostrando i seni floridi. Seni con cui lo ho allattato. Seni su cui ora voglio sentire di nuovo la sua bocca.
Lo guardo mentre si masturba con movimenti lenti e mi sfida. Ha capito quanto mi sia piaciuto sentire le sue palle sbattermi contro e ormai sa che non sono una santa. Non lo sono mai stata ad essere onesta.
«Mamma, mi chiedo quanto tu sia brava a fare pompini.»
Non dico niente ma mi avvicino lentamente, gli prendo la mano libera e lo porto nella sua camera. Voglio che le sue lenzuola sappiano del mio profumo misto a quello del nostro sesso e voglio che sentendolo si masturbi selvaggiamente anche quando non ci sono.
La mia vagina è ancora umida, bagnata dagli umori e dal suo seme, ma non me ne preoccupo e mi siedo a gambe larghe sul suo letto. Voglio che mi ammiri. Voglio che mi guardi sempre come sta facendo perché non mi sono mai sentita così donna.
«Credo lo scoprirai presto, figliolo...»
Sembra una promessa, una dolcissima promessa.
Il pene ha un guizzo, eccitato dalle mie parole. Mi soffermo a guardarlo e quasi mi complimento da sola per averlo dotato così bene. Appena la mia mano lo tocca lo vedo fremere, così lo guardo dolcemente godendomi le sue espressioni eccitate.
Inizio a muovere piano la mano, stando attenta a non fargli male. Lui apre la bocca ma non dice niente, si sta trattenendo lo conosco, così inizio ad aumentare la velocità.
Vedo una goccia di sperma formarsi proprio sulla punta della sua cappella, mi ero ripromessa di andare con calma, ma la voglia di conoscere il suo sapore è davvero tanta. La lecco e assaporo il suo gusto.
È buono: non dolce, ma denso. Non molto differente da quello di suo padre, però mi sembra più forte… più carico in qualche modo.
«Mamma, posso scoparti la bocca?»
Sembra strano che lo chieda, prima si è preso la mia figa senza troppi complimenti.
«No, amore. Aspetta che la mamma ti abbia succhiato per bene l'uccello prima».
Vedo che ha un altro spasmo e sento tra le mie mani che il suo cazzo sta pulsando. Sentirmi dire volgarità deve eccitarlo a dismisura. Me ne ricorderò.
Lentamente lecco di nuovo la punta. Una, due, tre volte. Lappate generose, umide della mia saliva che inizia a scendere e colare per tutta la sua asta. Lo guardo negli occhi e sorrido, posso vedere quanto sia arrapato. La luce che ha negli occhi è unica. Non mi sono mai sentita così desiderata come donna e come madre.
Inumidisco le labbra leccandole e passandoci sopra la punta del suo pene, come se le goccioline di sperma fossero burrocacao. Lo sento genere ed è un suono meraviglioso. Senza aggiungere altro lo prendo in bocca e inizio a succhiare avidamente.
«Oh mamma!»
Non è solo un'esclamazione, è una consapevolezza. Lo faccio entrare sempre di più, continuando a segarlo con la mano per stimolarlo il più possibile. Mi fermo per un attimo mentre la sua punta è praticamente nella mia gola. Quando lo faccio uscire per riprendere fiato mi sta fissando con gli occhi annebbiati dalla lussuria e dal piacere. Alterno movimenti lenti a movimenti veloci, continuo a leccarlo per mantenerlo lubrificanti affinché scivoli bene nella mia bocca. Sento il suo pene pulsare mentre versi gutturali lo scuotono fin nel profondo.
«Mamma, sei una pompinara stupenda.»
Aumento l'intensità dei miei affondi e lui prima si piega cercando di non venire subito, ma dopo poco non resiste e mi l afferra la testa per dettare il ritmo che più gli da piacere.
Lo assecondo. Voglio che stia bene. Voglio che sappia quando lo ama la sua mamma.
Sento che sta per venire, dopo anni di esperienza una donna certe cose le capisce.
Ormai i suoi gemiti sono incontrollati, non si vergogna di farmeli ascoltare. Lo infila con forza, togliendomi il fiato ed io resisto per amore. Cerco di aiutarlo, voglio massaggiargli i testicoli, ma appena li sfioro un fiotto caldo di sperma mi riempie la bocca.
Lo sento gemere e ansimare per lo sforzo. Io non posso fare altro che ingoiare tutto per tornare a respirare.
«Lo hai bevuto tutto...», mi dice togliendo il suo cazzo dalla mia bocca. «Mamma, sei la troia migliore che conosca.»
Ricomincia a passare la sua mano lungo l'asta arrossata del suo pene, vedo che vuole donarmi fino all'ultima goccia.
Faccio uscire la lingua e lui impiega pochi secondi per sfregarci sopra la cappella sporca di sperma.
«Sei la mamma migliore che potessi avere!»
È sincero, genuino in questa sua affermazione. Mi sbatte il cazzo in faccia giocoso per svuotarsi completamente le palle e poi si siede affianco a me, lasciandosi cadere di schiena sul materasso.
Sono molto soddisfatta di quanto sono riuscita a farlo godere, ma la lussuria che Andrea ha fatto crescere in me non è ancora stata pienamente saziata.
«Amore», lo chiamo stendendomi accanto a lui. «Hai voglia di leccare la passera della tua mamma fino a quando non sarai pronto per scoparmi di nuovo?»
Lo vedo sorridere ad occhi chiusi e conosco la risposta prima ancora che i nostri sguardi si incrocino.
«Sarò felicissimo di far godere una mamma così puttana!»
***
Visto il riscontro positivo del precedente capitolo ho voluto subito creare questa seconda parte, che come avrete intuito dalle battute finali, non sarà l'ultimo ;)
Grazie per aver letto, spero di avervi trasmesso intense vibrazioni.
Un bacione, Jasmine
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