Io e zia Laura mentre i miei dormivano

Scritto da , il 2019-03-08, genere incesti

Dopo quella fantastica vacanza io e mia zia non avemmo molte occasioni per farlo, il mio studio e gli orari di lavoro di mia zia, molto simili a quelli dei miei genitori non favorivano di certo la cosa, dato che la loro presenza a casa era quasi costante. Ogni tanto riuscivamo a fare qualche sveltina, ma non erano di certo abbastanza per calmare sia me che mia zia, quindi il desiderio tra noi era praticamente costante.

Una sera però mia zia era, come accadeva spesso, da noi a cenare, più succinta del solito nel vestire, in particolare indossava una minigonna nera che le arrivava a metà coscia e un maglioncino bianco dal quale si potevano chiaramente vedere i suoi capezzoli. Sono abbastanza sicuro si fosse cambiata per cena, non mi sembrava di averla vista rientrare con quei vestiti quel pomeriggio.
Ci sedemmo e iniziammo a cenare, io e mia zia ad un lato del tavolo, mio padre a capotavola e mia madre al suo lato. La serata partì in modo abbastanza normale, nonostante il mio pensiero fisso sulle tette in risalto di mia zia e il suo continuare a toccarmi la gamba sotto al tavolo. La conversazione ad un certo punto si spostò su di me e sull’università, mia zia colse la palla al balzo e chiedendomi come stesse andando la mia sessione di esami prese ad accarezzarmi l’interno coscia, sul quale si estendeva la mia erezione che lei prima sfiorò con le dita e che poi iniziò a toccare lentamente a mo’ di sega cercando di non farsi scorgere dai miei, che erano di fronte a noi a parlarci. Ad un certo punto i miei iniziarono a discutere tra loro, così mia zia mi picchiettò la zip con il dito indice, cosa che interpretai come una richiesta di cacciarlo fuori; mentirei se dicessi di averlo fatto subito senza pensarci, ma quei jeans rendevano la mia erezione sempre più dolorosa, così slaccia il bottone, abbassai la zip e con non poca fatica riuscii pian piano a liberare il mio membro duro come il marmo dalla morsa del pantalone, con la cappella e la parte estrema dell’asta che spuntavano da sotto ai boxer, che zia Laura si sbrigò a scostare, facendo uscire le palle e il resto dell’asta. Rimase per qualche secondo a guardarlo mordendosi il labbro, poi notando un po’ di liquido sulla punta mi accarezzò la cappella con le dita e se le infilò poi sotto la gonna. Dopo poco si portò le dita alla bocca senza farsene accorgere e coprendole di saliva portò la mano al mio cazzo iniziandomi a segare lentamente, andando più velocemente quando era sicura che i miei fossero distratti. Ad un certo punto sentii che stavo quasi per venire, il che sarebbe stato effettivamente un problema: date le mie solite schizzate molto abbondanti avrei rischiato di sborrare sul tavolo un lago di sperma. Mia zia però si fermò di punto in bianco e tolse la sua mano dal mio cazzo, lasciandolo lì così, dopo un po’ riprese e ancora una volta quando stavo per sborrare si fermò e lo lasciò, fece questo una terza volta prima di finire di cenare, lei si alzò e dopo aver dato una mano a mia madre a mettere a posto ci salutò e si avviò verso le scale per salire nel suo appartamento; notai mentre camminava che le colavano alcune gocce dei suoi umori lungo le gambe. Io dal canto mio non vedevo l’ora di andare nella mia stanza per finire il lavoro che mia zia aveva cominciato più volte, così appena entrambi i miei genitori furono in cucina mi alzai e andai in camera.
Notai però un messaggio sul telefono, era mia zia
L – “Bella cena eh?”
P – “Eccitante, ma è stata una tortura. Mi hai quasi fatto venire 3 volte e poi non hai finito”
L – “E chi gliela spiegava la fontana di sperma ai tuoi? Poi ho in mente una cosa, ti proibisco di venire fino a domenica”
P – “Zia ma sei impazzita? Dopo quello che mi hai fatto stasera? Non potrò mai resistere 5 giorni così”
L – “Voglio che tu sia al tuo massimo per domenica notte, ho in mente una cosa e ti voglio carico di sperma”
P – “Ah finalmente, allora non prendo impegni per sabato sera, ma cosa vuoi fare?”
L – “Lo vedrai… senti mandami una foto, voglio vedere se la cosa di stasera gli è piaciuta”
Scattai una foto del mio cazzo e gliela mandai
L – “Sì, direi che gli è piaciuto e come… va bene dai dormi, io ho da fare, un certo P. mi ha mandato la foto del suo cazzo e vado a masturbarmi”
P – “Ahahahah che stronza che sei”
L – “Ahahahahah buonanotte”
P – “Buonanotte”
Quei giorni successivi passai l’inferno, non solo dovevo resistere dal non masturbarmi, lei cercava anche di provocarmi, ad esempio lasciandomi intravedere il suo perizoma o sedendosi sulle mie gambe strusciando il suo culo sul mio cazzo. Ma per non so quale incredibile forza di volontà, riuscii ad arrivare a sabato sera senza venire, si trattava ormai solo di poche ore, e avrei scoperto cosa avesse in mente mia zia. Anche quel tempo passò e i miei andarono a dormire, io ero sul letto, come al solito in boxer, ad aspettarla, quando verso le 2 circa mi arrivò un suo messaggio che mi chiede di aprirle la porta.
Andai così in salone, aprii la porta che dà sulle scale e la vidi in reggicalze e autoreggenti bianche, erano le uniche cose che indossava. Ci baciammo e nel frattempo mi spinse verso il salone
P – “Zia vuoi davvero farlo qua?”
Dissi mentre le baciavo il collo
L – “Non lo abbiamo mai fatto qui, poi il fatto che ci siano i tuoi nell’altra stanza a pochi metri mi fa eccitare un casino”
P – “Allora ti è piaciuta quella volta a telefono con loro”
L – “Non immagini quanto”
Mi mise una mano nei boxer e iniziò a segarmi lentamente mentre io le succhiavo e mordicchiavo i capezzoli.
Si inginocchiò davanti a me e mi calò i boxer, iniziò col succhiarmi le palle per poi passare successivamente al cazzo. Poco dopo la presi e la feci mettere a pecora, con le mani appoggiate sul tavolo, lo stesso tavolo dove eravamo soliti mangiare. La penetrai, le afferrai i capelli e finalmente iniziammo a scopare, mentre lei tentava in tutti i modi di non urlare o gemere troppo forte. Passò qualche minuto e sentii che stavo per venire, lo cacciai e immediatamente dopo venni e mentre lei si girava le feci una schizzata sulla schiena per poi sborrarle in faccia e sulle tette. Il seme accumulato in quella settimana era veramente tanto e continuai a sborrare per parecchio tempo, inondando del mio sperma caldo non solo lei, ma anche la tavola dietro e il pavimento. Si alzò e leccò parte dello sperma che era finito sul tavolo e portandosi anche alla bocca un po’ di quello che aveva addosso. Nel frattempo mi sedetti con il cazzo ancora duro e lei si avvicinò a me, ancora coperta del mio seme, e iniziò a succhiarmelo per pulirmelo. Passò qualche minuto e si girò, si abbassò leggermente con i fianchi e mi afferrò il cazzo, guidandolo verso il suo culo, per poi sedersi su di me, appoggiandosi sul mio corpo con la schiena. Le presi le gambe e iniziai a incularla mentre lei era sopra di me e si masturbava la figa con l’altra mano. Passarono una decina di minuti e si alzò, si girò e iniziò a montarmi dandomi la faccia, dopo un po’ che scopavamo così, mia zia iniziò ad ansimare e a gemere sempre più forte, così le tappai la bocca con un bacio, stringendola a me, in quel momento venimmo insieme e la riempii, con i suoi umori che si mischiavano al mio sperma. Le rimasi dentro ancora per una decina di secondi
P – “Ti amo zia”
L – “Ti amo anch’io”
Ci baciammo di nuovo e poi lei si alzò, mi prese la mano e ci avviammo verso camera mia, con la sua figa che gocciolava i nostri liquidi sul pavimento.
Si buttò a pancia in su sul letto e io glielo misi in mezzo alle sue fantastiche tette, ancora lubrificate dalla mia prima sborrata, mentre lei mi succhiava la cappella. Poco dopo mi sdraiai e lei mi venne sopra cavalcandomi a smorzacandela; i suoi gemiti e il rumore del suo culo che sbatteva contro le mie palle e le mie gambe echeggiavano in corridoio, il rischio di essere scoperti dai miei che erano ad una stanza di differenza era altissimo, ma confidavo nel loro sonno pesante, e poi quel rischio rendeva la cosa ancora più eccitante. Dopo che venne un altro paio di volte la feci sdraiare e la portai con la testa ai piedi del letto, per poi iniziare a scoparle la bocca con un deepthroat, mentre lei con una mano mi massaggiava le palle e con l’altra si massaggiava la figa. Ero sul punto di venire e spinsi il mio cazzo più in giù possibile, sborrandole in gola e facendola venire di nuovo.

Ci sdraiammo insieme sul letto, abbracciati l’uno all’altra e restammo così per un po’ di tempo, poi lei dovette risalire nel suo appartamento prima che i miei si svegliassero. La accompagnai alla porta, raccolsi i boxer da terra e li misi in bagno, poi mi infilai sotto le coperte senza nemmeno lavarmi, nudo e ancora sporco dei nostri umori e della sua saliva.

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