Vacanza ai Caraibi

Scritto da , il 2019-07-26, genere esibizionismo


“Amore dai... dimmi che quest’anno per le vacanze mi porti ai Caraibi.”
“Non ci penso proprio. Costa un sacco. E poi ha senso andarci d’inverno. Adesso, caldo per caldo, stiamo qui vicino. Risparmiamo in tempo e denaro”.
“Che palle! Come sei tirchio poi. Eppure i soldi non ti mancano. Io voglio andare ai Caraibi e ci voglio andare quest’estate!”.
“E’inutile che fai il muso. Sii ragionevole cara, dai.”
“...”
“Ecco non parli più. La vuoi sempre vinta. Allora facciamo una cosa. Se vuoi decidere tu dove andare in vacanza, se proprio ci tieni ai Caraibi, te li devi meritare.”
“Dimmi cosa devo fare”.
“Ricordi l’ultimo vestito che ti sei comprato?”
“Quale? Quello lungo, azzurro, come il colore dei miei occhi?”
“No no. Quello corto, strano...”
“Quello rosa a tubino con la cerniera davanti per tutta la lunghezza, il collo all’americana, la schiena scoperta fino al sedere?”
“No amore...quello strano...a macchia di leopardo...con la chiusura di lato a portafogli…con le balze in fondo , corto a metà coscia, le spalle di fuori. La scollatura ampia davanti, le manichette che scendono quasi ai gomiti... che non ho capito nemmeno che funzione abbiano se non quella di far vedere ancora di più la scollatura ed anche la parte alta del seno...”
“Ok ok ora ho capito. Ma quello non era l’ultimo. Nemmeno il penultimo... ne avrò comprati dieci dopo quello...”
“Certo che mi costi però”.
“Lo faccio per te amore. Mi faccio bella per te.”
“Guarda che non mi freghi facendo l’ingenua. Di la verità: ti piace quando ti guardano. Ti eccita essere al centro dell’attenzione. Ammettilo!”
“Taglia corto e dimmi cosa vuoi che faccia!”
“Voglio che lo indossi e vada in giro da sola”.
“Con quello? No, dai! È troppo provocante per questa città provincialotta. L’ho preso per quando andremo in vacanza. Per le passeggiate di giorno...”
“Ma che ti frega? Vuoi o no i Caraibi? Poi non voglio solo che lo indossi. Troppo comodo. Voglio che provochi, che seduci, che faccia impazzire chi ti passa vicino, uomo o donna che sia.”
“E poi mi porterai ai Caraibi?”
“Si amore bello. Hai la mia parola.”
“Allora comincio subito. Dammi il tempo di vestirmi”.
“Ehi! Sappi che non è mancanza di fiducia nei tuoi confronti, ma voglio verificare da me quello che sei capace di fare. Voglio vedere con i miei occhi come ti sbavano dietro.”
“Hum...”
“Qualche problema?”
“No no. Per i Caraibi questo e altro. Ecco, mentre parlavamo mi sono già vestita. Ho messo anche le scarpe con il tacco. Ti piaccio?”
“Mmm... come sei aggressiva! Sembri una tigre in cerca di prede. La prima c’è l’hai qui davanti. Toccami e senti com'è duro”.
“No dai ora non si può. Devo assicurarmi prima i Caraibi. Per la testa ho solo quello”.
“Dammi un assaggio. Fammi entrare tra le tue cosce, giusto due spinte, così sento come sei bagnata”.
“NO!”
“Avrai la voglia che ti si leggerà negli occhi e sarai ancora più irresistibile”.
“Ho detto di no. Ora si va a lavorare. Devo o no guadagnarmi le vacanze?”
“Va bene. Usciamo”.
“Apri la porta. Vai avanti così non pensano che tu sia con me e si intimoriscono.”
“No. Io devo stare dietro per sbirciare le tue mosse.”
“Allora fa' come vuoi.”
“Ok... a volte starò dietro, altre davanti. Dipenderà dalla situazione che si presenterà. Ora precedo io. Chiudi la porta madame.”
“Sembri la mia ombra. Uffa, non c’è gusto così!”
Sto andando. Ecco ti aspetto davanti a quella casa lì in fondo. Ciao”.

***

“Oh, chi si vede! Il mio vicino. Buongiorno signor Mario. Dove sta andando?”
“A fffare la sssspesa, bella signora. Oggi fa caldo, vero?”
“Sì, guardi . È da stare nudi perché qualsiasi vestito addosso, pesa. Mi può versare un po’ d’ acqua da questa bottiglia che mi sono portata dietro? Vorrei bagnarmi un po’.”
“Volentieri.”
“Oh, signor Mario come si sta bene sotto l’acqua fresca. Sto bagnando il viso. Mi tiro su anche i capelli con le mani bagnate. Per favore mi bagni un po’ la schiena perché non ci arrivo dietro.”
“Vvvvolentieri”.
“Va bene così. Oh signor Mario, visto che c’è potrebbe bagnarmi pure davanti. Sulla scollatura...
Oh signor Mario cos’ha fatto? No dai, mi ha bagnata tutta. Mi si vedono i capezzoli. Guardi qui. Oh povera me...signor Mario non si fa così...e insomma.”
“Te lo puoi permettere cara. Hai due capezzoli stupendi. Sembrano due proiettili che pungono il vestito. Ma che bella visione.”
“Vuole sentire se pungono veramente?”
“Mmmmaagari!”
“Mi dia la mano. Non sia timido. Senta qua. Delicatamente. Sono belle anche al tatto come alla vista? Che ne dice signor Mario?”
“Oh ssssì, Sììì !”
“Signor Mario lei sta respirando a fatica. C’è qualche problema?”
“Il mio cuore, signorina. Ha accelerato i battiti come ai tempi della gioventù...ormai non ho l’età per questi giochi. Dio che paradiso. Vorrei poter morire sul tuo petto. Fatteli toccare ancora.”
“Signor Mario sia serio per piacere e abbia cura della sua salute. Scappo. Grazie dell’aiuto.”

***

“Esci da lì porco. Lo so che ti sei nascosto e hai visto tutto. Che ne dici? Può bastare? Mi merito la vacanza dei miei sogni?”
“Con così poco? Con un vecchio poi? Ma anche no, guarda. Pensavo che avessi più fantasia. E poi vai in centro. Voglio che ti vedano là.”
“A quest’ora del giorno, con questo caldo, ci sarà poca gente, ma se proprio ci tieni, ok, ci vado. Dai, cammina un po’vicino a me...così, ma un po’ distaccato. Come non fossi la tua donna, ma qualcuna che ti ha eccitato con il suo abbigliamento poco consono...bravo, così. Leccati le labbra assetate di bere dalla mia fonte...”
“Hum vorrei tanto toccartela in questo momento... amore guarda quella bici? C’è un ragazzo. Voglio che lo provochi. Io mi allontano”.
“Tu mi guarderai?”
“Sì, starò dietro. Vai e divertiti facendolo eccitare. Questa volta mi avvicinerò solo quando sarò soddisfatto. A quel punto il tuo compito sarà finito, e la vacanza assicurata.”

La ragazza procede a passo svelto. La situazione, lo stravagante vestito di seta leggero e bagnato che si strofina sulla sua pelle come la carezza delicata di un giovane amante che dall’inesperienza ha paura di toccarla, o come la carezza di un vecchio con le mani nodose che teme di sciuparla, la eccita ulteriormente.
Lei è tutta elettrizzata. Cammina vicino al ciclista facendo finta di non vederlo. Adesso gli va troppo vicino. Il semaforo diventa verde. Il ragazzo si accorge di lei all’ultimo momento. Viene accecato da quel ben di Dio messo in bella mostra. Il sangue gli va alla testa. Il sole gli acceca la vista. Non capisce più niente. Allunga la mano e le afferra il seno. Lei gli tira uno schiaffo.
“Mortacci tuoi come arrivi al dunque! Ma chi ti ha dato il permesso di toccarmi?”
Si allontana arrabbiata. Il suo broncio la fa sembrare ancora più sensuale, ancora più irresistibile.
Arriva un sms. È del suo uomo. Lo apre. Legge.
“Non sei stata all’altezza della situazione. Mi hai deluso.”
Cerca di vedere dove si nasconde, ma non lo nota da nessuna parte.
Gli risponde di rimando:
“Ora te lo sei cercato!”
Ormai è vicina al centro. Soffia un vento leggero che alza non solo le balze del vestito, ma anche l’apertura davanti, fino in alto, quasi a livello dell’ inguine. É in quel momento che vede quattro ragazzi vicino a se. Il vento soffia più forte. Ecco che si vede la brasiliana color panna fatta di pizzo trasparente. La sua pelle abbronzata...i ragazzi fischiano. Qualcuno di loro dice qualcosa ma lei è in imbarazzo. Riesce a malapena a tenere fermo il vestito con le mani. Va avanti, ma poi ci ripensa. Torna indietro. Ha una luce diversa negli occhi, di malizia, di desiderio, di trasgressione.
E pure verbalmente li aggredisce. Vuole farli zittire, tutti e quattro, così contemporaneamente, senza paura.
Sembra un demone con la faccia d’angelo. Si rivolge a quello che ha parlato, poi inquadra pure gli altri.
“Che avete? Non avete mai visto una donna?”
Il ragazzo non si perde d’animo, ma le risponde di rimando:
“Nessuna così troia”.
“Suppongo che la tua te la dia con i mutandoni della nonna anche in piena estate. Mi fai pena”.
E comincia a spogliarsi muovendo sensualmente il corpo. Abbassa le spalline del vestito lasciando scoperti i meravigliosi seni dove non c’è nemmeno il segno del reggiseno, le areole un po’più scure, i capezzoli diritti e accusatori... I quattro uomini rimangono inebetiti da quella visione. Non proferiscono parola, riescono con difficoltà a mandare giù la saliva. Non rimane a lungo così. Si copre i seni con i suoi lunghissimi capelli che le arrivano quasi al sedere, li divide in due parti, girandoli davanti. Il vestito è fermo in vita. Il vento dispettoso soffia sui capelli. Non vuole che lei copra le sue meraviglie. Le apre il vestito davanti e lei si sente libera, libera di esprimere la sua femminilità, la sua voglia, di urlare il suo desiderio. Lo sguardo si posa su ognuno dei ragazzi. Si lecca le labbra. Ditemi: vi piace lo spettacolo che vi sto offrendo? Suppongo che la vostra donna non lo farebbe mai, nemmeno in camera da letto. Io sono Troia per voi, ma mi sento donna e orgogliosa di esserlo. Oggi voglio essere per voi la tentazione, il vostro desiderio proibito. Quella che un giorno vi chiederete se sia stato solo un miraggio causato dai vostri ormoni impazziti, dai vostri desideri mai appagati in pieno.
Si morde le labbra a sangue, comincia ad accarezzarsi le cosce. Gioca con l’elastico degli slip. Ma non li abbassa. Si accarezza il pizzo davanti. I peli neri del pube si vedono dalla trasparenza. Continua a giocare. Non è più lei, no, assolutamente. Ora gioca di nuovo con l’elastico. Fa l’occhiolino ai ragazzi...maliziosa, indecente, stronza e bellissima, abbassa le mutandine. Le toglie con una lentezza esasperante per poi portarle al naso. Le annusa a pieni polmoni. Chiude gli occhi. Le è sempre piaciuto il suo profumo di vaniglia.
Apre gli occhi, guarda i ragazzi. Fa per lanciare ad uno di loro la sua brasiliana.
“Non voglio che litighiate tra di voi - dice ai quattro uomini - quindi non la do a nessuno.”
E la lancia per aria, dove le mani di un quinto uomo l’afferrano al volo.
Lui prende la ragazza sotto braccio. Si allontanano insieme. I ragazzi rimangono muti guardando nella loro direzione. Lei si gira. Sorride. Lancia un bacio volante. Scomposta, con i capelli sul petto scompigliati dal vento, il vestito in vita come una gonna e sotto senza intimo. Camminano. Ai ragazzi arriva la voce calda dell’uomo:
“Amore, hai vinto. Andremmo un mese ai Caraibi, va bene?”
Non sentono cosa lei risponde, vedono solo che si appoggia ancora di più a lui, ma nello stesso tempo capiscono che quello spettacolo era solo una folle scommessa.

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