Il regalo della laurea - pt. 1
Scritto da Prof_emily, il 2019-08-15, genere incesti
Ciao, mi presento, sono William, ho 22 anni, sono ragazzo alto 1.80m, dal fisico asciutto, per anni di calcio, ho i capelli biondi e corti, il viso d’angelo, nonostante tutto, non ho ancora avuto esperienze sessuali degni di nota.
Sono al terzo anno dell’università, molto stressato, ma con qualche piccola gioia, e queste gioie, me le ha regalate mia mamma, perché mi ama veramente tanto.
Mia mamma, si chiama Monica, mi ha avuto quando aveva 25 anni, quindi adesso ne ha 47, nonostante qualche segno di età, si mantiene comunque meglio delle sue coetanee. Ha qualche kilo di troppo sulla pancia, il seno leggermente cadente, un pò di pancia, ma la sua pelle è rimasta liscia e morbida, con pochissime rughe sul viso. Per me è la mamma più bella del mondo.
Siamo una famiglia molto affiatata, mia mamma e mio padre si amano moltissimo, e lei mi ama veramente tanto, forse è perché sono uscito dalla sua pancia.
Da quando mi sono iscritto all’università, le cose da studiare sono sempre tantissime, mi sento veramente stressato, spesso vado a letto tardi, e la mamma mi scalda sempre un bicchiere di latte, perché mi aiutasse a dormire meglio.
Ma ovviamente ho un metodo per dormire che funziona meglio: mi masturbo, spesso due volte consecutive prima di mettermi a dormire, dopo due seghe mi sento stanco e dormo meglio, ovviamente per segarmi mi guardo qualche video porno, ma una notte ho sognato che io e la mia mamma scopavamo come dei conigli, venni nelle mutande, da li in poi, l’oggetto della mia sega era diventata lei.
Questo era successo quando ero al primo anno, in classe con me ci sono delle ragazze, di facili costume, vengono all’università vestite da troia da strada, causando in me una profonda repulsione nei confronti delle ragazze giovani e aumentando in me la perversione per mia mamma. Quindi mi masturbavo sempre di più, studiando sempre di meno di conseguenza gli esami che passavo erano sempre meno, o lì passavo ma con voti appena sopra la sufficienza, per questo motivo i miei si preoccuparono molto, tant’è che mia mamma una sera mi chiese: “William, hai qualcosa da dirmi? Qualche problema con le ragazze magari?” Io: “No niente, sto bene, e non ho nemmeno una ragazza quindi neanche i problemi derivanti da loro” e ho promesso che avrei studiato seriamente per recuperare gli esami lasciati indietro, ma non riuscivo smetterla di segarmi pensando a mia mamma.
La storia ebbe la svolta verso la fine del secondo anno, quando mio padre aveva avuto una trasferta di lavoro, io ero in camera mia a studiare, mentre mia mamma doveva essere in salotto a guardare la tv. Avevo appena finito un capitolo caotico, molto difficile, e non resistetti alla tentazione di segarmi, avevo aperto la cartella delle foto che io scattavo di nascosto a mia mamma in casa, mentre lavava i piatti, o puliva per terra, o piegata davanti alla lavatrice a novanta, con la gonnellina leggermente sollevata lasciando vedere un piccolo pezzo delle sue mutandine. Proprio sul più bello, la mamma era entrata, ma siccome ero di spalle alla porta non l’avevo vista, e continuavo a segarmi con una mano mentre con l’altra scorrevo le foto, lei: “Che fai?”, sorpreso, venni nelle mani e mi ero girato, lei ha continuato a fissare lo schermo finché non si era accorto che mi stavo segando, lei sembrava arrabbiata, avevo paura che mi sgridasse e che raccontava tutto a mio padre, io l’ha osservavo cercando di coprire il cazzo che era diventato moscio dalla paura, ma la foto dello slideshow continuava a scorrere, e mia mamma continuava a fissare il mio schermo, stava arrossendo sempre di più, disse: “vatti a dare una sistemata”
Ero corso in bagno, con il cazzo di fuori, mi feci il bidet, ma non avevo portato le mutande di ricambio, tornai in camera con addosso i pantaloni di tuta senza mutandine.
Quando ero tornato in camera, avevo trovato mia mamma seduta al letto, mi aveva fatto il segno di sedermi vicino a lei, “Fai spesso così?”
Io: “Si, ti prego non arrabbiarti con me”
Mamma: “non lo sarò mai, stai crescendo, sei uomo ormai, ma devi controllarti, fa mala alla salute masturbarsi troppo”
Quando avevo realizzato che non era arrabbiata con me, mi sentivo molto risollevato, ma mamma mi incalzava con le domande : “E perché ti masturbi con le mie foto?”
Ero arrossito tanto, sentivo la faccia bruciarmi :”Perché sei molto bella, per cui ti immagino ogni volta”
“Stupidino, cosa diavolo pensi, sono tua mamma, suppongo sia questo il motivo del calo di rendimento all’università, non devi più farlo, va bene?”
“Va bene” risposi io sconsolato
”Devi concentrarti nello studio, tutti noi facciamo affidamento su di te, devi renderci orgogliosi, sarai il primo laureato nella famiglia di tuo padre, e per lui conta molto”, poi aggiunse una frase che ricorderò per tutta la vita: “Se ti impegni nello studio, per qualsiasi bisogno, posso pensarci io” disse con una voce più accentuata sulla parola “bisogno”.
Guardavo mia mamma, avevo capito cosa intendeva, e le avevo promesso che mi sarei impegnato al massimo.
Da quel giorno, mi masturbavo solo una volta al giorno, di notte pensando sempre a lei, studiavo sempre di più, avevo finito tutti gli esami in tempo per laurearmi a luglio, e così fù.
Eravamo felicissimi, abbiamo festeggiato con una cena in famiglia, dove abbiamo bevuto tutti molto, soprattutto mio padre che si era ubriacato.
Io e la mamma lo abbiamo portato a letto, mentre lui continuava a dire che era orgoglioso di me.
Dopo averlo messo a letto, siamo tornati a tavola, ero un pò brillo anche io, quindi mi sentivo un pò sfacciato e le chiesi: “Visto che mi sono andati bene gli esami, mi merito un premio?”
Mi guardò un attimo, “vai in camera tua”
La mamma dopo qualche minuto mi aveva raggiunto in camera mia, aveva chiuso la porta a chiave dietro di lei, si era avvicinata a me, mi aveva fatto stendere sul letto, e con grande cautela, come se avesse paura di rompermi i pantaloni me li aveva tolti, il cazzo era scattato sull’attenti, puntava dritto al soffitto, la mamma me lo aveva preso in mano, circondandolo con il pollice e l’indice, misurando la mia circonferenza e aveva detto: “amore, sei veramente cresciuto, chiudi gli occhi adesso, ci penso io a te”
Avevo appena chiuso gli occhi quando la mamma aveva cominciato a fare su e giù con la sua mano dalla pelle morbida, non era bravissima, però comunque provocava in me un bellissima sensazione. Avevo cominciato a gemere leggermente quando avevo aperto leggermente gli occhi e la fissavo, aveva il viso leggermente arrossato, e mi fissa a sua volta con la faccia amorevole, poi per un attimo il mio pensiero si era soffermato sul fatto che la donna che mi sta masturbando era mia mamma, e mi sono eccitato un sacco, talmente tanto che avevo ejaculato, il primo schizzo le era arrivano sul petto, proprio dove c’era la scollatura, il secondo meno potente sulla maglietta, poi le ultime sono rimaste nella sua mano.
Passati gli spasmi, avevo preso dei fazzoletti dal comò, e le stavo pulendo la mano, tenendola, poi ero passata sulla maglietta, e per ultimo, prima di passare al seno, l’avevo fissato un attimo, fece di sì con la testa, subito dopo avevo appoggiato la mano, strofinando, quasi palpandolo, dopo forse un minuto, aveva parlato: “adesso basta, devo andare” e si era alzata per andare via, “Mi aiuterai ancora?”
Si era girata, chinata e mi aveva sussurrata all’orecchio : “Se ti impegni, e vai bene all’università, ti potrò aiutare ancora” dopodiché aveva lasciata la camera.
Avevo fatto fatica ad addormentarmi, perché da oggi in poi ci sarà la mamma, invece che la mia mano, così non devo neanche guardare le foto di nascosto.
La mattina dopo, visto che avevo finito gli esami mio padre aveva proposto una vacanza, ma avevo rifiutato perché non volevo viaggiare da solo, mio padre aveva detto che non poteva lasciare il lavoro visto che di lì in una settimana doveva firmare un importante contratto, ma voleva che io facessi una vacanza degna, non avevo chiesto direttamente a mia mamma, ma insistevo che non volevo andare da solo, e che i miei amici erano tutti in coppia, quindi se mi fossi trovato con loro, ma senza una compagna, avrei fatto una brutta figura.
“Monica, potresti accompagnarlo tu” aveva detto mio padre all’improvviso
“Chiedi a tuo figlio se vuole essere accompagnata dalla mamma in vacanza” era la risposta di mia mamma
Avevo fatto finta di non volerlo, ma mio padre continua ad insistere, quindi alla fine avevo accettato, al pomeriggio abbiamo prenotato i biglietti, volevamo prenotare due camera, ma visto che era alta stagione, erano rimaste sole camere doppie, quindi non avevamo scelta.
Il giorno dopo eravamo partiti, quando eravamo scesi dall’aereo, abbiamo fatto il check-in, la nostra camera dava direttamente sul mare, una vista veramente favolosa. Mentre ero incantato dal panorama, mi ero accorto che la mamma non era entusiasta come me.
“Mamma, cosa hai?” avevo chiesto io
“No niente, è la stanchezza”
Anche se la mamma diceva così, ma credevo che non fosse solo per quello, ma perché era preoccupata per quello che sarebbe successo in questi giorni di vacanza, della paura di essere scoperta da mio padre, delle occhiate indiscrete delle persone che ci circondano, degli loro commenti sussurrati sotto voce sul fatto che lei era una donna di mezza età mentre io un bel giovanotto.
Così avevo deciso di tranquilizzarla, parlandole, facendo delle battutine sul fatto che molte persone all'aeroporto non smettevano di fissarla, poi eravamo andati a cena, avevo ordinato i piatti che piacevano a lei, così lei mangiando il buon cibo e bevendo del vino, aveva cominciato a sorridere, dopo la cena eravamo tornati in camera.
Ero andato a farmi la doccia per primo, ed ero uscito dalla doccia con le sole boxer, lei mi aveva guardato leggermente storto ma non aveva detto nulla, poi s’era andata in doccia.
Mentre era in bagno, io avevo unito i due letti da singoli, creando un letto matrimoniale, quando lei era uscita dal bagno, mi ha chiesto: “Perché li hai uniti?”
“Perché stasera voglio dormire con te mamma, è da un sacco di tempo che non lo faccio” avevo risposto io
“Non sei più un bambino, non ti vergogni neanche un pò?”
“No, neanche un pò, per me sei sempre la mia mamma”
“Va bene, ma niente idee strane” aveva risposto con la voce severa
“Ok, prometto di farmi strane idee”
Così ero entrato nel letto con le sole boxer, appena sdraiati sentivo il profumo che lei emanava, non era profumo dello shampoo, ma era proprio lei, così mi avvicinavo verso di lei, che indossava una veste da notte, leggermente trasparente, che si appoggiava al suo corpo, mettendo in risalto le curve sinuose della schiena e del sedere, mi dava le spalle, così le avevo chiesto se potevo abbracciarla, dopo qualche secondo, quando avevo pensato che forse avevo esagerato mi rispose di sì.
Così con la mano destra mi ero appoggiata sulla sua vita, era veramente soffice, non era la curva come quelle delle ragazze giovani, ma di una MILF veramente attraente, avevo cominciato a massaggiarla, passando dalla vita alla pancia, e lei non aveva nessuna reazione. Poi proprio quando stavo allungando la mano verso una tetta, lei aveva detto: “Smettila, dormi”
Quindi mi ero fermato con la mano a dieci cm dalle sue tette, mentro avevo il pube leggermente attaccato al suo culo, al contatto con la sua carne soda ma liscia il mio cazzo si era indurito in pochi secondi, facendole sentire tutta la mia erezione, e lei aveva avuto dei tremiti ed era tesa.
“Mamma, hai freddo?” avevo chiesto io
“un po’, stringimi più forte e non fare altro”
Così le avevo stretto anche l’altra mano sotto di lei, abbracciandola con il petto attaccato alla sua schiena, dopo un pò, avea cominciato a tremare di meno e diventare più morbida, ma il cazzo era sempre in erezione, forse per la stanchezza e per il vino che avevamo bevuto a cena mi ero addormentato in quella posizione.
A mezzanotte mi ero svegliato, lei si era girata verso di me, una bella fetta della sua tetta sinistra era quasi del tutto fuori dal vestito, il cazzo mi era tornato duro in una frazione di secondo, così mi ero alzato ed ero andato in bagno.
Mi sono seduto sulla tazza del water, presi le mutandine che mia mamma si era tolto, le misi sotto le narici e aspiravo a pieni polmoni mentre la mano destra si muoveva sul cazzo sempre più velocemente, ero così eccitato che avevo sborrato in due minuti, quando avevo finito, avevo rimesso le mutande dov’erano e proprio in quel momento mi ero accorto di un’ombra appena fuori dalla porta, ero tornato a letto, la mamma si era messa com’era prima, e stava facendo finta di dormire.
segue...
Dopo vari equivoci, che voglio evitare d’ora in poi, io sono un uomo, e il mio nickname è dovuto al mio sogno erotico delle superiori.
Se avete commenti, opinioni o fantasie simili ai racconti che scrivo, e volete raccontarmelo potete scrivermi al seguente indirizzo email:
Sono al terzo anno dell’università, molto stressato, ma con qualche piccola gioia, e queste gioie, me le ha regalate mia mamma, perché mi ama veramente tanto.
Mia mamma, si chiama Monica, mi ha avuto quando aveva 25 anni, quindi adesso ne ha 47, nonostante qualche segno di età, si mantiene comunque meglio delle sue coetanee. Ha qualche kilo di troppo sulla pancia, il seno leggermente cadente, un pò di pancia, ma la sua pelle è rimasta liscia e morbida, con pochissime rughe sul viso. Per me è la mamma più bella del mondo.
Siamo una famiglia molto affiatata, mia mamma e mio padre si amano moltissimo, e lei mi ama veramente tanto, forse è perché sono uscito dalla sua pancia.
Da quando mi sono iscritto all’università, le cose da studiare sono sempre tantissime, mi sento veramente stressato, spesso vado a letto tardi, e la mamma mi scalda sempre un bicchiere di latte, perché mi aiutasse a dormire meglio.
Ma ovviamente ho un metodo per dormire che funziona meglio: mi masturbo, spesso due volte consecutive prima di mettermi a dormire, dopo due seghe mi sento stanco e dormo meglio, ovviamente per segarmi mi guardo qualche video porno, ma una notte ho sognato che io e la mia mamma scopavamo come dei conigli, venni nelle mutande, da li in poi, l’oggetto della mia sega era diventata lei.
Questo era successo quando ero al primo anno, in classe con me ci sono delle ragazze, di facili costume, vengono all’università vestite da troia da strada, causando in me una profonda repulsione nei confronti delle ragazze giovani e aumentando in me la perversione per mia mamma. Quindi mi masturbavo sempre di più, studiando sempre di meno di conseguenza gli esami che passavo erano sempre meno, o lì passavo ma con voti appena sopra la sufficienza, per questo motivo i miei si preoccuparono molto, tant’è che mia mamma una sera mi chiese: “William, hai qualcosa da dirmi? Qualche problema con le ragazze magari?” Io: “No niente, sto bene, e non ho nemmeno una ragazza quindi neanche i problemi derivanti da loro” e ho promesso che avrei studiato seriamente per recuperare gli esami lasciati indietro, ma non riuscivo smetterla di segarmi pensando a mia mamma.
La storia ebbe la svolta verso la fine del secondo anno, quando mio padre aveva avuto una trasferta di lavoro, io ero in camera mia a studiare, mentre mia mamma doveva essere in salotto a guardare la tv. Avevo appena finito un capitolo caotico, molto difficile, e non resistetti alla tentazione di segarmi, avevo aperto la cartella delle foto che io scattavo di nascosto a mia mamma in casa, mentre lavava i piatti, o puliva per terra, o piegata davanti alla lavatrice a novanta, con la gonnellina leggermente sollevata lasciando vedere un piccolo pezzo delle sue mutandine. Proprio sul più bello, la mamma era entrata, ma siccome ero di spalle alla porta non l’avevo vista, e continuavo a segarmi con una mano mentre con l’altra scorrevo le foto, lei: “Che fai?”, sorpreso, venni nelle mani e mi ero girato, lei ha continuato a fissare lo schermo finché non si era accorto che mi stavo segando, lei sembrava arrabbiata, avevo paura che mi sgridasse e che raccontava tutto a mio padre, io l’ha osservavo cercando di coprire il cazzo che era diventato moscio dalla paura, ma la foto dello slideshow continuava a scorrere, e mia mamma continuava a fissare il mio schermo, stava arrossendo sempre di più, disse: “vatti a dare una sistemata”
Ero corso in bagno, con il cazzo di fuori, mi feci il bidet, ma non avevo portato le mutande di ricambio, tornai in camera con addosso i pantaloni di tuta senza mutandine.
Quando ero tornato in camera, avevo trovato mia mamma seduta al letto, mi aveva fatto il segno di sedermi vicino a lei, “Fai spesso così?”
Io: “Si, ti prego non arrabbiarti con me”
Mamma: “non lo sarò mai, stai crescendo, sei uomo ormai, ma devi controllarti, fa mala alla salute masturbarsi troppo”
Quando avevo realizzato che non era arrabbiata con me, mi sentivo molto risollevato, ma mamma mi incalzava con le domande : “E perché ti masturbi con le mie foto?”
Ero arrossito tanto, sentivo la faccia bruciarmi :”Perché sei molto bella, per cui ti immagino ogni volta”
“Stupidino, cosa diavolo pensi, sono tua mamma, suppongo sia questo il motivo del calo di rendimento all’università, non devi più farlo, va bene?”
“Va bene” risposi io sconsolato
”Devi concentrarti nello studio, tutti noi facciamo affidamento su di te, devi renderci orgogliosi, sarai il primo laureato nella famiglia di tuo padre, e per lui conta molto”, poi aggiunse una frase che ricorderò per tutta la vita: “Se ti impegni nello studio, per qualsiasi bisogno, posso pensarci io” disse con una voce più accentuata sulla parola “bisogno”.
Guardavo mia mamma, avevo capito cosa intendeva, e le avevo promesso che mi sarei impegnato al massimo.
Da quel giorno, mi masturbavo solo una volta al giorno, di notte pensando sempre a lei, studiavo sempre di più, avevo finito tutti gli esami in tempo per laurearmi a luglio, e così fù.
Eravamo felicissimi, abbiamo festeggiato con una cena in famiglia, dove abbiamo bevuto tutti molto, soprattutto mio padre che si era ubriacato.
Io e la mamma lo abbiamo portato a letto, mentre lui continuava a dire che era orgoglioso di me.
Dopo averlo messo a letto, siamo tornati a tavola, ero un pò brillo anche io, quindi mi sentivo un pò sfacciato e le chiesi: “Visto che mi sono andati bene gli esami, mi merito un premio?”
Mi guardò un attimo, “vai in camera tua”
La mamma dopo qualche minuto mi aveva raggiunto in camera mia, aveva chiuso la porta a chiave dietro di lei, si era avvicinata a me, mi aveva fatto stendere sul letto, e con grande cautela, come se avesse paura di rompermi i pantaloni me li aveva tolti, il cazzo era scattato sull’attenti, puntava dritto al soffitto, la mamma me lo aveva preso in mano, circondandolo con il pollice e l’indice, misurando la mia circonferenza e aveva detto: “amore, sei veramente cresciuto, chiudi gli occhi adesso, ci penso io a te”
Avevo appena chiuso gli occhi quando la mamma aveva cominciato a fare su e giù con la sua mano dalla pelle morbida, non era bravissima, però comunque provocava in me un bellissima sensazione. Avevo cominciato a gemere leggermente quando avevo aperto leggermente gli occhi e la fissavo, aveva il viso leggermente arrossato, e mi fissa a sua volta con la faccia amorevole, poi per un attimo il mio pensiero si era soffermato sul fatto che la donna che mi sta masturbando era mia mamma, e mi sono eccitato un sacco, talmente tanto che avevo ejaculato, il primo schizzo le era arrivano sul petto, proprio dove c’era la scollatura, il secondo meno potente sulla maglietta, poi le ultime sono rimaste nella sua mano.
Passati gli spasmi, avevo preso dei fazzoletti dal comò, e le stavo pulendo la mano, tenendola, poi ero passata sulla maglietta, e per ultimo, prima di passare al seno, l’avevo fissato un attimo, fece di sì con la testa, subito dopo avevo appoggiato la mano, strofinando, quasi palpandolo, dopo forse un minuto, aveva parlato: “adesso basta, devo andare” e si era alzata per andare via, “Mi aiuterai ancora?”
Si era girata, chinata e mi aveva sussurrata all’orecchio : “Se ti impegni, e vai bene all’università, ti potrò aiutare ancora” dopodiché aveva lasciata la camera.
Avevo fatto fatica ad addormentarmi, perché da oggi in poi ci sarà la mamma, invece che la mia mano, così non devo neanche guardare le foto di nascosto.
La mattina dopo, visto che avevo finito gli esami mio padre aveva proposto una vacanza, ma avevo rifiutato perché non volevo viaggiare da solo, mio padre aveva detto che non poteva lasciare il lavoro visto che di lì in una settimana doveva firmare un importante contratto, ma voleva che io facessi una vacanza degna, non avevo chiesto direttamente a mia mamma, ma insistevo che non volevo andare da solo, e che i miei amici erano tutti in coppia, quindi se mi fossi trovato con loro, ma senza una compagna, avrei fatto una brutta figura.
“Monica, potresti accompagnarlo tu” aveva detto mio padre all’improvviso
“Chiedi a tuo figlio se vuole essere accompagnata dalla mamma in vacanza” era la risposta di mia mamma
Avevo fatto finta di non volerlo, ma mio padre continua ad insistere, quindi alla fine avevo accettato, al pomeriggio abbiamo prenotato i biglietti, volevamo prenotare due camera, ma visto che era alta stagione, erano rimaste sole camere doppie, quindi non avevamo scelta.
Il giorno dopo eravamo partiti, quando eravamo scesi dall’aereo, abbiamo fatto il check-in, la nostra camera dava direttamente sul mare, una vista veramente favolosa. Mentre ero incantato dal panorama, mi ero accorto che la mamma non era entusiasta come me.
“Mamma, cosa hai?” avevo chiesto io
“No niente, è la stanchezza”
Anche se la mamma diceva così, ma credevo che non fosse solo per quello, ma perché era preoccupata per quello che sarebbe successo in questi giorni di vacanza, della paura di essere scoperta da mio padre, delle occhiate indiscrete delle persone che ci circondano, degli loro commenti sussurrati sotto voce sul fatto che lei era una donna di mezza età mentre io un bel giovanotto.
Così avevo deciso di tranquilizzarla, parlandole, facendo delle battutine sul fatto che molte persone all'aeroporto non smettevano di fissarla, poi eravamo andati a cena, avevo ordinato i piatti che piacevano a lei, così lei mangiando il buon cibo e bevendo del vino, aveva cominciato a sorridere, dopo la cena eravamo tornati in camera.
Ero andato a farmi la doccia per primo, ed ero uscito dalla doccia con le sole boxer, lei mi aveva guardato leggermente storto ma non aveva detto nulla, poi s’era andata in doccia.
Mentre era in bagno, io avevo unito i due letti da singoli, creando un letto matrimoniale, quando lei era uscita dal bagno, mi ha chiesto: “Perché li hai uniti?”
“Perché stasera voglio dormire con te mamma, è da un sacco di tempo che non lo faccio” avevo risposto io
“Non sei più un bambino, non ti vergogni neanche un pò?”
“No, neanche un pò, per me sei sempre la mia mamma”
“Va bene, ma niente idee strane” aveva risposto con la voce severa
“Ok, prometto di farmi strane idee”
Così ero entrato nel letto con le sole boxer, appena sdraiati sentivo il profumo che lei emanava, non era profumo dello shampoo, ma era proprio lei, così mi avvicinavo verso di lei, che indossava una veste da notte, leggermente trasparente, che si appoggiava al suo corpo, mettendo in risalto le curve sinuose della schiena e del sedere, mi dava le spalle, così le avevo chiesto se potevo abbracciarla, dopo qualche secondo, quando avevo pensato che forse avevo esagerato mi rispose di sì.
Così con la mano destra mi ero appoggiata sulla sua vita, era veramente soffice, non era la curva come quelle delle ragazze giovani, ma di una MILF veramente attraente, avevo cominciato a massaggiarla, passando dalla vita alla pancia, e lei non aveva nessuna reazione. Poi proprio quando stavo allungando la mano verso una tetta, lei aveva detto: “Smettila, dormi”
Quindi mi ero fermato con la mano a dieci cm dalle sue tette, mentro avevo il pube leggermente attaccato al suo culo, al contatto con la sua carne soda ma liscia il mio cazzo si era indurito in pochi secondi, facendole sentire tutta la mia erezione, e lei aveva avuto dei tremiti ed era tesa.
“Mamma, hai freddo?” avevo chiesto io
“un po’, stringimi più forte e non fare altro”
Così le avevo stretto anche l’altra mano sotto di lei, abbracciandola con il petto attaccato alla sua schiena, dopo un pò, avea cominciato a tremare di meno e diventare più morbida, ma il cazzo era sempre in erezione, forse per la stanchezza e per il vino che avevamo bevuto a cena mi ero addormentato in quella posizione.
A mezzanotte mi ero svegliato, lei si era girata verso di me, una bella fetta della sua tetta sinistra era quasi del tutto fuori dal vestito, il cazzo mi era tornato duro in una frazione di secondo, così mi ero alzato ed ero andato in bagno.
Mi sono seduto sulla tazza del water, presi le mutandine che mia mamma si era tolto, le misi sotto le narici e aspiravo a pieni polmoni mentre la mano destra si muoveva sul cazzo sempre più velocemente, ero così eccitato che avevo sborrato in due minuti, quando avevo finito, avevo rimesso le mutande dov’erano e proprio in quel momento mi ero accorto di un’ombra appena fuori dalla porta, ero tornato a letto, la mamma si era messa com’era prima, e stava facendo finta di dormire.
segue...
Dopo vari equivoci, che voglio evitare d’ora in poi, io sono un uomo, e il mio nickname è dovuto al mio sogno erotico delle superiori.
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