In caduta libera verso l’abisso (4)
Scritto da Sara_2001Bis, il 2019-09-10, genere dominazione
Saliamo in macchina e mentre Martina è alla guida Marta si mette dietro con me trano penso tra me e me, ha un profumo molto intenso e inebriante, le sue lunghe gambe fanno bella mostra, il seno ostentato come un trofeo fa capolino nell’ampia scollatura della giacca, sbirciando un po' mi rendo conto che non ha il reggiseno e che le sue tette sode e abbronzate sono completamente libere da ogni impedimento.
Mentre percorriamo la tangenziale Marta mi stuzzica i capezzoli facendomi emettere gridolini di dolore e piacere, quando ad un tratto con un movimento repentino, mi mette una mano sotto la gonna e con le sue lunghe unghie rifatte mi artiglia il clitoride già gonfio ed eccitato facendomi urlare di dolore.
Sei proprio una schifosa puttana, sei bagnata fradicia e non ti contieni nemmeno fai schifo. Mentre mi urlava in faccia queste parole continuava a pizzicare il mio clitoride con forza e cattiveria, ed io la supplicavo di smettere.
Il mio viso rigato da rivoli di lacrime mi bagnano la camicetta bianca e rivelano la mia inconfondibile eccitazione, i miei capezzoli, duri spingono impertinenti contro il tessuto leggero e bagnato, per la tortura al mio sensibile bottoncino.
La mia supplica ha avuto successo, Marta toglie la mano da sotto la gonna e mi ficca due dita bagnate dei miei umori in bocca ordinandomi di succhiarli e pulirli per bene, apostrofandomi che sono solo una cagna in calore.
Finalmente arriviamo in quello che credo sia una via centrale di Milano, parcheggiamo in un parcheggio a più piani, scendendo dall’auto, Martina mi porge una spazzola con setole durissime e tonda della grandezza di una bibita in lattina.
Marta mi ordina di mettermela tra le gambe, subito eseguo e sento pungere le setole sulle mie labbra delicate e morbide, poi controlla e la schiaccia contro il mio sesso esposto e nudo sotto la gonna, un altro comando “Se la fai cadere te la pianto nella tua lurida e forse vergine passera, stai attenta che non scherzo” tuona infervorata e rossa in volto.
Cerco di camminare al loro passo, sembra che abbiano fretta e camminano con passo celere, mentre io per non far scappare la spazzalo cammino con passettini svelti ma piccoli come una piccola geisha, questo mi procura uno sfregamento della spazzola doloroso ma l’eccitazione è alle stelle facendomi bagnare come una fontana.
Fortunatamente arriviamo poco dopo davanti ad un portone di un elegante palazzo “Old Milan Style”, Marta si annuncia al portiere e capisco che mi stanno portando in uno studio medico e precisamente da una ginecologa di nome Elisabetta. Saliamo in ascensore fino al sesto piano, quando la porta si apre entriamo direttamente nell’atrio di un lussuoso ambulatorio, Marta mi fa accomodare su una scomoda sedia di plastica, mentre le setole pungenti trafiggono le mie carni, loro si accomodano in un soffice ed elegante divanetto in alcantara grigio chiaro, accavallando le gambe scorgo che sia Mara che Martina non hanno indossato l’intimo, facendomi intravedere i loro sessi depilati e lucidi di umori.
Pochi minuti di attesa e si presenta Elisabetta, una donna sui quaranta bella con un trucco leggero, delicato sulle tinte del rosa che fa splendere dei meravigliosi occhi azzurri, camminata sicura, dritta sulle spalle, sfoggia un importante seno, forse una quarta, gamba lunga affusolata fasciata in leggins color tortora una camicetta cipria abbondantemente scollata, e scarpe con il tacco in tinta.
I primi convenevoli con Marta che bacia le sue guance ridacchiando allunga la mano sul sedere di lei che sorride maliziosamente, poi è la volta di Martina che imbarazzata e quasi con timore la saluta con “buongiorno dottoressa” con reverenza e distacco.
Poi tocca a me, Marta mi fa alzare poi comincia: “Questa è la cagna da controllare se veramente è vergine nei suoi inutili buchi”, io arrossisco, poi continua: “ è una cagna schifosa sempre ecctatata e bagnata come puoi notare”, e dicendo questo prende la mano di Elisabetta e l’accompagna sotto la gonna, ovvimente la dottoressa mi trastulla le grandi labbra e si accorge del lago che ho tra le gambe, sospirando “Le faremo cambiare registro” e mi accompagna nello spogliatoio.
-Continua-
Se volete contattarmi la mia mail è vi chiedo di evitare richieste di incontri e broccolamenti vari grazie
La sequenza
Sotto Sara2001
La matrigna
In caduta libera verso l’abisso(1)
Come Sara2001Bis
In caduta libera verso l’abisso 2-3-4
Buona lettura
Sara
Mentre percorriamo la tangenziale Marta mi stuzzica i capezzoli facendomi emettere gridolini di dolore e piacere, quando ad un tratto con un movimento repentino, mi mette una mano sotto la gonna e con le sue lunghe unghie rifatte mi artiglia il clitoride già gonfio ed eccitato facendomi urlare di dolore.
Sei proprio una schifosa puttana, sei bagnata fradicia e non ti contieni nemmeno fai schifo. Mentre mi urlava in faccia queste parole continuava a pizzicare il mio clitoride con forza e cattiveria, ed io la supplicavo di smettere.
Il mio viso rigato da rivoli di lacrime mi bagnano la camicetta bianca e rivelano la mia inconfondibile eccitazione, i miei capezzoli, duri spingono impertinenti contro il tessuto leggero e bagnato, per la tortura al mio sensibile bottoncino.
La mia supplica ha avuto successo, Marta toglie la mano da sotto la gonna e mi ficca due dita bagnate dei miei umori in bocca ordinandomi di succhiarli e pulirli per bene, apostrofandomi che sono solo una cagna in calore.
Finalmente arriviamo in quello che credo sia una via centrale di Milano, parcheggiamo in un parcheggio a più piani, scendendo dall’auto, Martina mi porge una spazzola con setole durissime e tonda della grandezza di una bibita in lattina.
Marta mi ordina di mettermela tra le gambe, subito eseguo e sento pungere le setole sulle mie labbra delicate e morbide, poi controlla e la schiaccia contro il mio sesso esposto e nudo sotto la gonna, un altro comando “Se la fai cadere te la pianto nella tua lurida e forse vergine passera, stai attenta che non scherzo” tuona infervorata e rossa in volto.
Cerco di camminare al loro passo, sembra che abbiano fretta e camminano con passo celere, mentre io per non far scappare la spazzalo cammino con passettini svelti ma piccoli come una piccola geisha, questo mi procura uno sfregamento della spazzola doloroso ma l’eccitazione è alle stelle facendomi bagnare come una fontana.
Fortunatamente arriviamo poco dopo davanti ad un portone di un elegante palazzo “Old Milan Style”, Marta si annuncia al portiere e capisco che mi stanno portando in uno studio medico e precisamente da una ginecologa di nome Elisabetta. Saliamo in ascensore fino al sesto piano, quando la porta si apre entriamo direttamente nell’atrio di un lussuoso ambulatorio, Marta mi fa accomodare su una scomoda sedia di plastica, mentre le setole pungenti trafiggono le mie carni, loro si accomodano in un soffice ed elegante divanetto in alcantara grigio chiaro, accavallando le gambe scorgo che sia Mara che Martina non hanno indossato l’intimo, facendomi intravedere i loro sessi depilati e lucidi di umori.
Pochi minuti di attesa e si presenta Elisabetta, una donna sui quaranta bella con un trucco leggero, delicato sulle tinte del rosa che fa splendere dei meravigliosi occhi azzurri, camminata sicura, dritta sulle spalle, sfoggia un importante seno, forse una quarta, gamba lunga affusolata fasciata in leggins color tortora una camicetta cipria abbondantemente scollata, e scarpe con il tacco in tinta.
I primi convenevoli con Marta che bacia le sue guance ridacchiando allunga la mano sul sedere di lei che sorride maliziosamente, poi è la volta di Martina che imbarazzata e quasi con timore la saluta con “buongiorno dottoressa” con reverenza e distacco.
Poi tocca a me, Marta mi fa alzare poi comincia: “Questa è la cagna da controllare se veramente è vergine nei suoi inutili buchi”, io arrossisco, poi continua: “ è una cagna schifosa sempre ecctatata e bagnata come puoi notare”, e dicendo questo prende la mano di Elisabetta e l’accompagna sotto la gonna, ovvimente la dottoressa mi trastulla le grandi labbra e si accorge del lago che ho tra le gambe, sospirando “Le faremo cambiare registro” e mi accompagna nello spogliatoio.
-Continua-
Se volete contattarmi la mia mail è vi chiedo di evitare richieste di incontri e broccolamenti vari grazie
La sequenza
Sotto Sara2001
La matrigna
In caduta libera verso l’abisso(1)
Come Sara2001Bis
In caduta libera verso l’abisso 2-3-4
Buona lettura
Sara
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