Descrizione di una vigilia di Natale

Scritto da , il 2019-12-28, genere incesti

(Ogni mio racconto è solo frutto d'immaginazione. Ogni nome, ogni personaggio, è di invenzione e maggiorenne. Nei miei racconti non troverete alcuna violenza o atto con minori od animali)

Alla Vigilia, come accade tutti gli anni, eravamo a casa di mia sorella; io, mio marito e mio figlio Amedeo, che in famiglia tutti chiamiamo "Deo". come tutti gli anni il solito "cenone" , i soliti parenti: mia sorella e famiglia, noi, i miei genitori, cugini vari,nipoti vari. Soliti dolci da portare, spesso riciclati dai vari regali di lavoro che ci danno in questo periodo, ed il solito, almeno per molte donne, sfoggiare un bell'abito perché: "ma si, è Natale !". Così molto uomini non badano a queste cose, come il vestirsi bene a Natale, ma a noi donne piace. Un vestito elegante e rosso in questo periodo, come a fine anno, è sempre ben accetto. Così alla Vigilia mi presentai a casa di mia sorella con un abito rosso lungo, con brillantini, aperto dietro nonostante io sia formosa, ma non grassa; e con una scollatura che, pur se non ci fosse stata, non poteva non nascondere molto la mia 7°. Sono alta 1:74, formosa ma non grassa, mi mantengo. La cellulite fa il suo naturale corso , dati i miei 53 anni e poiché non disdegno il cibo. Sono bionda, di origini austriache. Così gli occhi dei miei famigliari stentavano a guardare i miei quando si parlava. Ma a me quell'abito piace, e quindi l'ho messo.
Già da casa, ma già da tempo gli sguardi di Amedeo, "Deo", mio figlio di 27 anni, si abbassavano verso il mio petto. Da mamma ciò mi imbarazzava, ma da donna razionale cosa potevo dire? Ho un seno prosperoso ed è ovvio che gli uomini guardino. Anche se mio figlio? Imbarazzante, vero, ma non ci posso far niente.

Noi si vive in un paese dell'Alto Adige, e mio marito spesso al giorno è fuori poiché lavora nei boschi, mentre io e mio figlio gestiamo un B&B. Così Amedeo è sempre con me , e non andando molto in giro, sono una delle poche donne che vede nella sua vita. E' molto attaccato alle nostre origini ; è un bravo ragazzo e con la testa sulle spalle, calmo e lavoratore.
Tornando alla Vigilia: la tavolata era imbandita e i bimbi giravano la stessa rincorrendo il cane, che giustamente scappava affinché non gli venisse tirata la coda dai bimbi. Albert, mio marito, era già intento a parlare di lavoro con mio cognato Martin; i miei genitori iniziavano i loro annuali discorsi di com'era il Natale ai loro tempi, con me e mia sorella che eravamo lì a sentirli e a far domande; e mio figlio a parlare con i suoi cugini, i figli di mia sorella: Hans e Matteo, di 20 e 24 anni. Mio figlio era seduto vicino a me, e i miei nipoti di fronte, vicino mia sorella. La serata trascorreva piacevolmente ma io notavo che mio figlio mi osservava, rubando gli sguardi, il mio seno. In più, essendo un vestito aperto dietro, non avevo indossato il reggiseno. Grosso errore, lo so. Anche i miei nipoti non erano esenti dalle loro occhiate. Poi se mettiamo che ho la pelle chiara , con le luci semi soffuse, l'albero di natale, il caminetto non lontano ecc, il seno si notava di più.

Il cenone proseguiva e intanto mia sorella sfornava i dolcetti tipici della nostra terra, i Lebkuchen, ch esono biscotti speziati. Fu prima di sfornarle che la mano di mio figlio si poggiò sulla mia gamba sinistra. Mi voltai a guardarlo ed incrociai il suo sguardo. Come a chiedere scusa, ma la mano rimaneva lì. Era insolito. Ma intuii subito che la mano non fosse lì per caso. Parlavo con mia madre, con altri parenti ed intanto mio figlio si era alzato per sistemare alcuni regali per i bimbi sotto l'albero. Era lì, dietro la tavolata ma avanti a me, ed i suoi sguardi incrociavano la mia scollatura. Io intanto parlavo, seppur imbarazzata della serata, con i parenti non facendo trapelare niente. Si mise seduto poco dopo.

Verso le 21:30 i Lebkuchen erano sfornati e la lunga tovaglia rossa non faceva trapelare ad altri che la mano di mio figlio mi stava carezzando dolcemente la gamba. Non dicevo niente. Imbarazzata ma lo capivo. 27 anni, sempre con me e con il lavoro, e quando non era con me era con il padre. Pochi amici poiché si dedicava anima e corpo al B&B ed ai nostri animali.

Si parlava del più e del meno ed i bimbi di casa non rincorrevano più il cane, che si era accucciato vicino l'albero di Natale. La tv ci donava le immagini di un film natalizio americano. I discorsi spaziavano dal lavoro alla politica -locale-, e ad alcuni avvenimenti recenti di amici e amiche, e conoscenti. I miei nipoti ogni tanto buttavano le loro occhiate, tentando di non farsi vedere da nessuno, specialmente da mio figlio e da me, che gli eravamo innanzi. Io parlavo con mia sorella del suo lavoro, ma lei non poteva sapere che mentre parlavo, mio figlio aveva presa la mia mono portandola sul gonfiore che, suppongo, aveva già da un bel po'. Nell'incredulità dell'avvenimento, del posto, di tutto insomma, dovetti giustificare il rossore delle mie guance con un discorso che stava facendo mio padre sui tempi andati. Che tempismo quel discorso. Quando lo stesso era arrivato a come si andava con le greggi, divenni più rossa. In casa ci emozionano sempre questi discorsi della gioventù dei miei genitori, ma il mio rossore delle mie gode era lo specchio di quella mia mano sinistra che aveva il bollente pene di mio figlio in mano. Amedeo parlava con i suoi cugini , e stavano parlando del loro campionato di calcio. Domande ai genitori, mia sorella ed io che parlavamo ed il mio polso che si muoveva lentamente. Stavo masturbando mio figlio ! E lo stavo facendo a tavola.
La mano scorreva talmente lenta, che dopo 10 minuti era ancora lì. Mio figlio ogni tanto mi guardava. Sguardi di intesa fra un dolce ed un altro. Così c'era poco da fare. Così verso le 22:45, prima di iniziare a giocare, e fra i bicchierini di alcolici di mio marito e mio cognato, presi una scusa per allontanarmi da tavola. Casa di mia sorella ha due piani, ed al piano di sopra un altro bell'albero di Natale, fatto per illuminare tutta la casa di sera. L'albero è grande , molto grande e le luci gialle irradiano splendidamente le pareti di legno.
Poche parole quando mio figlio mi raggiunse, una decina di minuti dopo. Ringraziamenti e scuse, imbarazzi di entrambi; certo il mio ammonirlo, ma l'essere consapevole del fatto che sono una costante nelle sue giornate. Sotto le voci dei famigliari; le risa di mia sorella alle battute di mio nipote, suo figlio, ai giudizi di mio marito su degli spettacoli televisivi e sul Natale in generale. L'odore di altri dolcetti che conquistavano tutta casa. Io con mio figlio al piano di sopra sentivamo tutto. Ma nessuno sotto poteva sospettare fra i loro discorsi , commenti e risa, che di sopra, dietro l'albero di Natale e le luci dello stesso, poggiata alla parete di legno, accarezzavo il capo di mio figlio, chino a baciarmi e succhiarmi il seno che avevo per lui scoperto. Lo soppesava, lo baciava, lo leccava, lo succhiava prima piano, poi con passione. Il mio ansimare soffocato dalla paura che gli altri potessero sentire e scorgere un atto innaturale che nessuno avrebbe moralmente compreso. Le luci dell'albero illuminavano il mio petto, il mio volto, le mie labbra truccate da un rossetto rosso intenso e lucido, adatto al clima natalizio. I miei occhi rivolti al soffitto, la mia bocca aperta ansimante, i miei capezzoli turgidi ed il lavoro esperto di "Deo".
Poco dopo mia sorella aveva messo in tavola anche i Zimtsterne, dolcetti a forma di stelline. I preferiti di tutti in famiglia, specialmente di mio figlio. Si udiva la voce di mio marito di lasciarli un po' per me e per lui che, in una scusa per assentarsi, aveva prima detto che sarebbe venuto ad aiutarmi con dei presunti regali dimenticati in auto -lontana da casa di mia sorella-. Mio figlio sicuramente poteva farne a meno in quel momento dei dolcetti. Almeno in quel momento. Il mio capo faceva avanti e dietro ed alle volte roteava mentre io ero intenta, in uno slancio forte di accondiscendenza in stile: "solo per questa volta", a fare un pompino a mio figlio, piegata sulle ginocchia. Ero fra la parete e mio figlio, e l'albero a sinistra. Amedeo ansimava dolcemente, senza far rumore. Io dolcemente gli stavo dando quel piacere orale. Il suo membro non lunghissimo , ma largo, scompariva nella mia bocca. La saliva un poco iniziava a colare, ma non me ne davo pena. Sentii d'un tratto la mano destra di mio figlio poggiarsi sulla mia testa, segno che era pronto all'orgasmo e voleva darmi un ritmo lui, dettato dall'istinto. Visto quello che stavamo facendo, non potevo dirgli di no. Così mentre sotto i famigliari si riempivano la pancia di Zimtsterne, al piano di sopra il pompino aveva preso una piega passionale: mio figlio mi dava il ritmo, ed era un ritmo incalzante sotto le lucette attente dell'albero che illuminava l'atto incestuoso. Le mie mani serrate sui glutei di mio figlio ed il mio capo che faceva avanti e dietro in un rumore osceno e volgare. Non era lontano quel momento, e difatti avvenne da lì a poco che mio figlio esplose in bocca a sua madre una gran quantità di sperma denso. Imbarazzo. Sì, ed anche forte. Il pene di mio figlio lo avevo messo sino in gola ma riuscivo ugualmente ad ingoiare tutto. Non potevo sporcare. Gli spasmi di mio figlio e del suo orgasmo rallentavano piano piano, ed io là sotto che gli ripulivo il pene dolcemente, con i miei baci, con la lingua. Ultimi sussulti. Mi rialzai mentre sotto le conversazioni continuavano e mia sorella che diceva di prendere i giochi da tavola.
Sopra, io e mio figlio eravamo stretti in un grande e forte abbraccio, dietro l'albero di Natale che ci illuminava. L'ultimo bacio ai miei seni, entrambi, e dopo un po' anche noi a tavola ridere, scherzare e mangiare i dolcetti per poi scartare i regali ed augurarci: "BUON NATALE !"

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