Finalmente a casa

Scritto da , il 2021-08-28, genere masturbazione

Finalmente a casa. E’ venerdì tardo pomeriggio ed ho appena varcato la soglia di casa. Nessuno ad aspettarmi, Nicole se ne è andata due settimane fa sbattendo la porta ed io sono rimasta sola a cercare di consolarmi in un mare di lacrime. Mi chiamo Lexi ed ho 30 anni. Mi posso definire una bisex convinta con una leggera maggiore propensione al cazzo..ed è proprio questa mia voglia che ha causato la rottura con Nicole. Mi ha sorpreso a letto con il ragazzo, molto giovane, della pizzeria che mi stava inculando facendomi letteralmente ululare.
Comunque stasera me la sono presa libera perché ho un grosso problrma da risolvere. Non vado in bagno (letteralmente non cago) da cinque giorni e non ce la faccio più, ho la pancia dura e fatico terribilmente a trattenere le scoregge in ufficio…sono sotto stress e sto abbastanza male.
Mi spoglio nuda e vado in bagno, frugo nell’armadietto dei medicinali e trovo la scatola di supposte di glicerina, prendo anche una peretta di glicerina e tendo una manovra d’urto…devo assolutamente svuotarmi.
Per prima cosa mi distendo sul letto col sedere per aria e mi infilo la cannula della peretta…premo ed il contenuto fluisce nel mio culo dandomi subito stimoli che però non devo ascoltare. Trattengo e mi infilo due supposte, una dietro l’altra, sperando la terapia funzioni. Per completare prendo dal comodino un plug anale e lo inserisco come tappo. Mi distendo sul letto e mi rilasso.Questo plug anale fa parte di una serie composta da varie dimensioni, che mi ha regalato Nicole. Mi scorrono le immagini del sesso di fuoco che facevamo e mi bagno…saranno gli stimoli a cagare sempre più forti e i ricordi della figa e dello splendido culo di nicole, che mi hanno eccitata a mille.
Mi concentro, mi siedo sulla tazza e delicatamente sfilo il tappo dal mio culo. Scoreggio forte e le supposte vengono spinte via e cadono dentro il cesso. La peretta sembra sia efficace perché espello le prime palline di cacca che si trascinano dietro il vero carico di merda. Mi allargo le natiche con le mani per facilitare l’apertura dell’ano. Metto timidamente un dito dentro e sento subito lo stronzo grosso e duro…sta per uscire.. sento che il buco mi si sta allargando in modo pazzesco. Io sto spingendo come una matta ed alcune lacrime mi scendono dallo sforzo. Quando la cacca impegna il buco ed inizia piano piano la sua discesa, io cerco di rilissarmi un po’, ma è un errore perché lo stronzo si ferma subito ed allora riprendo a spingere facendo versi gutturali di cui mi vergogno. Neanche il cazzo più grosso che ho preso nel culo si può paragonare a questo mostro. Il dolore mi fa fermare un attimo ma poi riprendo per non rischiare di romperlo che significherebbe non potere più espellere la parte rimasta dentro.
Sono tutta sudata, ho i capezzoli durissimi e con grande sorpresa sento che sto per avere un orgasmo…pazzesco, come un inculata monstre. Ansimo, vengo, male ovviamente, poi la discesa della cacca mostro riprende lenta ma costante. Ad un certo punto sento che rallenta perché è una parte grossa e deve superare l’ostacolo della dimensione del mio buco sebbene allargato a dismisura. Il dolore aumente ma finalmente passa l’ostacolo. Da li in poi esce fluido e sembra non finire mai. Mi asciugo il sudore e mi rilasso, ho svuotato l’intestino. MI alzo ed ho le gambe che mi tremano per lo sforzo. Guardo il risultato delle mie fatiche e rimango senza parole…è enorme e lungo al punto tale da arrivare al bordo della tazza. E’ talmente duro che è rimasto dritto. Ovviamente non posso scaricarlo così. Lo fotografo, ritengo sia da guinness, poi lo prendo in mano e lo poso nel bidet, lo frammento e scarico pezzo dopo pezzo nella tazza, tempo trascorso a cagare: 45 minuti circa. Mi butto sotto la doccia lavandomi bene il buco del sedere che però non ha residui di cacca.
Sono esausta, e ho fame. Mi preparo un piatto di spaghetti al pomodoro, utilizzando i datterini che ho trovato dal mio ortolano di fiducia. Un soffrittino con olio aglio ed un pizzico di peperoncino e sono a tavola per gustarmi il tutto.

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