L'ho fatto con mia suocera
Scritto da ElTractor, il 2021-02-09, genere tradimenti
Corretto con i dialoghi virgolettati mancanti nel precedente racconto
Salve a tutti, sono Lorenzo, e quella che andrò a raccontare è la coronazione di un sogno proibito e l'esperienza più eccitante che mi sia mai capitata fino ad ora.
Se avete letto i miei racconti, saprete sicuramente della mia particolare attrazione per mia suocera Simona.
E saprete anche che oltre all'attrazione mi sono spinto oltre riprendendola in video nella sua intimità.
Ma andiamo per gradi, dopo l'esperienza visiva, che mi ha appagato e soddisfatto in tutto, sono passati 4 anni, mi sono sposato, abbiamo comprato casa, e sto aspettando che nasca mio figlio!
E proprio da qui che si è sviluppato il mio sogno!
Con mia moglie ho sempra avuto una vita sessuale fantastica, e non ho mai avuto bisogno di cercare altrove.
Con la gravidanza, qualcosa è cambiato e nonostante fino al 6°mese, con le dovute attenzioni, abbiamo continuato i rapporti bramavo nella mente qualcosa di più.
E siccome a tutti dicevamo che avevamo interrotto gli atti sessuali, continuavo a ricevere avance da molte donne.
Però sono sempre rimasto fedele. Avevo nella testa solo una donna con cui avrei voluto tradire mia moglie, e cioè sua madre, Simona!
Il mio rapporto con lei è sempre stato di rispetto, a parte qualche battutina, che comunque cadeva vana, o passava come ingenua, non ho mai e poi mai pensato che sarei riuscito a farci qualcosa. Sapevo che se avessi voluto realizzare il mio sogno avrei dovuto essere più intraprendente.
Così studiavo come poterla trovare sola, e come fare per realizzare tutto questo.
Ormai le abitudini le conoscevo, così ho approfittato di una mattina, in cui andavo a fare dei lavori nel paese dei miei suoceri, per passare a trovarla.
Fortunatamente mio suocero non c'era. Via in bici con amici.
La chiamo con la scusa di prendere dei vestiti che avevo lasciato in camera di mia moglie, per constatare se c'era, e accertato della sua presenza mi presento a casa.
Ci salutiamo come di consueto, lei stava stirando ed era vestita con dei leggings bianchi di pile, un maglione viola e una sciarpa grigia chiara.
Io salgo in camera prendo la borsa che dovevo poi riscendo in sala mi fermo e chiedendole come andasse mi trattengo, poi finalmente mi chiede se volessi un caffè!
Così ci sediamo e continuiamo a chiacchierare, davanti al caffè cerco di indirizzare il discorso sull'intimità, ma non è semplice.
Insisto con qualche battuta sulla mia astinenza sessuale, trovando come risposta solo qualche risatina, ma non mi dava corda per continuare.
Io però mi ero preparato bene e continuo più insistentemente.
Allora anche lei si fa seria pensando veramente avessi un problema.
Così le racconto che in questo periodo ho una forte attrazione per tutte le donne, e che mi immagino spesso a letto con esse.
Ma che nonostante tutto resisto, anche se avrei veramente bisogno di farlo.
La trovo un po in imbarazzo, mi dice che devo resistere solo altri 90 giorni, ma io ribatto e le dico che dopo la gravidanza saremmo stati impegnati e che forse l'attesa sarebbe stata anche maggiore.
Quindi prendendola per mano le dico che ho bisogno di aiuto, non risponde, così mi alzo e slaccio i bottoni dei pantaloni e velocemente li abbasso, mutande comprese.
"Oddio no" fu l'esclamazione e l'imbarazzo totale mio e suo, io perché sapevo di aver fatto una cazzata e lei perché incredula non sapeva che fare.
Tanto è vero che pure il mio pene si ritrasse.
Allora prendendolo fra le dita iniziai a scrollarlo e nel mentre dicevo qualcosa, ma non ricordo bene cosa.
Poco alla volta tornò alla normalità e più la muovevo più aumentava la dimensione fino ad essere bagiotto.
Ora anche se non era al massimo già mostrava la sua vera natura, e ciò che mi colpì fu il fatto che comunque Simona non si alzò dalla sedia ma rimase lì quasi impietrita.
Mi avvicinai a lei è le chiesi cosa ne pensasse, ma non ebbi risposta.
Iniziai quindi a strisciarlo lungo la spalla e il braccio, accarezzandole con la mano sinistra i suoi ricci capelli neri. La situazione stava prendendo una piega inaspettata e anche io ormai non sapevo come uscirne. Mi misi dietro di lei per non guardarla negli occhi e iniziai a massaggiarle le spalle e il collo poi piano scesi sui seni, con movimenti concentrici massaggiai quelle piccole tettine anche se erano coperte dal reggiseno e dal maglione.
Tutto molto delicatamente in un silenzio surreale che non mi faceva capire i suoi sentimenti.
Non avrei potuto fare di più se non si fosse alzata, e quando lo fece allora andai avanti.
Simona si limitò a dire un flebile "Dai basta" ma si lasciò cingere i fianchi e stringendola a me cercai di farle sentire la mia erezione, ancora non forte.
Quindi la girai e la baciai, e con le mani le tastai ampiamente il culo, continuai a baciarla ovunque cercando di farla sciogliere, ma niente.
Passai la mano davanti, sul pube e poi cercai di infilarla sotto i leggings. Mi fermò e disse "Non possiamo,basta così" allora io mi inginocchiai e con la faccia mi buttai tra le sue cosce e con il naso cercavo il suo odore e le chiedevo di farmela sentire, lei mi teneva la testa per staccarmi, ma io ero avvinghiato alle sue chiappe e non ne volevo sapere di scollarmi!
Poi dal basso la guardai e le dissi di aiutarmi a placare questo mio desiderio. Che stavo soffrendo e che ne avevo bisogno. Mi rituffai tra le cosce e continuai a sniffare la sua figa.
Poi avvenne ciò che avrebbe potuto fermare tutto.
Mi tirò per i capelli e mi costrinse ad abbandonare la mia posizione "Lorenzo vattene subito" mi disse.
Io la guardai, le presi la mano e gli feci stringere il mio cazzo duro. E gli risposi "Vedi, è così perché non resiste più, mi dispiace, ma ho bisogno che mi aiuti, non voglio ferire Angela, ho chiesto a te perché sei l'unica con cui posso risolvere questo problema, ti prego, ti prometto che non capiterà mai più"
La mia voce tremante aveva contributo a suscitare pietà in lei, che ora che aveva il mio cazzo stretto in mano guardava la mia cappella grossa e violacea.
"Io non ci posso credere, cosa vorresti fare"
Ripeté due volte, e non gli diedi modo di dirlo una terza volta.
"Se togliamo questi pantaloni lo capirai" le dissi.
"Ti prego facciamo una cosa veloce che tutto questo e sbagliato e non vedo l'ora che tu te ne vada"
Quelle parole davano il via libera, così le tirai giù i leggings, aveva le calze sotto (eh che ca...) Pensai.
Tirai giù quelle e le mutande e finalmente arrivai a centimetri dalla sua figa.
Magnifica vista, leggermente acre l'odore, una peluria su tutto il pube, probabilmente era da qualche settimana che non la tagliava, annusai e passai 2 dita sulle labbra, asciutte. Quindi non le stava piacendo davvero tutto questo.
Lubrificai con la saliva le dita e le allargai le labbra, lei appoggiata al tavolo divaricò leggermente le gambe, cominciai a leccare la figa e puntai tutto sul clitoride, mentre con le dita mi insinuavo nella figa.
Riuscivo a farle avere qualche spasmo, quando toccavo i punti giusti, e farla sospirare.
Così iniziai ad alternare, leccate poi salivo velocemente e la raggiungevo sulla bocca per scambiare i suoi liquidi con delle rapide pomiciate. E nel salire facevo scivolare il mio cazzo ormai durissimo sulla sua figa bagnata.
Quando decisi di metterlo dentro avevo il battito a mille, bagnai ulteriormente la punta del mio cazzo bella gonfia e lo spinsi dentro lentamente, anche perché non era ancora ben dilatata.
Così con dei movimenti lenti, lo facevo entrare piano piano sempre di più.
Quando passò tutta la cappella le alzai le gambe e lo spinsi forte tutto dentro.
Gemette, la guardai e continuai a stantuffarla sempre più velocemente e con colpi sempre più profondi.
Poi la presi in braccio e la portai sul divano dove la misi di fianco, allargavo con le dita la sua figa al massimo cercando l'utero, quando trovai quel piccolo bottone mi salì ancora di più l'eccitamento, il mio cazzo era di pietra, e vigorosamente lo spingevo dentro per poi riprendere a scoparla!
Ora anche lei era assuefatta, godeva e assecondava i miei movimenti e anzi con una mano mi stringeva i glutei.
Continuammo a scopare senza fermarci e realizzammo diverse posizioni.
La misi a pecora sul divano, con due cuscini sotto le ginocchia, quel culo bianco sporgeva, e la sua fica aveva i peli tutti umidi, bagnai ulteriormente l'asta e tenendola per i fianchi lo facevo entrare fino a sbattere le palle sul monte di Venere.
Non fui violento, non la presi per i capelli, ne per il collo, volevo comunque rispettarla.
Soddisfatto, ci mettemmo nella classica posizione del missionario e continuammo fino alla fine.
Quando fui al limite le dissi che stavo per venire lei rispose "Vai" così accellerai e prendendola stretta gli venni dentro, senza fermarmi continuai a spingere tutto il mio sperma dentro di lei, allargandondo le grandi labbra con le dita e favorendo l'entrata intera del mio pene, così da scaricare fino all'ultima goccia nel suo utero.
Poi svuotato mi abbandonai sopra di lei, avevamo il fiatone ed eravamo entrambi sudati.
Quando finalmente il mio pene perse vigore, scivolò fuori, così mi alzai, la guardai sdraiata sul divano con la figa rossa, spalancata e piena di umori suoi e miei.
"Grazie Simo" le dissi, e andai in bagno a lavarmi.
Tornato in cucina la trovai già rivestita, e lì capii che tutta la foga tutto il batticuore che avevamo avuto pochi minuti prima sarebbero rimasti una parentesi idilliaca che non avrei mai potuto condividere con nessun'altro e che non si sarebbe mai più replicata.
Mi avvicinai ma l'angoscia mi assalì e ringraziandola più volte per avermi aiutato, cercavo di consolarla sul fatto che ciò che aveva fatto era tutta colpa mia e che non si sarebbe dovuta preoccupare.
Ma ne io ne lei riuscivamo a guardarci negli occhi e fissavamo il pavimento, e fu veramente una situazione straziante.
Il dover uscire senza nemmeno essere salutato, da chi fino a un ora e mezza fa mi considerava come un figlio, mi fece capire ancora meglio che non si sarebbe tornati indietro e che quella fiducia non l'avrei potuta riguadagnare.
L'esperienza sessuale in sé fu fantastica e credo che anche lei abbia apprezzato e goduto tanto.
Il mio piano e il mio sogno erano andati a buon fine, ma il mio rapporto con Simona non è più lo stesso.
Ho letto tanti racconti, e in cuor mio speravo che come molti di questi, anche il mio avesse un lieto fine, che mi potesse portare a intraprendere una sorta di relazione sessuale con mia suocera, così non è.
Ma va bene così, la realtà non è come la fantasia, e i sentimenti e i rapporti non possono cambiare solo per una scopata, credo di essere già stato fortunato che non abbia distrutto il mio matrimonio.
Spero di non essere stato troppo lungo nei dettagli, ma certe cose vanno specificate per far comprendere meglio la vera storia.
Salve a tutti, sono Lorenzo, e quella che andrò a raccontare è la coronazione di un sogno proibito e l'esperienza più eccitante che mi sia mai capitata fino ad ora.
Se avete letto i miei racconti, saprete sicuramente della mia particolare attrazione per mia suocera Simona.
E saprete anche che oltre all'attrazione mi sono spinto oltre riprendendola in video nella sua intimità.
Ma andiamo per gradi, dopo l'esperienza visiva, che mi ha appagato e soddisfatto in tutto, sono passati 4 anni, mi sono sposato, abbiamo comprato casa, e sto aspettando che nasca mio figlio!
E proprio da qui che si è sviluppato il mio sogno!
Con mia moglie ho sempra avuto una vita sessuale fantastica, e non ho mai avuto bisogno di cercare altrove.
Con la gravidanza, qualcosa è cambiato e nonostante fino al 6°mese, con le dovute attenzioni, abbiamo continuato i rapporti bramavo nella mente qualcosa di più.
E siccome a tutti dicevamo che avevamo interrotto gli atti sessuali, continuavo a ricevere avance da molte donne.
Però sono sempre rimasto fedele. Avevo nella testa solo una donna con cui avrei voluto tradire mia moglie, e cioè sua madre, Simona!
Il mio rapporto con lei è sempre stato di rispetto, a parte qualche battutina, che comunque cadeva vana, o passava come ingenua, non ho mai e poi mai pensato che sarei riuscito a farci qualcosa. Sapevo che se avessi voluto realizzare il mio sogno avrei dovuto essere più intraprendente.
Così studiavo come poterla trovare sola, e come fare per realizzare tutto questo.
Ormai le abitudini le conoscevo, così ho approfittato di una mattina, in cui andavo a fare dei lavori nel paese dei miei suoceri, per passare a trovarla.
Fortunatamente mio suocero non c'era. Via in bici con amici.
La chiamo con la scusa di prendere dei vestiti che avevo lasciato in camera di mia moglie, per constatare se c'era, e accertato della sua presenza mi presento a casa.
Ci salutiamo come di consueto, lei stava stirando ed era vestita con dei leggings bianchi di pile, un maglione viola e una sciarpa grigia chiara.
Io salgo in camera prendo la borsa che dovevo poi riscendo in sala mi fermo e chiedendole come andasse mi trattengo, poi finalmente mi chiede se volessi un caffè!
Così ci sediamo e continuiamo a chiacchierare, davanti al caffè cerco di indirizzare il discorso sull'intimità, ma non è semplice.
Insisto con qualche battuta sulla mia astinenza sessuale, trovando come risposta solo qualche risatina, ma non mi dava corda per continuare.
Io però mi ero preparato bene e continuo più insistentemente.
Allora anche lei si fa seria pensando veramente avessi un problema.
Così le racconto che in questo periodo ho una forte attrazione per tutte le donne, e che mi immagino spesso a letto con esse.
Ma che nonostante tutto resisto, anche se avrei veramente bisogno di farlo.
La trovo un po in imbarazzo, mi dice che devo resistere solo altri 90 giorni, ma io ribatto e le dico che dopo la gravidanza saremmo stati impegnati e che forse l'attesa sarebbe stata anche maggiore.
Quindi prendendola per mano le dico che ho bisogno di aiuto, non risponde, così mi alzo e slaccio i bottoni dei pantaloni e velocemente li abbasso, mutande comprese.
"Oddio no" fu l'esclamazione e l'imbarazzo totale mio e suo, io perché sapevo di aver fatto una cazzata e lei perché incredula non sapeva che fare.
Tanto è vero che pure il mio pene si ritrasse.
Allora prendendolo fra le dita iniziai a scrollarlo e nel mentre dicevo qualcosa, ma non ricordo bene cosa.
Poco alla volta tornò alla normalità e più la muovevo più aumentava la dimensione fino ad essere bagiotto.
Ora anche se non era al massimo già mostrava la sua vera natura, e ciò che mi colpì fu il fatto che comunque Simona non si alzò dalla sedia ma rimase lì quasi impietrita.
Mi avvicinai a lei è le chiesi cosa ne pensasse, ma non ebbi risposta.
Iniziai quindi a strisciarlo lungo la spalla e il braccio, accarezzandole con la mano sinistra i suoi ricci capelli neri. La situazione stava prendendo una piega inaspettata e anche io ormai non sapevo come uscirne. Mi misi dietro di lei per non guardarla negli occhi e iniziai a massaggiarle le spalle e il collo poi piano scesi sui seni, con movimenti concentrici massaggiai quelle piccole tettine anche se erano coperte dal reggiseno e dal maglione.
Tutto molto delicatamente in un silenzio surreale che non mi faceva capire i suoi sentimenti.
Non avrei potuto fare di più se non si fosse alzata, e quando lo fece allora andai avanti.
Simona si limitò a dire un flebile "Dai basta" ma si lasciò cingere i fianchi e stringendola a me cercai di farle sentire la mia erezione, ancora non forte.
Quindi la girai e la baciai, e con le mani le tastai ampiamente il culo, continuai a baciarla ovunque cercando di farla sciogliere, ma niente.
Passai la mano davanti, sul pube e poi cercai di infilarla sotto i leggings. Mi fermò e disse "Non possiamo,basta così" allora io mi inginocchiai e con la faccia mi buttai tra le sue cosce e con il naso cercavo il suo odore e le chiedevo di farmela sentire, lei mi teneva la testa per staccarmi, ma io ero avvinghiato alle sue chiappe e non ne volevo sapere di scollarmi!
Poi dal basso la guardai e le dissi di aiutarmi a placare questo mio desiderio. Che stavo soffrendo e che ne avevo bisogno. Mi rituffai tra le cosce e continuai a sniffare la sua figa.
Poi avvenne ciò che avrebbe potuto fermare tutto.
Mi tirò per i capelli e mi costrinse ad abbandonare la mia posizione "Lorenzo vattene subito" mi disse.
Io la guardai, le presi la mano e gli feci stringere il mio cazzo duro. E gli risposi "Vedi, è così perché non resiste più, mi dispiace, ma ho bisogno che mi aiuti, non voglio ferire Angela, ho chiesto a te perché sei l'unica con cui posso risolvere questo problema, ti prego, ti prometto che non capiterà mai più"
La mia voce tremante aveva contributo a suscitare pietà in lei, che ora che aveva il mio cazzo stretto in mano guardava la mia cappella grossa e violacea.
"Io non ci posso credere, cosa vorresti fare"
Ripeté due volte, e non gli diedi modo di dirlo una terza volta.
"Se togliamo questi pantaloni lo capirai" le dissi.
"Ti prego facciamo una cosa veloce che tutto questo e sbagliato e non vedo l'ora che tu te ne vada"
Quelle parole davano il via libera, così le tirai giù i leggings, aveva le calze sotto (eh che ca...) Pensai.
Tirai giù quelle e le mutande e finalmente arrivai a centimetri dalla sua figa.
Magnifica vista, leggermente acre l'odore, una peluria su tutto il pube, probabilmente era da qualche settimana che non la tagliava, annusai e passai 2 dita sulle labbra, asciutte. Quindi non le stava piacendo davvero tutto questo.
Lubrificai con la saliva le dita e le allargai le labbra, lei appoggiata al tavolo divaricò leggermente le gambe, cominciai a leccare la figa e puntai tutto sul clitoride, mentre con le dita mi insinuavo nella figa.
Riuscivo a farle avere qualche spasmo, quando toccavo i punti giusti, e farla sospirare.
Così iniziai ad alternare, leccate poi salivo velocemente e la raggiungevo sulla bocca per scambiare i suoi liquidi con delle rapide pomiciate. E nel salire facevo scivolare il mio cazzo ormai durissimo sulla sua figa bagnata.
Quando decisi di metterlo dentro avevo il battito a mille, bagnai ulteriormente la punta del mio cazzo bella gonfia e lo spinsi dentro lentamente, anche perché non era ancora ben dilatata.
Così con dei movimenti lenti, lo facevo entrare piano piano sempre di più.
Quando passò tutta la cappella le alzai le gambe e lo spinsi forte tutto dentro.
Gemette, la guardai e continuai a stantuffarla sempre più velocemente e con colpi sempre più profondi.
Poi la presi in braccio e la portai sul divano dove la misi di fianco, allargavo con le dita la sua figa al massimo cercando l'utero, quando trovai quel piccolo bottone mi salì ancora di più l'eccitamento, il mio cazzo era di pietra, e vigorosamente lo spingevo dentro per poi riprendere a scoparla!
Ora anche lei era assuefatta, godeva e assecondava i miei movimenti e anzi con una mano mi stringeva i glutei.
Continuammo a scopare senza fermarci e realizzammo diverse posizioni.
La misi a pecora sul divano, con due cuscini sotto le ginocchia, quel culo bianco sporgeva, e la sua fica aveva i peli tutti umidi, bagnai ulteriormente l'asta e tenendola per i fianchi lo facevo entrare fino a sbattere le palle sul monte di Venere.
Non fui violento, non la presi per i capelli, ne per il collo, volevo comunque rispettarla.
Soddisfatto, ci mettemmo nella classica posizione del missionario e continuammo fino alla fine.
Quando fui al limite le dissi che stavo per venire lei rispose "Vai" così accellerai e prendendola stretta gli venni dentro, senza fermarmi continuai a spingere tutto il mio sperma dentro di lei, allargandondo le grandi labbra con le dita e favorendo l'entrata intera del mio pene, così da scaricare fino all'ultima goccia nel suo utero.
Poi svuotato mi abbandonai sopra di lei, avevamo il fiatone ed eravamo entrambi sudati.
Quando finalmente il mio pene perse vigore, scivolò fuori, così mi alzai, la guardai sdraiata sul divano con la figa rossa, spalancata e piena di umori suoi e miei.
"Grazie Simo" le dissi, e andai in bagno a lavarmi.
Tornato in cucina la trovai già rivestita, e lì capii che tutta la foga tutto il batticuore che avevamo avuto pochi minuti prima sarebbero rimasti una parentesi idilliaca che non avrei mai potuto condividere con nessun'altro e che non si sarebbe mai più replicata.
Mi avvicinai ma l'angoscia mi assalì e ringraziandola più volte per avermi aiutato, cercavo di consolarla sul fatto che ciò che aveva fatto era tutta colpa mia e che non si sarebbe dovuta preoccupare.
Ma ne io ne lei riuscivamo a guardarci negli occhi e fissavamo il pavimento, e fu veramente una situazione straziante.
Il dover uscire senza nemmeno essere salutato, da chi fino a un ora e mezza fa mi considerava come un figlio, mi fece capire ancora meglio che non si sarebbe tornati indietro e che quella fiducia non l'avrei potuta riguadagnare.
L'esperienza sessuale in sé fu fantastica e credo che anche lei abbia apprezzato e goduto tanto.
Il mio piano e il mio sogno erano andati a buon fine, ma il mio rapporto con Simona non è più lo stesso.
Ho letto tanti racconti, e in cuor mio speravo che come molti di questi, anche il mio avesse un lieto fine, che mi potesse portare a intraprendere una sorta di relazione sessuale con mia suocera, così non è.
Ma va bene così, la realtà non è come la fantasia, e i sentimenti e i rapporti non possono cambiare solo per una scopata, credo di essere già stato fortunato che non abbia distrutto il mio matrimonio.
Spero di non essere stato troppo lungo nei dettagli, ma certe cose vanno specificate per far comprendere meglio la vera storia.
Questo racconto di ElTractor è stato letto 1 1 3 7 5 volte
commenti dei lettori al racconto erotico