06 - Violentata dagli zingari

Scritto da , il 2021-04-17, genere dominazione

Il mio nome è Alessia, ho trent' anni, vivo a Roma e faccio l'estetista. La storia che voglio raccontare accadde diversi anni fa quando, finite le superiori, stavo cercando di capire cosa fare della mia vita. Bighellonavo tutto il giorno e avevo il vizio di fumare erba. I soldi per comprarla però erano pochi, così, sfruttando il fatto di essere una bella ragazza, cercavo di fumare gratis circuendo lo spacciatore che mi riforniva. Aveva perso la testa per me, ma io, da vera stronza facevo la preziosa. Non mi ero mai concessa a lui completamente, desiderava la mia fica e io dovevo difenderla dai suoi continui assalti! Facevamo grandi pomiciate, che puntualmente finivano con lo sperma appiccicato sul palmo della mia mano. Non che fossi vergine, il mio fiore l'aveva colto un bolognese di 25 anni in campeggio a Milano Marittima. Con lui però facevo la smorfiosa facendogli credere di essere ancora intatta; non avevo nessuna intenzione di darla via in cambio dell'erba. I suoi amici mi avevano soprannominato " la profumiera" proprio perché gliela facevo solo annusare. A Mario, lo spacciatore, avevo fatto solo un pompino quando ormai il mio debito era diventato insostenibile e lui stava perdendo la pazienza.
Un giorno, mentre stavamo fumando uno spinello, vidi Mario veramente preoccupato. Mi raccontò che gli avevano rubato una grossa partita di fumo che ancora doveva pagare agli zingari che in zona, gestivano lo spaccio e la prostituzione. Temeva che i due fratelli dai quali si riforniva non credessero al furto. Voleva incontrarli per cercare di spiegare la situazione, ma era certo che l'avrebbero strapazzato. Mi chiese di accompagnarlo sperando che, con me accanto, non lo avrebbero picchiato. Non potendo rifiutare andai con lui. Mi vestii cercando di nascondere il più possibile le mie forme, non volevo assolutamente attirare l'attenzione di quella gente. Indossai scarpe da ginnastica, leggins neri coperti quasi del tutto da un’ampia camicia rubata a mio fratello e legai la mia folta chioma bionda dietro la nuca. Il campo Rom si trovava sotto un ponte dell'autostrada. Appena scesi dalla macchina, guardati con sospetto, ci dirigemmo verso una grossa roulotte priva di ruote appoggiata su blocchetti di tufo. Come entrammo capii subito che per me si sarebbe messa male.
- Ciao Mario come stai? Chi è la puttanella che ti sei portato dietro?
Mario da vero codardo non replicò all'offesa; balbettando raccontò la storia del furto e come intendesse risarcirli. Nella roulotte c'erano i due fratelli, insieme a una donna di circa 50 anni vestita da zingara che doveva essere la madre. Dopo avergli dato due schiaffi micidiali, uno dei due, sicuramente il maggiore, prese la testa del mio amico e afferrandogli i capelli gli sputò in faccia dicendo:
- "A brutto fijo de na mignotta! Che pensi de venì qua a coijonacce co' ste stronzate! A me delle fregnacce che racconti non me ne frega n'cazzo. Te do tempo 'na settimana e poi, se non me porti i soldi che me devi, te vengo a cercà e te strappo tutte le unghie delle mani! Hai capito bene"?
- Siii, ... balbetto Mario, non ti preoccupare pagherò tutto come sempre.
- Bene mo levete da li coijoni che me voglio spupazzà sta bambolina che c'hai portato.
Con un calcio in culo Mario fu buttato fuori dalla porta. Quello stronzo cercò di spiegare che io non c'entravo niente e che mi dovevano lasciar stare ma appena l'altro fratello tirò fuori la pistola che aveva nascosto nei pantaloni, scappò via come una lepre.
- Guardate, dissi impaurita, non so niente di tutta questa storia, sono solo una sua amica che lo ha accompagnato.
- Mi sa tanto, solo amica, che adesso vieni qua e mi succhi il cazzo.
Impaurita da quelle parole, cercai di scappare ma la megera mi fece lo sgambetto facendomi cadere a terra.
- Brutta troia se mio figlio dice di succhiare cazzo tu succhi cazzo.
Urlando cercai di divincolarmi ma un violento manrovescio mi fece desistere. Uno dei due che chiamerò il biondo tirò fuori il suo cazzo e me lo mise davanti.
- Forza ragazzina datti da fare, apri questa boccuccia e tira fuori la lingua. Tremando dalla paura iniziai il pompino, l'uccello puzzava di piscio e mi veniva da vomitare. Dopo un po' capii che non voleva un pompino ma solo scoparmi la bocca. Me lo cacciava dentro velocemente come se stesse scopando una fica. Non riuscivo a respirare. A un certo punto i suoi colpi furono sempre più veloci e profondi, lo spingeva dentro fino alle tonsille provocandomi conati di vomito. Mi teneva la testa con le mani e impediva ogni mio movimento. Bava e saliva colavano sulle guance e sul mento. Lo tirò fuori un attimo ma solo per darmi una sberla:
- Fai attenzione a questi cazzo di denti... altrimenti te li cavo uno a uno!
Penso di non aver mai ricevuto uno schiaffo così in vita mia, a momenti mi staccava la testa. Continuò a scoparmi la bocca incurante delle lacrime e dei lamenti fino al momento in cui lo sentii gridare:
- Ssiii, ... daiiii, ... vengo! Fammi sborrare, fammi sborrareee!
E una montata di sperma invase la mia bocca. Stavo per sputare tutto, quando la megera, che aveva assistito divertita al pompino, disse:
- Puttana se tu sporcare in terra io frustare tua fica con ortiche!
Con riluttanza mandai giù. Non mi è mai piaciuto il sapore dello sperma e odio ingoiare, ma non ero nelle condizioni di scegliere. Intanto il fratello moro si era tolto pantaloni e mutande e aveva tirato fuori un cazzo enorme con una cappella spropositata che somigliava a un fungo porcino!
- Su da brava mostraci cosa nascondi sotto questi stracci! Facci vedere come sei fatta!
Io cercai di sgattaiolare ma quella stronza della madre mi afferrò da dietro immobilizzandomi. I due dopo avermi tolte le scarpe, mi sfilarono i leggins lasciandomi con l'unico indumento che non pensavo venisse visto: il perizoma.
-’Anvedi che mutande da troia che indossa ‘sta ragazzina!
- Ragazze italiane tutte troie - disse la megera.
- Forza dolcezza non fare la smorfiosa e facci vedere la passera.
Mi stesero sul tavolo, la vecchia megera mi teneva per le braccia mentre mi dibattevo come un'anguilla perché non avevo nessuna intenzione di farmi scopare. Le loro mani mi stringevano tenendomi incollata al tavolo. Mi sfilarono il perizoma e, subito dopo, anche il reggiseno fece la stessa fine.
- Ehi! ... Guardate che meraviglia! Fra tante fiche depilate trovare una topina bionda, con il pelo così ben curato, è una vera rarità! Chissà per chi se l'era tirata a lucido!
Uno dei fratelli si stava dedicando alle tette, la palpeggiava stringendo i capezzoli fra le dita, l'altro cercava di aprirmi le gambe che disperatamente cercavo di tenere chiuse.
- Scalpita, ... scalpita pure cavallina, ... che adesso ti facciamo un bel servizietto!
Sentii una mano insinuarsi con prepotenza tra le cosce, le dita accarezzarono il mio sesso; provai a tirare indietro il bacino per sottrarmi a quel contatto ma non ci riuscii.
- Forza bellezza non ti ribellare, ... fai la brava e allarga queste cosce!
Intanto la mano percorreva la strada verso la vagina. Le dita stavano godendosi la mia più segreta intimità. Lo sfregamento delle dita sulle mie piccole labbra stava facendo inumidire il mio sesso e non volevo che questo accadesse. Avrebbero riso di me dicendo che stavo godendo. Vedevo il cazzo che era pronto a violentarmi. Era enorme e duro, tremavo all'idea di prenderlo nella mia piccola vagina che era entrata in attività da poco e non era abituata a quelle dimensioni. Il moro era riuscito ad allargarmi le gambe e godeva nel vedere il terrore sul mio volto. Portando la mano fra le gambe, impugnò saldamente il cazzo e cominciò a strofinarlo sulle labbra del mio sesso. Finito lo sfregamento si fermò puntando la cappella al centro della vagina. Sentivo che quel mostro aveva bisogno di spazio e premendo lo stava creando. Mi fece male, mi sentivo divaricata da quella punta calda. Inutilmente provai a chiudere le gambe e a muovere il bacino per sfuggirgli, ma fu tutto inutile. Continuava a spingere, … poi spinse ulteriormente. Urlai forte quando si fece strada all’interno, urlai e piansi copiosamente quando sentii la mia vagina dilatarsi al suo passaggio.
- Stai ferma bambolina, non ti muovere! La tua fica è stretta all'inizio farà un po’ male ma poi, sono sicuro che ti piacerà.
Urlai con tutto il fiato che avevo in gola.
- Noo! Non voglio! Bastardo, … bastardo, non voglio! Maledetto, siete dei figli di puttana. Mi rompi, mi fai male! Ahia che dolore!
Le lacrime sgorgavano copiose dai miei occhi e colavano sul viso. Lui lo spinse ancora dentro, e poi ancora avanti e indietro.
- Basta! Basta! Mi uccidi! Mi fai male!
- Cazzo che fica piccola che hai,... cerca di rilassarti, il dolore tra poco lascerà il posto al piacere! Vedrai ti farò godere come una fontana! Dovresti essere contenta di essere scopata da un cazzo come il mio! Ti assicuro che difficilmente se ne trovano di queste dimensioni, ... non senti come te la dilata per bene? Ancora una spinta e l’hai preso tutto.
Aveva ragione, ... aveva un cazzo enorme! Stavo soffrendo di più di quando fui sverginata. Quel bastone mi dilatava la passera e ad ogni affondo mi pigiava sull'utero facendomi sobbalzare. Ma la cosa che mi faceva incazzare era la brutta sensazione che provavo a dovermi sottomettere al bastardo che mi stava violentando.
Dopo un tempo che a me sembrò un’eternità, mi sborrò dentro senza alcun riguardo. Fortuna che prendevo la pillola per regolarizzare il ciclo. Con Un flop uscì dalla mia patatina. La sensazione che provai fu quella di avere un forno in mezzo alle gambe. Pensavo che le pene fossero finite ma il biondino era di nuovo con il cazzo in tiro; palpeggiava le mie tette titillandomi i capezzoli e torcendomeli fino a farmi male. Quando si fu stancato di martoriare i seni decise che era arrivato anche per lui il momento di scoparmi. Mi divaricò le cosce, spingendomi in alto le gambe poggiando i miei piedi sulle sue spalle. Aveva il cazzo in mano e lo passava avanti e indietro sulla mia fichetta. La sua cappella strusciando sulle piccole labbra le divaricava facendo uscire tutto lo sperma che aveva depositato il fratello.
- Mamma che schifo! Non voglio mettere il cazzo qui dentro!
A quel punto la stronza della madre gli suggerì subito il rimedio.
- Se non vuoi sporcare cazzo, ... usa l'altro buco!
Oddio mi volevano inculare! Da quella parte ero vergine, ... a malapena riuscivo a sopportare le supposte, mi avrebbero sfondata. Urlando scesi dal tavolo cercando di fuggire ma fui subito bloccata ingaggiando una vera e propria lotta per cercare di salvare il culo.
Quella schifosa zingaraccia che aveva proposto la sodomizzazione trovò anche la soluzione al problema.
- Buoni figli questo posto troppo stretto! Non adatto per rompere culo! Portare nella stalla.
Il moro che mi aveva appena scopato mi prese in spalla e uscì dalla roulotte.
- Zingari di merda! - urlai - non potete farmi questo sono vergine.
Intanto cercavo di liberarmi prendendo a pugni la schiena e il sedere dello zingaro. Ero coricata sulla sua spalla con indosso solo la camicia che stando a testa in giù, a malapena mi copriva il sedere. Attraversando il piazzale incrociammo un altro zingaro che si mise a ridere vedendo la scena.
- Salve cugino, dove l'avete trovata questa bella ragazzina?
- E' un regalo di un amico che mi deve dei soldi.
- Non è vero mi hanno picchiata e, ... violentata! Aiutatemi vi prego!
- Come scalpita però! ... Posso darle un’occhiata?
- Certo accomodati pure.
Il cugino venne verso di me mi prese i capelli facendomi alzare la testa.
- Bel visino, bellissimi occhi e che boccuccia, ... chissà che pompini da favola che farà.
- Non ti voglio deludere ma con la bocca non sa fare un cazzo. E giovane e non ha esperienza.
Capii che dal cugino non avrei ricevuto nessun aiuto anzi, quello stronzo si era portato dietro di me e mi stava accarezzando le cosce. Alzando la camicia ebbe la visione del mio culetto e della mia vagina ben esposti. Come se fossi un animale da esposizione, mi palpò il sedere toccandomi la fica, poi non contento, spinse un dito all'interno facendomi sobbalzare.
- Ehi ma, ... è piena di sperma!
- Ma va? - Disse il moro - ho appena goduto nella sua stretta fichetta!
Il bastardo del cugino con l'indice bagnato di sperma volle saggiare anche l'altro buco. Con la mano sinistra mi divaricò le chiappe e senza indugio infilo il dito nell'ano facendomi urlare.
- Ahiaaaa! Che cazzo fai brutto maiale! Togli immediatamente il dito dal mio culo! Stronzo bastardo!
Cercavo di sottrarmi a quella profanazione ma il porco teneva ben piantato il dito nel sedere. Pur agitandomi come un’anguilla non riuscivo a sfilarmelo dal culo. Il risultato di tutti questi movimenti fu di ritrovarmi il dito completamente infilato nel retto fino alle nocche.
- Guarda come scalpita la cavallina! Mi sa che è una puledra che dietro non ha ancora conosciuto lo stallone perché ha il buchetto bello chiuso.
Sfilò il dito dal sedere e lo portò davanti alla mia bocca sussurandomi...
- Bambolina io non credo che con quella boccuccia tu non sia capace di fare pompini! Chissà quel bruto cosa ti avrà fatto! Fai la brava succhia questo dito come se fosse un cazzo e dimostra a mio cugino che si sbaglia!
- Sei matto! Lo hai appena sfilato dal mio culo e sarà anche sporc...
Non mi fece finire la frase che tirandomi per i capelli mi ficcò il dito in bocca facendomelo arrivare in gola. Una volta infilato con l'altra mano mi prese una tetta torcendomi il capezzolo.
-Se quando lo tiro fuori non è pulito, ti sfregio questo bel faccino!
Piangendo leccai il dito cercando di non pensare a dove era stato infilato e, il bastardo, … appena vide la mia resa, smise di torcermi il capezzolo.
- Dove la state portando?
- Vedi cugino la ragazza si comporta come le puledre che non vogliono obbedire. Non accetta di farsi fare il culo e si ribella continuando a scalciare. Probabilmente non è stata mai con un vero uomo che le ha insegnato a sottostare al volere del cazzo e questo spiega perché, come hai notato, ha il culetto ancora vergine. La stiamo portando nella stalla dove le faremo conoscere il bastone del comando che ha fatto passare la voglia di ribellarsi a un mucchio di ragazze. Quando avrò finito di domarla sarà obbediente e pronta a farsi cavalcare! Purtroppo con le verginelle è sempre la stessa storia: bisogna farle entrare in testa, oltre che nel culo, il concetto che il cazzo va preso anche nel sedere!
- Allora anche dietro le farete il buco da signora! Peccato che debba andare a lavorare perché deflorare un culetto ribelle è sempre un avvenimento da non perdere. Avrei partecipato volentieri, ma sono certo che con il cazzo che ti ritrovi, in pochi minuti avrai la meglio sul suo sfintere. In tutti questi anni si è perso il conto dei culi che hai sverginato! Hai iniziato alla sodomia tutte le ragazze del campo! Che dirti,... buon divertimento e dalle due colpi da parte mia.
Piangevo a dirotto! Non avevano il diritto di farmi questo. Ero considerata come un animale e trattata come tale e in più si apprestavano a sodomizzarmi. Entrammo in un capanno puzzolente pieno zeppo di cianfrusaglie. Nella stanza c’era un cavalletto con sopra una sella di cuoio che pensavo stesse lì per essere ingrassata. Fui fatta mettere a cavalcioni su di essa e poi mi fecero chinare in avanti. Mi bloccarono braccia e gambe con dei cinghietti e poi, sempre con una grossa cinghia di cuoio, mi bloccarono completamente a pancia sotto. La megera, che aveva assistito a tutta la preparazione, venne alle mie spalle e, con poca grazia, mi tastò in mezzo alle chiappe infilandomi un dito nel sedere.
- Ahiaaa! Vecchia stronza che fai!
- Controllo tuo culo. Buco molto stretto. Molta fatica per entrare.
Che figlia di puttana stavo per essere sodomizzata e lei si preoccupava per lo sforzo del figlio. Mi vergognavo come non mai nel sentire quella parte del mio corpo così intima guardata e toccata da quelle manacce. Ero terrorizzata da quello che stavano per farmi! Era stato atroce dover prendere quel cazzo davanti e mi venivano i brividi al pensiero che fra qualche minuto me lo sarei ritrovato piantato nel sedere. Scoppiai a piangere e singhiozzando implorai di risparmiarmi quel supplizio. Il biondo intanto si era posto alle mie spalle e stava incanalando il suo cazzo nelle mie chiappe. Per fortuna che era quello con il cazzo più piccolo.
- Su bellezza non te la prendere e smetti di piangere! Devi fartene una ragione, hai un culo stupendo, prima o poi qualcuno te lo doveva pur sverginare. Mi stupisco che quel coglione del tuo ragazzo non te l’abbia ancora rotto. Vorra dire che adesso ci penserà il mio uccello a toglierti l’impiccio di quest'ultima verginità.
- Non mi inculate, ... non voglio; vi prego, ... sono vergine! Non lo fate per carità!
- Il bastardo mi divaricò le chiappe e sputò centrando in pieno il buchino poi, utilizzando anche lo sperma e i liquidi che stavano uscendo dalla fica, mi unse con cura l'ano dentro e fuori facendomi di nuovo sobbalzare dal dolore. Il fratello dal cazzo grosso mi si mise davanti infilandomi l'enorme pene in bocca.
- E meglio che le tappo la bocca altrimenti le sue urla si sentiranno fino in centro! Non provare a mordere perché ti faccio saltare le cervella.
- Ci siamo bambolina, il momento è arrivato,... stai per prendere il primo cazzo nel sedere!
- No! Non farlo, ... non farlo ti prego, ... ti prego.
Nonostante i tentativi di farlo desistere appoggiò la cappella sul buco forzando la stretta rosetta. Sentivo la cappella premere contro l'ano.
- Ahiiaa! Ahiiaa, che dolore! Mi fa malissimooo! Smettila, è troppo grosso non può entrare!
Stringevo con forza lo sfintere per evitare di farlo entrare ma il bastardo non arretrava di un millimetro. Non so per quanto tempo avrei resistito all’assalto di quell’ariete.
Urlavo per sfogare la rabbia e per maledirli.
- Urla pure, ... più gridi, più mi ecciti e più mi fai indurire il cazzo e,... smettila di stringere le chiappe, non fai altro che prolungare l’agonia! Arrenditi e lasciati penetrare,... il destino del tuo culo ormai è segnato e non puoi cambiarlo!
Poi con un colpo deciso... TAC! Quel coso era entrato dentro di me.
- Ahiiiii!... Ahiiiiiii!... Ahiiiiiiiaaaaaaaa!... Maledetto bastardo!
- Cosa urli che è entrata solo la cappella! Risparmia il fiato per dopo!
" A ma' avevi ragione, ... la verginella ha il culetto serrato! Mi sta strizzando il pisello per quanto stringe! Adesso però le allargo il tafanario e le faccio l'occhiello da mignotta a sta ragazzina!
Un dolore atroce! Mi stava sverginando il culo e nel frattempo avevo un cazzo enorme in bocca. Millimetro dopo millimetro penetrava nel mio intestino e pareva non finire mai, gli dissi che gli avrei denunciati, ma loro si misero a ridere sbeffeggiandomi; poi ancora spinte su spinte fino a quando sentii il contatto delle sue palle contro le mie natiche.
- Uhm hai visto ragazzina che ce l’hai fatta! Sono arrivato in fondo finalmente. Non entra,... non entra,... e poi, come tutte, te l’ho sei preso anche tu tutto quanto nel pancino! Goditi questa nuova esperienza! E smettila di stringere le chiappe che ti fai male da sola!
Incurante delle mie grida incominciò la cavalcata. Cercavo di inarcare la schiena nella speranza di sfuggire a quel supplizio. Nemmeno nei miei incubi peggiori avevo immaginato che il dolore per l’inculata sarebbe stato così straziante. Sarà stata la violenza con cui mi aveva sodomizzata ma ero nel panico; mi sentivo piena, ingolfata fino all'inverosimile. Quella presenza estranea dentro di me mi procurava fitte lancinanti che s’irradiavano dalle pareti del retto infiammato.
- Non piangere, … fai la brava e goditi il primo di una lunga serie di cazzi che da oggi entreranno nel tuo bel sederino! Vedrai che se ti rilassi forse comincerà a piacerti!
- No! Non mi piace, non mi piace per niente mi fa malissimo! Mi stai dilaniando il sedere!
- Su non insistere - disse il moro che stavo spompinando - se non le piace esci e non tormentarla più, si vede che il primo cazzo non le è piaciuto! Non senti che strilla come un’aquila?
Il biondo si sfilò dal mio culo e venne a occupare il posto del fratello. Nel farlo mi dette un paio di sculacciate dicendo:
- Tutta tua fratellino! Io ho iniziato, adesso tocca a te sverginarla definitivamente.
Tremai al pensiero che adesso avrei preso nel culo quel cazzo che tanto mi aveva fatto soffrire nella fica.
- Buona ragazzina, … tranquilla, ... non ti agitare, ... ringrazia mio fratello che ha avuto la gentilezza di allargarti il buchino preparandolo all’intrusione del bastone del comando! Sarà lui che completerà l’apertura preparandoti ai piaceri della sodomia.
- No,... non farlo! Il tuo cazzo ė molto più grande,... mi distruggerai!
- Ferma! Stai ferma, altrimenti prendo la frusta. E' inutile che ti agiti, ... tanto il culo te lo faccio lo stesso,... preparati a riceverlo e non opporti al suo ingresso se non vuoi soffrire di più! Di cazzi extralarge come il mio se ne trovano pochi; una volta che avrà preparato la strada potrai prendere nel culo qualsiasi cosa.
Poi, con un affondo improvviso, spinse il suo enorme uccello nel mio povero sedere.
- Ahiaa! Sei un bastardo, figlio di puttana! Mi fai male! Aahiaaaa, sfilami quel coso dal sedere, non voglio, ahiaaa, mi sento morire dal dolore, mamma aiutooo, non spingere più, fermati per favore, non avanzare mi distruggi!
- Ti prego abbi pietà, … ti pregooo toglilo, … ti supplico toglilooooooo!
Incurante delle mie suppliche, dei miei pianti e dei miei singhiozzi iniziò a stantuffarmi violentemente. Poi si tirò indietro e sfilò il suo arnese dal culo dolorante. Potevo sentire l’aria entrare nell’intestino.
- Lo vuoi capire che devi ubbidire! Non puoi privarci del piacere di utilizzare il tuo bel culetto per il nostro godimento! Prima ti abitui a usarlo e meglio è! Non sei più una ragazzina, da questo momento sei diventata una vera donna! Come tale devi far godere l'uomo anche facendoti inculare!
- Poi sentii allargarmi di nuovo le natiche e, prendendo bene la mira, me lo infilò tutto dentro con una violenza inaudita! In un secondo le sue palle andarono a sbattere contro la fica!
- Ahiaaaa! Porca troiaaaaa! Zingaro di merda!
Chiesi,... implorai pietà,… dissi che non resistevo più,... che mi sentivo morire.
Si divertiva a tirarlo completamente fuori per poi inserirlo ogni volta con maggiore energia mandandomi a fuoco la mucosa del retto. Il suo cazzo si comportava come una lima; mi stava scartavetrando le emorroidi e avevo paura che me le rompesse facendomi sanguinare.
- Ti brucia il sederino, vero piccola? - Chiese divertita la megera!
Neanche mi avesse letto nel pensiero: mi bruciava eccome! Avevo un male da impazzire dentro, per via delle ripetute e impietose penetrazioni, ma non c'era verso di farlo fermare. Per di più dovevo sopportare anche l'odore pungente e il sapore acre di quell'organo maschile che era appena uscito dal mio culo.
- E normale sentire dolore - disse il moro - ti sto rompendo il culo! Te lo sto sverginando per bene. Una volta che lo sfintere avrà ceduto, il muscolo perderà molta della sua energia così che, quando ti faranno il culo, avrai meno forza per stringere l’ano e il cazzo potrà entrare con più facilità! Un giorno forse mi ringrazierai ma per il momento non puoi fare altro che soffrire,... è il muscolo che sta cedendo! Ti assicuro che la prima volta è stata dolorosa per tutte, e tutte quante hanno urlato come te durante la deflorazione. Quindi strilla pure quanto ti pare mentre finisco di romperti lo sfintere. Solo un consiglio; con il cazzo infilato nel sedere evita di stringere l’ano che peggiori la situazione! Quando ti fanno il culo ricordati che è sempre il bastone che comanda! È inutile opporsi,... devi solo rassegnarti e accettare la sodomia! Si chiama “inculata” proprio per questo! Ah!... Ah!
Quella mazza enorme mi martoriava e mi faceva sentire atrocemente la sensazione di essere invasa, riempita, dilatata. La dolorosa violenza mi scuoteva in tutte le fibre: mugolavo e bofonchiavo grugniti incomprensibili, annebbiata da quella brutale e disumana sodomia.
- Che inculata fantastica!
Disse il moretto mentre continuava a martellarmi con colpi furiosi che sembravano sventrarmi. Il suo pene era un martello pneumatico che perforava l'ano. Ormai avevo smesso di urlare, ero rassegnata e speravo solo che il tormento finisse al più presto. Alla fine, senza preavviso, sentii un getto caldo irrorarmi il canale del retto. Il bastardo stava sborrando! Stava venendo dentro il mio culo! Sentivo il calore dello sperma come se fosse lava incandescente nelle viscere. Finalmente era finita. L'unica cosa che volevo era che mi togliesse al più presto quella sbarra infuocata dal sedere. Il suo uccello, pulsando, continuava a schizzarmi in culo il suo sperma bollente. Finalmente dopo aver scaricato anche l'ultima goccia di seme, si accasciò esausto su di me.
- Ti prego,... per favore esci! Sussurrai.
Il bastardo dette un'ultima spinta col pene e uscì con la stessa violenza con cui era entrato. Mi aveva inculata come un animale, trafiggendomi con il suo enorme bastone. Finalmente capivo perchè per terrorizzare qualcuno lo si minaccia dicendogli:
- Guarda che ti rompo il culo!
L’ano era rimasto spalancato, provavo a chiuderlo ma lo sfintere non rispondeva. Sembrava fosse paralizzato e i mie sforzi per cercare di stringerlo producevano soltanto dolore.
La vista di quella monta brutale aveva eccitato non poco il fratello che ormai mi pistonava in bocca con il suo coso puzzolente. Passarono pochi minuti e mi riversò in gola tutto il suo sperma. Questa volta fui lesta a sputare ma mal me ne incolse perché la megera s’incazzò e, con un frustino, mi diede quattro scudisciate sulle chiappe e una quinta proprio al centro, colpendomi in pieno la fica e l'ano facendomi urlare dal dolore. Ero sfinita. Sentivo dolore da tutte le parti. La fica e il culo stavano andando a fuoco. Restavo immobile, spossata e inchiodata su quella sella che chissà quante volte era stata utilizzata per queste porcate. Dalla bocca continuava a uscire bava, le cosce erano imbrattate dallo sperma che fuoriusciva dalla caverna che avevo al posto dell’ano. Ero distrutta, non avevo nemmeno la forza di alzare la testa.
-Ecco fatto - disse uno dei due bastardi- un'altra puledra disubbidiente è stata domata e ha smesso di scalciare! Sono sicuro che la ragazzina ha imparato la lezione e non farà più la smorfiosa con il suo sedere. La prossima volta si farà inculare senza fare storie. Mi dispiace che non possiamo inserirla nella nostra scuderia. Una puttanella carina come lei, appena domata e con la fica e il culo seminuovi renderebbe un sacco di soldi!
Queste parole mi fecero pensare che quella non era una vera stalla bensì un luogo dove, le tante ragazze attirate lì da ogni parte del mondo con la promessa di un lavoro, venivano brutalizzate. Una volta domate, private della volontà, e sverginate davanti e dietro venivano immesse nel giro della prostituzione. Chissà quante lacrime saranno state versate in questa stalla! Non oso pensare a quanti culi sono stati rotti o a quante fiche sono state stracciate su questa sella! Non era messa lì per essere ingrassata. Nella stalla e nel campo non avevo visto nessun cavallo e poi questo cavalletto sembrava fatto apposta per violentare inermi ragazze. Troppo grosso, troppo largo. La sella poi non aveva le staffe ma cinghie che in questo momento mi stavano segando le cosce. E tutte quelle roulotte con i vetri oscurati sicuramente ospitavano giovani puttane o aspiranti tali. In che guaio mi ero cacciata ne avevano fatto le spese la mia fica e il mio povero culetto.
La megera, che aveva suggerito lo stupro, volle controllare lo stato dell'ano. Venne dietro di me, divaricò le natiche e, infilando un paio di dita, vide che entravano senza difficoltà: il buco non si opponeva! Mi ero accorta che erano entrate dal dolore provocato dallo sfregamento dei polpastrelli contro le pareti infiammate. Soddisfatta dello stato in cui era ridotto il mio sedere si rivolse al figlio:
- Bravo figlio mio, le hai fatto proprio un bel servizio, è tutto gonfio, rosso come un peperone e brucia da morire; in compenso rompendosi non si è lacerato ed è rimasto bello largo! La prossima volta chi vorrà usarlo non dovrà faticare per entrare.
Poi prese a sculacciarmi le chiappe come se fossi una figlia e mentre me le suonava mi rimproverava:
- Non ti vergogni? Alla tua età avevi ancora il culo intonso, meriti proprio di essere sculacciata! Che aspettavi a darlo via che diventavi vecchia? Le ragazzine Sinti iniziano a usarlo prima ancora della fica. Sono i fratelli o i cugini che glielo rompono per fare esperienza. A quattordici anni non ce n'è più nessuna con il culo sano. Mio figlio da ragazzo si è inculato tutte le cugine, poi crescendo ha aperto il sedere anche alle nipoti. Invece tu sei arrivata alla tua età senza aver mai provato a prendere nel culo un bel cazzo! Sciaff,...sciaff!
Non appena la stronza terminò di sculacciarmi, i due bastardi mi slegarono e, tenendomi per le braccia, mi misero con il sedere a mollo in una grande tinozza piena di acqua fresca. Il contatto con l'acqua mi dette un immediato refrigerio. Incominciai a pulire la fica dallo sperma della precedente scopata. Mentre ero intenta in quest’operazione, sentii l'intestino borbottare e avvertii l'impellente bisogno di evacuare. Tutta l'aria che mi avevano pompato nelle viscere pensò bene di uscire con una lunga scoreggia che si manifestò sottoforma di bolle. Avendo perso il controllo dello sfintere insieme all'aria vidi uscire anche sperma e feci. Pensai che a quel punto, giacché il mio orgoglio era andato a farsi friggere, tanto valeva non soffrire inutilmente e continuare a scaricarmi completamente. La megera mi portò insieme ai vestiti un altro catino con nuova acqua fresca una saponetta e un asciugamano. Mentre cercavo di pulirmi, i due fratelli mi dissero:
- Fai sapere al tuo amico che se fra sette giorni non paga è meglio che si trasferisca in Patagonia. Quanto a te se solo ti azzardi a fare parola con qualcuno di quanto avvenuto, prima ti facciamo scopare da tutto il campo, e poi, dopo averti fatta a pezzi, finirai la tua vita nello stomaco dei nostri maiali. Se invece, una volta smaltita la rabbia per la violenza usata per sottometterti alla sodomia, volessi riprovare a farti penetrare dal mio cazzo, sappi che lui è sempre a tua completa disposizione. Non vede l'ora di penetrare di nuovo la tua tenera fichina bionda e di dare una ripassata al tuo stretto sederino. Quindi sei avvisata: se ti vedo un altra volta in giro per il campo da sola o in compagnia, non solo ti do una ripassata a fica e culo, ma ti metto a lavorare per me in quache bordello!
Rivestirmi fu un’impresa; lo feci in piedi perché non potevo assolutamente stare seduta. Che errore fu infilarmi il perizoma. La sottile striscia di stoffa m’irritava ancora di più la fica e il culo che era rimasto oscenamente aperto. Cercavo di trovare sollievo tenendo le cosce larghe. Se alzavo i talloni, la contrazione dei glutei aumentava il dolore. Piangevo e avanzavo lentamente a gambe larghe strusciando i piedi: sembravo una paperella! Avevo il trucco sfatto e il viso arrossato e gonfio per il pianto. Giunta al cancello del campo vidi entrare un ragazzo su un motorino. Guardandomi il viso e vedendomi camminare in quel modo si fermò e, quando gli arrivai vicino, disse ridendo:
- Cosa ti è successo ragazzina? Dalle lacrime si direbbe proprio che si siano divertiti con te, e da come cammini giurerei che il festeggiato sia stato il tuo splendido sedere! Non piangere e soprattutto non te la prendere! Se eri vergine sappi che c'è sempre una prima volta e, se può consolarti, devi sapere che ogni donna si è fatto il suo bel pianto quando le hanno rotto il culo!
Tu poi devi ritenerti fortunata perché il servizio te l’ha fatto mio fratello! Sapessi quante puttanelle come te ha sverginato con il suo cazzone! È imbattibile quando si tratta di vincere la resistenza di culi ribelli, restii alla penetrazione o addirittura vergini come il tuo! Fidati, adesso che ti ha sfasciato l'occhiello allargandolo per bene, la prossima volta non soffrirai e, forse, riuscirai anche ad apprezzare l’inculata! Il bruciore che senti sparirà in un paio di giorni mentre, se sei stitica, la prossima volta che andrai di corpo ti sembrerà di cacare una palla di fuoco. In compenso, passato il bruciore, potrai evacuare stronzi giganti senza dolore! Ti darei un passaggio ma mi sa che tu, per tutta la settimana, è meglio che prendi l'autobus e lasci stare il motorino!
A proposito, adesso che te lo hanno inaugurato , non aspettare che si richiuda per cominciare a usarlo e, ... benvenuta nella schiera delle femmine inculate!

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