La paura del collegio

Scritto da , il 2018-08-03, genere dominazione

Sono Silvia, quaranta anni, e vi racconto di quando a sedici anni, fui spedita in collegio.
Un pomeriggio di un sabato di dicembre, era a casa nostra, una carissima amica di mia madre, che raccontava della figlia che bocciata fu mandata in collegio e tornò cambiata, io servivo i pasticcini.
Oltre mia madre, erano presenti le mie sorelle maggiori, Monica, e Federica, fu proprio quest’ultima a dirmi davanti a tutte loro, sentito bene signorina? Vedi di applicarti altrimenti…
Io arrossii e uscii dal soggiorno in silenzio. Federica invece, di me disse, è svogliata, non studia come dovrebbe, è intelligente, ma non si applica come potrebbe, il collegio per lei sarebbe la miglior cura, aspettiamo la pagella di questo primo trimestre, se sarà un disastro, la ritireremo da scuola, e la manderemo a lavorare, poi decideremo se inviarla in collegio o meno. Tu mamma, sei troppo permissiva con lei, continuò Federica, lascia che me ne occupi io, vedrai, forse non ci sarà bisogno né del collegio, né di ritirarla da scuola, ma solo di avere polso con lei, e imporle la disciplina.
Prima che la nostra ospite si congedasse, fui chiamata da Monica che venne a chiamarmi nella mia stanza dicendomi la signora sta per andare via, vieni a salutarla, poi tutte nello studio, quando in casa nostra si pronunciava questa frase voleva dire che ci dovevano essere comunicate cose importanti. Accompagnammo tutte e quattro la nostra ospite alla porta, dove ci salutò una a una.
Richiusa la porta, ci recammo tutte nello studio, dove mamma si accomodò dietro la scrivania, mentre, Monica e Federica, si sedettero sul divano. Io entrai per ultima, e mia madre guardandomi mi disse: Silvia, oggi è stata presa da me, una decisione importante che ti riguarda, attenderemo la pagella del primo trimestre, se sarà un disastro le alternativa sono: ritiro da scuola immediato e verrai inviata subito al lavoro.
Ritirata da scuola, inviata al lavoro e poi spedita in collegio fuori dall’Italia, da cui ne uscirai solo dopo avere conseguito il diploma.
Terza ipotesi, che è quella che secondo me è la più valida, che ho già scelto, quella di farti seguire negli studi da Federica, ma, cercai di dire io, ma fui zittita sempre da mia madre che disse, niente, ma così ho deciso, e basta, Federica ha la delega per ritirarti a scuola se non ti senti bene, ed è anche delegata da me dall’inizio dell’anno per andare ai ricevimenti dei professori.
Poi rivolta amia sorella le disse: Federica, controllale il diario, vedi quali sono le materie per lunedì, e domani sera assicurati che sappia non bene, ma benissimo le lezioni. Tranquilla mamma rispose lei, sarà fatto.
Bene, ragazze, potete andare, tutto qui disse nostra madre, Monica, andò in camera sua, io stavo andando nella mia , e Federica venne con me, dammi subito il diario signorina senza discutere chiaro? Sentito cosa è stato detto da nostra madre prima? aprii la borsa e le porsi il diario con i compiti, segnati per il lunedì, lei controllò immediatamente, poi disse, fuori subito i libri, e i quaderni e portali in camera mia subito.
Evitai ogni discussione, ed eseguii quello che mi era stato detto, anzi, per meglio dire, ordinato di fare.
La domenica mattina, alle 7,00 ero già nella stanza di mia sorella Federica, alla scrivania a studiare sotto il suo strettissimo controllo.
Alle ore 9,30 fui interrogata in quello che avevo studiato, era soddisfatta per quanto riguardava letteratura e storia, ma insoddisfatta per la geografia. Signorina, se non sai la geografia come si deve, tu non esci per un mese, e scordati il cellulare, e il pc. E sai che se voglio lo faccio.

Ora fila a farti la doccia, e questa sera dopo cena, ti risento in geografia.

la giornata passò tranquilla, dopo pranzo, mi studiai attentamente geografia, anche perché dalla sera prima il mio cellulare, quando sto a casa, lo devo consegnare a mia sorella, verso le sette e trenta, uscii dalla mia stanza, incrociando Federica che mi disse, allora signorina, studiata geografia? si, tranquilla, bene, bene, bene, vedremo dopo.
Dopo cena, dopo avere sparecchiato, mi disse, signorina, in camera mia, e una volta entrare, chiuse la porta a chiave, mi tenne, per ben due ore, fino alle dieci, correggendomi pure le virgole, poi mi mandò al letto.

Il giorno seguente, il lunedì mattina, a scuola, mentre la nostra insegnante di storia e letteratura e ,geografia faceva l'appello, arrivata a me, disse interrogata vieni alla cattedra. Mi interrogò, chiedendomi tutto, ma proprio tutto, tornai a posto con otto in tutte e tre le materie. fu così anche per le altre materie, non solo per il primo trimestre, ma anche per gli altri due trimestri.
Quando Federica, andava al colloquio con gli insegnanti, erano tutti contenti perché avevano notato il cambiamento.

Quando la scuola finì, ed iniziarono le sognate vacanze, non sapevo ancora cosa mi aspettava. Per tutto il periodo estivo, sarei dovuta andare in un campeggio a pulire i bagni con una ditta di pulizie, così avevano deciso per me. o meglio, così aveva deciso mia sorella.
Quando arrivò il mese di settembre, credevo che sarei tornata a scuola, e avrei ritrovato le mie amiche di sempre, invece mi sbagliavo, anche se avevo recuperato alla grande in tutti e tre i trimestri, fui spedita in collegio, questo seppi, poi in seguito avevano concordato i miei insegnanti con mia sorella. In collegio feci gli ultimi tre anni e completai il ciclo di studi.

In quei tre anni, imparai cosa volesse dire obbedienza, e disciplina.
Appena arrivammo all'edificio del collegio, fummo subito condotte presso l'ufficio della direttrice, fuori la porta vi era una ragazza in ginocchio che singhiozzava e tremava terrorizzata. La direttrice rivolta a mia sorella le disse: mi creda, a questa età, niente di meglio che una buona battuta per domarle, mia sorella non se lo fece ripetere due volte e chiese il modulo per firmare la liberatoria. Poi, prima di uscire, mia sorella mi disse, signorina, vedi di rigare dritta, e di non fare stronzate come tuo solito, poi sappi che, una volta diplomata, verrai a stare da me. poi mi salutò dandomi un bacio, e facendomi una carezza sulla guancia destra. lei uscì dalla porta dove eravamo entrate, cioè alle mie spalle, mentre da quella al lato destro della direttrice, si materializzò, quella che sarebbe stata la mia responsabile del piano, Antonella, una ragazza che era al primo anno di università, ma che continuava a risiedere in collegio. Come entrò saluto la direttrice dicendole; buongiorno signora direttrice comandi, ciao Antonella, lei è la nuova arrivata, accompagnala e falle espletare tutte le formalità di rito delle nuove arrivate.( Capii poi cosa volesse dire) Sul volto di Antonella comparve un sorriso malizioso e rispose subito, provvedo immediatamente, e una volta terminato il tutto, torno a farle rapporto. Brava la mia Antonella, ed ad un cenno della donna, mi affiancai alla sinistra della nuova arrivata e la seguii senza fiatare.
Ci recammo in sartoria, dove mi furono prese le misure per la divisa, per permettere ciò, mi dovetti spogliare completamente, Antonella, mi squadrò da capo a piedi senza tralasciare un centimetro del mio corpo. La responsabile della sartoria rivolta ad Antonella le disse, bel bocconcino non è vero? Verissimo rispose lei, appena arrivata carne fresca aggiunse l'altra. Successivamente, mi rivestii e mi venne data la dotazione di biancheria intima da usare in collegio, dodici paia di reggiseni bianchi, con altrettante culotte, due costumi neri olimpionici con lo stemma del collegio, e due tute da ginnastica con le scarpe, dodici camice azzurre e due cravatte bordeaux fui accompagnata in stanza dove mi venne indicato quale era il mio armadio e il mio comò, subito dopo avere sistemato il tutto fui accompagnata presso l'infermeria per essere visitata.
Anche qui, devo denudarmi completamente davanti la mia accompagnatrice e, all'infermiera. vengo pesata, e misurata l'altezza con la stacca. Poi vengo inviata dalla cardiologa per fare l'elettro cardiogramma, e successivamente dalla ginecologa, la ginecologa dopo avermi controllata la vagina, ed essersi accorta che sono ancora vergine, esclama dicendo, merce rara di questi tempi. e poi annota sulla scheda la data del mio arrivo, l'ora della visita, e poi mi dice che, il controllo è ogni trimestre, se il tutto è regolare, altrimenti richiedere la visita tramite la mia responsabile del piano.( la mia accompagnatrice era sempre presente sia dalla cardiologa, che dalla ginecologa).
Le lezioni iniziarono il 1 di ottobre. quando eravamo in classe, avevamo la divisa, che consisteva in una camicia celeste, cravatta bordeaux con impresso lo stemma del collegio, giacca blu, gonna blu plissettata fino al ginocchio, calzettoni bianchi, e mocassini neri.
Il primo giorno , e la prima settimana passarono tranquilli.

Il sabato mattina, terminate le lezioni, fui convocata dalla mia responsabile di piano per urgenti comunicazioni.

Mi presentai alla sua stanza che era al V piano, bussai, e una volta ottenuto il permesso di entrare, aprii la porta, entrai e richiusi. la mia responsabile mi disse queste testuali parole: Silvia, questa sera dopo cena, fatti trovare davanti la porta della mia stanza, non fare domande, saprai tutto al momento opportuno.
Adesso spogliati come per fare la doccia che devo ispezionarti completamente.
io iniziai subito con il togliermi la giacca, poi allentai il nodo alla cravatta, che sfilai, poi sbottonai la camicia, la gonna, rimanendo in intimo calzettoni e mocassini, una volta tolto il resto rimasi natiure, nuda, completamente nuda, Antonella, iniziò con l'ispezionarmi sotto le ascelle, poi le orecchie, il naso, , la bocca, seno, sfiorandolo, e soppesandolo per sentire la tonicità, sfiorò il ventre, controllò il pube, la mia vagina, poi mi fece voltare, mi mise i capelli davanti al viso, e controllò la spina dorsale, poi ispezionò l'ano, ed infine dopo avermi dato una bella e sonora pacca sul culo mi disse che era tutto ok, e che potevo rivestirmi, forza veloceeeeeee, eseguire quando ti viene impartito un ordineeeeeeeeeeeeeee, disse Antonella diventando immediatamente autoritaria, con una faccia severa che metteva paura.

Terminata la cena, quando tutte noi ragazze ottenemmo il permesso di lasciare il refettorio, mi recai direttamente al V piano e attesi davanti la stanza della mia responsabile, dopo poco arrivò anche Antonella che, dopo avere aperto la porta ed essere entrata lei per prima, mi dette il permesso di entrare. Richiusi la porta e lei dopo essersi accomodata dietro la scrivania mi fece cenno di avanzare.
Mi disse che, durante la prima settimana era andato tutto bene, ma che nella seconda settimana, vi era stato un calo da parte mia in alcune materie, e che per questa volta sarei stata ammonita direttamente da lei in forma verbale, ma che sarebbe stato riportato nel suo registro, il che voleva dire essere diffidata. Tentai di rispondere, ma per tutta risposta mi arrivò un violento schiaffone che mi girò la testa dalla parte opposta.

Subito dopo fui rispedita nella mia stanza.
Durante le lezioni se tutto andava bene, bene, altrimenti, durante l'intervallo, veniva la Prefetta , (cioè la persona responsabile di impartire la punizione) che provvedeva ad alzare la gonna della ragazza in questione, abbassarle le culotte, e somministrarle la punizione. la prima volta avveniva davanti la classe, la seconda vola davanti a tutte le sezioni del piano, se si arrivava alla terza punizione, cosa che succedeva quasi sempre, si finiva in direzione, e allora era la direttrice che decideva quale tipo di punizione poteva essere più adatta al momento.
la mia prima punizione avvenne ben quindici giorni dopo essere stata diffidata dalla mia responsabile del piano. Era la lezione di filosofia, mi interrogò trovandomi impreparata, e ricevetti ben cinquanta colpi di frustino sulle natiche nude, poi dovetti seguire la lezione rimanendo in ginocchio, mentre per le altre materie, fui obbligata a rimanere seduta al mio posto senza fiatare .





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